Road to The Witcher 3: Il viaggio

Road to The Witcher 3: Il viaggio

ATTENZIONE: il seguente testo contiene spoiler legati alla trama dei precedenti capitoli.


Ci sono titoli che nascono per diventare franchise, magari sparsi su più piattaforme come Kingdom Hearts o semplicemente dei veri e propri progetti cross-multimediali come avviene per il Marvel Cinematic Universe. Tutto resta comunque fortemente collegato, e gli appassionati non temono di seguirne ogni intreccio, o addirittura di scoprirne di nuovi.

Ma cosa fare quando si desidera ardemente di giocare un titolo come The Witcher 3, facente parte di un universo complesso che non solo ha visto già due titoli, ma che pesca a piene mani da un gran numero di opere letterarie? In molti avranno già recuperato, o hanno intenzione di farlo: questa serie di articoli che vi proporremo fino all’uscita dell’ultimo capitolo della saga di Geralt di Rivia vi introdurranno allo sfaccettato mondo di gioco, ai suoi personaggi e a ciò che ha portato il nostro eroe a scontrarsi con la “Caccia Selvaggia”.

Insomma, iniziamo!

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Il mondo dove sono ambientate le vicende dei libri e dei videogiochi è estremamente pericoloso, ricco di svariate mostruosità che attentano giorno per giorno alla vita dei suoi abitanti, siano essi Elfi, Nani o Uomini. La loro presenza è diretta conseguenza di una calamità che avvenne 1500 anni prima dell’inizio della nostra storia. Roba che i Maya impallidirebbero, a pensarci su.
La “Congiunzione delle Sfere”, o semplicemente la “Calamità”, ha portato allo scontro di diversi universi paralleli, piani temporali, intrappolando esseri e creature innaturali di varia natura nel nostro mondo, insieme alla magia.
Alcune leggende delle Vecchie Razze (Elfi, Nani e Gnomi) narrano di come anche gli Uomini siano apparsi in seguito a questo cataclisma, poiché il loro mondo venne distrutto da cause misteriose. Poco male, perché gli Uomini non persero tempo, e finirono per diventare la razza predominante nel continente.

Questo cataclisma è un evento cruciale nel mondo di The Witcher, sia per gettare le basi di alcune trame, anch’esse legate alla Caccia selvaggia, sia per giustificare l’estrema varietà di creature e abomini che popolano il continente.


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Il continente senza nome dove hanno luogo le avventure di Geralt. Popolato prima dagli Gnomi, in seguito al cataclisma è stato conquistato dagli Elfi, che arrivarono su delle navi bianche. Non c’è niente da fare, nei fantasy gli Elfi hanno sempre il pallino per lo stile, anche se si tratta di navi.

Migliaia di anni dopo, gli Uomini iniziarono a popolare queste terre, come vi abbiamo accennato le conquistarono e stabilirono il loro regno, classificando le altre razze come Non-Umane, dando vita a delle vere e proprie persecuzioni razziali. Con tutto ciò che ne consegue, ovviamente.

Non è chiaro cosa si celi al di là delle montagne, ma i punti di maggiore interesse per comprendere dispute e conflitti sono: i Regni Settentrionali, l’insieme di svariati regni che si estendono da Cintra fino alla Redania; e Nilfgaard, l’impero che in più di un’occasione ha tentato di soggiogare le terre settentrionali, sotto il regno di Emhyr var Emreis, stratega e uomo di grande ingegno che tiene unito l’impero grazie ad una ferrea disciplina, e ad un carisma senza eguali.

La testimonianza più importante di questi scontri è il regno di Cintra, conquistato col ferro ed il sangue dai nilfgaardiani, oramai terra di nessuno dopo il suicidio della regina Calanthe e la scomparsa di sua nipote: Cirilla, conosciuta anche come Ciri.


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Grazie ad una maggiore comprensione del mondo di gioco e delle sue origini, è ora giunto il momento di ripercorrere il viaggio di Geralt di Rivia, il lupo bianco, e protagonista indiscusso dell’avventura. Le sue peripezie sono molteplici, e vengono tutte affrontante in modo interessante ed epico nei libri di Sapkowski, ma CD Projekt RED ha utilizzato un efficace escamotage per ripartire da zero (in un certo senso) e permettere ai giocatori di tuffarsi nell’avventura senza troppi patemi, e senza una conoscenza pregressa basata sui libri. A differenza dei libri infatti, le avventure videoludiche di Geralt sono perfettamente godibili come entità singole: come al solito però, che sfizio ci sarebbe?

Proprio per questo è indubbia l’importanza che alcune informazioni contenute al loro interno abbiano per i neofiti, per comprendere ed assaporare al meglio le avventure del nostro strigo preferito. Ma su questo ci ritorneremo presto: ora è arrivato il momento di viaggiare a ritroso, al principio della storia (videoludica) di Geralt. Armatevi di un barilotto di idromele (va ancora di moda questa battuta? ndr) e leggete con attenzione!


ME0001000326_2Geralt è il nostro eroe indiscusso, strigo veterano, che si risveglia all’inizio di The Witcher, 5 anni dopo la sua presunta morte, con uno sfortunato caso di amnesia. Brutta storia, e il viaggio che siamo portati a compiere non è altro infatti che il sofferto tentativo di un uomo di riacquisire i suoi ricordi, le persone che hanno fatto parte del suo passato, come ha perso la memoria e come è sfuggito alla morte. Ma soprattutto chi, o cosa, si cela dietro il misterioso spirito che lo perseguita: il Re della Caccia Selvaggia. Vi dice qualcosa?

La sua avventura inizia senza troppi giri di parole: si riunisce con l’amica, amante e maga Triss Merigold, e con i suoi compagni strighi (tra cui spicca Vesemir, figura paterna del nostro Geralt) per recuperare antichi segreti appartenenti alla scuola degli strighi. Il tutto finisce per incanalarsi in cospirazioni e conflitti, in particolare tra l’Ordine della Rosa Fiammeggiante, creato a difesa di Temeria e contro l’avanzata degli Scoia’tael e delle Maghe, e gli stessi Scoia’tael, elfi ribelli che lottano per i “diritti” dei non-umani.

Geralt riesce infine ad arrivare all’origine del problema: Jacques de Aldersberg, gran maestro dell’ordine, convinto che le sue azioni siano necessarie a preparare l’umanità alla profezia di Ithlinne. Una profezia piuttosto criptica e inquietante, che recita:

Vi dico che il tempo della spada e dell’ascia si avvicina, il tempo della Tempesta del Lupo. Il tempo del Bianco Gelo e della Bianca Luce, il tempo della Follia e del Disprezzo, Tedd Deireadh, l’Era della Fine. Il mondo perirà nel ghiaccio e rinascerà sotto un nuovo sole. Rinato dal Sangue Antico, da Hen Ichaer, dal seme piantato. Un seme che non morirà ma brucerà tra le fiamme!

Ess’tuath esse! Così sia! Osservate i segni! Vi dico che questi segni verranno – la terra sarà inondata dal sangue di Aen Seidhe, il Sangue degli Elfi…

Dopo aver eliminato il Gran Maestro in uno scontro faccia a faccia, dinanzi a Geralt appare di nuovo il Re della Caccia Selvaggia, che pur non rispondendo a nessuna delle sue domande rivela il proprio obiettivo: reclamare l’anima dello strigo. Ingenuo io a pensare che gli avrebbe offerto una birra.


1471302-the_witcher_2_geralt_wiedzmin69Non molto dopo gli eventi del primo capitolo, Geralt si ritrova travolto da una serie di cospirazioni (dai, non di nuovo!) che sconvolgeranno i Regni Settentrionali. Al soldo del Re Foltest, Geralt si imbatte in Letho, anche lui strigo, impegnato ad assassinare i re dei Regni Settentrionali. A differenza di quanto accaduto in passato, quest’avventura permetterà a Geralt di riacquistare parte dei propri ricordi, poiché Letho è una vecchia conoscenza del nostro protagonista. Nonché l’unico strigo calvo al mondo, stranissimo.

Geralt viene a conoscenza della sua morte, avvenuta per mano di un furioso contadino mentre cercava di difendere i non-umani (prevalentemente Elfi e Nani) durante una rivolta. A salvargli la vita fu Yennefer, una maga dai capelli corvini, anima gemella di Geralt, nonostante il rapporto burrascoso che li unisce nei libri. I due, salvi, vengono teletrasportati da una ragazza dai capelli color cenere. Malgrado ciò, il riconcilio degli amanti ebbe vita breve, con il Re della Caccia Selvaggia che colse l’occasione per portare via con sé Yennefer. Geralt si lanciò all’inseguimento, ovviamente, perché l’amore che lega questi due personaggi, come avrete modo di vedere, è molto forte.

Durante la resa dei conti, Letho coglie l’occasione per rivelare tutto ciò che sa a Geralt. Lo strigo, che si è macchiato di regicidio, rivela a Geralt di averlo aiutato a rintracciare la Caccia Selvaggia, spiegandogli di come egli abbia scambiato la sua anima in cambio di quella di Yennefer. La Caccia accettò, e mentre Geralt cavalcava al loro fianco (ma da cui fortunatamente fuggì), Letho si prese cura di Yennefer, anch’ella affetta da amnesia, per poi separarsi una volta giunti nell’Impero di Nilfgaard.

Perché il regicidio, allora? Letho scoprì le proprie carte: le maghe ambivano al potere e i Re alle guerre. Sotto finanziamento dell’imperatore di Nilfgaard Emhyr var Emreis, Letho non ha fatto altro che cogliere l’occasione per seminare il caos nei Regni Settentrionali, spianando il terreno per un’imminente invasione.

In cambio, l’imperatore promise a Letho di ricostruire la sua Scuola degli Strighi, dando loro un rinnovato posto nel mondo. Il giocatore aveva infine l’occasione di ucciderlo o la libertà di lasciarlo andare: non c’è bianco o nero nel mondo di The Witcher, ma solo sfumature.


The_Witcher_3_Wild_Hunt_Geralt_iPad_lock_screenArrivati a questo punto, Geralt è ormai conscio del suo passato, e delle motivazioni che lo hanno portato su questa strada, nell’ultima fase del suo viaggio. Nilfgaard ha invaso con successo i Regni Settentrionali, l’imperatore Emhyr var Emreis cerca Ciri, la ragazza dai capelli color cenere, ritenendo sia connessa ad una profezia. Anche Yennefer, amata di Geralt, è riapparsa, e vaga per il Nord alla ricerca di Ciri (va detto, però, che la maga è come una figura materna per la ragazza).

Come se non bastasse, anche la Caccia Selvaggia è alla disperata ricerca di Ciri, questa misteriosa ragazza appartenente al passato di Geralt. L’erba si tinge di rosso, il mondo è ormai coinvolto in una complessa serie di conflitti e guerre.

Cosa nasconde Ciri? Difficile prevederlo, ma avremo modo di parlare di lei nel prossimo appuntamento di “Road to The Witcher 3”. Tra tre giorni, sempre sulle pagine di GameSoul. 


Continua…

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Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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