Man of The Match, intervista al Founder e CEO Gilad Tsur Mayer

Il CEO di Man of the Match ci ha svelato qualche dettaglio sul videogioco di calcio che si pone degli obiettivi più che innovativi

Man of The Match, intervista al Founder e CEO Gilad Tsur Mayer

Di recente vi abbiamo parlato di Man of the Match, il nuovo videogioco gratuito dedicato al mondo del calcio che da pochi giorni è approdato sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter. Man of the Match, in arrivo nel 2025, si pone un obiettivo a dir poco innovativo: replicare quanto più possibile il calcio reale e proiettare la nostra persona direttamente sul campo (grazie a una companion app) in una squadra 11vs11.

Insomma, ci alleneremo, ci iscriveremo a un club e disputeremo i match con la possibilità di guadagnare anche qualche soldino vero: ve ne parliamo nel dettaglio nella nostra anteprima dedicata.

Il progetto ci ha molto incuriosito perché pone l’accento su alcune novità che potrebbero realmente rivoluzionare il calcio videoludico. E, proprio per voi lettori di GameSoul.it, abbiamo preso la palla al balzo e scambiato due parole con Gilad Tsur Mayer, Founder e CEO di Man of the Match, che ha risposto dettagliatamente a tutte le nostre curiosità.

Gilad Tsur Mayer è un un “software engineer esperto” e lavora da oltre 10 anni nella tech industry. Insieme al Game Director Jeremy e il CTO Ori (con molti anni di esperienza nella Game Industry) stanno creando quello che, su carta, potrebbe davvero segnare un nuovo inizio nel calcio giocato con un controller tra le mani.

Cosa ci ha raccontato su Man of the Match? Scopriamolo!

Gilad Tsur Mayer


Ciao Gilad e grazie per questa intervista. Partiamo subito con una domanda a bruciapelo: come è nata l’idea di Man of the Match?

Domanda interessante! Sapete, in effetti l’idea ha 17 anni. Immaginate questo: avevo 21 anni, ero appassionato di PES e all’epoca c’era questa fantastica modalità modifica. Come ogni ventunenne, ho personalizzato uno degli attaccanti per farlo assomigliare a me, cercando di conseguenza di segnare il più possibile. Ma non mi sono fermato lì. Ho modificato l’intera rosa, il club e immaginato che stessimo giocando tutti insieme per vincere il campionato. È stato allora che ho avuto l’illuminazione: perché non trasformare tutto questo in realtà? Se mi conosceste, sapreste che quando ho un’idea in mente vado fino in fondo.

Così, da ventunenne, ho inviato e-mail a tutti gli investitori che conoscevo, proponendo il mio “business plan” un po’ goffo ma, indovinate? Non molti erano interessati. Ero giovane, inesperto e la tecnologia non era così avanzata. Solo una persona mi ha preso abbastanza sul serio da dirmi: “Ascolta, ragazzo, magari prova a fare qualcos’altro”. E così ho fatto. Il tempo è volato, ho ricoperto posizioni di rilievo nel settore tecnologico e me la cavavo piuttosto bene. Ma circa 2 anni fa ho sentito come se mancasse qualcosa. Mi sono chiesto: “Se potessi fare una qualsiasi cosa, cosa faresti?”. E l’idea di quel gioco (ancora con lo stesso nome) mi è tornata in mente.

In questi anni i videogiochi di calcio hanno subito una certa evoluzione e hanno persino cambiato nome. Che tipo di esperienza si ritroveranno tra le mani gli appassionati di calcio videoludico?

In questo momento, nel mondo ci sono miliardi di persone che hanno lo stesso sogno d’infanzia: diventare calciatori. Che sia per sfortuna o, se siete come me, per mancanza di talento, potreste non aver realizzato quel sogno.
“Man of the Match” vi dà una seconda possibilità, offrendovi l’esperienza definitiva per rivivere il sogno della vostra infanzia.

Da quel che abbiamo compreso, Man of the Match vuole essere un’esperienza simulativa ben diversa dalle altre che ci proietterà all’interno del gioco grazie a una companion app per smartphone. Secondo te, in questo modo, il giocatore potrebbe sentirsi più partecipe alle dinamiche di ogni singolo match? E in che modo potrà iscriversi a un nuovo club?

Sarò un po’ filosofico e dirò che questo non vale solo per il calcio o i videogiochi, ma per l’intera industria dell’intrattenimento: perché la gente guarda i film? Perché per una, due o anche tre ore (visto che oggi i film tendono ad allungarsi), si vuole CREDERE nella trama. Si vuole CREDERE nel personaggio. Si vuole CREDERE nell’eroe. Durante questo lasso di tempo si cerca una via di fuga, sperando di accantonare momentaneamente le proprie preoccupazioni e di immergersi a fondo nella narrazione. Di fatto, si VIVE in quel mondo.
“Man of the Match” si propone di offrire molto similmente quel “clima immersivo”. I club e giocatori avranno storie ed esperienze create in modo unico da voi giocatori e dai vostri compagni di squadra. E la parte migliore? L’eroe è qualcuno che conoscete bene: VOI STESSI!

Avete dichiarato che Man of the Match punta a essere il titolo calcistico più simulativo mai visto. È stato presentato come un videogioco free to play ma anche play to earn, ovvero che gli atleti virtuali potranno guadagnarsi il proprio stipendio con denaro reale. Puoi spiegarci come può essere possibile?

Uno dei nostri valori fondamentali è garantire che il nostro gioco rispecchi il più possibile la realtà. Se non si verifica nella vita reale, è probabile che non si verifichi nemmeno nel nostro gioco.
Fortunatamente, i videogiochi di calcio real-life sono aperti alle pubblicità e agli sponsor, e noi ne stiamo approfittando. Stiamo collaborando con sponsor di diverse regioni e per ogni Paese c’è un premio specifico. Immaginate questo: una grossa somma di denaro ottenuta da tutti gli sponsor per il mercato italiano. Alla fine di ogni stagione, la distribuiamo a tutti i club della nazione. E c’è di più, perché non saranno solo i campioni a ricevere il premio, ma tutti!

Calcio simulativo o arcade? Nel corso degli anni i videogiocatori sono diventati sempre più esigenti e amano vedere situazioni spettacolari con i propri beniamini con la palla tra i piedi. Che filosofia abbraccia Man of the Match?

Come detto, il nostro obiettivo è far sì che i giocatori si sentano come se stessero guardando una partita di calcio dal vivo. Se non riusciamo a offrire questa esperienza, non stiamo portando a termine la nostra missione. A differenza di altri videogiochi, non troverete “caratteristiche esagerate” come acconciature verdi o rosa o un gameplay in stile arcade ricco di innumerevoli trucchetti. Man of the Match richiede invece pensiero strategico e lavoro di squadra, intelletto, e non rapidità nelle dita.

Molti titoli calcistici sono studiati anche per brevi sessioni. Se non abbiamo capito male, ogni match è fissato a una determinata ora e giorno un po’ come nella realtà. Cosa succede se dovessimo saltare una data del calendario o se non saremo costanti nel nostro allenamento?

Le nostre competizioni ufficiali seguono un calendario fisso, questo è vero. E se vi capitasse di perdere una partita, vi sostituirà un bot. Tuttavia, per coloro che preferiscono un ritmo più rilassato oppure che non possono sempre rispettare i tempi restrittivi delle competizioni ufficiali, offriamo in alternativa la possibilità di giocare a tornei che si terranno occasionalmente, giornalmente o nei fine settimana. Quindi, sia che abbiate perso una partita o che vogliate semplicemente giocare per divertimento, per voi c’è sempre un posto al tavolo.

Un gioco creato da una community per una community. Detta così sembra un progetto assai invitante e che potrebbe attirare un gran numero di videogiocatori. Pensi che la formula di MOTM possa avvicinare anche coloro che per anni hanno giocato con altri titoli calcistici?

Credo che il nostro gioco possa attrarre anche chi non ha mai giocato a calcio ma cerca un’esperienza coinvolgente. Siamo fortemente impegnati ad ascoltare la nostra community, che per molto tempo si è sentita trascurata. Stiamo creando forti legami con i leader delle varie community, come il mio amico SimoPlay, il rappresentante italiano. Non solo comprende la nostra visione, ma la trasmette anche efficacemente.

Forse la domanda potrebbe sembrare abbastanza scontata: MOTM beneficerà di alcune licenze ufficiali?

Le licenze possono essere suddivise in due gruppi: calciatori e club. Per quanto riguarda i calciatori, non abbiamo bisogno di licenze perché i giocatori siete, in sostanza, voi. Per quanto riguarda i club, preferiamo mantenere una certa distanza. Il loro coinvolgimento potrebbe danneggiare le sponsorizzazioni, incidendo potenzialmente sul nostro modello di business.
Detto questo, credo che sarebbe molto interessante se una vera squadra di calcio potesse essere presente nel nostro gioco. In questo modo, le persone potrebbero vivere l’esperienza di giocare con o contro il loro club preferito!

Grazie per aver risposto alle nostre domande e buon lavoro con il vostro Football-verse.

“Grazie mille” per questa intervista! Il pubblico italiano è uno dei più importanti che abbiamo, e la sua passione è davvero notevole. Non vedo l’ora di giocare con tutti voi. Ci vediamo molto presto!


Da quando ha viaggiato nel tempo a bordo della Time Machine DeLorean DMC-12 la sua vita è cambiata radicalmente. Amante dei viaggi del tempo, predilige le console dai tempi del NES.

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