Digital Soul #4 – Party Hard, Spectra, Discstorm, Extreme Exorcism

Digital Soul #4 – Party Hard, Spectra, Discstorm, Extreme Exorcism

Party Hard

  • Sviluppatore: Pinokl Games
  • Publisher: tinyBuild
  • Sito ufficiale: http://tinybuild.com/partyhard
  • Piattaforma: PC (Testato), Mac, SteamOS
  • Lingua: Completamente in inglese 

Prendete Hotline Miami e date al protagonista non qualche omicidio da eseguire su commissione, bensì un invito ad feste chiassose e ad alto tasso alcolico, delle vittime ignare e disarmate, e una personalità estremamente (e ulteriormente) disturbata, arricchita da un tocco di antisocialità, e dall’atavico desiderio, forse, di trovare la pace massacrando inermi sconosciuti. Con queste poche righe si rischia però di dare a Party Hard una certa profondità ed un’essenza ben più cupa di quel che gli sviluppatori avrebbero voluto raggiungere, e a dirla tutta, per quanto possa essere strano, aspettatevi un’esperienza ben più “scanzonata” rispetto al cruento capolavoro di Dennaton Games. Il primo lavoro “serio” del team, dopo cloni e clonetti per mobile e Facebook, vede infatti il giocatore impersonare un folle criminale, tristemente conosciuto come “Party Hard Killer”, che merita senza alcuna ombra di dubbio l’appellativo di “guastafeste”: lo scopo della sua apparentemente inutile esistenza è infatti quello di imbucarsi, alle 3 del mattino dell’ennesima notte insonne, nei party più in d’America, e ripulirli da ogni singolo invitato, DJ incluso.

Grafica volutamente retro con visuale dall’alto, (ottima) musica d’accompagnamento, martellante al punto giusto, e un gameplay semplice ed asciutto si lasciano apprezzare in un batter d’occhio: tutto verte attorno all’eliminazione di ogni NPC presente su schermo pugnalandolo o sfruttando in maniera creativa l’ambiente circostante, senza farsi beccare dalla polizia o dalla security, ma soprattutto, senza farsi cogliere in flagranza di reato dagli invitati. Le vittime noteranno infatti ogni cadavere abbandonato per strada e non fatto sparire in bidoni, tombini oppure nel vuoto cosmico, gettati dal tetto di un grattacielo, e tra gli gnorri e, ben più rari, quelli che proveranno a sbarazzarsi direttamente di voi, gran parte dei testimoni avviserà via telefono le forze dell’ordine, segnalando eventuali sospetti visti nei paraggi.

Party-Hard-Shot-05

Uccidere qualcuno e restare lì imbambolati vi porterà una bella icona con delle manette sulla testa, ma col tempismo giusto, potrete persino scaricare la colpa su qualche povero passante che voleva solo andare a prendersi una birra in cucina. Al Game Over vi porteranno i buttafuori presenti praticamente ad ogni festa, che potranno però essere aggirati entrando da ingressi laterali, come scantinati o finestre dai vetri rotti, ma sarà ben più difficile sfuggire agli “sbirri”, dai semplici poliziotti di quartiere all’F.B.I., soprattutto per la randomicità del loro comportamento: ci saranno quelli che dopo avervi inseguito per un po’ molleranno la spugna, facendo però bloccare eventuali scorciatoie che vi han visto usare (apparirà un tuttofare che ricorda tremendamente un certo idraulico baffuto), ma di chiamata in chiamata diventeranno sempre più astuti ed imprevedibili. Avranno però vita molto facile: nonostante sia possibile correre per qualche secondo (peccato che la stamina finisca troppo in fretta), sarete sempre una preda più che abbordabile, e la lotta, in particolare dopo una vostra svista a due o tre NPC dalla conclusione, apparirà frustrante e noiosamente impari volta dopo volta (colpa anche di un fastidioso bug riscontrato, che riduce la finestra di gioco dopo ogni Game Over, ndr).

La casualità degli eventi e dei comportamenti riguarda però gli stessi NPC, e la generazione semi-procedurale di oggetti e persino delle stesse trappole utilizzabili dal giocatore renderà ogni partita lievemente differente (per quanto l’assenza degli strumenti di morte più efficaci, come veicoli o bestie, si faccia sentire). Le (future) vittime si addormenteranno nel bel mezzo del party senza seguire un particolare criterio, lasciandovi così la possibilità di spostarle senza destare troppi sospetti in una zona più appartata e di massacrarle indisturbati, oppure si apparteranno per una spomiciata, ma occhio a non lasciare uno dei due piccioncini in vita. Parte del divertimento sta nel concatenare uccisioni, magari eliminando anche possibili testimoni, privandoli del tempo materiale di allertare la polizia, ma nessuno vi impedirà di godere al massimo dell’essenza stealth del titolo, e aspettare pazientemente che il cameriere di turno cambi stanza, o che a qualcuno venga voglia di dormire.

Potrete fare davvero di tutto: avvelenare le bevande, dar fuoco alle cucine, far esplodere amplificatori, dare gas ad una macchina da esposizione e sbarazzarvi in un colpo solo di una ventina di ubriaconi in fila, e pur non brillando per varietà, con una staticità di situazioni che, a conti fatti, inizia a far sentire il suo peso dopo pochissime ore di gioco, il lieve rimescolare le carte in tavola renderà meno fastidioso l’ennesimo tentativo. Peccato per un’IA che a volte “s’impalla” e costringe, soprattutto quando mancano poche vittime e sono ormai esauriti diversivi, trappole e quant’altro, a rischiare di farsi beccare, esasperati, per via di NPC che restano immobili a portata di spifferoni, o che impiegano più del sopportabile per rendersi “disponibili”.

Il divertimento spensierato di Party Hard tende ad esaurirsi in breve (nonostante l’unlock di nuovi personaggi riesca un minimo a cambiare le carte in tavola), e manca di qualsiasi profondità, colpa anche di una narrazione solo abbozzata e azzoppata da un doppiaggio amatoriale che distrugge quel briciolo di atmosfera e suspance creato dal lento e prevedibile svolgersi degli eventi, ma vi basterà dare un’occhiata a qualsiasi video gameplay per apprezzarne l’essenza delirante e dissacrante (UFO e duelli tra cavalieri e poliziotti inclusi), perfetta per Twitch e YouTube.

Voto: 6,5/10

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Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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