Indie Soul – Speciale Steam Next Fest

Cinque demo, per cinque titoli da tenere sott'occhio

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Lo Steam Next Fest è una di quelle iniziative a cui ci siamo ormai affezionati e abituati. Edizione dopo edizione, è diventata l’occasione ideale per dare un’occhiata alle prossime uscite, farsi un’idea più precisa su progetti annunciati tempo addietro, scoprire nuovi titoli che non pensavamo ci saremmo poi trovati ad attendere con trepidazione. Per chi non lo sapesse, il festival indetto dalla piattaforma di Valve mette semplicemente a disposizione un elevatissimo numero di demo relative a produzioni in procinto di esordire su Steam. Banalmente, per dirlo in altri termini, è l’occasione ideale per gli sviluppatori di farsi un po’ di pubblicità, complice lo streaming su Twitch delle loro demo da parte di qualche content creator con particolare seguito; dall’altra per l’utenza di rinfoltire la loro lista desideri, in attesa della release date.

Naturalmente, anche per questa edizione di febbraio, noi di GameSoul.it non potevamo esimerci dal tuffarci a capofitto nello sconfinato catalogo offerto, con il desiderio di riaffiorare in superficie per portarvi in dono una ristretta lista di demo che, credeteci, dovete assolutamente provare. Questi cinque titoli che abbiamo provato, non sono che un ristrettissimo elenco, un minuscolo spaccato delle meraviglie in cui ci siamo imbattuti in questo breve, eppure intensissimo viaggio compiuto nei mari digitali dello Steam Next Fest.

Avete tempo fino a lunedì 12 febbraio per scaricare tutte le demo che volete, tra quelle proposte. Il nostro consiglio, ovviamente è di iniziare proprio da questa lista che trovate in calce.

Buona lettura e buon divertimento!


Gift

Ci svegliamo su una nave da crociera, fuori piove a dirotto e, giusto il tempo di fare due passi, che la nave inizia a tremare, poi si sente un suono fragoroso e le urla dei passeggeri. E’ così che comincia l’avventura del nostro bizzarro personaggio, caratterizzato da un casco da palombaro (con tanto di baffo-tubo) al posto della testa e da una buffa camminata. L’obiettivo principale è quello di salvarsi prima che la nave affondi, ma ben presto sul suo cammino incontrerà altri passeggeri, alcuni dei quali più bizzarri di lui, che scombussoleranno “i suoi piani”.

Nella mezz’oretta della demo di Gift, che pare rappresentare la prima parte dell’avventura, avremo modo di affrontare diverse situazioni e di capire di che natura è fatto il gioco. Ma soprattutto saranno sufficienti a farci capire che al di là di un gameplay non proprio innovativo, c’è dell’altro, c’è un pizzico di magia.
A partire dalla caratterizzazione dei personaggi, con il loro linguaggio tanto incomprensibile quanto eloquente, passando per le fantastiche musiche, abbiamo trovato un po’ del fascino degli anime di Studio Ghibli, ci siamo ritrovati in un mondo fantastico, seppur catastrofico.

Il gioco in sé si rifà a classici come LIMBO ed Inside (per citarne un paio), il platforming è alla base, così come i puzzle ambientali e, seppur venga fornita una mappa che sa di metroidvania, in realtà pare che il percorso sia prestabilito, con un backtracking piuttosto limitato. Non un male, assolutamente, è solo per inquadrare il tipo di gioco di cui si parla. Il fatto di essere su una nave che affonda è la variabile principale, infatti l’ambientazione attorno a noi in alcuni momenti ruoterà in base all’inclinazione della nave, ma anche in questo caso si tratta più di scena che di una novità nel gameplay.

Se però ve lo proponiamo tra i titoli che ci hanno colpito durante questo Steam Next Fest è perché sembra esserci quel qualcosa in più a livello artistico e narrativo, qualcosa che potrebbe rendere Gift un gioco da ricordare, ed il “colpo di scena” finale, non fa che confermare quella che è stata la nostra impressione. Quindi vi invitiamo calorosamente a provare la demo, in modo che anche voi possiate segnarlo nella vostra wishlist del 2024. Eh sì, perché Gift uscirà nella prima parte di quest’anno, per tutte le piattaforme, quindi PC, PlayStation, Xbox e immancabilmente Nintendo Switch. A proposito di portatili, se avete Steam Deck potete provare la demo proprio, lì, siamo sicuri non vi deluderà.

a cura di Pasquale Lello


Berserk Boy

Berserk Boy è stato evidentemente e chiaramente sviluppato da un gruppo di appassionati di videogiochi retrò. Parliamo della magica era degli 8 e 16-bit, titoli come Sonic The Hedgehog, Mega Man, Super Metroid, tutti capolavori indimenticabili che, senza neanche troppo mistero, costituiscono la base di questo action bidimensionale fatto di scontri fulminei e qualche piattaforma sopraelevata da raggiungere.

Il concept, del resto, è presto detto. Nei panni di un giovane dotato di una tuta che gli dona forza e riflessi sovrumani, dovrete combattere tutta una serie di nemici robotici in un non meglio specificato futuro. I dettagli della trama sono abbondantemente avvolti nel mistero, ma è evidente che non sarà certo l’intreccio narrativo a tenere incollato l’utente al pad. Buona parte del divertimento che il gioco sa offrire, difatti, proviene proprio dal ritmo quasi forsennato dell’azione. Il protagonista non corre a velocità folli, come invece faceva e fa l’arcinota mascotte di SEGA, ma è in grado di compiere scatti fulminei in tutte le direzioni. Il gameplay si basa sostanzialmente su questa sua abilità, dal momento che la sfrutterete per attaccare, prolungare i salti, attaccarvi alle pareti, distruggere superfici specifiche, attivare meccanismi in grado di liberarvi il sentiero.

Raccogliendo sfere di diverso colore potrete poi recuperare energia o caricare l’attacco berserk che, poco a sorpresa è in grado di scatenare l’inferno e coinvolgere molteplici nemici in un colpo solo. Le abilità del protagonista non finiscono qui. Nel corso dell’avventura, cambiando allineamento elementale, il nostro potrà fare suo il potere del ghiaccio, della terra, dell’aria e del fuoco, potendo così battere più facilmente certi nemici e raggiungendo sezioni dei livelli altrimenti irraggiungibili.

Il tutto, naturalmente è confezionato con uno splendido comparto grafico a tutto 16-bit. I fondali non ci sono parsi così dettagliati durante questa demo, ma gli sprite di protagonista e nemici sono convincenti e mossi da animazioni assolutamente fluide.

Se amate le produzioni retrò, se cercate un action bidimensionale vecchio stampo, ma dai ritmi indiavolati, fareste bene ad aggiungere Berserk Boy alla vostra lista desideri. Il gioco è atteso su Steam, PlayStation, Xbox e Nintendo Switch. Se volete farvi un’idea precisa, questo link vi porta immediatamente alla demo.


Maniac

Maniac è Vampire Survivor che si scontra con GTA o, per dirla in altri termini, un twin stick shooter che funge anche da folle spin-off del film Un Giorno di Ordinaria Follia con Michael Douglas. Si tratta, in brevissimo, di un action con visuale dall’alto in cui l’unico obiettivo è sopravvivere per un certo quantitativo di tempo, tentando al contempo di fare più danni possibile nella mappa generata casualmente ambientata in una inizialmente tranquillissima cittadina.

Nella demo era possibile impersonare un uomo vestito da Babbo Natale inizialmente disarmato. Fortunatamente, accumulando denaro, partita dopo partita, potrete successivamente sbloccare nuovi personaggi e, soprattutto, dotarli progressivamente di nuove armi, abilità, bonus offensivi e difensivi che potrete equipaggiare sin dall’inizio della partita.

Si inizia quindi armati solo della propria voglia di distruggere ed eliminare qualsiasi personaggio presente sullo schermo. Si può rubare una macchina per creare le prime esplosioni. Prendendosela con le forze dell’ordine entrerete in possesso di pistole e fucili. Poi potrete ampliare le vostre smanie distruttrici facendo saltare in aria stazioni di rifornimento, edifici, colonne di mezzi, magari anche salendo a bordo di un tank. Il tutto è edulcorato da una grafica estremamente stilizzata, con colori piuttosto accesi, ma va da sé che si tratta di un prodotto di per sé controverso, che potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno.

Maniac va approcciato come un gioco dalle pretese piuttosto limitate, che sicuramente offrirà un divertimento tanto immediato, quanto effimero nel tempo. Il sistema di progressione dei personaggi, con skill tree e numerose bocche di fuoco sbloccabili, tuttavia, sicuramente intrigherà i videogiocatori di un certo tipo, a caccia di esperienze arcade ma comunque ricche di bloccabili. Tuttavia, difficilmente si raggiungerà lo stesso spessore del già citato Vampire Survivor.

In questo senso, e similmente al gioco di Luca Galante, l’immediatezza del sistema di controllo gioca un ruolo piuttosto importante nell’economia dell’esperienza. Basta l’analogico e qualche pulsante per scatenare l’inferno, ad ulteriore conferma che ci troviamo di fronte ad un prodotto che fa dell’immediatezza e dell’accessibilità il suo punto di maggior forza.

Il gioco è previsto su Steam, per l’appunto, con una release non ancora annunciata, ma che non dovrebbe protrarsi eccessivamente nel futuro. Se volete provare la demo, vi basterà cliccare su questo link.


Children of the Sun

Children of the Sun è un atipico simulatore di cecchino. Sin dalla prima, disorientante schermata, si capisce di avere a che fare con un titolo molto particolare, in cui l’atmosfera è parte integrante dell’inquietante esperienza veicolata dagli sviluppatori. Il protagonista porta una maschera, si muove in modo strano, ha chiaramente un conto in sospeso con gli uomini in divisa che si aggirano nel bosco paludoso che rappresenta la prima ambientazione di gioco.

Sulle prime sembra di avere a che fare con una versione in terza persona di Superhot, vuoi per le figure monocrome che si muovono sullo schermo, vuoi perché, una volta nel livello vero e proprio, tutto sembra quasi sospeso. Il personaggio si muove in cerchio, ruotando attorno ad una area ben delimitata. Al centro case di legno, massi, auto parcheggiate, alberi e, per l’appunto, gli uomini in divisa, caratterizzati dal colore giallo che risalta sul resto, che andranno eliminati uno dopo l’altro.

Bisogna analizzare l’arena, individuare ogni avversario, crearsi una mappa mentale di ogni loro posizione. Per sfoderare il fucile basta un pulsante, ma appena si apre il fuoco, ci si accorge della particolarità di Children of the Sun. Ogni volta che si fa centro, il personaggio si sposta nella posizione del nemico appena eliminato, posizione da cui si deve forzatamente centrare un altro soldato. Mancare il colpo, non individuare il successivo bersaglio senza cambiare posizione significa game over.

Ciò implica che prima di esplodere il primo colpo, bisogna avere le idee chiare, sapere già l’ordine in cui effettuare le eliminazioni, capire anzitempo quali barili o taniche di benzina possono facilitare il compito di sterminio. Nella manciata di livelli messi a disposizione della demo, che potete scaricare qui, più che la nostra abilità con la mira, ci è stato richiesto di usare strategia e colpo d’occhio. Senza un corretto studio della mappa e di ogni scenario, infatti, completare il livello è impossibile.

Oltre all’intrigante gameplay, Children of the Sun sfoggia anche un art design particolarissimo. Per certi versi ricorda i vecchi video dei Gorillaz, solo molto più dark e con un’effettistica che aumenta il senso di mistero in cui è immersa ogni ambientazione.

Il gioco, attualmente privo di una data di release precisa, uscirà nel corso del 2024 su PC.


INDIKA

Di tutti i giochi qui presi in esame, INDIKA è attualmente quello più difficile da inquadrare. Non certo per il genere di appartenenza, si tratterà di un’avventura grafica in terza persona piuttosto classica nelle meccaniche, quanto nel tipo di esperienza che vuole veicolare.

Il gioco è ambientato in una Russia alternativa di fine XIX secolo. Oltre alla neve e al freddo, c’è un’altra cosa preponderante nel mondo di gioco: la religione. A quanto pare, tutto sarà avvolto in un contesto in cui visioni e pensieri religiosi hanno un peso di primaria importanza, un peso che, tra l’altro, si scontra tragicamente con una realtà in cui la vita è difficile e appesantita dalla miseria in cui riversa buona parte della popolazione.

In questo contesto, il giocatore vestirà i panni di una suora che, suo malgrado, viaggerà in compagnia di un compagno molto particolare, ovvero il diavolo in persona. Nell’oretta di demo che potete scaricare qui, abbiamo davvero faticato a farci un’idea complessiva del tipo di trama che l’avventura intende sviluppare. Da una parte c’erano molti documenti da leggere che approfondivano il background narrativo e inspessivano ulteriormente certi concetti teologici introdotti nelle conversazioni del duo. Dall’altra, non sono mancati elementi grafici e sonori in pixel-art, dannatamente in contrasto con la grafica realistica ostentata dal resto della produzione.

Sembra insomma, di trovarsi di fronte ad un’avventura che vuole costantemente alienare il videogiocatore. Una produzione che non cerca l’immedesimazione dell’utente, ma che lo vuole tenere volutamente a distanza, quasi ad impedirgli un coinvolgimento che lo farebbe distrarre e distogliere dalle tematiche più profonde affrontate in INDIKA. Sembra insomma che ci sia ancora qualcosa che non sappiamo del gioco, volutamente celato in questa versione di prova.

Il gioco, che verrà pubblicato durante la prossima primavera, va insomma provato in prima persona. Noi vi consigliamo caldamente di testare la demo, per capire subito se sarete attratti da questo bizzarro viaggio della suora e del diavolo o se, invece, resterete piuttosto indifferenti ai dialoghi e temi affrontati.


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