Metro: Exodus – 5 motivi per cui vale la pena acquistarlo

Metro Exodus

Best Shooter - E3 2018
PC PS4 Xbox One
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8

Imperdibile

Metro: Exodus – 5 motivi per cui vale la pena acquistarlo

Il ritorno di Metro

Metro: Exodus – 5 motivi per cui vale la pena acquistarlo

Dopo due ottimi episodi risalenti alla scorsa gen (e riemersi su PS4 e Xbox One – oltre che su PC – grazie a delle gradite remaster), la serie Metro è finalmente approdata sull’attuale generazione di console, e lo fa col botto: senza più limitazioni tecniche, e con la storia di Artyom che prosegue e travalica i bui confini delle metropolitane di Mosca, le ambientazioni si aprono e allargano, offrendo molte più opzioni di approccio, ma anche attività (secondarie e non) e sfide.

Oggi troverete Metro: Exodus in offerta nel Calendario dell’Avvento di GameStop Zing, e allora perché non scoprire cosa lo rende così interessante?


1 Una storia coinvolgente

Da buon seguito di Metro 2033 e Metro: Last Light, tratti dagli splendidi romanzi di Dmitrij Glukhovsky, anche Metro: Exodus continua la tradizione di offrire uno sparatutto coinvolgente, ma soprattutto impreziosito da una storia appassionante. Un susseguirsi di eventi da vivere ancora una volta nei panni di Artyom, ora impegnato in un viaggio in treno attraverso una Russia martoriata e post-apocalittica in compagnia dell’amata Anna, del Colonnello Miller e dei pochi superstiti in cerca di una nuova casa lontano dalle radiazioni.


2 Che atmosfera!

Nonostante l’uscita dalle metropolitane che danno il nome alla saga (e ai romanzi da cui è tratta), i momenti cupi e atmosferici non mancano, anzi: alle parti aperte e “solari” (si fa per dire: le mappe pullulano comunque di creature mostruose!) si alternano sezioni più classiche e su binari, nere come la pece, da affrontare con i brividi dietro la schiena, con la sola luce di un accendino a fare strada nel buio più totale. Una trovata che dona maggiore respiro e varietà all’esperienza.

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3 Duro e puro

Ultimamente vanno sin troppo di moda i contenuti extra di ogni genere nei videogiochi, studiati per tenere i giocatori avvinghiati a un titolo anche a discapito della qualità finale. 4A Games, noncurante delle tentazioni del mercato, ha preferito focalizzare le sue energie e risorse su un’esperienza puramente single player, longeva e piacevole, senza multiplayer, skin simpatiche e amenità varie. Un motivo di plauso in un mare di team di sviluppo che se ne inventano una più del diavolo per guadagnare, anche a costo di snaturare la propria opera.


4 Un mondo (quasi) aperto

Le nuove mappe aperte in cui è diviso il mondo di gioco offrono un Metro ben diverso da quello del passato, insieme a vere e proprie missioni, principali e secondarie, da portare a termine. Più elementi da esplorare, vaste aree in cui perdersi e sperimentare con gli approcci (più stealth o più spara-spara? A voi la scelta), ma senza troppi filler perché anche le quest opzionali, per quanto evitabili, si lasciano apprezzare perché offrono qualche interessante elemento narrativo, e ci fanno scoprire qualcosa in più sull’affascinante background della serie. Una scelta di design che ci è piaciuta e non poco, e che potrebbe convincere anche chi non ha mai digerito le ambientazioni troppo claustrofobiche dei predecessori.


5 Un passo verso S.T.A.L.K.E.R.

Chi conosce il passato di 4A Games, sa che a fondare lo studio sono stati ex membri di GSC Game World, i creatori del leggendario S.T.A.L.K.E.R., un diamante grezzo del passato (uscito nel 2007) e che molto aveva a spartire con ciò che sarebbe poi diventata la serie Metro, solo molto più aperto tanto nella progressione quanto nell’approccio, al punto da offrire persino un comparto multiplayer. La sensazione è che il team, ora trasferitosi a Malta, stia piano piano trasformando la sua nuova saga nella sua vecchia opera, e chissà che il prossimo episodio non sia il definitivo anello di congiunzione tra quei due mondi. Noi, non troppo segretamente, ci speriamo.



Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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