Dal rally a Control: la storia di Remedy attraverso i suoi giochi

Dalla cantina, all'Olimpo dei videogame

Dal rally a Control: la storia di Remedy attraverso i suoi giochi

Control Ultimate Edition è finalmente arrivato su console, dopo una sequela di polemiche e dichiarazioni controverse da parte del publisher e del team. Il passaggio alla nuova generazione e il conseguente distacco dalle versioni precedenti ha lasciato perplessi molti appassionati, che dal giorno uno hanno supportato Remedy Entertainment e la sua incredibile avventura paranormale. Ora tutto sembra essersi risolto per il meglio, con Control giocabile attraverso il Game Pass ma soprattutto con l’Ultimate Edition disponibile per tutti gli abbonati Playstation Plus di Febbraio.

Mettendo da parte controversie e polemiche, che di questi tempi sono all’ordine del giorno, concentriamoci sull’incredibile storia del team di sviluppo finlandese. Remedy Entertainment ha una storia davvero affascinante, che appartiene un po’ a quel passato pioneristico, che pervade l’immaginario della silicon valley, che non può prescindere dall’immagine mentale di un garage e un grande sogno da realizzare. Di narrazioni cucite sull’ideologia californiana ne sono nate tante, tutte figlie di Steve Jobs nella cantina di casa sua o di un Jeff Bezoos in un ufficio con la scritta “Amazon” disegnata con una bomboletta spray sul legno.

Non dobbiamo spingerci troppo lontano per raccontare questa storia. Basta una breve traversata verso Nord con un bel salto ad Espoo, Finlandia. Fondata nell’Agosto 1995, la compagnia ha delle origini molto umili, più precisamente da un gruppo di scalmanati ragazzi con un grande sogno: fare videogiochi. Ognuno di loro aveva background differenti, ma tutti conoscevano bene il mondo videoludico e i mezzi richiesti per lanciarsi in questa impresa. Fu così che in un seminterrato, tra notti insonni e ambizioni spropositate nasce il loro primo progetto: Death Rally. Esatto, non Max Payne, quello verrà dopo. Questo curioso titolo ebbe un notevole successo, tanto da permettere ad una giovane Remedy Entertainment di puntare in alto, con un progetto ancora più dall’ampio respiro.

Seguiteci in questa breve cronistoria del team finlandese attraverso i suoi giochi.

Control Ultimate Edition è disponibile per l’acquisto online e in negozio anche su GameStopZing


Max Payne (2001)

Max Payne nasce dal successo di Death Rally, ma è anche il primo di una serie di titoli che segneranno la filosofia e l’approccio di Remedy per tutti i decenni successivi. Fu il loro debutto nell’Olimpo Videoludico, ma anche la loro dichiarazione d’intenti, il loro manifesto nei confronti dei giocatori. La storia di Max Payne è curiosa, e le sue parti più iconiche sono frutto del caso. O meglio, di una mancanza sostanziale di budget.

Nonostante il successo di Death Rally, Remedy Entertainment non poteva permettersi di ingaggiare attori o di avere delle scene di intermezzo in tempo reale. Nasce così la curiosa commistione tra scene di intermezzo a fumetto, proprie delle graphic novel, e attori in carne ed ossa. Sam Lake, autore e director della compagnia, si vide costretto a diventare egli stesso Max Payne. Nasce così un’icona dei primi anni 2000, con la sua celebre espressione “costipata” tanto cara ai giocatori anche oggi.

Fu con Max Payne 2 che il team di Sam Lake trovò la sua svolta, grazie ad una collaborazione con Rockstar e ad un budget finalmente all’altezza. Attori, scene di intermezzo di qualità e una Remedy Entertainment che finalmente era diventata ciò che quei ragazzi sognavano in un seminterrato: una vera compagnia di sviluppo di videogiochi, con tutti i crismi del caso. Fu proprio qui che nacque lo standard Remedy, standard che avrebbe caratterizzato ogni gioco della compagnia e che i fan avrebbero riconosciuto come marchio di qualità.


Alan Wake (2010)

Il marchio Remedy, arrivati ad oggi è piuttosto riconoscibile: grandi esperienze narrative single player e cinematografiche, con protagonisti carismatici al centro della scena. Alan Wake è la naturale evoluzione di Max Payne, che dopo tanti anni di (sofferta) gestazione segna l’avvio di una stretta collaborazione con Microsoft. Alan Wake rinuncia all’anima più action di Max Payne, ma non alla sua forte enfasi sull’azione e sul feedback che il giocatore percepisce dagli scontri.

Qui l’autorialità di Sam Lake travolge l’opera come un’onda, un bellissimo thriller psicologico che segnerà l’inizio di una forte sperimentazione narrativa da parte del team. Pur con deludenti risultati commerciali, si inizia ad intravedere una Remedy Entertainment che esce dai canoni, sperimenta con i diversi medium e li inserisce nel contesto videoludico. Venne persino realizzato un cortometraggio, Bright Falls, che introduceva gli eventi dello scrittore tormentato con attori in carne ed ossa. L’uso del live action in combinazione con una narrazione più tradizionale ha segnato il percorso del team negli anni a venire.


Quantum Break (2016)

Quantum Break, sviluppato ancora in partnership con Microsoft, era molto ambizioso dal punto di vista della trama. Un’avventura in terza persona con forti connotati narrativi ma che, stavolta, aveva al suo interno una vera e propria serie TV girata con attori reali. Alcune delle sezioni di gioco venivano infatti intramezzate dagli episodi della serie. Un uso del medium estremamente divergente e coraggioso, un altro esempio di transmedialità made in Remedy Entertainment.

Pur con la direzione di Sam Lake, il progetto si rivelò più ambizioso del previsto, forse troppo. Nonostante il discreto successo commerciale, molta della critica espresse pareri negativi sulla qualità dello show con attori in carne ed ossa rispetto a quella del videogioco in sé. La corsa di Remedy per trovare una forma perfetta alle sue idee continuava. Prossima fermata? L’indipendenza.


Control (2019)

Dopo aver lanciato una IPO per rendere la compagnia quotata in borsa e trovare fondi per finanziare i prossimi progetti, Remedy Entertainment preparava il terreno per il futuro. Un engine proprietario per dare vita alle visioni narrative che da sempre contraddistinguono il team, l’acquisto dei diritti di Alan Wake da Microsoft e lo sviluppo di varie nuove proprietà intellettuali. Control è una di queste, e non basta la nostra recensione a dirvi quanto questo titolo sia eccezionale. L’avventura paranormale di Jesse Faden è già cult e si pone come perfetta maturazione di tutto il percorso fatto dal team, da Max Payne a Quantum Break. Elementi di transmedialità sono ancora presenti, ma in modo più ragionato.

Il gameplay è la somma perfetta di tutto ciò che sono stati Alan Wake e Quantum Break, ma alla massima espressione. Un metroidvania action con una storia incredibile, il primo passo per il team di Sam Lake verso un sorprendente Remedy Connected Universe. Un universo che vede fondersi tutti gli esperimenti e i mondi narrativi del team in un’unica, grande e complessa trama. Control Ultimate Edition è un biglietto d’ingresso notevole a cui vi consiglio di non rinunciare.

Chissà cosa ci sarà nel futuro di Remedy, ma probabilmente non è mai stato così radioso come oggi.

Control Ultimate Edition


Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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