Digital Soul #4 – Party Hard, Spectra, Discstorm, Extreme Exorcism

Digital Soul #4 – Party Hard, Spectra, Discstorm, Extreme Exorcism

Extreme Exorcism

Di storie di fantasmi ne abbiamo sentite a bizeffe, ma raramente li abbiamo visti prendersi gioco in maniera così subdola e crudele dei propri cacciatori: le prede in questo interessantissimo Extreme Exorcism baseranno infatti la loro breve (non-)esistenza sull’imitare ogni nostra singola mossa compiuta per ucciderli, sfruttando persino la stessa arma e gli stessi proiettili, che scavalcheranno lo spazio-tempo pur di complicarci la vita. È una meccanica semplice, alla lunga un pizzico ripetitiva, ma perfettamente in grado di sprigionare tutta la sua genialità in men che non si dica. Nei panni di quattro cacciatori dovremo ripulire le 10 aree di una casa infestata (dal cimitero all’attico, passando per cucina, biblioteca e scantinato), divise in singoli livelli (cinque) a schermata fissa, dalle dimensioni contenute, ma ricchi di piattaforme e variabili.

Al loro interno, dovremo resistere il maggior numero di round, eliminando un numero crescente di nemici: ogni kill porterà infatti con sé un nuovo fantasma che replicherà gli stessi identici movimenti compiuti dal giocatore, incluso, come detto, l’attacco eseguito per polverizzare lo spirito precedente. La genialità sta nel dover quindi affrontare non una semplice I.A., ma una proiezione della propria intelligenza, in un paradosso tremendamente frenetico e divertente che ci vedrà schivare i nostri stessi colpi, memorizzare ogni singola mossa, e persino tentare di studiare a tavolino una strategia per semplificarsi la vita, in un progressivo ed organico aumento della difficoltà, ma anche della confusione. Basterà uccidere il “re fantasma”, contraddistinto da una corona, la cui morte decreterà la fine del round ed attribuirà un numero maggiore di punti, necessari per sbloccare aree e livelli successivi, ma i suoi “sottoposti” non saranno meno innocui.

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Dal vasto arsenale a disposizione potremo equipaggiare ben tre armi per volta, le quali spareranno in simultanea, giusto per complicare le cose, sbloccandone di nuove e sempre più letali uccisione dopo uccisione: spade, proiettili che rimbalzano, fulmini, granate, asce, missili, e persino arpioni, utilissimi per arrampicarsi e muoversi nei livelli dal design sempre più complesso e arzigogolato. Superfici che rallentano il giocatore, altre che favoriscono invece il movimento, piattaforme in continuo movimento o persino cambiamento, ponendo barriere fisiche e compromettendo qualsivoglia strategia o memorizzazione. Il tutto, neanche a dirlo, diventa quindi una proverbiale arma a doppio taglio, e una precisa smitragliata in un round rischierà di rivelarsi letale tre o quattro round dopo, in un sadico meccanismo via via più schizzato e turbolento, e che paradossalmente inizierà a perdere colpi proprio nel momento in cui il giocatore, liberissimo di farlo, deciderà di piegarlo al proprio volere, così come quando deciderà di optare per approcci più scriteriati, in quanto sparare random sarà sempre e comunque controproducente.

Una volta ripulite le aree della magione, l’unico obiettivo e stimolo in un’esperienza fortemente votata all’arcade più puro e spensierato, ci sono ben 50 sfide ad attendere il giocatore, progressivamente più infingarde, le cui richieste saranno sempre più disparate e difficili da soddisfare, così da mettere ad ancor più dura prova i giocatori che tendono ad annoiarsi senza un vero obiettivo da seguire (per quanto le ragionevoli meccaniche di unlock propongano un grado di sfida ben bilanciato), chiedendogli di eliminare il solo re con questa o quell’arma, o con un solo colpo in canna, oppure di non farsi sfiorare dai nemici, con somma soddisfazione dell’animo più sadico dei talentuosi ragazzi di Golden Ruby Games. Ma non è finita qui! C’è anche una ricca modalità deathmatch, strapiena di tipologie di match nei quali sfidare 3 amici, ma solo ed esclusivamente in locale, una scelta di towerfall-iana e sempre più incomprensibile memoria, ma che volente o nolente, applica la tremenda meccanica della clonazione di fantasmi in un contesto ancor più denso: pensate a 4 schizzati che si riempiono di mazzate, e alle tonnellate di spiriti che sbucheranno fuori ad ogni (frequentissima) morte. La confusione regna sovrana, ma è quello il bello, no? Kudos anche per il comparto artistico niente male, tra lugubri brani dal sapore retro e una grafica spartana, arricchita però da tocchi artistici e malsani che donano atmosfera al tutto. Peccato per le bande nere ai lati, e per alcune ingenuità frutto dell’inesperienza, soprattutto in fatto di user experience, su tutti, la necessità di dover tornare al menù di selezione dei livelli dopo un Game Over (non esiste una semplicissima funzione “Riprova”!)

Una vera sorpresa questo Extreme Exorcism: meccaniche semplicemente geniali, ricchissimo di contenuti, e nonostante i pochi stimoli della campagna in singolo, ci pensano le sfide a continuare ad intrattenere i giocatori, che potranno trasformare i loro salotti, grazie al divertente multiplayer, in diabolici campi di battaglia a base di fantasmi.

Voto: 8/10

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Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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