Little Big Planet 3 – Hands On e Intervista a Tom O’Connor

Little Big Planet 3 – Hands On e Intervista a Tom O’Connor

Milano – Tra i numerosi booth di questa Games Week, difficile non notare il padiglione di Sony. L’intera armata PlayStation spiegata e una quantità invidiabile di postazioni gioco piene zeppe di triple A interessanti a portata di mano hanno attratto come il miele numerosi giocatori, provenuti da ogni angolo del paese per investire qualche minuto in compagnia di Bloodborne, The Order 1886 e Driveclub. In mezzo ad una Golconda entusiasta siamo riusciti a provare nuovamente Little Big Planet 3, nuova incarnazione di uno dei franchise più celebri dell’universo Sony che, per la prima volta, affronta la sfida next gen. Le avventure del celebre Sack Boy sbarcano finalmente su PlayStation 4, con un gameplay aggiornato e rivisitato come si deve, un comparto grafico interessante e, come ormai saprete tutti, tre nuovi personaggi giocabili dotato ciascuno di abilità peculiari.

Little Big Planet 3 non tradisce le proprie origini, confermando ancora una volta un sistema di user generated content che funziona alla perfezione, capace di spremere all’inverosimile la fantasia del giocatore. Poco da fare, dopo cinque iterazioni (tre su PS3, una su PSP e una su PS Vita) la geniale creatura ideata da Media Molecule e ora nelle mani di Sumo Digital ha dato prova della propria versatilità, con milioni di livelli creati dalla community e una quantità di contenuti di gioco difficilmente ravvisabili da altre parti. Little Big Planet 3 parte da tutto questo, innovando ulteriormente il proprio gameplay (come già vi abbiamo raccontato in occasione della nostra precedente prova in quel della gamescom), sperimentando nuove soluzioni di gioco che già da ora brillano per immediatezza e capacità di coinvolgere il giocatore.

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Questo perché, come affermato dal Tom O’Connor (senior producer di SCEE e vittima designata dei nostri microfoni) Little Big Planet 3 è tradizione ed evoluzione, la natura espansione di un universo enorme e dalle potenzialità inespresse ancora incredibili. La stessa concezione del gioco, ci racconta Tom, è evoluta: tutto è partito dal Sackboy, protagonista di un platform esclusivamente bidimensionale e, al di là di un Creation Mode impressionate, “vittima” di una serie di livelli prevalentemente lineari. Ora la musica è cambiata: i livelli sono molto più grandi, ricchi di segreti e di sequenze speciali che richiederanno di sfruttare abilità uniche. Abilità che, manco a farlo apposta, provengono da Toggle, Oddsock e Swoop, i tre nuovi assistenti del nostro eroe, e che donano una profondità del tutto inedita a quello che, all’apparenza, potrebbe sembrare un restyle grafico di un vecchio successo.

Sì, sottolinea il producer, perché LBP3 non è solo evoluzione grafica: la profondità dei livelli, ad esempio, aggiunge una nuova dimensione esplorabile al playthrough. I puzzle sono più articolati e complessi (non più solo una leva da tirare o un carico da spostare), rendendo di fatto questa terza declinazione più simile ad un adventure game che ad un classico platform. E poi c’è la fisica, chiave di volta dell’intera esperienza: ogni personaggio ha delle caratteristiche diverse (peso, agilità, doppio salto o capacità di volare), fattori da cui dipende pesantemente un level design molto più vario e poliedrico rispetto alle passate declinazioni.

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Mentre parliamo con Tom, difficile capire chi sia più entusiasta dell’hands on di LBP 3. Decidiamo di punzecchiarlo sul vivo, affermando come – ad una priva prova – la presenza di un set di quattro personaggi rischi di rendere il gioco (e la soluzione dei puzzle) più facile di quello che può sembrare sulla carta. “Niente di più sbagliato” è la sua risposta. All’inizio del gioco, infatti, potremo contare sui servigi del solo Sackboy. Man mano che si procede, incontreremo i nostri nuovi assistenti, li porteremo “nella nostra squadra” e solo a quel punto diventeranno effettivamente utilizzabili. Inoltre, non sarà possibile switchare liberamente da un PG all’altro: dovremo trovare degli appositi Change Gates, attraverso i quali selezionare uno dei quattro eroi con cui procedere. “Questa è una scelta più che naturale“, afferma Tom, “altrimenti un giocatore potrebbe scegliere di utilizzare Swoop e volare sino alla fine del livello perdendosi la totalità delle sfide proposte e dei contenuti“. E credeteci, di cose da scoprire in LBP3 ce ne sono davvero tantissime.

Con Little Big Planet abbiamo creato un nuovo genere di gioco, orientato alla creazione e condivisione dei contenuti generati dall’utente. La customizzazione è dunque un aspetto fondamentale del gioco, e in LBP3 essa viene spinta a nuovi livelli con un nuovo Creation Mode“. Al solo pensiero di qualcosa più evoluto e ricco di quello del precedente episodio principale strabuzziamo gli occhi. “LBP3 vanta un editor impressionante, con migliaia di oggetti utilizzabili e una possibilità di combinazioni… praticamente infinita! Elementi di scena dinamici o statici, skin per i personaggi, interruttori: c’è tutto quello che potete immaginare, e pure qualcosa di più. I più pigri troveranno già disponibili tutte le creazioni del precedente capitolo, potenziate come si deve per non sfigurare su PS4. Ma questo è soltanto l’inizio: non c’è freno alla fantasia e alle possibilità creative, basta solo trovare il tempo di sedersi, afferrare il Dual Shock 4 e spremere le meningi. Vi sfido a trovare qualcosa di simile!“.

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E noi non ci lasciamo scappare la possibilità, e con una faccia di bronzo encomiabile affermiamo: “e se ti dicessimo Project Spark?“. Tom sorride e ci manda simpaticamente a quel paese in perfetto americano. “Sì, perché LBP3 è migliore, vero?“. Colpito, e stavolta la risata è difficile da trattenere. “Sono due prodotti completamente diversi per natura” ci risponde. “Decidere quale dei due sia migliore non è compito mio, ma vi posso garantire che LBP3 è un qualcosa di unico nel panorama dell’intrattenimento Un personaggio iconico come Sackboy, un universo giocabile di dimensioni mai viste e, a breve, ulteriormente più ricco non sono caratteristiche così comuni. Per non parlare di un multiplayer locale per quattro giocatori divertente ed accattivante. Questo nuovo capitolo ha tutte le carte in regola per confermarsi una nuova Killer App di PlayStation 4, e non un semplice more of the same con gli abiti del giorno di festa. Provatelo da soli e noterete quando il suo gameplay è migliorato in questa transizione next gen. Provatelo in compagnia e non mollerete più il vostro Dualshock 4“. Novembre non è poi così lontano, e per l’allegra squadra capitanata dal pupazzo di pezza più famoso dei videogiochi si prospetta un inverno davvero rovente. Parola di Tom O’Connor.

Bello, simpatico, intelligente e super esperto di videogiochi, ha sviluppato un'incredibile capacità nello scrivere cazzate.. Gioca ai giochini elettronici dall'86 e ci scrive a riguardo dal 2006 o giù di lì.. Ma non fateglielo notare, che poi si monta la testa..

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