Assassin’s Creed IV: Black Flag – La Recensione

Assassin’s Creed IV: Black Flag – La Recensione

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Still living by the Creed?

Parlare di Assassin’s Creed è gravoso, oneroso ma dovuto.

Non stiamo parlando solo di una saga giunta alla sesta iterazione (quattro episodi più due “more of the same” del secondo capitolo) e capace di calamitare su di sé una fanbase di svariati milioni di utenti, né esclusivamente di un prodotto videoludico di pregevole fattura: Assassin’s Creed è uno dei lasciti più evidenti di questa morente generazione di macchine da gioco, un frutto dell’Eden capace di dare, se analizzato a fondo per livello di ricercatezza, di costruzione e di rappresentazione visiva, una spinta in avanti a quell’informe insieme definito come “videogames” dai più, riuscendo a fargli travalicare il confine tra prodotto “nerd-only” a parte integrante della cultura formativa di una generazione capace di appassionarsi ad eventi storici narrati ed intravisti attraverso il sapiente occhio di mamma Ubisoft.

Questo quarto episodio dell’eterna lotta assassini-templari ci giunge dopo un capitolo iniziale tanto rivoluzionario, profondo e visionario quanto noioso, un seguito allo state of art, dotato di un protagonista carismatico e di un meraviglioso setting storico ed una terza iterazione che verrà ricordata per un motore grafico-fisico nuovo di pacca, immense innovazioni a livello di gameplay ma, anche, per un main actor per nulla carismatico ed espressivo anche meno di Nicholas Cage in gran parte dei suoi film.

E’ dunque riuscita Ubisoft a correre ai ripari tornando ai fasti di una volta? Scopriamolo insieme!

Lo ameranno: I facinorosi del credo, tutti i fan delusi dal terzo capitolo e gli amanti delle storie ben narrate
Lo odieranno: I casual gamers, i “coddari”
È simile a: Assassin’s Creed (la saga), Risen 2: Dark Waters (per l’ambientazione)

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1370886839_acivbf_packshot_x360_130610_4h15pmpt_norating_2dTitolo: Assassin’s Creed IV: Black Flag
Piattaforma: PS3, Xbox 360, Pc, Ps4, Xbox One, Wii U
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Publisher: Ubisoft
Giocatori: 1
Online: Competitivo-Cooperativo
Lingua : Italiano (Parlato e testi)

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Battaglie navali, Pirati, Caraibi... what else? <3

Battaglie navali, Pirati, Caraibi… what else? <3

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Assassini si nasce…

… o si diventa!

Questo l’incipit narrativo alla base di Assassin’s Creed IV: Black Flag; l’assassino di turno non farà più dunque parte di un lignaggio secolare fatto di eredi e controeredi rendendosi invero protagonista di  una pura e semplice usurpazione di titolo.

Edward Kenway: pirata... assassino o... entrambi?

Edward Kenway: pirata… assassino o… entrambi?

Edward Kenway, un personaggio borioso, spavaldo e carismatico tanto quanto il caro, e mai dimenticato, Ezio Auditore da Firenze, altri non è che un pirata destinato a vestire i panni della confraternita più famosa di tutti i tempi dopo aver ucciso un assassino disertore intenzionato a derubarlo. Facendo le veci della sua vittima giungerà infine ad incontrare un gruppo di templari alla ricerca dell’osservatorio, un non meglio specificato artefatto o luogo grazie al quale controllare tutta l’umanità, aiutandoli consegnando loro, inconsapevolmente, quella che è la chiave d’accesso a questo segreto. Arrestato e imprigionato, si ritrova a dover fuggire da una nave-prigione: da qui… prenderanno il via una serie di eventi che lo porteranno, in un turbine esplorativo degno dei migliori titoli open-world, ad entrare a piè pari nella secolare disfida templari – assassini.

Quello che, a prima vista, potrebbe risultare un banale escamotage narrativo utile ad introdurci alle peregrinazioni marine di Edward Kenway è invece un atto dovuto da parte dei ragazzi di Ubisoft per riprendere le fila del discorso dalla fine di Assassin’s Creed III: pur senza spoilerare nulla, per non rovinare la sorpresa a coloro che non hanno ancora vestito i panni di Connor, era logico aspettarsi un diametrale cambio di rotta/strategia sia in ambito “Confraternita degli assassini” che in quello relativo alla Abstergo: la mefistofelica multinazionale vista nei primi 5 episodi ha infatti costruito una attività di facciata atta a farla sembrare una software house dedita a fornire “turismo genetico” a facinorosi e danarosi clienti, desiderosi di far “installare” all’interno della propria mente, intere sequenze di ricordi da vivere come vere. Come potrete ben immaginare questa altro non è che una copertura atta a permettere alla Abstergo di continuare le ricerche inerente il “soggetto 17” (un certo Desmond Miles), utilizzando un suo dipendente stranamente affine a quelle sequenze di ricordi…

Pur non incedendo in una sinossi dettagliata vi basti sapere che, dopo lo sconcerto iniziale dovuto ad una premessa narrativa apparentemente farlocca come quella sopraccitata, la trama non stenta a decollare raggiungendo quasi immediatamente dei degnissimi livelli narrativi, accompagnandoci, attraverso i sette mari, passo dopo passo alla risoluzione di parte degli enigmi propostici nella quarta iterazione di questo franchise di successo.

Solcando i sette mari capiterà spesso di fare incontri poco raccomandabili...

Solcando i sette mari capiterà spesso di fare incontri poco raccomandabili…

Ottimo il lavoro di caratterizzazione fatto dai ragazzi di Ubisoft: Edward Kenway è un personaggio che, contrariamente a quanto successo con il nipote Connor, non faticheremo ad amare; nel Centro-America del 1700 la vita da pirata era un esempio pulsante di libertà, l’unico modo forse per sottrarsi alla sempiterna lotta dualistica tra assassini e templari: buffo che l’unica persona in grado di risolvere questo conflitto non appartenga a nessuno dei due schieramenti. Buffo ma plausibile e, lasciatemelo dire, dannatamente appassionante: Ubisoft ha imparato dagli errori del passato e ha deciso, per la prima volta in modo così evidente, di dare ascolto alle lamentele della fanbase provando dunque a costruire, forse con pizzico di malizia commerciale (che non fa mai male), l’episodio definitivo. A dimostrazione di ciò, e di quanto Ubisoft tenga alle opinioni dei videogiocatori (aka potenziali clienti), alla fine di ogni sottocapitolo di ACIV: Black Flag sarà possibile, mediante la pressione del tasto X, dare una valutazione (da 1 a 5 stelle) alla sezione appena conclusa fornendo, de facto, un feedback in real-time agli sviluppatori. Non c’è che dire… WELL DONE UBISOFT!

Le battaglie navali sono ora il fulcro del gameplay!

Le battaglie navali sono ora il fulcro del gameplay!

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Same old song and dance???

… or not?

Squadra vincente non si cambia… si evolve casomai! Questo antico detto, seppur leggermente rivisitato, è quanto di più utile ci sia per descrivere Assassin’s Creed IV: Black Flag. Il gameplay dell’ultimo nato in casa Ubisoft si differenzia in due sezioni nette ed inscindibili: esplorazione terrestre e marina. Improntate ambedue al free roaming più sfrenato ci vengono in aiuto per dipingere, ciascuna con le sue peculiarità uniche ed inconfondibili, il quadro di assieme su cui si basa questo quarto episodio.

Sondare le profondità alla ricerca di tesori scomparsi? Yes we can!

Sondare le profondità alla ricerca di tesori scomparsi? Yes we can!

La prima delle due rappresenta la diretta evoluzione di quanto visto nei precedenti capitoli rivisitata però, come successo anche nel caso del terzo sfortunato episodio, in chiave ANVIL NEXT: il motore delle meraviglie made in Ubisoft riesce infatti a dare nuova linfa ad una tipologia di gameplay che, seppur stantia, risulta essere sempre magnetica nei confronti dell’utenza. Il motore grafico-fisico implementato in Assassin’s Creed IV: Black Flag, sia nelle incarnazioni old che next-gen, garantisce la stessa giocabilità dei precedenti capitoli fornendo però una resa nettamente migliore quanto ad animazioni e a libertà di movimento. Tutto ciò garantirà un multiforme approccio alle missioni che potranno essere orientate, se non sottoposti ad obblighi di “esecuzione silenziosa”, sia allo stealth più puro (grazie ad una ingente e funzionale interazione con il mondo di gioco) che al “seek and destroy/Kill’em all” più becero: qualunque sia l’approccio da voi scelto, il risultato vi darà modo di completare svariate sfide animus e di entrare, più o meno direttamente, in classifiche globali atte a valutare la vostra bravura (numero di assassinii, esecuzioni silenziose, grandezza del patrimonio accumulato, e così via…). Come da tradizione Assassin’s Creed per ottenere una sincronia al 100% con i ricordi del capitano Kenway dovremo cercare scrigni del tesoro, frammenti dell’animus e mappe del tesoro il cui possesso darà il via a quella che rappresenta, de facto, la novità più grande di questo quarto episodio: l’esplorazione navale.

Già incontrata, seppure in brevissime iterazioni, in Assassin’s Creed III, la componente nautica ritorna con preponderanza in questo quarto episodio diventando una, se non LA, parte fondante del gameplay, come era del resto lecito attendersi da una avventura avente come protagonista un pirata. Esplorare i sette mari ci permetterà sì di raggiungere ogni possibile anfratto del vastissimo mondo di gioco, ma anche di scoprire zone nascoste (non indicate sulla mappa) e di avere accesso ad attività “collaterali” imprescindibili però dal core del gameplay. Nel corso delle peregrinazioni marine avremo modo di imbatterci in golette, cannoniere, mercantili, navi da trasporto e svariate altre tipologie di imbarcazioni che potremo, mediante la nostra fida JackDaw, assaltare per procurarci materiali funzionali al “potenziamento” (interessante elemento di matrice ruolistica integrato in questo episodio) la nostra barca.

La fine delle avventure di Desmond Miles... o no?

La fine delle avventure di Desmond Miles… o no?

Solcare le distese d’acqua ci permetterà inoltre di individuare Navi appartenenti alla marina Reale e di comunicare la posizione delle stesse alla comunità connessa ad Uplay, innescando così una sorta di caccia alla nave con il fine di appropriarsi del pingue carico (o dell’imbarcazione stessa). Conclusa infatti la fase di abbordaggio, che vedrà i nostri beniamini assaltare la nave nemica a colpi di mortaio o per mezzo di combattimenti all’arma bianca, avremo la possibilità di depredare ed affondare la nave nemica (riparando contestualmente i danni subiti durante l’assalto), rilasciare la stessa o integrarla nella flotta del capitano Kenway. Unitamente alla sopraccitata attività esplorativa sarà possibile infatti, alla stregua di un elementare (ma comunque efficace) simulatore marino, percorrere le principali rotte del commercio trasportando merci ed incassando, dunque, la ricompensa spettante per detta attività: si renderà necessario inviare però navi in avanscoperta per liberare le rotte da eventuali battelli pirata e renderle dunque percorribili con una ampia percentuale di successo.

Alla ricerca della balena bianca...

Alla ricerca della balena bianca…

Sarà inoltre possibile, in un tripudio di citazioni da opere Melvilliane come Omoo: narrazione delle avventure nei mari del sud e, ovviamente, Moby Dick, dedicarsi ad attività di pesca, arpionando diverse varietà ittiche al fine di guadagnare materiali (pelle, ossa, grasso, parimenti a quanto possibile sulla terraferma grazie alle battute di caccia) utili a forgiare potenziamenti che aiuteranno Edward (oltre ad una graduale maggiore sincronia) ad aumentare potenza bellica/livello di salute e, dulcis in fundo, scandagliare (ma solo in determinate locations segnate sulla mappa) i fondali marini alla ricerca di tesori perduti o di progetti per potenziare la Jackdaw.

Come avrete ben capito Ubisoft è riuscita nell’arduo compito di reinventare questa saga innovando un gameplay ben rodato mediante l’inserimento di una pletora di attività collaterali che, a differenza del terzo fallimentare episodio, ben si legano al core della storia, integrandosi perfettamente con il sostrato a cui siamo oramai abituati sin dai primi, indimenticabili, episodi: well done!!!

Edward risulta essere un nuotatore provetto! A voi... un salto della fede marino!

Edward risulta essere un nuotatore provetto! A voi… un salto della fede marino!

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Specchiarsi nell’acqua…

Graficamente Assassin’s Creed IV: Black Flag ripropone, migliorandolo, quanto già visto nel terzo episodio! Il motore Anvil Next, già in odore di next-gen, porta sui nostri schermi tutta la magia dei Caraibi mediante una veste grafica spettacolare sia in quanto a definizione nuda e cruda che quanto a frame rate, mai ballerino, nemmeno in occasione di battaglie navali con molte imbarcazioni a schermo, persino sulla versione xbox 360 in nostro possesso.  Ho avuto modo inoltre di testare una versione per Playstation 4 notando pochissime differenze, la maggior parte in ambito di fluidità dei movimenti e dell’aggiornamento dello schermo, rispetto alla versione provata. Questa volta Ubisoft ha voluto fare le cose sul serio lavorando duramente in fase di ottimizzazione in modo da poter trarre il meglio da ciascuna macchina su cui il gioco andrà a girare.

Quanto al comparto audio il giudizio si divide nettamente in due. Se da una parte è impossibile non notare il fine lavoro di scelta delle musiche di accompagnamento e la grande ricerca storica realizzata al fine di proporci canzoni piratesche dell’epoca da far intonare alla nostra ciurma, altrettanta cura non è stata riposta, purtroppo  nella fase di doppiaggio, non tanto per la qualità dei doppiatori (tra cui figura anche Francesco Pannofino)  ma per alcune scelte stilistiche che vedono semplicemente sottotitolati i dialoghi dei personaggi madrelingua spagnoli. Posso capire ciò sia ascrivibile ad una scelta stilistica volta ad aumentare l’immedesimazione nel gioco ma, di sicuro, questo aspetto stride (e non poco) con la perfezione cui gran parte del gioco è stato curato.

Dopo aver fiaccato le resistenze di una barca sarà necessario abbordarla...

Dopo aver fiaccato le resistenze di una barca sarà necessario abbordarla…

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Alla conquista della rete…

Uno dei personaggi selezionabili nella modalità multiplayer...

Uno dei personaggi selezionabili nella modalità multiplayer…

Come da qualche anno a questa parte, anche Assassin’s Creed IV ha ceduto alle lusinghe delle sirene multiplayer fornendo agli aficionados del credo un comparto online, di matrice cooperativa-competitiva, che riuscirà ad allungare di qualche ora la già di per se lunga presenza nei mari dei Caraibi.

Le modalità proposteci sono le stesse viste nella precedente iterazione di questo franchise di successo: alla oramai conosciuta modalità di ricerca (ed uccisione) di uno dei giocatori all’interno della sessione corrente si va ad affiancare la possibilità di cooperare, per mezzo della modalità branco, con altri tre giocatori ed uccidere gli obiettivi preposti rispettando le condizioni di volta in volta proposte/imposte.

Nonostante la presenza del Game Lab, strumento che ci permetterà di realizzare una partita multiplayer personalizzata (sia a livello di obiettivi, che di difficoltà, che di regole di ingaggio agli obiettivi) la modalità multiplayer risente della mancanza di un qualsiasi collegamento narrativo alla componente single player: i fasti raggiunti da Grand Theft Auto Online (almeno quanto ad integrazione multiplayer – comparto narrativo) fanno scuola.

Il multiplayer di ACIV: Black Flag risulta dunque essere un mero escamotage commerciale che poco, ahinoi, aggiunge alla gratificante esperienza di gioco fornita dalla main quest.

Fidati... stai per entrare in una valle di lacrime (Cit.)

Fidati… stai per entrare in una valle di lacrime (Cit.)

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In Conclusione…

Assassin’s Creed IV: Black Flag rappresenta un gigantesco passo in avanti rispetto al suo predecessore: PUNTO!

Un protagonista carismatico, guascone e determinato quanto il buon vecchio Ezio Auditore ci guida attraverso l’ennesima disfida Assassini – Templari riuscendo li dove il terzo episodio aveva fallito miseramente. Nonostante una premessa narrativa scialba e di scarso impatto la storia ci risucchierà al suo interno causando quella tanto conosciuta assuefazione che ci ha impedito, nel caso dei primi due episodi, di mollare il pad fino ai titoli di coda, anche grazie ad una resa grafica piacevolissima e di sicuro impatto garantita dal motore proprietario Anvil Next.

Qualche scelta stilistica non consona in fase di doppiaggio ed un multiplayer che, così realizzato, mal si adatta alla magnificenza del sistema di gioco, rappresentano le uniche pecche presenti nel gioco, pecche che non mi impediscono comunque di considerare questo Assassin’s Creed IV: Black Flag (grazie anche ad una continua attenzione di Ubisoft verso le richieste della fanbase) il miglior episodio della serie per via di una dinamica di innovazione progressiva atta a evolvere (senza sconvolgere) il gameplay cui tanto siamo affezionati sin dal primo episodio.

Un ritorno in grande stile di questo franchise, un ritorno che fa ben sperare per il futuro della serie e, mi sento di dire, un acquisto obbligato per tutti i videogiocatori. 

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L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

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