Indie Soul – Episodio #9

Nuova puntata della rubrica di GameSoul dedicata ai giochi indie

Indie-Soul-episodio-9-immagine-in-evidenza-gamesoul

Indie Soul, la rubrica di GameSoul.it dedicata agli indie, torna con un nuovo episodio per proporvi, anche questa volta, un fresco e frizzante terzetto di giochi che potrebbero fare al caso vostro. In questo episodio abbiamo scelto titoli già pubblicati, disponibili, pronti a tenervi incollati a console e PC per una manciata di ore.

La selezione, il menù della giornata si apre con Geometry Survivor, ovvero il perfetto punto d’incontro tra Geometry War, twin stick shooter che i più navigati ricorderanno di certo, e Vampire Survivor, gioco del momento che non ha certo bisogno di presentazioni. Si prosegue poi con Berserk Boy, un action bidimensionale che chi è cresciuto a pane, Mega Man e Sonic amerà sin dal primo istante. Chiude questo appuntamento, infine, Anomaly Agent un folle action in pixel art che getta il videogiocatore nel multiverso, un concetto di cui si sa ancora spaventosamente poco.

Vi ricordiamo che questi giochi sono disponibili solo in digitale, ma che da GameStop potete acquistare credito per PlayStation Store, Nintendo eShop, Microsoft Store e Steam, in negozio e online.

Ora è tempo di scoprire questo terzetto di indie, con il nono appuntamento di Indie Soul!


Geometry Survivor

Sono passati ormai più di 20 anni dall’uscita di Geometry Wars, uno dei primi rappresentanti di successo della scena indie su Xbox. In questo (lungo) lasso di tempo la serie twin stick shooter si è riproposta più e più volte in nuovi capitoli, restando sempre nel cuore di una cerchia di (vecchi) appassionati.  Se oggi torniamo a parlarvene è perché torna per l’ennesima volta, ma in una veste “nuova”, quella di un roguelite, ovvero un clone del celeberrimo Vampire Survivors. Il gioco appena citato, difatti, ha ormai creato un genere quasi a sé stante, e negli ultimi mesi sono stati tanti i titoli a lui ispirato che con più o meno successo stanno portando avanti il trend.

In effetti, a pensarci bene, i due generi/mondi (quello di Geometry Wars e Vampire Survivors) si sposano alla perfezione: se una volta ci trovavamo con due stick a farci strada in una galassia fluorescente, ora ci ritroviamo a fare tutto con un solo stick, lasciando il compito di far fuoco ai potenziamenti che man mano raccoglieremo. A conti fatti, la formula funziona, funziona davvero bene: se prima dovevamo impegnarci sia a distruggere che a schivare, ora prende il sopravvento quest’ultima parte, mantenendo allo stesso tempo inalterato il tasso di divertimento.

Gli elementi del genere ci sono (quasi) tutti: stelle da raccogliere per raggiungere il livello successivo e sbloccare un potenziamento, raffiche di nemici sempre più numerose, e poi l’immancabile timer. Sì perché se anche qui l’obiettivo è resistere il più a lungo possibile, per vincere bisogna raggiungere i 20 minuti. Non è un’impresa facile, ma nemmeno così difficile se dobbiamo dirla tutta, dipende più che altro dalla fortuna che avrete nei potenziamenti, unita alla vostra abilità/strategia nello sceglierli al momento giusto. La differenza la farà anche la vostra astuzia nel saper sfruttare le armi a vostro favore, fondamentali sia per districarvi da situazioni complicate, sia per tenervi lontano dai guai, ma non troppo, beninteso, perché meno nemici abbattuti significa anche meno potenziamenti.

Ogni volta che finirete una run porterete a casa dei punti, spendibili per acquistare potenziamenti ed aiuti/variabili permanenti, ma soprattutto per acquistare nuove astronavi che rappresentano di fatto le uniche variabili nel gameplay. Infatti l’area di gioco sarà sempre la stessa, così come i nemici, ma le astronavi rappresentano una sfida ed un’esperienza di gioco diversa.
Dopo aver raggiunto i 20 minuti almeno una volta, potrete comprare l’astronave che vi farà partire con un solo cuoricino (di default all’inizio ne avrete 3), innalzando non di poco il livello di difficoltà ed il tasso di sfida. Ce n’è ad esempio una che sceglierà randomicamente i potenziamenti al posto vostro, ed una che aumenterà la velocità generale del 30%, e così via.

La domanda che ci siamo fatti noi è: sarà sufficiente tutto questo a tenere inalterato il divertimento per il giusto lasso di tempo? La risposta sta nel mezzo, ed un po’ dipende anche da voi. Manca senza dubbio la profondità che un Vampire Survivors può offrire, non solo a livello di features (calcolando i tanti update e DLC usciti), ma anche a livello di carisma, personalità e voglia di scoperta che suscita nel giocatore. Geometry Survivor compensa però con un’esperienza a dir poco esplosiva, per occhi ed orecchie, con i suoi colori ed effetti fluo che ne hanno decretato buona parte del successo negli anni ed anche con una colonna sonora elettronica uscita direttamente dagli anni ’80, che renderà ogni partita ancora più avvincente. Noi lo abbiamo giocato principalmente su Steam Deck e grazie al suo ottimo comparto audio, rende alla grandissima.

Dunque, se quello che cercate è un’esperienza audiovisivamente d’impatto capace di coinvolgervi, ma senza troppe implicazioni strategiche, Geometry Survivor non vi deluderà e rappresenterà un gioco su cui spendere quei 20 minuti di tanto in tanto. Se cercate una sfida ardua e tante cose da sbloccare e scoprire, potrebbe lasciarvi un po’ di amaro in bocca. In effetti sotto quest’aspetto ci sembra un po’ un’occasione sprecata, perché a fronte di un gameplay tutto sommato “naturale”, ci saremmo aspettati uno sforzo in più dal punto di vista creativo.

Augurandoci però che questo sia solo il primo shoot’em up di questo tipo, sappiate che trovate Geometry Survivor praticamente per ogni piattaforma esistente, quindi PC (dove trovate anche una demo gratuita), PS4/PS5, Xbox One/Series X/S e Switch.

A cura di Pasquale Lello


Berserk Boy

Uno degli indie game più interessanti dello scorso Steam Next Fest è stato senza dubbio Berserk Boy, un titolo così veloce e dinamico che ci ha ricordato per molti versi l’epoca d’oro dei videogiochi a piattaforme, più nello specifico l’intramontabile Mega Man. E questo non può essere che un bene, dato che gli estimatori del genere non sono poi pochi, anzi, e noi non possiamo che inserirci di sana pianta tra coloro che amano questa frenesia. Ma l’ispirazione deve tramutarsi in qualcosa di concreto, in un gioiello che brilla di luce propria, e in questo Berserk Boy riesce nel suo intento.

Siamo in un lontano futuro, gli esseri umani hanno lottato per secoli contro le Ombre, ovvero malvagie manifestazioni di Energia Oscura. L’umanità, tuttavia, poteva servirsi dell’aiuto di potenti sfere misteriose in grado di donare abilità sovrumane ad alcune persone. Ma quando la resistenza divenne sempre più forte, le Sfere Berserk iniziarono ad apparire sempre più di rado diventando un vero e proprio mito. Queste sfere diventarono un’ossessione per il diabolico Dr. Genos tanto da spingerlo a dichiarare guerra alla Terra. Ed è qui che entriamo in gioco nei panni di Kei, un giovane che acquisirà poteri straordinari tanto da definirsi Berserk Boy.

In questo platform saremo chiamati a punire (e distruggere) tutti i robot che incontreremo lungo il cammino, mentre salteremo tra una piattaforma e l’altra salvando i vari civili e attivando i teletrasportatori. Ogni livello si completa molto velocemente, tanto che a volte nemmeno ci renderemo conto di essere arrivati alla fine (dove ci attende sempre un cattivone pronto a farci le penne).

Le similitudini con Sonic the Hedgehog e il già citato Mega Man sono innegabili, ma trarre ispirazione da classici intramontabili non ha mai fatto male, anzi. Il combat system, d’altro canto, è perfettamente integrato nella frenesia. Con le abilità Berserk, difatti, potremo correre verso i nemici per agganciarli e scatenare la furia, come fulmini o colpi potenziati.

I livelli sono molto veloci da completare, ma questo non vuol dire che non ce la siamo mai vista brutta. La difficoltà è un continuo crescendo (a volte vi verrà voglia di lanciare il controller fuori dalla finestra) e cercare di migliorare i propri punteggi spinge il giocatore a riprovare più e più volte. Inoltre, per coloro che amano le caratteristiche retrò si può giocare con un numero finito di vite e con avversari più ostici: e qui la sfida è altissima.

Correre, saltare, scivolare e ricercare collezionabili sono solo alcune delle caratteristiche di Berserk Boy. Ci siamo divertiti moltissimo a sperimentare tutte le varie trasformazioni, che non vi sveleremo per non rovinarvi la sorpresa.

Menzione d’onore alla colonna sonora di Tee Lopes, già noto per aver realizzato la musica di Sonic Mania, perfetta per animare le vicende di questo meraviglioso titolo a 16 bit (che ci riporta alla mente i pomeriggi passati in compagnia del Super Nintendo).

In conclusione, Berserk Boy è un titolo moderno e nostalgico, veloce e difficile al punto giusto (soprattutto in modalità retrò). Lo stile anime, compresi alcuni filmati, lo abbiamo trovato decisamente delizioso. Il nostro consiglio è quello di dargli una possibilità, soprattutto se si amano le avventure platform con uno stile squisitamente vecchia scuola. Al momento potete giocarlo su PC e su Nintendo Switch ma è prevista la pubblicazione anche su altre piattaforme.

A cura di Antonio Armento


Anomaly Agent

Per inquadrare alla lontana un titolo come Anomaly Agent possiamo definirlo come un esperimento riuscito. Andandolo ad inquadrare più da vicino, si notano le scelte fatte dagli sviluppatori di casa Phew Phew Games (miglior nome di sempre), alcune buone, altre semplicemente funzionali al tipo di gameplay.

I giocatori verranno catapultati in un titolo vecchio stile, dove vestono i panni di Agente 70, un operativo di una società che è votata alla difesa del multiverso. Il compito è di risolvere a suon di calci e cazzotti (ma anche colpi di pistola e con la valigetta) i problemi e le anomalie che interferiscono con il mondo tramite portali dimensionali. Da una premessa semplice, si evolverà una trama fatta di colpi di scena e atmosfere sempre più coinvolgenti e che si arricchirà di personalità stravaganti. 

Il mondo di gioco è frizzante: dall’impatto visivo, dove si è immersi tra palazzoni e periferie in stile cyberpunk retrò, dove la memoria ci riporta indietro grazie alla grafica in pixel art, agli artwork che rimandano ai vecchi cartoni animati di un tempo. Dallo humor dei personaggi, dalle dinamiche che si creano tra gli NPC e il giocatore, ogni elemento è ben costruito. Anche la musica e il sound design è perfettamente realizzato e aiuta a mescolare bene tutti gli elementi a schermo.

Il gameplay è molto solido, la chiave che tiene incollato allo schermo il giocatore e fa pensare “dai, un’altro livello in più”. Beat ‘em up vecchio stile, condito da schivate, scatti in avanti, parry con la valigetta (e colpi speciali), capriole, colpi di pistola. Sono anche presenti dei portali per il teletrasporto o per salti acrobatici ben collocati (e giustificati) nella cornice del  mondo di gioco. 

I comandi sono ottimali e la sensazione di reattività è perfetta. Tecnicamente non si notano cali di frame o altro. L’unico vero grande difetto di questo titolo riguarda il range di attacco dell’Agente 70 decisamente ridotto all’osso. Comprensibile come in un mondo 2D si voglia dare il giusto spazio ai nemici, ma quando il combattimento si basa per l’80% su calci e pugni, e la distanza di attacco è così minima che bisogna quasi sovrapporsi con il nemico, va a finire che il gameplay ne risenteE ne risente specialmente se i nemici sono man mano sempre più difficili da stordire. Spesso va a finire che i mob sovrastano il giocatore, che non può evitare la sconfitta.

L’abilità sta nel riuscire a gestire bene i potenziamenti. Sono presenti altri metodi per uscire dalle situazioni così, come mosse speciali e combo, ma non sempre è facile uscirne quando si hanno addosso 4 o 5 nemici con l’aggiunta di chi spara dalla distanza. È quindi facile cadere nella frustrazione. 

A proposito di nemici, il loro design è ben realizzato e si sposa perfettamente con l’ambiente circostante. Esistono varie tipologie: nemici base, nemici più potenti e con la pistola che attaccano dalla distanza. Il titolo presenta una meccanica intrigante: i mob possono fondersi tra di loro (due copie uguali) per creare un nuovo nemico più potente e con nuove abilità. Ovviamente a sua volta può fondersi con un nemico simile, e così via. Proprio per la sensazione di essere sopraffatti da troppi mob di cui parlavamo prima, a volte lasciare che i nemici si potenziano unendosi tra di loro è un sacrificio necessario per evitare il sovraffollamento. Questa meccanica, che può essere interrotta a suon di calci prima che sia troppo tardi, rende imprevedibile il gameplay e aiuta con la longevità. 

Un’altra componente che rende sempre fresco il titolo è l’imprevedibilità di cosa possa accadere, sia in termini di trama che non. Prima stai picchiando due ceffi, poi stai scappando da un gigantesco pugno-boss che ti vuole schiacciare lungo un corridoio. Prima parlavi con un NPC, dopo corri tra i grattacieli sfruttando i portali come rampe di lancio. In un mondo invaso da portali del multiverso tutto può accadere.

A condire la cornice di caratterizzazione degli NPC si presenta una meccanica di gioco che da tanta soddisfazione: spesso e volentieri, per avanzare nei dialoghi sono presenti due scelte. In alcune risposte chiave possiamo influenzare l’umore in positivo o in negativo degli NPC. Quando si sblocca la risposta si ottiene una sorta di gettone abilità positivo o negativo a seconda della risposta data. Questo gettone può essere speso per sbloccare potenziamenti: in caso di gettone positivo (smile), quando si fanno felici gli NPC, si possono ottenere direttamente alcuni potenziamenti come per esempio la vita aggiuntiva. In caso di gettone negativo (sad), quando si rendono tristi gli NPC, si possono spendere per ottenere alcune monete di gioco extra (trovabili normalmente in game), che possono a loro volta essere spese a piacimento in potenziamenti e altro. Insomma, una situazione win-win, ma da gestire in base alle necessità.

Anomaly Agent vince e convince, rimane godibile ed è consigliato agli amanti sia del retrò puro che delle sfide hack and slash vecchio stile, sebbene debba migliorare alcune meccaniche di puro gameplay. Potete giocarlo su PC, Nintendo Switch e Xbox.

A cura di Luigi Ferro


Lost Password