Resident Evil Village, l’hype ai tempi del covid

Resident Evil Village

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7.5

Niente male

Resident Evil Village, l’hype ai tempi del covid

Piccoli brividi

Resident Evil Village, l’hype ai tempi del covid

Tanto il 2020 è stato un anno complesso e inconcludente, quanto il 2021 ha l’arduo compito di chiudere i conti in sospeso. Sarà difficile, ma tantissimi studi di sviluppo ci stanno provando. Sarà ancora più difficile per chi, soprattutto in Giappone, deve fare i conti con le più longeve delle sue produzioni. Capcom è una di queste, visto che Resident Evil, il suo franchise storicamente più importante, spegne ben 25 candeline. Mica poco. Non stupisce quindi che Capcom abbia voluto iniziare l’anno festeggiando con uno Showcase dedicato. Le aspettative erano modeste, visto che la comunicazione si è focalizzata prettamente su Village, ma in questo senso non sono state affatto deluse.

Resident Evil Village arriverà il 7 Maggio di quest’anno, salvo sorprese dell’ultima ora. Molto più presto del previsto, visti i tempi in cui viviamo. Non solo, ad accompagnare questa lieta notizia è stata resa disponibile anche una demo, esclusiva per PlayStation 5, intitolata Maiden. Come molti fan in tutto il mondo, anche io mi sono lanciato sul playstation store. L’hype era tantissimo, e la possibilità di toccare con mano una produzione così importante è qualcosa da non dare mai per scontato. Maiden ci dà un assaggio sia a livello tecnico che di esperienza, con alcuni accorgimenti espressamente dedicati a PlayStation 5. Audio spaziale 3D e feedback del Dualsense sono la proverbiale ciliegina di un pacchetto che non delude affatto.

I 60 fotogrammi al secondo si sentono tutti, e la resa delle texture con la tecnica della fotogrammetria è eccezionale, pur mostrando il fianco a qualche critica. Del resto, le console di nuova generazione sono roba nuova e il RE Engine pur essendo eccezionale non riesce ancora a mostrare al meglio i muscoli delle nuove macchine. A voler essere pignoli, la volontà di far uscire Resident Evil Village anche su PlayStation 4 e Xbox One è già un indizio sufficiente sulle scelte fatte da Capcom. Il salto generazionale, vuoi per i problemi di sviluppo causati dal covid, vuoi per l’attuale e relativa scarsità di console vendute, è da rimandare a data da destinarsi. Meglio accontentare tutti, con qualche compromesso qua e là, che rinunciare a una fetta di pubblico ancora forzatamente impossibilitata dal lanciarsi sulle nuove piattaforme.

Compromessi che però non sembrano aver intaccato la visione artistica del progetto. Resident Evil Village è bizzarro e un po’ folle, con l’internet che sembra averlo già reso un cult per la presenza di un personaggio dall’aspetto piuttosto imponente. Alcina Dimitrescu ha spopolato sui social per il suo aspetto giunonico e uno charme che stride con la natura orrorifica della serie, ma a cui in molti proprio non riescono a resistere. A completare il quadro, ci pensano poi un castello dell’Europa dell’Est con una corte composta da sole donne, tutte con una fascinazione piuttosto particolare per il sangue; un villaggio ricolmo di mostri, il cui aspetto ricorda quello di lupi mannari.

Resident Evil Village non ha ancora mostrato appieno il suo lato più bizzarro, ma già questo veloce assaggio ci ha trasmesso molta curiosità. In tanti si saranno chiesti: “Ma questo è Resident Evil?”. Personalmente non mi sono mai posto questa domanda, trovo che la serie abbia sempre reinventato sé stessa, anche in termini di immaginario. Del resto è di un horror dal sapore di B-movie che stiamo parlando, non di The Last of Us.

Maiden mostra la stessa anima che pervade ogni angolo di Resident Evil 7: un’avventura in prima persona piena di atmosfera e dal gameplay che riesce a restituire il feeling più classico della serie. Muovendo i primi passi nel castello di Lady Dimitrescu, ho ritrovato tutto il sapore horror della prima avventura di Ethan, con qualcosina in più. Enigmi e atmosfere gotiche del castello pescano a piene mani dalla Villa Spencer di Resident Evil o dall’avventura spagnola di Leon in Resident Evil 4.

Le cortigiane inseguitrici, con tanto di matrona Dimitrescu a sbucare dalle porte (come si vede nel trailer) ricordano i bei tempi di Mr. X e del Nemesis originale (non scomodiamo il Remake per questo). I rimandi a Resident Evil 4 si sprecano, e tutti i progetti mostrati durante lo showcase sembrano puntare nella direzione di un remake.

Il film in CGI Netflix “Infinite Darkness” riprende Leon e Claire dopo gli eventi del 4, e in termini di ispirazioni visive e di gameplay anche Resident Evil Village non nasconde un certo citazionismo per l’opera magna di Shinji Mikami. Difficile restare insoddisfatti dopo le ultime rivelazioni del nuovo capitolo della saga, nonostante il 25° anniversario non abbia poi lasciato spazio a molto altro. Il crossover con The Division 2 era piuttosto fine a sé stesso e anonimo, e su Re-verse faccio fatica anche solo ad esprimere un parere che non preveda l’uso di francesismi un po’ accesi.

Lo showcase di Resident Evil, ma anche tutta la comunicazione intorno ad esso, è specchio dei tempi che stiamo vivendo. Ad andare avanti sono progetti che hanno già da tempo trovato la loro forma definitiva, ma non c’è spazio per molto altro. Le sorprese sembrano un po’ improvvisate, messe a contorno di un piatto che ha già richiesto una certa fatica per essere portato sulle nostre tavole. Un’allegoria culinaria che a mio modo di vedere descrive benissimo quanto visto nel Resident Evil Showcase.

Ed è per questo che aspetto con ancora più interesse Resident Evil Village: lo sforzo produttivo di Capcom, con annessa demo dedicata, è qualcosa che noi videogiocatori non dobbiamo dare più per scontata. Ci sarà tempo e modo per fare le pulci al titolo quando arriverà sugli scaffali, ma per ora scelgo di lasciarmi trasportare dalle atmosfere di Maiden e dai meme dedicati a Lady Dimitrescu. Va bene così.

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Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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