Indie Soul – Episodio #7

Nuova puntata della rubrica di GameSoul dedicata ai giochi indie

Indie Soul – Episodio #7

Dopo il sesto episodio della nostra ormai longeva rubrica, che potete recuperare a questo link, torna Indie Soul, il nostro spazio dedicato alle produzioni indipendenti, attenta selezione di giochi che per un motivo o l’altro meritano la nostra e vostra attenzione.

In questa puntata, per esempio, vi proponiamo un menù piuttosto vario fatto di pietanze che non possono non attirare la vostra attenzione, sebbene non tutte ugualmente prelibate. Hellboy Web of Wyrd, tanto per cominciare, è un roguelike in terza persona esteticamente molto fedele all’opera a cui si rifà, ma purtroppo non rappresenta un’esperienza riuscitissima, per usare un eufemismo. Achilles: Legens Untold, dal canto suo, pur non avendo alcuna intenzione di rivoluzionare il genere a cui si rifà, è un hack and slash con visuale isometrica immediato, divertente, sufficientemente profondo. Chiude il terzetto di titoli di questa puntata di Indie Soul, Shattered Heaven,

Vi ricordiamo che questi giochi sono disponibili solo in digitale, ma che da GameStop potete acquistare credito per PlayStation Store, Nintendo eShop, Microsoft Store e Steam, in negozio e online.

Ora è tempo di scoprire questo terzetto di indie, con il sesto appuntamento di Indie Soul!


Hellboy Web of Wyrd

Avete presente quella fastidiosa sensazione di quando avete compiuto un lungo e faticoso lavoro svolto con buone intenzioni e tanta passione, ma non siete completamente soddisfatti del risultato ottenuto? Questa è la sensazione che ci ha trasmesso Hellboy Web of Wyrd.

L’attaccamento al brand c’è, eccome. L’art design è tratto direttamente dai fumetti. I toni e le ambientazioni sono fedeli a quelle delle opere originali. Non a caso, l’evidente e assolutamente gradita supervisione del creatore di Hellboy, Mike Mignola, si percepisce, è palpabile. È proprio lui a salvare, solo in parte sfortunatamente, questo titolo, riproponendo i tratti estetici che hanno reso famoso e gradito il brand agli appassionati di fumetti e non. Ombre nette, scenari austeri, ma dannatamente caratteristici, figure vagamente deformate e grottesche. 

Anche la trama, decisamente secondaria, è molto fedele allo stile delle opere a cui si ispira, ma di certo non brillerà per originalità: un male sta minacciando la Terra, con tanto di anomalie spazio temporali. Per fermare la minaccia, Red deve scendere nel Wyrd, un mondo parallelo dove incontrerà esseri soprannaturali e temibili nemici. Personaggi di certo interessanti, ma non esattamente centrali, vista la natura roguelike del gioco.

Lo stile dell’autore originale si fa sentire parecchio anche nelle cut scene, che però hanno un grande difetto: se da una parte sono di fattura decisamente fumettistica, dall’altra parte sarebbe stato gradito averle a tutto schermo, invece che ridimensionarle, lasciando troppo spazio vuoto a schermo. Probabilmente un effetto voluto, ma che fa storcere il naso visto l’alternarsi con un gameplay che occupa l’interezza dello schermo. Diciamo che lo stile delle cut-scene sarebbe stato gradito se si fosse trattato di un titolo visual novel. Ma parliamo di un picchiaduro action roguelike, e l’impatto visivo non ottiene certamente gli effetti sperati.

Ora però è il momento di occuparsi del tasto dolente dell’intera produzione: il gameplay. Gli sviluppatori di casa Upstream Arcade, senza mezzi termini, non sono riusciti ad amalgamare un’esperienza degna di essere giocata. Muovere Hellboy negli ambienti di gioco è pesante, e anche dopo aver trovato un comodo equilibrio tra sensibilità di spostamento e telecamera, si fa veramente fatica nelle fasi di combattimento. Azioni elementari, come scalare un ostacolo, si traduce in un fastidioso calo di frame rate e, più in generale, il sistema di controllo risulta legnoso e tutt’altro che fluido.

La cosa decisamente meno riuscita nel gameplay riguarda sicuramente il posizionamento della telecamera. La terza persona è una scelta azzardata, ma potenzialmente corretta. Purtroppo la visuale estremamente ravvicinata, in combinazione con la lentezza dei movimenti del protagonista, rende estremamente complesso persino il semplice guardarsi intorno e individuare la posizione dei nemici. Come se non bastasse, l’inerzia cronica di cui soffre il povero Hellboy, concorre a creare l’odiabile sensazione di navigare immersi nella melassa.

L’agganciamento della camera al nemico funziona egregiamente, peccato che quando si vuole spostare il target ad un altro mob, si faccia fatica ad individuare il nemico da mirare. Insomma, tutto un insieme di cose che rendono leggermente tediosa l’esperienza di gioco. 

La grafica di gioco non è terribile, anzi, abbraccia bene lo stile del tratto di Mike Mignola, pecca però in alcune piccolezze, come le ombre degli edifici o le pozzanghere che diventano buchi nel terreno, che invece di riflettere l’ambiente di gioco, presenta una realtà distorta nel sottosuolo. Forse un effetto voluto, ma che non aiuta affatto il giocatore nell’immersione di gioco.

Fortunatamente, a bilanciare l’esperienza non proprio esaltante, ci sono alcuni punti di forza piuttosto graditi, come la varietà nei power up e delle abilità, le armi sbloccabili nell’hub centrale che ampliano le possibilità tattiche del giocatore e forniscono divertentissime finisher con cui colpire a morte nemici e minion.

Un’altra meccanica divertente (che il titolo non spiega, purtroppo) è la presenza della parata perfetta, o parry, che fa sbilanciare il nemico, lasciando spazio per un grande colpo caricato. È un vero peccato il come il titolo si perda in queste piccolezze, poiché di potenziale ne avrebbe.

Tutto sommato, al di là delle storture del gameplay, possiamo considerare Hellboy Web of Wyrd un esercizio di stile, da aggiungere alla propria collezione solo se si è estremamente appassionati al fumetto. La disfunzionalità delle meccaniche ludiche, infatti, è tale che divertirsi con questo gioco risulti estremamente difficile.

Hellboy Web of Wyrd è disponibile su PSN, Nintendo eShop e Microsoft Store.

Luigi Ferro


Achilles Legends Untold

E’ sufficiente accostare Achilles Legends Untold a Diablo II per riassumere piuttosto brevemente il tipo di esperienza proposto dai ragazzi che compongono Dark Point Games. Parliamo, insomma, di un hack and slash con visuale isometrica in cui si combatte di continuo e si esplora in costante ricerca di nuovo equipaggiamento con cui rendere il proprio personaggio sempre più temibile e indomabile.

Laddove nel capolavoro Blizzard l’atmosfera è estremamente gotica e rimanda ad un mondo fantasy totalmente inedito, Achilles Legends Untold, come il titolo lascia supporre, si rifà all’Iliade in primis e, in seconda battuta, ai miti della Grecia antica, naturalmente rivisti, riletti, enormemente revisionati. La guerra di Troia non è altro che l’incipit di un’avventura che vedrà il Pelide alle prese con un viaggio nel tempo e nello spazio, una furiosa battaglia che ovviamente lo porterà a scontrarsi contro altri eroi e creature note agli appassionati. Per quanto non rappresenti il fulcro della produzione, la trama ha quantomeno il pregio di essere sufficientemente intrigante, di introdurre personaggi abbastanza caratterizzati, di fornire costanti sfide tali da preservare l’attenzione dell’utente sino ai titoli di coda.

Un giudizio simile lo si può estendere anche al comparto grafico e sonoro. Non siamo di fronte ad un gioco che setta nuovi standard, ma visivamente Achilles Legends Untold non sfigura affatto, avvalendosi di un art design non particolarmente fantasioso, ma quantomeno coerente con il materiale d’ispirazione. Allo stesso tempo, nessun tema musicale vi rimarrà impresso nella memoria, ma tutti accompagnano bene l’azione sullo schermo.

Il gameplay, dal canto suo, è quanto di più semplice e immediato si possa immaginare, sebbene non manchi un pizzico di profondità in grado di rendere il tutto più interessante ed attraente anche agli occhi degli appassionati più pretenziosi del genere. Nel gioco potrete esplorare ampie ambientazioni zeppe di nemici, tesori, dungeon in cui intrufolarsi, a loro volta ricchi di sentieri e segreti da scoprire. Achille può esibirsi in attacchi leggeri, pesanti, può parare, schivare e attivare abilità particolari rispettandone i tempi di cooldown. Se in Diablo II contavano soprattutto le statistiche, nonché un saggio utilizzo delle tecniche in proprio possesso, in questo caso avrà un notevole impatto sulla performance anche l’abilità con il pad del videogiocatore. Dal momento che i colpi dei nemici intaccano con ampio margine la barra di salute del nostro, per sopravvivere sarà necessario attaccare con tempismo e difendersi di conseguenza tenendo conto dei pattern degli avversari.

Oltre all’equipaggiamento, ad ogni nuovo livello d’esperienza potrete acquisire capacità passive e attive a partire da uno skill tree sufficientemente intricato che consente la creazione di una sorta di build. Niente di così complesso, né minimamente paragonabile ad un soulslike qualsiasi, beninteso, ma con la giusta dose di accortezze è possibile adattare le capacità di Achille al proprio stile di gioco.

Tra intense boss battle e scontri ad ogni passo compiuto, chi è in cerca di un emulo di Diablo, e chi ha la passione per i miti Greci, troverà in Achilles Legends Untold un ottimo titolo con cui intrattenersi per la ventina di ore circa promesse dalla campagna e dalle missioni secondarie. Non è un gioco in grado di tracciare nuovi sentieri nel genere di appartenenza, ma rappresenta un più che discreto passatempo che grazie alla progressione del personaggio vi terrà piacevolmente incollati allo schermo.

Achilles Legends Untold è disponibile su Steam, Epic Games Store, PlayStation e Xbox.

Lorenzo Kobe Fazio


Shattered Heaven

Shattered Heaven si presenta al pubblico come un interessante mix di RPG, card game, roguelite e graphic novel: c’è veramente di tutto in questo nuovo progetto di Leonardo Interactive, nato dalla mente creativa che nel 2019 ha esordito con successo presentando l’avventura futuristico/noir Dry Drowning.

Dalla distopia investigativa della precedente esperienza, passiamo ora a un mondo dark-fantasy opprimente, disilluso e rassegnato, il cui dio è stato ucciso dall’umanità stessa. Questo sacrilegio, questo assoluto affronto, ha trasformato il mondo in una desolata landa coperta da una perenne pioggia di cenere, in cui gli umani vagano privi di desideri e incapaci di trovare ristoro nel sonno, che gli è precluso.

La condanna più atroce, però, risiede nell’impossibilità di generare una nuova vita, con gli attuali sopravvissuti destinati a concludere la propria esistenza una volta raggiunti i 40 anni. In questo scenario desolato e privo di speranza, l’ultimo obiettivo rimasto è raggiungere e sconfiggere chi ha tradito i propri simili ponendo fine al regno di dio, nella speranza di riportare all’ordine una realtà ormai a pezzi.

Il mondo di Shattered Heaven è diviso in quattro differenti fazioni, formatesi dopo il cataclismico evento. In questo precaria esistenza, il loro compito è scegliere una vestale degna di rappresentarle, creando attorno a lei una squadra di combattenti in grado di raggiungere la Cattedrale di Equinox e affrontare tutti i pericoli che si frappongono tra loro e l’obiettivo finale.

Il giocatore assume il controllo di Andora, Magni e Ishana, i tre prescelti della fazione Ashram. Andora è la classica eroina da prima linea, una vestale guerriera “nata dal fulmine” le cui abilità offensive non hanno uguali. Magni è l’insostituibile “tank” ricco di abilità in grado di sostenere la difesa, propria e del gruppo, ma capace di passare all’offensiva quando necessario. Ishana invece è una misteriosa ragazza fragile all’apparenza, in grado evocare uno spirito letale in battaglia.

Presa confidenza con il cast di protagonisti, Shattered Heaven colpisce per l’eccezionale direzione artistica, sfoggiando un character design di base fumettistica che però si fonde in maniera egregia con il contesto. Sebbene alcuni profili siano stati costruiti su archetipi, ogni nuovo incontro ci mostra caratterizzazioni intriganti, che rielaborano i concetti classici con personalità. Il bestiario in particolare mostra un impegno massiccio, ponendo dinanzi al giocatore fin dai primi passi creature uscite da un incubo, ricche di dettagli e capaci di inquietare al primo sguardo.

Le dinamiche da card game risultano molto interessanti per via dell’unicità dei tre protagonisti, tutti vincolati a una specifica meccanica su cui costruire le proprie azioni. Se Andora offre un gameplay più classico, Magni punta sulla generazione della “rabbia” attraverso la selezione di specifiche carte, acquisendo punti da utilizzare per le sue skill. Ishana invece presenta due setup per ogni carta, che prevedono la presenza in campo dello spirito che la accompagna. Questo può essere evocato utilizzando una carta dotata di effetto “Gouge”, che sacrifica una carta del mazzo per chiamarlo in causa ed attivare così danni e malus extra per i nemici.

Su questi sistemi va a costruire la componente roguelite, che vede nell’esplorazione dei vari dungeon un modo per ottenere nuovi oggetti, buff temporanei e la possibilità di evolvere i personaggi attraverso uno skill-tree dedicato, rendendo le possibili combinazioni davvero numerose. Gli esperti del genere non avranno problemi a districarsi tra le tante opzioni, mentre i neofiti potranno provare a entrare nel mondo di Shattered Heaven grazie ai corposi tutorial e un sistema di selezione del livello di difficoltà per ogni dungeon che andremo ad affrontare.

Se le meccaniche risultano davvero interessanti, storia e narrazione brillano parimenti, offrendo una scrittura non banale anche nei dialoghi più semplici (punto debole delle produzioni orientali nel genere) e proponendo un voice acting di livello in grado di dare corpo ai personaggi oltre la loro bidimensionalità. Ben presto incontreremo personaggi eccentrici, affascinanti, imprevedibili, che rimarranno facilmente impressi nella mente.

Forse il vero limite di Shattered Heaven risiede nel suo ritmo, un po’ meno frizzante di quanto si possa sperare, ma la varietà dell’esperienza va a sopperire adeguatamente. Ogni casella dei dungeon può nascondere un combattimento, un incontro, un evento, un negozio… c’è sempre la possibilità che la propria partita prenda una piega diversa dalle attese, anche in senso negativo, ma per fortuna il titolo è tanto impegnativo all’atto pratico quanto non troppo punitivo al momento del game-over.

Nel complesso Shattered Heaven è un titolo che va assolutamente provato anche solo per la sua capacità di dare vita a un immaginario intrigante e un gameplay sufficientemente appassionante, divertente e coerente. Ciliegina sulla torta è l’estetica davvero da urlo, che almeno nel mio caso ha elevato sensibilmente l’efficacia della produzione. Consigliatissimo.

Shattered Heaven è disponibile su Steam.

Pietro Spina


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