Zombi – Recensione

Zombi – Recensione

Se c’è una cosa per il WiiU non verrà sicuramente ricordato, è la misera line-up che affiancò la console il giorno dell’uscita di quasi tre anni fa.
Al di là delle aspettative dei numerosi fan, i titoli da portare assolutamente a casa erano davvero pochissimi: tra questi, spiccava ZombiU, esclusiva Ubisoft che già dai primi rumor aveva incuriosito non poco l’opinione pubblica, grazie alle cupe atmosfere e alle cospicue interazioni con il secondo schermo del gigantesco pad in dotazione, che erano un po’ il marchio di fabbrica del titolo.

Ecco perché, non appena ne è stato annunciato il porting sulle console di nuova generazione, si è levata alta la voce dei dissidenti, convinti che il gioco non possa trasmettere le stesse sensazioni di angoscia e paura, senza l’ausilio della tecnologia di casa Nintendo.
Invece Zombi (privato elegantemente di quella “U” ormai superflua) riesce ancora a sorprendere. A spaventare. Ad insinuare nel giocatore quel fastidioso senso di pericolo che va via solo quando si spegne la console. E lo fa con gli stessi mezzi, opportunamente reimpostati, che aveva tre anni fa.

Non sappiamo ben perché Londra, un tempo centro di aggregazione di tutta l’Europa, sia ora un ricettacolo di morte e putrefazione, in cui gli unici superstiti ancora in vita, strisciano nell’oscurità, tenendosi ben lontani dalle strade principali e dai luoghi un tempo ritenuti sicuri.
C’è stata un’epidemia, probabilmente un virus fuori controllo, una profezia che sembrava predire la fine della civiltà occidentale, ma ora non conta più. Ora è tutto dissipato, perso nell’oceano di sangue versato dalle innocenti vittime britanniche.

Mostri senz’anima ora vagano lungo il Tamigi, in Leicester Square o nei giardini reali di Buckingham Palace; mostri da cui il protagonista di questa triste avventura si tiene distante, cercando disperatamente generi di prima necessità. All’improvviso la sua attenzione è catturata dalla voce di un uomo, proveniente dai numerosi altoparlanti e telecamere disposte in tutta la città; questa persona, questo “salvatore” diventerà in breve tempo la nostra sola chance per fuggire da Londra, con l’eterna promessa di una salvezza non lontana. Grazie alle sue conoscenze infatti, il nostro protagonista riuscirà ad accedere a zone della città prima precluse, mentre svolge i compiti affibbiatigli dal misterioso protettore senza volto né nome. Ed è qui che affiorano le prime domande: chi è costui? Come mai vuole tenerci in vita? Perché non ci permette semplicemente di raggiungere il suo rifugio?

Proseguendo l’avventura, la trama, che soprattutto nelle prime ore di gioco appare fumosa e poco motivante, si dipana, rendendoci partecipi di un quadro decisamente più grande e coinvolgente. Purtroppo l’elevata difficoltà del gioco e l’apparente sensazione di girovagare a vuoto senza un vero e proprio obiettivo, sono fattori che proprio come nel 2012, anche adesso impediscono alla narrazione di decollare in maniera definitiva.

Complici anche un insieme di personaggi poco carismatici, che il più delle volte si limiteranno a fornirci informazioni sui nostri prossimi obiettivi, non risultando mai essenziali ai fini della storia principale. È però l’atmosfera stessa di Zombi che colma queste lacune: infatti il titolo di Ubisoft trascina il giocatore in un inferno senza scampo grazie ad una Londra post-apocalittica perfettamente caratterizzata, tetra, del tutto abbandonata al regno dei morti viventi. L’antica profezia di John Dee, la spia prediletta della regina Elisabetta I, sembra essersi avverata e con essa la fine inevitabile della razza umana. Una misteriosa setta, seguace di Dee e dei suoi scritti (molti dei quali ritroverete sparsi in giro) ha tentato di avvisare i governi dei potenti invano, ed ora è tardi per arginare la piaga. Tutto lascia quindi presagire che una cura sia impossibile da sintetizzare e che l’unica strada verso la liberazione sia quella di seguire ciecamente gli ordini della voce che si cela dietro le telecamere di Londra.

Già all’uscita del WiiU si era intuita la natura survival-horror del gioco, che lascia poco scampo ai novellini del genere. Zombi è crudele, angosciante e molto spesso difficile ai limiti del frustrante: dimenticatevi quindi le spettacolari acrobazie viste in Dying Light o le orde di non morti di Dead Rising. Il protagonista non è immortale, né tanto meno invincibile ai morsi degli infetti e una volta circondato, avrà ben poche chance di sopravvivere. Se dovesse morire, un nuovo superstite prenderà il suo posto ed il suo primo compito sarà quello di raccogliere lo zaino con le scorte, uccidendo il predecessore ormai inevitabilmente trasformato.

Questa impostazione, benché atipica per un titolo di nuova generazione, si incastra alla perfezione negli ingranaggi di gioco e dona all’avventura un sapore del tutto inaspettato: più lontano arriveremo con il nostro protagonista, più punti sopravvivenza accumuleremo e cosa più importante, si rafforzerà il legame emotivo. Una volta spezzato (perché inutile che vi illudiate, prima o poi capiterà), ricominciare in una nuova pelle non sarà per niente semplice, soprattutto se nelle orecchie echeggia la voce del nostro benefattore che si rammarica di aver perso un così valido elemento.

Ciò che più conta per garantire una lunga vita al nostro eroe è quindi assicurargli un equipaggiamento vario e funzionale per ogni situazione. I viveri scarseggiano, così come le armi da fuoco e le munizioni; scegliere come riempire il limitato spazio del nostro zaino è quindi fondamentale  per uscire vivi da ogni perlustrazione. Ovviamente i colpi di scena e gli imprevisti fanno parte del gioco e in quei casi le abilità del singolo sono sicuramente ingrediente importantissimo per far sì che l’avventura continui senza un’overdose di brutte sorprese. Raramente gli zombi attaccheranno in gruppo (a meno di attirarli erroneamente tutti in uno stesso punto con un forte rumore, ad esempio) e quando lo faranno, il gioco vi metterà a disposizione –seppur in modo limitato- l’occorrente per difendervi a dovere.

Ciò che rende Zombi unico è il costante senso di paura, la sensazione certa di essere braccati, di essere prede troppo piccole in un mondo popolato ormai solo da predatori, rendendolo perciò un survival-horror degno del proprio genere.

Adattare il peculiare sistema di controllo e il gameplay di ZombiU, accuratamente sviluppato attorno al pad della piattaforma di lancio, è stata forse una delle sfide più difficili affrontate da Straight Right. Molta della innovazione del videogame era proprio insita nel fatto che il giocatore dovesse utilizzare il doppio schermo per guardare l’inventario, costringendolo quindi ad abbandonare, seppur per pochi secondi, il controllo del proprio personaggio per concentrarsi su altro, oppure il sondare continuamente il radar installato sul Pepper Pad cliccando con il pennino sullo schermo resistivo. Tutte caratteristiche che, per forza di cose, sono state rivisitate per essere incluse negli standard di Xbox One, PS4 e PC, cercando di non modificare la natura del titolo.

Un obiettivo raggiunto solo in parte, ma non per negligenza degli sviluppatori, bensì per un’impossibilità basilare di mantenere certe prerogative. Il radar ora è posto in basso a destra dello schermo, inficiando di poco il gameplay, ma senza dubbio semplificando tutta l’esperienza, mentre l’utilizzo dell’inventario è stato adattato agli standard dei giochi in prima persona, senza però mandare in pausa il gioco. Solo l’uso degli infrarossi, che sul WiiU si attivava con il sensore di movimento, in Zombi viene effettuato con il comodo comando della leva analogica.
Si può dire pertanto che la conversione è avvenuta al massimo delle sue possibilità, senza dimenticare che le distintive caratteristiche della piattaforma sulla quale originariamente il gioco è stato lanciato non sono riproducibili in alcun modo.

Il comparto tecnico è purtroppo il tallone d’Achille dell’intera produzione, attestandosi su livelli medio-bassi, per nulla all’altezza degli standard odierni. Zombi è infatti non è un remake in alta definizione, ma un semplice porting; vale a dire che la qualità grafica è rimasta invariata. Pur lodando l’estetica di certi ambienti e i suggestivi giochi di illuminazione con le fonti di luce a disposizione, Zombi non riesce proprio a stupire.

I modelli poligonali sono echi lontani di una generazione passata e la pochezza di alcune textures non fa che rimarcare questo dato di fatto. Occasionalmente ci è capitato di incappare in qualche bug grafico di non grave entità, che pur non minando l’esperienza di gioco, pone l’attenzione su un comparto tecnico datato e per nulla rivisitato. Fortunatamente i caricamenti ed i salvataggi sono rapidissimi ed il sonoro, coadiuvato da un ottimo doppiaggio in italiano, aiutano l’immedesimazione pressoché totale di chi impugna il pad, fondamentale in ogni survival-horror che si rispetti.

In conclusione…

Se siete amanti del genere horror, la riedizione digitale di ZombiU è un acquisto caldamente consigliato. A patto di passare sopra ad un lato tecnico obsoleto ed un sistema di gioco abbastanza canonico per il suo genere, il titolo targato Ubisoft saprà senz’altro regalarvi forti emozioni. Raramente un’apocalisse zombi è stata “raccontata” meglio, pur senza un intreccio narrativo evidente: arrancare per i tunnel deserti della Londra sotterranea, affrontare spietati morti viventi con pochi colpi di pistola a disposizione ed una mazza da cricket insanguinata, cercare disperatamente viveri, saccheggiando finanche le tasche dei cadaveri con la testa spappolata e seguire alla cieca le severe indicazioni di una voce senza volto, con la speranza di potersi presto risvegliare da quest’incubo. O morire provandoci.

Zombi è tutto questo, con un pizzico dell’old school che non guasta mai e la ferocia di un gameplay tanto crudele quanto serve ad annoverarlo tra le sorprese del 2012. A tre anni di distanza, svolge ancora egregiamente il suo lavoro, nonostante gli acciacchi inevitabili del tempo e gli accorgimenti derivati alla trasposizione sulle nuove console.

Voto: 7,5/10

Amante dei tatuaggi e del buon vino, crede fermamente nella vita extraterrestre. Ha una passione viscerale per i videogames maturata nel tempo, che lo ha portato a scrivere per molte riviste italiane e siti web specializzati nel settore.

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