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PlayStation Dome – Il mondo VR è sempre più vicino

Come forse tutti sanno, l’arrivo di PlayStation VR sul mercato è sempre più vicino, ma questo non significa che le occasioni per poterci dare una sbirciatina siano già finite. Per i cittadini milanesi infatti, il mese scorso è stato possibile visitare il PlayStation Dome, dove era possibile provare il visore ed alcuni dei titoli che saranno disponibili fin dal day one. Un piccolo accenno di quella che è stata la nostra esperienza VR in quel di Milano, ve l’abbiamo raccontato qualche giorno fa (potete leggerlo QUI), ma dopo quel primo impatto, nella stessa sede, abbiamo avuto modo di provare altri affascinanti titoli, che a fine giornata dobbiamo ammettere ci hanno lasciato dolcemente sorpresi.

Certo, ci sono stati alcuni intoppi, ne leggerete qualcosa in seguito, ma una volta sulla strada di casa, il pensiero che il mondo dell’home entertainment abbia un’opportunità veramente importante per cambiare radicalmente, si è fissato prepotentemente nella nostra testa, riempiendoci di speranza in visione di questo particolare avvento di metà ottobre.

Ma “ciancio alle bande”, come soleva dire l’intramontabile Totò, vi lasciamo alle nostre “prove provate” di alcuni dei titoli che troverete nei negozi il 13 ottobre sugli scaffali insieme a PlayStation VR, e vi ricordiamo che per chi non fosse ancora convinto di questo acquisto, può ancora provare l’esperienza della realtà virtuale targata Sony alla Games Week di Milano ed a Lucca Comics & Games, manifestazioni in cui tra l’altro saremo presenti anche noi della redazione.

Cliccate sulle immagini in basso per leggere di più sui singoli giochi!

The London Heist

Data uscita: 13 ottobre 2016

Il titolo più iconico del lancio del visore di Sony, è molto probabilmente VR Worlds, un pacchetto speciale che contiene al suo interno varie esperienze ambientate nel nuovo universo casalingo della realtà virtuale. Queste, porteranno il giocatore in luoghi e situazioni differenti in un semplice attimo, e come ci è successo con Ocean Descent, di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa con un esperimento in prima persona, faranno provare sensazioni veramente uniche.
Delle cinque applicazioni presenti nel titolo, uno dei tasselli più importanti, a nostro avviso, è The London Heist, sparatutto decisamente in prima persona, che vi farà provare le brezza dell’affiliazione ad una organizzazione criminale.
Nonostante la prova si sia svolta solo sul sedile passeggero di una macchina durante una breve fuga, dobbiamo ammettere che siamo rimasti piacevolmente sorpresi sia dal livello di interazione che abbiamo potuto sperimentare, che dall’esperienza di gameplay che abbiamo vissuto.
All’interno del gioco, grazie all’uso di due Move, potremo controllare le mani del protagonista, e fin da subito potremo prendere dimestichezza con i controlli raccogliendo gli oggetti sparsi nell’abitacolo. Poter curiosare nel cruscotto dell’auto o raccogliere le lattine ed i bicchieri, da lanciare poi rigorosamente in faccia al guidatore, è stata solo a preparazione a quello che è venuto dopo, ovvero una pioggia di proiettili ed esplosioni ovunque tanto da rendere orgoglioso il buon vecchio John McClane o meglio ancora l’indimenticabile Tony Montana.


Al momento opportuno, il nostro complice/autista/bersaglio per le lattine dentro l’auto, ci passerà un’arma, un mitraglietta automatica stile uzi, che dovremo usare per difendere entrambi dalle decine di scagnozzi che cercheranno di farci finire fuori strada ripieni di piombo.
Le gestione dei Move è decisamente buona, anche al di là del mero mirare e sparare agli inseguitori. Si può passare l’arma dalla mano destra alla sinistra e viceversa, e l’operazione di ricarica deve essere effettuata manualmente inserendo il caricatore nel calcio dopo averlo recuperato dal cassetto del cruscotto.
La mira viene piuttosto naturale, e non è necessario inclinare il polso in posizioni scomode per riuscire a sparare dritto, anzi, tutto è piuttosto curato ed appropriatamente gestito, e dopo pochi colpi si riesce ad essere subito in partita.
Sappiamo che non è proprio bello esaltarsi per certe cose, però ammettiamolo, veder esplodere i suv colpiti al serbatoio, o far schiantare i motociclisti sotto i nostri colpi, dà decisamente un po’ di soddisfazione… Anche per questo però, The London Heist ci è sembrato qualcosa da tenere d’occhio, un titolo divertente che potrebbe essere l’inizio di una splendida amicizia tra noi ed il PlayStation VR.
Graficamente il titolo è gradevole, ma non nascondiamo che si potrebbe fare qualcosina di più. In effetti, Ocean Descent ci ha un po’ viziati, ed un piccolo upgrade non ci dispiacerebbe del tutto. Di una cosa comunque possiamo essere contenti, ovvero che che con titoli come questo o come Until Dawn Rush of Blood, i vecchi move risorgono a nuova vita, e chi li ha conservati sapendo della compatibilità con ps4, non può che rallegrarsi dell’oculata scelta.

VR Luge

Data uscita: 13 ottobre 2016

Un altro titolo incluso nel pacchetto famiglia di VR Worlds, è VR Luge, che alcuni di voi potrebbero trovare particolarmente interessante.
Questa particolare applicazione si basa sullo streetluge, ovvero uno sport derivante dallo skateboard, in cui si usa una tavola nettamente più grande su cui ci si stende completamente supini, affrontando ripide discese stradali che non sempre sono prive di traffico. Si evince quindi che è uno sport che rientra in quelli definiti estremi, e che di conseguenza è in grado di suscitare forti emozioni in chi lo pratica.
Al contrario di The London Heist, in VR Luge non avremo bisogno di altre periferiche oltre al nostro visore, proprio perché, come nella realtà, sarà sufficiente inclinare la testa per far svoltare proporzionalmente a destra o a sinistra la tavola che corre sulla strada.

 Qui onestamente il coinvolgimento personale non riesce ad eguagliare quello che si prova con Ocean Descent, Eve Valkirye o anche lo stesso The London Heist, e difatti schiantarsi contro il guard-rail o contro i tir e le automobili che vi vengono incontro, non riesce a preoccuparci più di tanto. E’ un po’ come correre con un normalissimo gioco di corse arcade, in cui bene o male, con una sportellata da un lato ed una dall’altro, si riesce sempre ad arrivare in una buona posizione.
Nella prova che abbiamo potuto fare, siamo velocemente precipitati verso il traguardo senza avversari, ma con un bel po’ di traffico in giro per le strade. Non nascondiamo che il nostro alter-ego-sportivo-digitale non se l’è passata proprio benissimo, e se abbiamo calcolato bene l’entità di alcuni impatti, dovrebbe essere morto circa un sette-otto volte, e dovrebbe aver riportato danni permanenti in altrettante occasioni. Insomma, lo streetluge probabilmente non fa per noi, ma almeno siamo riusciti ad avere la meglio sui controlli in un tempo che possiamo definire piuttosto breve. C’è bisogno infatti di una buona dimestichezza per dosare adeguatamente l’inclinazione del collo e far virare la tavola della giusta angolatura, pena una grattatina sulla banchina laterale, una spallata ad un’auto di passaggio, o nel peggiore dei casi, un frontale con un tir leggermente ingombrante…
Il livello grafico ci è sembrato buono, ma avremmo bisogno onestamente di una prova più lunga e profonda, che ovviamente non mancheremo di fare nella futura recensione del titolo.

Until Dawn: Rush of Blood

Data uscita: 13 ottobre 2016

Nonostante il nome sia legato ad una produzione di qualche tempo fa, Until Dawn appunto, un’avventura dai toni molto simili agli slash movie di fine millennio scorso, il nuovo capitolo della serie cambia leggermente genere di fondo. Similarmente a The London Heist, anche Until Dawn: Rush of Blood è uno sparatutto in prima persona che si muove autonomamente su dei binari, definizione che qui si rivela quanto mai azzeccata, perché effettivamente la demo che abbiamo provato si svolge all’interno di un carrello del luna park. Ci troviamo quindi in quello che sembra un “normale” tunnel degli orrori, che come sappiamo da molti film horror sull’argomento, di solito non promette nulla di buono, ma tant’è che ormai siamo dentro, e ci tocca proseguire…

Il classico “giostraio”, ci avvisa che nel tunnel c’è stata una perdita di gas un po’ particolare, e che potremmo vedere cose che in realtà non esistono, ma a dire il vero eravamo così impegnati ad aspettare che si trasformasse in qualche sorta mostro ad ogni istante, che ci siamo probabilmente persi qualche pezzo del discorso. Il tizio alla fine non si è trasformato, ma in compenso, grazie alla tensione che si era creata, noi abbiamo cominciato ad avanzare con un carrello pieno zeppo della nostra “ansia”.
Come alcuni cabinati da saletta di qualche annetto fa, potremo usufruire di due armi, una per mano ovviamente, che andremo a ricaricare semplicemente con un gesto deciso verso l’alto del nostro polso. Capite queste semplici regole per poter proseguire nel gioco, dobbiamo ammettere che abbiamo assistito a cose buone e meno buone, e per dovere di cronaca dovremo esporle entrambe.


Come anticipato, il plot si rifà ai vecchi film horror di genere slasher, e diciamo che bene o male la fa anche in maniera piuttosto soddisfacente. La suspance, la tensione, eh sì, anche un po’ di paura, sono palpabili man mano che il carrello scorre sul suo percorso, e spesso, gli elementi del circondario che pensiamo ci salteranno addosso, saranno solo un diversivo per la nostra attenzione, facendoci poi sobbalzare per qualcosa che arriverà puntualmente dal lato opposto. La parte più inquietante è sicuramente quella in cui si palesano effettivamente i nemici, che armi in mano si scagliano contro di noi cercando di farci a fette da bravi macellai. Tra teste di maiale e versi orrendi, non neghiamo che un cambio di pantaloni avremmo anche potuto portarcelo, ma anche se poco profumati, per lo meno siamo arrivati vivi alla fine della prova. Vivi, ma un po’ malconci a dire la verità, perché qualche piccolo incidente di percorso ci ha castrato la performance… In alcuni momenti infatti, ci sono stati dei piccoli problemi nei controlli con i move, durante i quali una delle due pistole/mani è rimasta bloccata nella parte bassa centrale della visuale, lasciandoci monchi a difenderci soltanto con una sola arma. Anche la mira sfortunatamente non era calibratissima, ma per questo speriamo sia stato un problema di configurazione iniziale magari non fatta alla perfezione.
In ogni caso, il titolo è graficamente promettente e denso di emozioni che vi terranno inchiodati alla sedia/divano, a patto di aver provveduto ad indossare un comodo pannolone… 😛
Per il resto, avremo tempo per studiare meglio i binari di Until Dawn: Rush of Blood una volta che sarà arrivato nelle nostre mani, confidando di non incappare più nei problemi incontrati durante la prova.

Driveclub VR

Data uscita: 13 ottobre 2016

In tutto questo bel parco titoli non poteva mancarne uno di guida. La tecnologia attuale dei giochi di corse ha raggiunto livelli impressionanti, soprattuto sul PC, e c’è chi tra gli appassionati si trova in casa una postazione di tutto rispetto con triplo monitor e cockpit di guida all’avanguardia. Beh, Driveclub VR a nostro avviso ne è il diretto successore. Giocare a Driveclub direttamente dall’interno dell’abitacolo, è decisamente tutta un’altra storia. Tutto diventa più reale, più naturale se abbiamo un volante ed una pedaliera di qualità da poter usare sulla console, e controllare la posizione degli avversari o gli specchietti non ci indurrà più in errore per colpa di un tasto premuto per sbaglio, perché sarà sufficiente voltare lo sguardo nella direzione giusta. E’ letteralmente un altro livello di gioco, un passo avanti che unisce ancora di più il gioco alle vere gare automobilistiche, ma attenzione, sono cose da fare solo nel salotto di casa, e mai sulla strada vera…

Sfortunatamente però, per i dettagli più profondi del titolo bisognerà aspettare la recensione qui sulle pagine di GameSoul, perché la nostra prova non è andata proprio come si dice “alla perfezione”… Il sistema infatti ha deciso che l’altezza minima per poter giocare decentemente al titolo fosse circa di almeno 1 metro e 90, e ci ha fatto costantemente guidare con il volante che superava la fronte in altezza. Per l’amor di dio, in questo modo abbiamo potuto apprezzare maggiormente i dettagli dell’interno dell’abitacolo, ma per quello che riguarda il test effettivo delle auto su pista, oltre ad aver ammirato i panorami laterali lungo il percorso, poco ci è stato dato da vedere, in ogni senso…
Vi ricordiamo però che Driveclub VR metterà a disposizione dei suoi piloti più di 114 ambientazioni ed 80 autovetture, e che per chi è già in possesso della versione vanilla del titolo e del relativo season pass, sarà possibile acquistare il titolo in digitale con un ottimo sconto del 50%.

Resident Evil 7

Data uscita: 24 gennaio 2017

Con ancora la fronte sudata dalle mostruose visioni di Until Dawn: Rush of Blood, ci siamo addentrati nella casa di Resident Evil VII…
Poco a dire il vero… O meglio quel tanto che basta per aggiungere la nausea all’ “ansia” con cui avevamo riempito il carrello del luna park pochissimo tempo prima…
La demo di Resident Evil VII disponibile per il PlayStation VR, altri non è che la stessa demo che tutti hanno potuto assaporare nel post E3, niente di più niente di meno, l’unica differenza è che la si affronta con un visore in testa e con una visuale un po’ più avvolgente. Per questa ragione non ci dilungheremo su qualità grafica, storia o su qualsivoglia aspetto tecnico, è tutto già visto più e più volte, ma ci limiteremo a sottolineare/palesare un piccolo avvertimento agli utenti che sono in preda all’incontrollabile attesa per questo titolo: se siete deboli di stomaco, evitatelo. O almeno fatelo finché i controlli non saranno rivisti come si deve.


Sì perché contrariamente ad altre produzioni per la nuova periferica Sony, in Resident Evil VII i movimenti laterali non sono fluidi, ma sono realmente degli scatti di circa 30° nella direzione prescelta. Questi movimenti, uniti alla visione immersiva del visore, potrebbero causare a molti (come in effetti è successo) dei piccoli disturbi, che in alcuni casi potrebbero portare a veri e propri malesseri. A nostra discolpa però possiamo dire che chi della redazione ha provato il titolo c’ha pure na certa età, e probabilmente l’unico motivo per cui non ha rivisto il cotechino dello scorso capodanno, è solo perché è abituato a guardarsi allo specchio ogni mattina (e quello sì che fa veramente paura…).

Eve Valkyrie

Data uscita: 13 ottobre 2016

“Congratulazioni Starfighter! Sei stato reclutato dalla Lega Stellare per difendere la frontiera contro Xur e l’armata di Ko-dan!”
Così venivano accolti i nuovi giocatori di The Last Starfighter, gioco in cabinato di Atari che non è mai veramente arrivato nelle sale giochi. Il suo sviluppo cominciò quasi esclusivamente per quello che fu uno dei film di fantascienza più belli degli anni ’80, e che narrava la storia di un semplice ragazzo di provincia che un po’ per caso si ritrova a difendere la galassia appunto da Xur (non quello di Destiny eh…) e dall’armata di Ko-dan. Tutti quelli che erano bambini in quel periodo hanno quindi sperato un giorno di essere reclutati in chissà quale scontro galattico, e ritrovarsi così nel cockpit di una vera navicella spaziale.

Eve Valkirye prende questo sogno direttamente da quelli della nostra infanzia e lo trasforma in realtà, seppur virtuale. L’impatto iniziale infatti è denso di entusiasmo per gli amanti del genere, e bisogna letteralmente trattenersi dal cercare di toccare qualunque cosa sia presente sul pannello di controllo della navicella pronta alla partenza nel tunnel di lancio. Vedersi lì dentro, guardare il proprio corpo con addosso l’uniforme che si appresta a pilotare qualcosa che va più veloce di qualunque mezzo si abbia mai preso, è una sensazione che non ha prezzo per chi nel profondo sogna ancora la profondità delle stelle.
Ma ora basta con tutti questi sentimentalismi, e passiamo all’azione, confessando che, forse un po’ troppo presi dall’entusiasmo, abbiamo fatto cilecca… O meglio, la nostra partenza si è rivelata un pochino disastrosa, ma per fortuna una volta nello spazio le cose sono nettamente migliorate. Pilotare è stato subito facilissimo, i comandi tramite il controller sono istintivi e naturali, ed il poter in qualunque momento voltare lo sguardo ai lati per individuare un qualche obiettivo, è una cosa che potremmo definire stellare! 😀

Ma non soltanto il viaggio è stato gradevole, anche i combattimenti si sono rivelati essere ben realizzati e meravigliosamente esplosivi. Tutto sembra quindi essere al proprio posto, almeno per quello che ci è stato dato da vedere, ci resta solo da capire se anche gli altri comparti del titolo saranno all’altezza della demo che abbiamo provato, ma per quello sarà necessario attendere di mettere fisicamente le mani su una copia del gioco.
In ogni caso, per il momento non possiamo fare altro che issare un convintissimo pollice in alto, ed attendere di poter viaggiare di nuovo verso lo spazio infinito.

Battlezone

Data uscita: 13 ottobre 2016

Per concludere, il titolo che forse si è rivelato essere la sorpresa maggiore di tutti quelli provati fino ad ora, ovvero Battlezone, reboot dell’originale titolo di Atari degli anni ’80, che ritorna in una nuova incarnazione per PlayStation VR..
Similarmente ad Eve Valkirye, anche questo è un titolo pseudo-simulativo, con la differenza che invece che all’interno di una navicella spaziale ci troviamo dentro ad un mezzo di terra, una sorta di carro armato futuristico che dovrà vedersela con tanti altri carri e mezzi volanti ostili.
Graficamente dobbiamo ammettere che il titolo non è ai livelli del già citato Eve Valkirye (e non vuole esserlo), ma quello che non viene profuso tramite l’estetica, arriva al giocatore sicuramente sotto forma di divertimento.
Battlezone infatti punta tutto sull’immediatezza dei comandi e sulla semplicità di gioco, portando subito il giocatore su un campo di battaglia per fargli affrontare orde infinite di nemici.

In queste ambientazioni di una Terra del futuro, si dovrà quindi sparare, scartare, evitare i colpi avversari, ma soprattutto cercare di sopravvivere alla pioggia di fuoco nemica che in alcuni frangenti non lascerà praticamente tregua.
Punto di forza del titolo, la generazione procedurale della mappa dei livelli, che consentirà quindi ai giocatori di affrontare partite sempre nuove e differenti.
Tante armi a disposizione per poter personalizzare il proprio arsenale ed il proprio carro armato, da usare da solo contro l’intera Corporation, o in compagnia di alcuni amici per fantastiche partite in co-op fino a quattro giocatori.
Se dobbiamo essere sinceri, prima di provarlo, Battlezone non aveva destato troppo il nostro interesse, ma una volta scesi dal carro alla fine della missione, ne eravamo già innamorati.