10 indie del 2021 da non perdere

Il 2021 ci ha regalato un sacco di perle

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Il 2021 è stato un anno particolare sotto molti aspetti, incluso quello puramente videoludico, sia in termini di produzioni tripla A, che per quanto concerne il mercato degli indie. Ce lo aspettavamo sottotono, per via dell’impatto che la pandemia ha avuto sul workflow degli studi di sviluppo, per le difficoltà che il lavoro in remoto avrebbe comportato nel processo quasi “alchemico” del game development. Impatto che si è tradotto in numerosi, sofferti rinvii, troppo lunghi e dolorosi da elencare, ma buona parte dei quali è stata fortunatamente nel primo trimestre del 2022, giusto in tempo per la chiusura dell’anno fiscale.

Sarebbe però ingiusto bollarlo come un anno debole o mediocre: i bei giochi, come pure nel 2020, sono usciti comunque, tanto in ambito AAA quanto nel sempreverde sottobosco del mondo indipendente. Mondo che, in termini di qualità, appare tutt’altro che scalfito, anzi: complice il Game Pass e il tanto tempo extra a disposizione da dedicare al gaming, così come la natura ridotta dei team più piccoli, spesso già di base dislocati e abituati al lavoro in remoto, di perle ne sono uscite a pacchi. A volte diventando vere e proprie hit, amate e giocate da tantissimi. Vediamo dunque insieme i 10 indie che ci hanno più colpito, e che forse meglio rappresentano il 2021 appena terminato.


1 Unpacking

Un puzzle game atipico, un “simulatore di traslochi”, ma in cui ci si occupa solamente di spacchettare cose, e posizionarle nel modo più corretto possibile, senza starsi troppo a preoccupare di precisione e punteggi da totalizzare. E di trasloco in trasloco, di spacchettamento in spacchettamento, si notano sempre più dettagli che raccontano la storia della protagonista, delle sue relazioni, del lavoro, della vita in generale, con i suoi momenti piacevoli, i ricordi dei viaggi ma anche le difficoltà. Il tutto in un’atmosfera rilassante. Unpacking è un gioiellino, peraltro incluso nel Game Pass, breve ma estremamente zen e piacevole.


2 Loop Hero

È sempre più difficile definire “indie” le produzioni pubblicate da Devolver Digital, publisher sempre più grosso e sempre più garanzia di estrema qualità, ma di Loop Hero è inutile star troppo a parlare: un gioco volutamente retro, minimale, che sostanzialmente si gioca da solo, ma da cui è impossibile staccarsi. Nei panni dell’eroe del titolo, affronteremo dei loop, temporali e non, delle micro-avventure che ci porteranno a percorrere un sentiero circolare in cui, a ogni giro, ci vedrà crescere e diventare sempre più forti, meccanica però che renderà più ardue anche le sfide che saremo noi stessi a porci. Tramite carte, è infatti possibile piazzare bonus e malus, nemici e forzieri, che ci renderanno più forti, ma che potrebbero potenzialmente distruggerci. Una volta riempito a sufficienza di carte ed elementi il livello di turno, sempre diverso e imprevedibile, il terribile Lich che ha distrutto il mondo verrà a farci visita. Starà al giocatore decidere di rifugiarsi nel proprio hub, da espandere con armaioli, mercanti e quant’altro, conservando le risorse accumulate, o tentare il tutto per tutto rischiando però di perdere il bottino. Una cosa è certa: una volta entrati nel loop di questo indie del 2021, non ne uscirete più.


3 Solar Ash

Un raffinato e particolarissimo incrocio tra Shadow of the Colossus e Sonic (!): ecco cos’è Solar Ash in breve, seconda fatica di Heart Machine, giù autori del bellissimo Hyper Light Drifter. Un’avventura frenetica negli epici scontri con dei mastodontici boss, ma quasi rilassante nelle sezioni più puramente esplorative, in cui si pattina su oceani di nuvole in vasti livelli tutti da scoprire. La trama è affascinante nonostante la sua natura criptica, lo stile artistico è sovrumano al punto da restare pietrificati davanti a certi scorci, e nelle sue dieci ore circa di gameplay scorre via piacevolmente. Non sorprende più di tanto, visto il pedigree del team di sviluppo, ma Solar Ash, come sottolineiamo nella nostra recensione, merita di diritto un posto nella nostra top 10 degli indie 2021.

4 Valheim

Early Access ancora grezzo, ma assolutamente godibile e ricchissimo, al punto da diventare un vero e proprio fenomeno all’apertura dei server in quel di febbraio. Valheim ha conquistato milioni di giocatori nonostante i suoi spigoli: quelli visivi, complice un comparto grafico non proprio rifinito, e quelli ludici, con le sue brutali meccaniche di sopravvivenza, i combattimenti un po’ legnosi e la natura un po’ criptica di certe sue meccaniche. Eppure elementi come la costruzione del proprio avamposto, i loop di crafting e farming ben congegnati, e la sua natura fortemente votata al multiplayer, lo hanno reso uno degli indie più interessanti del 2021. Punitivo ma appagante e coinvolgente, è disponibile al momento solo su PC, ma ha davvero ancora tanto da dire e offrire.


5 Ender Lilies: Quietus of the Knights

Un metroidvania prezioso, un debutto incredibile per un terzetto di attori, tutti giapponesi (Live Wire, Adglob e il publisher Binary Haze Interactive), una piccola perla sbucata fuori dal nulla, in estate, ma in grado di rapire ogni estimatore del genere degno di tale nome. Nel regno in rovina di Finis, dovremo guidare Lily, vestale senza più memoria e ultima sopravvissuta, e lo spirito del cavaliere che l’ha risvegliata e che la supporta con la parte “sporca” del viaggio di speranza, il combattimento. A impreziosire il tutto, un comparto sonoro e artistico fuori scala.


6 Death’s Door

Per molti è tra i GOTY, e non della categoria indie del 2021, ma quella generale. E a ragione: il gameplay è super soddisfacente; lo stile è sopra le righe nel design e nei toni, al punto da rendere più leggero il fatto stesso di giocare nei panni di un mietitore a caccia di anime; la trama è ricca di sorprese e personaggi curiosi, e le boss fight sono epiche e indimenticabili. La visuale isometrica non è per tutti, ma superato questo “ostacolo”, avrete tra le mani un vero gioiello, come scriviamo nella nostra recensione.


7 Inscryption

Un card game? Un roguelite? Inscryption è questo e molto altro. È l’ennesima opera coraggiosa e rivoluzionaria di quel geniaccio di Daniel Mullins, già autore di due perle fuori di testa come The Hex e, soprattutto Pony Island. Meta-gaming, enigmi, infrazione della quarta parete, escape room, trollate e colpi bassi dallo sviluppatore al giocatore stesso, che diventa a sua volta vittima del gioco: ogni opera di Mullins è un’esperienza tutta da vivere.


8 Axiom Verge 2

Il primo Axiom Verge, uscito nel 2015, fu tra i principali fautori, insieme a capolavori come Hollow Knight, della rinascita del genere metroidvania. Una lettera d’amore all’opera di Nintendo R&D1, ma assolutamente moderna, fresca, ricca di spunti originali, e impreziosita da una pixel art e una colonna sonora di altissimo livello. Il tutto frutto, principalmente, del lavoro di una singola persona, Thomas Happ, e del suo amore per il genere. Il seguito, arrivato 6 anni dopo, espande ancor di più il concept del gioco, premendo l’acceleratore sull’esplorazione e provando nuove soluzioni, tirando fuori un’opera familiare ma diversa e comunque meritevole.


9 Road 96

Lo si potrebbe banalmente definire “simulatore di autostop”. Alla ricerca della libertà da un regime, il giocatore dovrà raggiungere la frontiera accettando o rifiutando il passaggio dei personaggi più disparati, ognuno con una sua storia e in grado di impattare quella del protagonista in modi sempre diversi e imprevedibili, dai toni pulp. La firma è del team di Valiant Hearts e Memories Retold, non gli ultimi arrivati, e il risultato è un gioco davvero particolare e unico nel suo genere.


10 Eastward

E a proposito di giochi unici, chiudiamo con uno dei più originali e speciali usciti quest’anno. Per il particolare genere, per lo stile artistico, per l’ambientazione e l’atmosfera. Imperfetto, eppure così prezioso e semplicemente imperdibile. Eastward è prima di tutto una dichiarazione d’amore a un certo modo di fare videogiochi, e solo dopo un’esperienza magica e incantevole, semplicemente imperdibile. Un po’ Zelda, un po’ avventura, un po’ a modo suo, il debutto di Pixpil è tra gli indie più belli del 2021, a mani basse. Consiglio spassionato: giocatelo su Switch OLED e in modalità portatile, se potete. Non ve ne pentirete.


Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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