Sony contro Microsoft per Activision Blizzard, che succede?

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Sony contro Microsoft per Activision Blizzard, che succede?

Analizziamo la situazione in modo semplice!

Sony contro Microsoft per Activision Blizzard, che succede?

Quando Microsoft annunciò l’acquisizione di Zenimax Media, insieme a tutti gli studi del publisher, fu una giornata epocale per il mondo videogiochi, per Sony compresa, come vedremo a breve. Quel 21 Settembre 2020 Microsoft fece una mossa importante, intenzionata a consolidare la sua posizione nel settore e a rendere Game Pass più appetibile (qui potete acquistare cardvalide per l’abbonamento al servizio).

Quei 7.5 Miliardi di dollari, spesi con la leggerezza di un passerotto su un cornicione, avrebbero permesso a Microsoft di acquisire diversi studi importanti e leggendari, insieme alle loro incredibili IP. Le prime conseguenze di questa mossa le abbiamo in parte già viste: una grande quantità di titoli si è aggiunta al Game Pass, e le prossime grandi IP del publisher saranno esclusive per l’ecosistema Microsoft. Starfield e Redfall arriveranno infatti su Xbox, PC e in Cloud.

Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma è chiara l’importanza che questa acquisizione ha avuto per Microsoft. Soprattutto, per gli equilibri di un mercato videoludico sempre più competitivo, e affidato a grandi corporazioni pronte a fagocitare team di talento, oltre che proprietà intellettuali storiche o importanti. Nel 2020 era difficile immaginare un’acquisizione più importante di questa, ma il nuovo tassello nella strategia di Microsoft non si sarebbe fatto attendere. Nel Gennaio di quest’anno, Microsoft annuncia l’acquisizione di Activision Blizzard, per un totale di 68 Miliardi di dollari. Un’acquisizione imponente, che fa apparire quella di Zenimax una piccola spesa frettolosa, fatta dopo lavoro e prima che il supermercato chiuda.

Activision Blizzard Microsoft

Inizia così il gioco delle autorità antitrust, il cui ruolo è quello di tutelare la concorrenza dei mercati ed evitare la nascita di un monopolio. Il modo in cui avviene questo processo è piuttosto semplice. Immaginatelo come un dialogo tra due fronti, una sorta di esame di stato dove in ballo ci sono miliardi di dollari e il futuro dell’assetto della compagnia. L’antitrust chiede, Microsoft risponde. Le risposte di Microsoft in questo senso sono piuttosto rassicuranti, perché la strategia delineata da Xbox e dal suo Game Pass tende ad un’apertura del mercato, piuttosto che ad una chiusura.

Ad esempio, il Game Pass permette di accedere alla libreria da diversi dispositivi, come gli smartphone o le smart TV Samsung, sfruttando la tecnologia Cloud. Le esclusive della piattaforma non sono totalizzanti, ma distribuite su console, PC e il Cloud. Soprattutto, Microsoft ha già chiarito che l’esclusività di alcune serie è fuori discussione, lasciando aperte diverse porte per un futuro multipiattaforma. Che è un po’ il discorso che ha portato Sony ad esprimere i suoi dubbi circa l’acquisizione, all’ente dell’antitrust brasiliano.

Sony ha dichiarato, riferendosi a Call of Duty, che “nessun concorrente – non importa quanto rilevante – potrà mai superarlo”. Una risposta secca e mirata, che non tiene in considerazione le altre importanti IP comprese in questo accordo. Del resto, Call of Duty è una delle serie più redditizie nel mercato, con 425 milioni di copie vendute finora. Lo sa bene la compagnia giapponese, che negli anni si è assicurata spesso modalità o elementi esclusivi di Call of Duty per le console Playstation.

Sony è quindi spaventata dal futuro di Call of Duty, una serie che secondo l’azienda ha la capacità di spostare l’utenza tra le piattaforme. Nonostante le dichiarazioni di Microsoft scongiurino il rischio di esclusività per i futuri capitoli, è anche vero che la sua presenza nell’abbonamento Game Pass potrebbe rivelarsi appetibile per un grande numero di utenti.

Horizon God of War

La risposta di Microsoft all’ente brasiliano non è tardata ad arrivare. La documentazione rilasciata cita: “la preoccupazione di Sony per la possibile esclusività dei contenuti di Activision è incoerente. C’è da considerare infatti che le strategie di esclusività sono al centro della politica portata avanti da Sony per rafforzare la propria presenza nel settore dei videogiochi e che, grazie anche a queste strategie, Sony è attualmente il leader nella distribuzione di giochi digitali”.

Microsoft ha quindi ricordato che è proprio Sony, nel tempo, ad avere intrapreso accordi commerciali con varie aziende per rafforzare la propria piattaforma e spostare l’utenza verso Playstation. Accordi di esclusività temporale o totale. Ricorderete i vari contenuti di Call of Duty, a Destiny ma anche nuove esclusività di titoli come Final Fantasy VII Remake e il futuro Final Fantasy XVI.

“Questa accusa rivela ancora una volta il timore per un modello di business innovativo che offre contenuti di qualità a basso costo per i giocatori, un modello che minaccia la loro leadership forgiata da accordi di esclusiva siglati negli anni e incentrati sulle loro piattaforme”

Call of Duty: Modern Warfare II date Beta

Un esempio di esclusività Sony, la beta di COD MWII inizierà prima sulla piattaforma

Secondo Microsoft, questo timore di Sony sarebbe incoerente e non favorirebbe il consumatore, ed ad un occhio esterno si tratta di un parere difficile da controbattere. Soprattutto alla luce della strategia di Microsoft degli ultimi anni, come detto nella prima parte di questo articolo. L’apertura al mercato mobile e Cloud permetterebbe a chiunque abbia uno smartphone di utilizzare il Game Pass per accedere a centinaia di titoli. Tre miliardi di giocatori in tutto il mondo, che Microsoft vuole raggiungere allargando l’offerta e l’accessibilità dei suoi titoli, al di là delle piattaforme tradizionali come PC e console.

Pur consolidando la sua posizione come brand premium e con un parco titoli pieno di eccellenze e IP iconiche, Sony non ha la capacità per aggredire il mercato come Microsoft. Ha molto da perdere da questa acquisizione, anche rispetto ad altre aziende del settore. Alcune di queste non sembravano turbate dall’acquisizione, come Riot Games, Ubisoft o Google, che parlava di come in realtà il mercato sia pieno di alternative a Call of Duty (come Battlefield) o ad altre IP Activision Blizzard.

Microsoft viene quindi supportata nella sua tesi da altri giganti del settore, con una Sony apparentemente arroccata in solitudine. La capacità di sminuire queste dichiarazioni, definendo tra l’altro lo sterminato catalogo Activision Blizzard come “nulla di unico né imprescindibile”, gioca a favore del colosso di Redmond. In questo senso, visto il dialogo collaborativo di Microsoft con le autorità antitrust, e l’attuale politica della compagnia, viene difficile pensare ad un’interruzione dell’operazione.

L’esito potrebbe essere svelato questo Settembre, dove l’antitrust più importante (cioè il FTC americano) dovrà dichiarare la sua posizione in merito. L’altro è la Commissione Europea, ma sono circa 20 i regolatori che dovranno approvare l’acquisizione in tutto il mondo.

Microsoft team di sviluppo giapponesi

In attesa di ulteriori novità, è interessante osservare il “comportamento” di queste grandi corporazioni, in un mercato mai così conteso. Gli ultimi anni si stanno dimostrando piuttosto interessanti per gli equilibri del settore videoludico, con acquisizioni costanti e piuttosto importanti. Come quelle legate a Tencent, Net Ease o Embracer Group, che di recente ha acquisito diversi studi e IP da Square Enix. Tra cui, la celebre serie di Tomb Raider e Deus Ex.

Microsoft riuscirà ad acquisire Activision Blizzard? Lo scopriremo “presto”, ciò che non ci è dato scoprire è come cambierà il mercato dei videogiochi tra qualche anno, se ciò dovesse accadere. Ci risentiamo poi, magari da un alloggio su Marte.

Diteci invece il vostro pensiero, cosa ne pensate di questa acquisizione e delle dichiarazioni delle due compagnie?  Potete raccontarci la vostra nel nostro gruppo Facebook!


Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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