Guild Wars 2: Heart of Thorns – Recensione

Guild Wars 2: Heart of Thorns – Recensione

Tutto ha avuto inizio il 28 Agosto 2012. I ragazzi di ArenaNet, con l’intento e la voglia di porre fine al dominio di World of Warcraft nel mercato dei MMORPG, hanno portato sui desktop di molti utenti, italiani e non, Guild Wars 2, il titolo che sarebbe dovuto essere l’anello di rottura tra i Massive Multiplayer Online datati e quelli in arrivo nel corso degli anni futuri.

Sebbene non sia stato facile colpire al fianco il mastodontico titolo del colosso Blizzard, ArenaNet sarà per sempre ricordata nel campo degli MMO per aver innovato delle meccaniche ormai vecchissime, andando in modo tangibile e importante ad influenzare lo sviluppo dei nuovi titoli usciti in questo ultimo periodo: la formula non era di per sé forgiata dal nulla, ma prendeva spunto da vecchi titoli andando a creare un mix eterogeneo, di stili e di gameplay, tale da portare al successo questo secondo capitolo della saga di Guild Wars.

A più di tre anni di distanza, con l’attesa di tutta la community di GW, ArenaNet ha finalmente lanciato sul mercato la prima grande espasione per Guild Wars 2, nominata Heart of Thorns. Il 2015, come abbiamo già visto anche per Final Fantasy XIV: A Realm REborn (a questo link trovate la recensione dell’espansione Heavensward), sembra essere diventato l’anno della rivoluzione, l’anno durante il quale molti titoli appartenenti a questo genere così controverso quanto affascinate hanno voluto fare il salto di qualità, rivoluzionando la vita virtuale di tutti i giocatori.

Heart of Thorns non è da meno, portando con sé tutte quelle novità e features che i giocatori aspettavano da tempo a Tyria, soprattutto dopo un ultimo anno non troppo brillante in termini di contenuti. Adesso mettiamo da parte i discorsi prolissi e buttiamoci a capofitto nel profondo della giungla.

HoT, per abbreviare, è un’espansione che possiamo definire, senza alcun dubbio, ricca: la definiamo ricca perché oltre ad una nuova storyline di cui parleremo tra poco, le cose da fare sono veramente tante, e ad un primo impatto è possibile che i neofiti del gioco, o comunque i giocatori più casual, possano sentirsi frastornati dopo aver varcato il portale per le nuove mappe. Ma su questo torneremo dopo.

Heart of Thorns, come abbiamo detto, introduce una nuova ed inedita storyline nel gioco dove il nostro alter ego si troverà in mezzo ad una banda di eroi che noi tutti conosciamo bene, pronti a tutto pur di sventare il malvagio complotto messo in piedi da Mordremoth, l’ultimo tra i Draghi Antichi ad essersi risvegliato, il quale sta terrorizzando l’intero mondo di Tyria. Conosciuto anche come il drago della giungla, Mordremoth si è risvegliato nel corso della precedente Living Story, grazie all’aiuto di Scarlet Briar, una brillante sylvari che, soggiogata dalla forte influenza del drago, lo ha aiutato a risvegliarsi riempiendolo di tutta l’energia che necessitava. Questo processo, che ha visto desolazione e morte, ha portato persino alla distruzione della capitale di Tyria, Lion’s Arch.

Ora, dopo aver scoperto che i sylvari sono caduti sotto l’influenza di Mordremoth, noi, un comandante dell’alleanza nominata Destiny’s Edge, dovremo guidare questo piccolo gruppo di eroi nei profondi meandri della giungla, così da sopraffare i Mondrem (l’esercito del Drago) e porre fine per sempre al dominio di terrore del cattivo.

Onde evitare spoiler di qualsivoglia tipo, non andremo a narrare nel dettaglio ciò che accade successivamente, in modo che ognuno possa godersi a pieno la nuova storyline. Godersi a pieno? Esatto. Se c’è una cosa che ci ha colpiti positivamente di Heart of Thorns è sicuramente la componente narrativa. Rispetto alla prima storyline, durante la quale, come vi ricorderete tutti, dovevamo distruggere per sempre l’Elder Dragon Zhaitan, il percorso che ci conduceva allo scontro finale era privo di pathos, con scene di intermezzo fin troppo scriptate, che non donavano quel senso cinematografico che avremmo voluto. Ora, a tre anni di distanza, sembra che ArenaNet abbia imparato la lezione, portando sui nostri monitor una sceneggiatura ben realizzata, che sa sorprendere il giocatore, con colpi di scena intriganti, sequenze in computer grafica degne di questo nome e soprattutto con qualche lacrimuccia qua e là che verserete sicuramente più di una volta nel corso dell’avventura.

La storyline, suddivisa in quattro macro Atti, vi accompagnerà per circa 5-10 ore, a seconda del tipo di approccio con il quale vorrete affrontarla: se avrete fretta, una speedrun vi farà perdere tutto quello che ANet ha saputo migliorare in questi anni, soprattutto se consideriamo che la quest principale vi guiderà all’interno di tutte e 4 le nuove mappe di gioco che, a nostro parere, sono visivamente impressionanti.

Inoltre, gli sviluppatori hanno fatto in modo che in ogni missione (o quasi) ci sia la possibilità di completare determinati achivement che permetteranno così di aumentare i nostri Achivement Points totali, e ci regaleranno un oggetto (amuleto, in questo caso) asceso, per migliorare il nostro set in vista delle prove più dure.

La trama procede bene, senza intoppi di sorta, e riesce ad affascinare il giocatore che si ritroverà in un battito di ciglia di fronte allo scontro finale. Uno scontro finale del quale, seguendo la stessa politica di prima, non vi diremo alcunché, ma sappiate che saprà regalarvi grandi soddisfazioni, sebbene il finale non concluda come si deve quel climax ascendente che si era creato in corso d’opera.

Lasciando da parte la più adulta e coinvolgente componente narrativa di HoT, è il momento di gettarci di testa in quello che è la parte fondamentale di ogni MMORPG: il gameplay. Quando si parla di gameplay in un MMO si fa riferimento ad una serie immensa di fattori che influenzano non solo lo stile di combattimento del giocatore, ma tutto quel microcosmo che si crea intorno al proprio alter ego, con il quale andiamo ad affrontare tutte le sfide che il gioco può riservarci. L’obiettivo di questa espansione era quello di andare a stravolgere non la struttura stessa del titolo, che rimane comunque pressoché invariata, ma provare ad introdurre delle novità che a lungo termine avrebbero tenuto il giocatore incollato alla tastiera, rendendo la vita reale un sogno lontano.

Heart of Thorns è riuscito in questo intento, introducendo una mole importante di features tali da lasciare, almeno in un primo momento, sconvolti. La prima novità che risalta subito all’occhio non appena diamo uno sguardo tra i menu, e come avevamo già potuto vedere nel corso delle 3 Closed Beta degli scorsi mesi, è la presenza di una nuova Specializzazione. Ogni classe ha adesso a disposizione una nuova linea di tratti, che si aggiunge ai 5 già presenti, andando a modificare in modo pesante lo stile di combattimento e le varie build che i giocatori si erano creati nel corso di questi anni. La nuova specializzazione permette ad ogni classe di utilizzare una nuova arma, a patto che venga selezionata la sottoclasse di riferimento, e introduce una serie di skill, da quella di cura, alle utilily e fino alla skill elite, totalmente nuove, creando una maggiore varietà nella creazione delle build.

ArenaNet sembra aver risolto in questo modo il problema del Meta Game, un sistema utile quando crudele, soprattutto per i nuovi giocatori: quando si parla di Meta in un MMO infatti si fa riferimento ad uno specifico sistema dove per affrontare Dungeon e contenuti PvE, i giocatori costruiscono delle build statiche e fisse, che tutti i giocatori devono avere se vogliono partecipare a queste attività. Guild Wars 2 è stato colpito da questo “cancro”, che come una piaga si è diffuso a macchia d’olio, andando a minare l’esperienza di gioco di molti utenti, che per volontà o per impossibilità a livello di risorse, non potevano ottenere l’equipaggiamento necessario per una Build Meta.

Adesso, con l’introduzione delle nuove Specializzazioni Elite, sembra che la storia sia cambiata, portando una ventata di aria fresca in quella che è la realizzazione delle build. Ovviamente GW non è ancora fuori pericolo, considerando che in giro se ne vedono di nuove e sembrano aver già preso il sopravvento su altre. Solo il tempo ci chiarirà meglio questo problema.

La nuove Elite Specialization non hanno lo scopo di essere più potenti delle vecchie specializzazioni – non c’è bisogno di sbloccarne una per creare una build potente –, semplicemente espandono lo stile di gioco e il sapore delle professioni verso nuove direzioni. Per sbloccare tutte le specializzazioni, ma soprattutto quelle nuove, saranno necessari gli Hero Points che potrete trovare in tutte le nuove mappe, nel cuore della giungla di Maguuma. Gli Hero Points sono sfide sparse per tutto il mondo di Tyria che vi permetteranno di accumulare punti che serviranno a sbloccare le specializzazioni, e alcuni di questi, nelle nuove mappe, richiederanno specifiche Mastery per accedervi.

Il Mastery System è un intero nuovo modo di progredire con il proprio personaggio una volta raggiunto il livello massimo. Infatti, al livello 80, invece di guadagnare livelli come accadeva in precedenza, aumenteremo il nostro livello Mastery. Guadagnando punti Mastery, il nostro alter ego potrà sbloccare nuovi modi per interagire con il mondo circostante e intraprendere nuove sfide. Più punti mastery guadagneremo, più abilità sbloccheremo per esplorare in maniera completa tutte le nuove mappe e combattere con gli avversari più incredibili.

Se c’è un aspetto che ci ha piacevolmente sorpreso delle nuove mappe è la verticalità di queste ultime: ogni zona, in modo differente e caratterizzante, ci pone di fronte a scenari mozzafiato tutti sviluppati in verticale, tra enormi radici che scendono giù nelle profondità della terra fino alle correnti ascensionali che ci portano in alto nel cielo. Questa verticalità così accentuata (e gradita) ha permesso agli sviluppatori di introdurre un sistema di movimento e navigazione della mappa alternativo alle mount: il gliding. La prima Mastery a nostra disposizione, e la prima che vi consigliamo di sbloccare, è proprio questa: il gliding permette infatti ai giocatori, dopo aver effettuato un salto, di planare dolcemente verso zone che prima risultavano irraggiungibili. Inoltre, come abbiamo accennato qui sopra, la presenza di questa verticalità, permette di essere sfruttata e goduta solo dopo aver sbloccato le apposite Mastery, che ci permetteranno di raggiungere le vette più alte e i punti più bassi della mappa.

Ovviamente ogni Mastery avrà diversi livelli, per un massimo di 6 ciascuna, e permetteranno, una volta sbloccati, di utilizzare al meglio la suddetta e unlockare nuove abilità per avanzare nell’esplorazione. Le Mastery di Heart of Thorns sono 4: Gliding, Itzel Lore, Exalted Lore, Nuhoch Lore, e ognuna vi garantirà l’accesso a nuove aree esplorabili attraverso portali, passaggi sotterranei e vi permetteranno di planare e leggere antichi scritti.

Le Mastery saranno inoltre necessarie anche nella storia principale per poter progredire: a determinati step, se non avrete ancora sbloccato la rispettiva Mastery, sarete costretti a guadagnare esperienza per salire di livello. Oltre che nella main quest, saranno utili per accedere ad un nuovo contenuto PvE introdotto con Heart of Thorns: le Adventures. Le Adventures sono sfide ripetibili presenti nel mondo di gioco che andranno dal completare un jumping puzzle fino a combattere contro un boss in un’arena, e garantiranno una ricompensa (bronzo, argento e oro a seconda dell’abilità del giocatore) e dei punti achievements. Vi invitiamo a provare quante più Adventures possibili perché sono un chicca veramente interessante che va a migliorare ed ampliare in maniera efficace la componente PvE di Guild Wars 2.

Guild Wars, tuttavia, non è solo PvE: l’MMO targato ArenaNet è una Community in continua espansione e gli stessi sviluppatori hanno cercato con Heart of Thorns di ricordare a tutti qual è il principio che sta dietro al termine MMO, ossia la collaborazione. Collaborare, sia in PvE quanto soprattutto in PvP, è una fattore fondamentale per poter avere successo, e con i numerosi contenuti introdotti in HoT, i giocatori si troveranno molto spesso fianco a fianco con i propri amici.

Prima su tutte, tra le novità più importanti, è l’introduzione delle Guild Halls. Le Guild Halls sono pezzi di Tyria che le Gilde possono reclamare raggiunto un determinato livello: non appena reclamate, queste aree potranno essere personalizzate, costruendo tutto l’occorrente per creare un luogo dove tutti i membri della gilda potranno trovarsi, confrontarsi e aiutarsi l’uno con l’altro. Che abbiate creato una vostra gilda, e che ne joiniate una, il vostro obiettivo sarà giocare assieme per far crescere dal livello 1 al livello 80 la vostra gilda, in modo tale da sbloccare tutte le infinite possibilità che le Guild Halls possono offrire. Nel quartier generale della vostra gilda sarà possibile, con i giusti requisiti, creare postazioni di crafting, posizionare mercanti di ogni tipo e costruire un’arena nella quale i membri potranno sfidarsi per testare le loro abilità o le nuove build.

Questa novità va ad accrescere in maniera esponenziale il senso di appartenenza ad una comunità che è un aspetto cardine degli MMO. Inoltre, con l’introduzione dei Raid, nelle Guild Halls ci si potrà organizzare per partire alla carica all’interno di questi nuovi dungeon da 10 giocatori. I Raid, attesi da molto tempo su Guild Wars 2, propongo un livello di sfida altissimo, dove la coordinazione e il gioco di squadra saranno la ghigliottina che deciderà le sorti dell’avventura. Suddivisi in ali, i Raid garantiranno ricompense adeguate al livello di sfida, quindi non preoccupatevi, in quanto alla fine della fiera, tutto il sudore speso sarà giustamente ricompensato. ArenaNet ha inoltre affermato che rilascerà una nuova ala a intervalli di tempo nel corso dei prossimi mesi, così da tenere attaccati al mouse i veterani del titolo.

Anche il livello dei Fractals è stato aumentato da 50 a 100, in modo tale da aumentare il livello di sfida: questi dungeon end game hanno adesso dei nuovi malus che accompagneranno i giocatori durante tutto il percorso, fino al boss finale. I malus saranno di diversi tipi, proprio come quelli già presenti fino al livello 50, e i giocatori dovranno adattarsi ed essere pronti ad affrontare tutte le sfide che il gioco ha in serbo per loro.

Per chi ama gli scontri Player vs Player, ArenaNet ha introdotto una nuova modalità nel PvP Strutturato. Adesso, oltre alla classica modalità Conquista, i giocatori potranno sfidarsi nella modalità Stronghold, dove per vincere sarà necessario aumentare le proprie difese evocando truppe e facendo l’upgrade di mura e edifici di difesa. In più, durante lo scontro, sarà possibile evocare un Campione che avanzerà verso la base avversaria e, se non sarà fermato in tempo, aprirà la strada verso il Lord degli avversari consegnandoci la vittoria. Questa nuova modalità, proprio come in Conquista, vede fronteggiarsi 2 squadre da 5 giocatori, ma in questo caso la coordinazione e il tempismo, soprattutto durante la raccolta delle Supply per fare gli upgrade, saranno determinanti.

Per quanto riguarda il WorldvsWorldvsWorld, Heart of Thorns ha introdotto un nuova inedita mappa chiamata Desert Borderland. La mappa è ben strutturata e offre diversi tipi di approcci: con il nostro contingente di giocatori (sempre e comunque guidati da un Commander capace) sarà possibile colpire direttamente e frontalmente il nemico, oppure aggirarlo grazie a diversi passaggi nascosti sparsi per il nuovo Border.

Dal punto di vista prettamente grafico, Heart of Thorns non si allontana molto dalla versione base del gioco: del resto il motore grafico è rimasto lo stesso, e quindi non ci si poteva aspettare uno stravolgimento totale. Tuttavia, sia per una qualità artistica eccellente sia per un’ambientazione veramente ispirata, sembra che HoT sia riuscito a donare nuova vita a questo titolo, offrendo ancora una volta scorci mozzafiato e paesaggi incredibilmente belli. Verdant Brink, Auric Basin, Tangled Depths e Dragon Stand sono 4 mappe che, molto di più rispetto a quello che abbiamo visto fino ad ora, offrono veramente uno spettacolo incredibile, anche e soprattutto per la struttura verticale che gli sviluppatori hanno utilizzato nella loro realizzazione.

La colonna sonora, anch’essa molto ispirata, accompagna alla perfezione tutti i momenti della main quest, facendo provare il peso della terra che cresce sopra le nostre teste mano mano che ci addentriamo nel cuore della giungla di Maguuma. Inoltre, la presenza e l’influenza di Mordremoth, grazie anche ad un buon livello di recitazione, si fa sentire durante le 5 ore di storyline. La presenza dei dialoghi durante gli scontri, inoltre, presenti in questa Living Story con maggior frequenza rispetto al passato, donano un senso di immersione nella storia sicuramente più evidente e sentito.

In conclusione…

Heart of Thorns è un’espansione ben riuscita, il salto di qualità e soprattutto di quantità che tutti i giocatori si aspettavano. La qualità sicuramente in Guild Wars 2 non era mai mancata, ma nell’ultimo anno, l’assenza di nuovi stimoli aveva portato la Community a sfaldarsi, tra coloro che continuavano a macinare ore e ore ripetendo la stessa identica routine e gli altri che avevano deciso di viaggiare verso altri lidi.

Adesso, con Heart of Thorns, i contenuti non mancheranno di certo per un bel po’ di tempo: tra una storyline ben strutturata, cresciuta molto soprattutto dal punto di vista della sceneggiatura, le nuove mappe da esplorare e i Raid, la componente PvE del gioco ha visto un salto di quantità possente, accontentando anche i giocatori più desiderosi.

Ovviamente non mancano i difetti, che però sono comunque smussati da un lavoro generale  da parte degli sviluppatori sicuramente invidiabile. Sebbene il finale della main quest sembri un po’ lasciato al caso, lo scontro finale con voi sapete chi saprà donarvi discrete soddisfazioni, e la presenza degli achivement nella storyline vi costringerà a ripercorrerla più di una volta.

Passi avanti sono stati fatti anche dal punto di vista del PvP e del WWW, grazie all’introduzione di una nuova modalità inedita (Stronghold) e di un nuovo border graficamente e artisticamente molto ispirato (Desert Borderlands).

Guild Wars 2, adesso in versione free-to-play nella sua forma base, è un titolo che tutti dovrebbero provare: l’MMO di ArenaNet è riuscito, rinnovandolo dalle fondamenta, a cambiare per sempre un genere complesso e controverso. Per un prezzo base di 44,90 euro, se amate i Massive Multiplayer Online, non potrete fare a meno di acquistare l’espansione Heart of Thorns. Tre draghi sono andati, adesso ne restano solo altri tre.

Voto: 8/10

Un ragazzo come tanti che vorrebbe trasformare le sue passioni in un lavoro. In un mondo difficile, sebbene di indole pessimista, cerca sempre di trovare il lato positivo delle cose: giocare ai suoi titoli preferiti e godersi tutti gli anime che riesce a divorarsi.

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