Toren – Recensione

Toren – Recensione

Gli indie sono una parte significativa del mercato, anche console, e col tempo sono andati a sostituire la fascia di titoli “media” che un tempo riempiva gli scaffali di Playstation 2, Xbox e Gamecube. Il rapporto dei videogiocatori con questo tipo di produzioni oscilla pericolosamente tra l’amore e odio che da sempre impervia nell’animo degli appassionati più esigenti.

Nonostante tutto, Sony sembra aver capito che il mercato è fatto anche (e soprattutto) da questo genere di titoli, e Playstation 4 non si è rivelata restia ad accogliere tra le proprie fila una vera e propria pletora di esperienze “minori”, spesso già viste su PC che ritrovano nuova forma nel mondo console. I brasiliani di Swordtales hanno pensato di cogliere questa ghiotta opportunità, proponendo il loro titolo di debutto, Toren, anche sull’ammiraglia Sony. Come sarà andato?

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Il legame con Sony, a dire il vero, non si ferma alla sola piattaforma, perché Toren si ispira profondamente a ICO, Journey e a quei titoli che fanno dei silenzi e del ritmo compassato il loro cavallo di battaglia. Ai nostri comandi troviamo Moonchild, una bambina che ha il difficile compito di spezzare una maledizione, salendo in cima alla torre, per riportare sul mondo la notte. Silenzi, simboli e racconti criptici ci accompagneranno durante tutta l’avventura, permettendoci di conoscere il reale significato dietro le nostre azioni. L’idea dietro Toren è affascinante, e probabilmente vi sarà richiesto più di un playthrought per riuscire a svelarne tutti i segreti. Purtroppo però, le buone idee legate alla narrazione non vengono supportate da un impianto ludico e tecnico all’altezza. E sappiamo tutti quanto per fare un buon gioco non basti né la sola grafica né la sola bella storia, serve tutto.

Toren non lo ha, purtroppo. La nostra avventura ci porterà a scalare la torre attraverso una moltitudine di livelli, spesso intervallati da sogni che presentano sfide più o meno differenti. Il problema si presenta nel momento in cui il giocatore si rende conto di avere tra le mani un titolo che non è un granché da giocare: il level design, per quanto vario nelle ambientazioni, è banale e richiede spesso di ripetere le stesse azioni. Menzione speciale per gli obiettivi legati allo spargimento di polvere per creare forme ed attivare dei totem: interessante, magari “poetico” ad una prima prova, ma dopo 2 ore di gioco il tutto inizia a risultare ridondante e, soprattutto, noioso.

I ragazzi di Swordtales non riescono a distinguere il messaggio artistico, che può trasmettere quel taglio e quell’emozione “poetica” di cui si fregia il titolo, con azioni inutilmente lente che non sono adatte ad un videogioco. Oltre al level design scadente, il titolo soffre moltissimo nel controllo del personaggio, Moonchild, che a causa di animazioni discutibili e di collisioni imperfette non riesce a restituire un feedback sufficiente nelle sezioni platform, che fanno poi il 90% dell’esperienza.

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Quanti titoli, poi, sono riusciti a nascondere mancanze di budget con la potenza e la creatività artistica? Tantissimi, e nei modi più disparati. Toren, purtroppo, non riesce ad elevarsi nemmeno in tal senso: ad una direzione artistica più o meno ispirata, si contrappongono una serie di difetti grafici gravissimi, che pregiudicano la (già minata) godibilità del titolo. Il tearing ci perseguiterà per tutta la durata dell’avventura, e il discutibile utilizzo della telecamera mortificherà il microcosmo creato dagli sviluppatori, oltre che infastidire senza tregua il malcapitato di turno. Sono parole dure, durissime, che non è mai facile dire, soprattutto per un videogioco: Toren sarà anche bello da vedere, passivamente s’intende, ma pad alla mano è un completo disastro. 
Risolleva il quadro generale la splendida colonna sonora, che accompagna nei giusti toni e nei giusti tempi la nostra ascesa nella mastodontica torre. Sono tanti i problemi, insomma, ma quantomeno ci siamo risparmiati eventuali fastidi al nostro udito. Segnaliamo inoltre la breve durata del titolo, che varia tra le 2 e le 5 ore, se avete intenzione di completarlo al 100%.

Toren è un titolo problematico, con delle buone premesse che però vengono soverchiate da una serie di difetti su cui non possiamo transigere.  Ed è un peccato, perché la breve avventura di Moonchild qualche momento narrativo di qualità lo ha, ma si perde nel resto, e non riesce a risaltare quanto dovrebbe.

L’esplorazione, le sessioni platform e tutto ciò che è legato al giocare, viene mortificato da un’evidente inesperienza degli sviluppatori: l’opera prima di Swordtales è una delusione, ma potrebbe essere un ottimo punto di partenza per riuscire a trovare la strada giusta e, magari, proporre in futuro un titolo che invece di fregiarsi della parola “poesia”, riesca ad offrirla davvero.

Voto: 5/10

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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