Opening Night Live Gamescom 2022, uno show appena sufficiente?

Lo show europeo ritorna

Opening Night Live Gamescom 2022, uno show appena sufficiente?

L’Opening Night Live di ieri ha sancito ufficialmente l’inizio della Gamescom di Colonia, la fiera di videogiochi più importante in Europa. Lo show messo in piedi da Geoff Keighley è ritornato anche quest’anno, forte della riapertura della fiera ai visitatori, dopo due anni di stop causati dal COVID. Un ritorno alla normalità dunque, con giornalisti e pubblico che potranno provare e scoprire tutti i titoli presenti in fiera.

Una bellissima occasione, anche per ripagare gli sviluppatori di tutto il sudore e l’impegno profuso nei loro prodotti, spesso sviluppati in condizioni difficili e limitanti a causa della pandemia e di un clima mondiale tutt’altro che stabile.

Se questa Gamescom, che negli anni abbiamo apprezzato in varie forme anche rispetto al compianto E3, è iniziata ufficialmente oggi, quella di ieri potremmo quasi definirla come un’altra Gamescom, strana ed incomprensibile. Lo show di 2 ore di Geoff Keighley è stato sottotono e spesso incapace di valorizzare i suoi prodotti. Una vetrina importante sfruttata in modo sbagliato, senza raccontare nulla dei prodotti esposti al suo interno. 

Non si parla di raccontare a parole, con interviste a seguito o approfondimenti di sorta, ma piuttosto di mostrare tantissimi giochi con trailer in CGI o segmenti di gameplay privi di qualsiasi senso logico. Piuttosto indicativo in tal senso è stato The Callisto Protocol, che ha preferito mostrarsi con un discutibile scivolo acquatico del protagonista piuttosto che approfondire, anche di poco, il suo combat system e le eventuali novità rispetto alla visione originale di Dead Space.

Cos’ha di interessante vedere un personaggio ricreare una scena di “Giù per il tubo”, con annessa scena di morte glorificata, che non ci racconta nulla di nuovo sulla visione horrorifica di Glen Schofield e del suo team, ma viene mostrata alla stregua di una feature di gioco.

The Callisto Protocol non è l’unica vittima di trailer sottotono. La stessa sorte è toccata a Hogwarts Legacy che, dopo il recente rinvio al 2023, ha deciso di mostrarsi con un piccolo trailer dedicato alle arti oscure, privo di qualsiasi contesto o approfondimento sul gameplay. Qualcuno potrà obiettare dicendo che il palco dell’Opening Night Live non è il luogo adatto per mostrare gameplay e trailer approfonditi, magari dalla durata superiore di 1-3 minuti. La domanda sorge quindi spontanea: perché?

Perché dobbiamo assistere ad uno show di due ore pieno di trailer in CGI, per accrescere il minutaggio della conferenza, piuttosto che focalizzarci sui prodotti con un pizzico in più di consapevolezza e senso? Il trailer musicale di The Lords of the Fallen cosa ci ha raccontato del gioco, oltre la sua esistenza? Nulla, così come quello di Dune Awakening, o di Stranded: Alien Dawn, Atlas Fallen e Scars Above.

Tutti titoli che, a conferenza finita, abbiamo già un po’ dimenticato, perché incapaci di capitalizzare il loro spazio al di là di hype trailer vuoti, privi di reali elementi di interesse. Si potrebbe quasi dire che alcuni dei titoli mostrati nell’Opening Night Live siano uguali tra loro, qualcosa che dovrebbe farci riflettere sullo stato del settore e sul modo di comunicare i videogiochi in questi eventi. L’Opening Night Live di Geoff Kneighley è una spiacevole replica del Summer Game Fest a cui abbiamo assistito qualche mese fa.

Un modo di comunicare i videogiochi piatto, che non riesce del tutto a generare quell’hype di cui è ossessionato. Anche per titoli sì interessanti, ma che devono fare molto di più per convincere e conquistare, come Lies of P. Alcuni di questi, fortunatamente, sono stati più bravi di altri ad incuriosirci.

Under the Waves, nuova IP di Quantic Dream, o New Tales from the Borderlands, che pare folle e divertente come il predecessore. Apprezzata anche la parentesi di Return to Monkey Island, che ora ha finalmente una data d’uscita. Bene anche per High on Life e Gotham Knights, anche sono titoli che abbiamo già ampiamente visto nel corso degli ultimi mesi, oltre che in uscita nella fine del 2022.

Everywhere è sicuramente un titolo da osservare con curiosità, ad esempio. Le ambizioni di Leslie Benzies (storico produttore di Rockstar Games) e del suo team sono affascinanti. Un metaverso in continua evoluzione e dalle molteplici facce, che non rinuncia però al raccontare delle storie cinematografiche con valori produttivi alti. Bello anche Where Winds Meet, un titolo cinese che riesce ad unire diverse idee con tutto il fascino della mitologia asiatica.

La sorpresa di Dead Island 2, con un trailer in CGI in apertura e qualche minuto di gameplay, non basta a redimere lo show di Keighley. Paradossalmente, è stato più curioso e interessante il segmento di Hideo Kojima, che ha annunciato il suo podcast per Spotify. Questo la dice lunga sull’Opening Night Live di questo 2022, uno show appena sufficiente che non ha reso giustizia a quasi nessuno dei giochi presentati, e che ancora una volta ci ha mostrato tutti i limiti di questo modo di comunicare i videogiochi.

Un modo vecchio e poco efficace, che tantissime aziende hanno smesso di supportare da un pezzo. Sony, Nintendo, Microsoft, Ubisoft e tante altre, hanno già dimostrato di voler battere altre strade. Comunicazioni dirette, focalizzate e con un approccio decisamente diverso. Lo abbiamo visto con i Nintendo Direct, gli State of Play, gli Ubisoft Forward e persino con lo show Xbox/Bethesda Showcase di Giugno.

Un altro modo di comunicare i videogiochi è possibile, e non è di certo quello immaginato da Keighley con il suo Summer Game Fest e l’Opening Night Live. Speriamo possa riscattarsi con i The Game Awards che ci aspettano il prossimo l’8 Dicembre.

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Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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