No Man’s Sky – Anteprima E3 2015

No Man’s Sky

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7

Niente male

No Man’s Sky – Anteprima E3 2015

No Man’s Sky – Anteprima E3 2015

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Gli amanti dell’esplorazione potranno dedicarsi alla “cartografia”, esplorando quanti più pianeti possibili e scansionandoli tanto in volo, al di là dell’atmosfera, quanto a piedi, con il multi-tool in possesso del protagonista, badando bene di cercare degli speciali trasmettitori nei quali depositare tutte le informazioni, ma anche le risorse chimiche raccolte, il bene più prezioso dell’universo di No Man’s Sky nascosto in apposite fonti o in qualsiasi elemento naturale presente, dagli alberi alle rocce, passando ovviamente per le creature. Serviranno come merce di scambio per accumulare quanta più valuta possibile, ottima fonte di guadagno per i commercianti (a proposito, durante i test, Sean ha notato che una delle attività preferite e più affini al mondo reale implicano il comprare e vendere risorse in base alla loro rarità su un determinato pianeta per massimizzare i guadagni), ma anche e soprattutto per potenziare gli strumenti della propria sopravvivenza grazie al crafting, dall’astronave alla veste, che tramite un sistema di slot e miglioramenti diventeranno via via più utili e fondamentali, aumentando la resistenza alla tossicità, la velocità dell’hyperdrive grazie alla quale poter raggiungere sistemi solari via via più lontani (ma non abituatevici troppo: il carburante costa caro, o va “minato” faticosamente, e se Hello Games spera che i caricamenti non superino i 7 secondi, il rischio di aspettare un bel po’ e di ritrovarsi con un nuovo Bloodborne è concreto), o semplicemente rappresentare una minaccia.

Di default non scalfirete neanche un sasso, ma è bastato un upgrade per sbucherellare una montagnola in maniera abbastanza realistica e coerente… peccato che no, quel buco creato dal buon Sean non rimarrà lì in eterno, e nessuno oltre a lui lo vedrà, e la stessa cosa vale per le creature uccise, che torneranno per i futuri visitatori. L’immenso universo di No Man’s Sky non è infatti del tutto persistente: solo la “paternità” dei pianeti, delle scoperte e delle creature contenuti al loro interno, rinominabili dal giocatore, che per primo li ha visti, verrà registrata negli “annali digitali”, o al massimo la distruzione di qualche punto di interesse particolarmente importante (come una stazione di rifornimento, un porto utilizzato per scambi commerciali), complice forse l’estrema avversione dello stesso Murray per chi concepisce o vorrà concepire la sua ambiziosa idea come un semplice MMO (dirà infatti che “ce ne sono decisamente di migliori in circolazione“), e l’estrema casualità degli incontri e delle coincidenze tra entità senzienti, visto l’inumano numero di pianeti generati proceduralmente e la semi-impossibilità di “nascere” nello stesso punto (al massimo in un altro continente). La loro fonte di ispirazione principale è infatti Journey, e non c’è alcuna intenzione di nascondere che faranno il possibile per ridurre gli incontri  tra giocatori più unici che rari.

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In difesa di questa presa di posizione un po’ difficile da sostenere nel 2015, c’è apparentemente il desiderio di catturare l’essenza sci-fi, la solitudine nell’universo, l’urlo d’aiuto che si perde nello spazio profondo, senza che qualcuno ci venga a cercare o aiutare. Un universo spietato nel senso “darksouls-iano“, in cui il mancato deposito di risorse e informazioni nei trasmettitori a metà tra il checkpoint e la torre radio alla Far Cry porterà alla perdita completa e al respawn dei potenziali nemici, ma anche dal punto di vista narrativo: niente cuscenes hollywoodiane o dialoghi strappalacrime, ma una lore complessa e criptica, con tanto di wiki aggiornatissime al seguito, un trattamento riservato con estrema cura proprio ad ogni titolo targato From Software, e che lo stesso Murray non vede l’ora di vederlo applicato al suo ambizioso progetto.

L’hype per No Man’s Sky è, letteralmente, alle stelle 

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No Man’s Sky è la visione di un sognatore che preferirebbe la morte al risveglio, e che vuole offrire ad altri sognatori come lui un paio di occhiali magici, con i quali permettergli di imbarcarsi in un’avventura che vuole e deve essere indimenticabile. Tanti, troppi dettagli rimangono ancora fumosi, e tra l’odio quasi irrazionale del suo stesso creatore verso l’interazione tra utenti, che sembra quasi uno scudo per possibili ed inevitabili disastri tecnici, il rischio che il peso di ogni gesto ed ogni azione si ripercuota sul giocatore nelle vesti di un concentrato di paranoia e frustrazione, e la per nulla remota possibilità che il semplice raggiungimento del centro dell’universo non sia abbastanza, l’impressione è che l’impresa di Hello Games sarà davvero dura da portare a termine.

È però fin troppo facile accantonare qualsivoglia riflessione critica e abbandonarsi alla fantasticazione selvaggia, alle suggestioni spaziali fatte di mondi incredibili e misteriosi, e di citazioni acculturate, alla semplice idea di trasformarsi in un compilatore di Treccani per nerd, setacciando ogni remoto angolo dell’universo come un novello (e futuristico) Sir Francis Drake. Serve davvero uno scopo, quando è il giocatore stesso a poterselo creare con le sue stesse mani?

Fino a prova contraria, l’hype resta, letteralmente, alle stelle, insieme al protagonista e alla sua (nostra) storia tutta da scrivere. Cauto, ma con il desiderio di prendere il volo verso l’infinito (e oltre).

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Bottone-tutte-le-anteprime


 

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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