Warhammer 40,000: Deathwatch – Enhanced Edition – Recensione

Warhammer 40,000: Deathwatch – Enhanced Edition – Recensione

Warhammer 40k non è solo un franchise Games Workshop che ha segnato trent’anni del mondo ludico, dal gioco da tavolo, passando per il wargame classico, ai GDR carta e penna, fino ad, ovviamente, i videogiochi. Rappresenta anche una delle  più famose  e avvincenti ambientazioni mai concepite, che ha scavato il solco nel quale, col tempo, si vedranno i frutti, come successo ad esempio con Starcraft e il topos dello Space Marine, poi reso celebre da Raynor: è quello nato in quel lontano 1987, ma l’IP stessa ha generato, sopratutto negli ultimi tempi un gran numero di videogiochi, per svariate piattaforme.

Warhammer 40k: Deathwatch: Enhanced Edition è la versione PC rimpolpata e potenziata dell’omonimo titolo uscito su iOS questa estate. Ai giocatori PC non mancano assolutamente giochi di genere strategico (è un campo ormai saturo, nel quale è molto difficile emergere): vediamo quindi se Rodeo Games è riuscita oppure no a far breccia nei nostri duri e strategico-avvezzi cuori.

Un futuro oscuro e remotissimo, nel quale la guerra serpeggia ovunque nel vasto dominio dell’Imperium, ove le archeonavi millenarie solcano il cosmo tramite l’oscura demoniaca dimensione del Warp, condotte dai folli navigator dal terzo occhio.
Ci troviamo nel settore Tarsis, siamo Space Marine e dobbiamo obbedienza cieca solo al Dio-Imperatore, geneticamente modificati, dotati di possenti e pesanti armi e armature, forgiati per la guerra, ci battiamo in questo frangente contro i Tyranid, una delle tante specie ostili della galassia.

Bene o male è tutto qui, non c’è molto da dire sulla trama, e si rivela in realtà come un mero pretesto estetico, per l’utilizzo del fantastico setting che offre un prodotto come Warhammer 40k.

Nel gioco gestiremo in vari scenari la nostra squadra di Space Marine, formata generalmente da cinque componenti, per contrastare l’avanzata nel settore dei Tyranid; questi scenari variano dalle navi alveare alle metropoli, e ogni ambiente avrà sue peculiarità.
Il gameplay è quello di un classico strategico a turni, possiamo paragonarlo alla saga di  X-Com, nel suo essere fortemente microgestionale: tutte le risorse a disposizione sono la nostra compagine di Space Marine, ed è dunque necessario considerare ogni singola mossa sul campo di battaglia.

Campo di battaglia che forma sostanzialmente una scacchiera, dove le mosse attuabili sono tutte gestibili via mouse al nostro turno cliccando sul soldato desiderato: apparirà una griglia quadrettata (il retaggio tablet è evidente) che ci offre un colpo d’occhio immediato  sulla sua situazione: quanta distanza può coprire, quale nemico ha sotto tiro, gli AP a sua disposizione, la situazione attuale dell’armamento.
Gli AP sono i classici punti azione la cui gestione è essenziale per la buona riuscita delle missioni, assieme al posizionamento e la scelta del giusto membro della squadra.

Gli scenari non sono vastissimi, e sopratutto a difficoltà alta, è necessaria una ottima pianificazione per uscirne vivi con più marine possibili. Il posizionamento dei componenti è uno degli aspetti fondamentali, un buon fuoco di copertura lascia la possibilità di raggiungere i vari obiettivi, e tornare al luogo di estrazione sani e salvi, come anche la conoscenza perfetta dei vari ruoli e del tipo di armamento dei soldati; ci sono infatti specialisti del corpo a corpo (Assaltatori) potenti nella corta distanza ma fiacchi a distanze elevate o contro molti nemici, quelli specializzati in armi pesanti (Devastator) potentissimi e veramente essenziali con la loro potenza di fuoco letale, ma lenti e inclini ad essere sopraffatti dalla massa,  oppure i tattici, fanteria più generica armata di fucili mitragliatori.
A ciò si aggiunge che ogni Space Marine, a seconda del clan di appartenenza, avrà delle inclinazioni particolari, con tratti e abilità da sbloccare che lo rendono peculiare rispetto ad un altro della stessa classe.

Le missioni, per quanto si sforzino di presentare una certa varietà, chiedono in genere di portare i nostri Space Marine in luoghi contrassegnati da un simbolo, fare qualcosa, e poi tornare in altri luoghi contrassegnati. Oppure dover resistere per un dato numero di turni prima di un particolare evento. Ma questo non è necessariamente un aspetto negativo.

Conseguire questi semplici obiettivi  infatti, risulta veramente divertente e soddisfacente (sopratutto ad un livello di difficoltà maggiore), visto che se non muoveremo perfettamente i nostri Space Marine tenendo conto del loro ruolo, garantendo allo stesso tempo una perfetta copertura e posizionamento, la morte arriverà rapida e dolorosa, e sopratutto non reversibile; non si può salvare durante una missione, e il nostro soldato non potrà esserci d’aiuto fino alla prossima, se dipartito.

Questo fa sì che anche scenari di scarso respiro spaziale richiedano un deciso impegno, e ci costringano a muoverci a passo di lumaca e a ponderare il da farsi ad  ogni angolo. La pericolosità dei Tyranid infatti non è individuale ma risiede nel numero: un continuo respawn di unità nemiche ci terrà d’assedio praticamente in ogni missione.

Terminata la missione, con più superstiti possibili,  avremo le giuste ricompense, sotto forma di.. carte.
Il sistema di upgrade è basato su un sistema di carte da acquistare con crediti di gioco che, una volta scoperte, diventano pezzi di equipaggiamento, mentre  i punti esperienza accumulati ci permettono di sviluppare tratti e abilità personali dei nostri guerrieri, personalizzate a seconda del clan e della specialità.

L’equipaggiamento potrà essere anche venduto per comprare nuove carte, ma senza possibilità di scegliere il pezzo, un approccio molto casual, sicuramente meno eccitante di un R&D alla X-Com, ma altresì funzionale, a caratterizzare un gioco che fa del suo focus solo il campo di battaglia, la strategia pura, e la rapida discesa sul campo di battaglia.

L’Unreal Engine usato per questa Enhanced Edition non mostra particolari delizie visive. Le animazioni dei nemici e il loro dettaglio è buono, sicuramente migliore della versione mobile, con buoni effetti di luce e ombra,  ma si situa nel range minimo che un gioco di questa portata, al giorno d’oggi, deve offrire. Stessa cosa per i nostri soldati, che sul campo mostrano animazioni accettabili; inoltre nella videata di equip e in quella dell’armeria, troviamo dei bei modelli sia dei nostri combattenti che delle armi, e poco più.

Gli scenari con visuale dall’alto orientabile e ruotabile sono, dal punto di vista estetico, discretamente vari,  non molto grandi, ma di solito forniscono un certo numero di approcci differenti  alla riuscita delle missioni.

Va però fatto un appunto: succede infatti durante l’azione dei nemici, nelle fasi dello  scontro, che nel movimento della telecamera la visuale venga disturbata dalle architetture di gioco, e non si riesca a seguire tutti gli avvenimenti; nulla che infici la giocabilità, ma risulta ben poco elegante e a tratti fastidioso.

Piacevole, adatto e non invasivo l’accompagnamento musicale, ma sopratutto va fatto un plauso alla presenza dei dialoghi: i nostri eroi infatti, alle volte, dialogheranno brevemente, di fatti anche non inerenti alla missione, un dettaglio che può apparire una mera nota di colore, ma che invece è benvenuto a stemperare le tese missioni.

I comandi riadattati per mouse e tastiera funzionano discretamente. Magari avere avuto più scorciatoie da tastiera avrebbe giovato alla rapidità dell’esecuzione, ma nel complesso, nel gioco, le situazioni si governano senza frustrazione, il che è importante per un gameplay del genere.

Totalmente assente, tuttora, il multiplayer purtroppo.

In conclusione…

Avete voglia di uno strategico a turni agile, immediato nelle meccaniche, ma non per questo di scarso impegno?

Allora questo gioco può sicuramente fare  al caso vostro.

L’amore per il meta-universo di Warhammer 40k aggiunge interesse, anche se purtroppo a a questo riguardo è sensibile il divario con produzioni a più alto budget: nessuna cut scene epica e gagliarda accompagnerà le vostre missioni, e la campagna si svilupperà fra brevi briefing e combattimento. Per fortuna  il fraseggio virile, eccessivo e fatalista scambiato fra i nostri eroi smusserà, almeno in piccola parte, il peso di  questa lacuna.

Il sistema di avanzamento è basico, e forse dal lato dell’equipaggiamento, semplicistico, ma la presenza dei clan specializzati, con le proprie tattiche e abilità peculiari, aumenta lo spessore strategico del titolo, che ha un buon grado di rigiocabilità: dopo un giro a Normal, sicuramente pruderanno le mani per riprovare a difficoltà più elevata, complice, e per questi versi vantaggio, la relativa rapidità dei singoli scenari e la preparazione e l’upgrade immediato, sopratutto se già  pratici.

Un vero peccato la mancanza del multiplayer, ma di sicuro l’obiettivo è raggiunto, la nostra fame di strategia è ben saziata da questo titolo.

Voto: 7/10

Lotta strenuamente contro i BSOD

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