Popcorn Time: Snowpiercer (Anteprima)

Popcorn Time: Snowpiercer (Anteprima)

Definirei Snowpiercer  una parabola apocalittica in bilico tra speranza e disperazione. Il thriller fantascientifico di Joon-ho Bong corre su pericolosi ed instabili binari dall’uno all’altro di questi poli apparentemente opposti, ma inscindibilmente uniti, perché è proprio dalla disperazione più cupa che può nascere la speranza più luminosa. Immaginate un treno come ecosistema chiuso, una metafora del mondo intero strutturata a vagoni, non a continenti. Bene, avete appena visualizzato il cuore pulsante (e ghiacciato) di Snowpiercer.

 Non mancavano che pochi minuti all’inizio dell’anteprima in quel di Milano, giovedì 6 Febbraio, e un dubbio atroce ancora non voleva saperne di lasciarmi tranquillo: avevo la sensazione che pennellate troppo decise di action (nella sua forma più cliché) avrebbero dissolto in una nuvola di polvere le ottime premesse narrative e concettuali da cui il film partiva. I paragoni volati erano a dir poco “pesanti”, parliamo di colonne portanti del genere come Matrix e Blade Runner, pietre miliari da avvicinare con cautela e rispetto, cult assoluti. Potete intuire che le possibilità, a questo punto, non erano che due: sì o no, promosso o bocciato, senza mezze misure.
Sono davvero felice di poter sollevare il pollice al cielo, perché Snowpiercer va a marchiare indelebilmente la storia della Sci-Fi di qualità. Lo fa in modo nettamente diverso dai sopracitati capolavori, va detto, ma l’originalità non può che essere un’ ulteriore freccia all’arco di qualsiasi opera. Vediamo come…

La componente action non manca, ma viene sapientemente posta dal regista coreano tra due solide parentesi metaforiche, evocative, addirittura riflessive.  Le domande che trapelano dalle (splendide) immagini sono chiare ed impegnative:  un fine rimane nobile se il mezzo per raggiungerlo è il dolore altrui? Un esempio, ma ve ne farete altre, e non per forza troverete una risposta. Il merito sta proprio in questo, saper interrogare lo spettatore, non confezionargli una lista di risposte precotte e – di conseguenza – inutili. Come accennavo, visivamente la pellicola siglata Joon-ho Bong è quello che si definisce uno spettacolo per gli occhi. Il contrasto wasteland esterna / lusso fatiscente e sempre più pronunciato dei vagoni genera una reazione gradevolissima e spettacolare, veniamo sballottati su quei binari gelidi proprio come i passeggeri, simbolo in carne ed ossa a rappresentare l’umanità intera.
Qualche ombra c’è, ed il film non è certo adatto a tutti i palati (l’ho visto in versione integrale non censurata, e spero vivamente rimanga tale anche all’uscita definitiva, il 27 Febbraio), ma si tratta di inezie paragonate al quadro generale. Una chiosa finale: il monologo del padre che fantastica sul mondo esterno (non scendo nei dettagli per evitare spoiler, vedrete da voi) mi ha davvero ricordato Blade Runner in una delle sequenze più forti ed efficaci della storia del Cinema… una bella sensazione, non c’è che dire!
Insomma: fantascienza, metafora, virtuosismi visivi e la giusta dose di azione (mai fine a sé stessa). Da vedere.

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A noi ricorda…

 Red Faction: parliamo di prodotti con spessore e finalità totalmente differenti, ma come non pensare alla saga targata Volition quando gli ingredienti della ricetta sono azione, fantascienza e ribellione? Il primo – omonimo – capitolo risale “addirittura” al 2001, l’ultima incarnazione del brand invece è datata 2011.

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Vi saluto, alla prossima con la recensione di un film che fa parlare di sé da un (bel) po’ di tempo a questa parte… The Lego Movie! 

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