Armored Core V – La Recensione

Armored Core V – La Recensione

Build your weapon…

Cresciuto a pane, calcio e robottoni il 1997 per me fu una data di vitale importanza, non per FIFA ’97 (in assoluto il peggiore di tutta la serie), ma per la creazione di una nuova IP, Armored Core per l’esattezza, sull’allora avveniristica Playstation One. Libertà di movimento e possibilità di personalizzazione quasi totale del proprio mech resero questo titolo, (alla stregua del precursore, in ambito PC: Mechwarrior 2), un caposaldo, una pietra miliare su cui la console Sony basò il suo successo di dimensione planetaria.

La limitatezza dell’hardware della Playstation rappresentò però un freno non di poco conto alla creatività dei programmatori che realizzarono comunque, pur consci di questi limiti, tre appassionanti episodi capaci di creare, e catalizzare in ogni seguito, una fanbase non di poco conto.  Altri titoli di discreto successo seguirono con l’avvento della Playstation 2 ribadendo, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’appeal che questo franchise otteneva sui videogiocatori.

Il passaggio alla next-gen venne dunque salutato come una svolta epocale che avrebbe consegnato, per via di una superiorità hardware schiacciante rispetto all’antesignano monolite nero Sony, questo franchise all’olimpo dei videogiochi. Sfortunatamente non fu così: nonostante tutte le premesse i vari titoli, (Armored Core 4, Armored Core: For Answer) sviluppati per Xbox360 e Playstation 3 dalla From Sofware, risultarono essere delle scialbe copie di quegli episodi che tanta notorietà e successo avevano dato a questa saga. Eccoci dunque giunti al momento della verità: From Software, memore degli errori commessi ha provato a correggere il tito proponendo una meccanica di gioco rivoluzionata, innestata su un sistema di gioco a dir poco innovativo! Quello che abbiamo tra le mani è un titolo degno del nome che porta? Scopriamolo insieme!!!

  • LO AMERANNO: Gli appassionati di mech e i patiti del multiplayer
  • LO ODIERANNO: I fan di vecchia data
  • E’ SIMILE A: Chrome Hounds

Titolo: Armored Core V

Piattaforma: Xbox 360, Playstation 3

Sviluppatore: From Software

Publisher: Namco Bandai

Giocatori: 1

Multiplayer: Multiplayer Competitivo-Cooperativo Online  2- 20 Giocatori

Lingua: Inglese (Parlato), Italiano (Testi)

 

Firepower needed? Here I am!!!

 

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STORYBOARD

Ecco a voi una scena dall'evocativa cutscene di apertura!!!

Dopo aver visionato un fantastico, cinematografico ed adrenalinico filmato introduttivo ci ritroveremo a configurare, situazione atipica per il franchise in oggetto, il comparto online e, solo dopo aver debitamente inserito i dati inerenti squadra, pilota, stemma, etc etc… ci verrà data la possibilità di accedere alla modalità offline. Non a caso ho utilizzato la dicitura “offline” e non “storia”: Armored Core V, per la prima volta nella storia del franchise, valca il segno della continuità proponendo una scarsa decina di missioni da affrontare “offline” ( o in cooperativa con un altro giocatore ) facenti parte della main story.

La narrazione della storia risulta dunque essere un puro espediente narrativo, ridotto comunque a quattro-cinque righe di testo, per spronarci a scendere in campo con il nostro roboticamente nerboruto mech e far piazza pulita di tutto ciò che ci si parerà davanti: ogni singola missione sarà intervallata da ulteriori righe di testo che, accoppiate ad una meccanica e poco suadente voce guida, ci indicheranno la strada per raggiungere, fino al completamento di tutti i goal richiesti, la fine della missione.

Ben abituati da 15 anni di produzioni mech “From Software”, questa scelta spiazza, lasciandoci basiti e come in balia degli eventi: Armored Core V è un gioco con una netta impronta multiplayer focalizzata, in particolar modo, sulla fruizione online del prodotto stesso. Passiamo dunque ad esaminare altri, e più corposi si spera, aspetti di questa produzione.

La personalizzazione dei Mech è il fiore all'occhiello di questa produzione.

 

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GAMEPLAY

Ed ecco a voi il motore grafico in tutto il suo splend... ahem... vabbè

Partiamo da un presupposto che, d’ora in poi, eviterò di ripetere ulteriormente: Armored Core V si differenzia in modo sostanziale dai suoi progenitori proponendo un numero di variazioni sul tema che spingono il titolo stesso in un limbo non perfettamente categorizzabile; esaminiamo dunque insieme quanto propostoci dalla From Software per scoprire se il segno del cambiamento abbia portato i giovamenti sperati.

I mech non sono più dei Behemot di 15-20 metri di altezza ma raggiungono a malapena i 5 metri. Questo cambiamento rende possibile l’impostazione dell’azione di gioco in un ambito molto più ristretto rispetto ai precedenti capitoli: una sequela di zone urbane semidistrutte o comunque devastate ed abbandonate risulteranno dunque i setting ideali per l’azione; per via di questo cambiamento anche i mech disporranno di una potenza di movimento infinitamente minore. Dimenticate dunque i potentissimi Jetpack cui tanto eravate affezionati in favore di dei propulsori standard/di emergenza che renderanno il vostro mech, compatibilmente alla dimensione e al peso dello stesso (da voi impostabile indirettamente in fase di personalizzazione), capace di brevi tragitti volanti che permetteranno loro al massimo di superare ostacoli, falsipiani o interruzioni del manto stradale. Questa limitatezza dei movimenti impatta duramente sul gameplay costringendo i giocatori, al comando di (più o meno NdDix@n) pachidermici robottoni, alla continua e sistematica fruizione della funzione di schivata per divincolarsi tra i colpi che, puntualmente, ci verranno indirizzati contro dai nostri avversari rendendo, de facto, complice anche un sistema di controllo tutt’altro che perfetto, ancor più caotico di quanto non fosse nei precedenti episodi, il gameplay. Le missioni, quelle offline almeno, risultano eccessivamente teleguidate: zero libertà di movimento, zero flessibilità della struttura di gioco, muri invisibili a delimitare una area di gioco comunque non vastissima… Fail, Fail, Fail.

La progressione nella campagna, online od offline che sia, ci garantirà l’acquisizione di un numero di crediti di gioco che potremo spendere per sbloccare nuovi extra con cui personalizzare a piacimento il nostro mech: il sistema di customizzazione del robottone di turno si rivela essere il fiore all’occhiello, come del resto tradizione From Software, di questo titolo ma, ahimè, anche in questo caso si ha come l’impressione di trovarsi davanti ad un comparto ingiustamente ed improvvisamente moncato. Forse i ristretti tempi di sviluppo (4 anni…NdDix@n) o, cosa molto più plausibile, una approssimazione nel confezionare un prodotto affidandosi ad una formula vincente e rodata renderanno “useless”, in quanto con una decina di partite sarà possibile sbloccare ogni singolo oggetto contenuto nel marketplace interno al gioco, questa modalità, se non per i fanatici del tuning robotico e per gli hardcore fan alla ricerca del settaggio perfetto per primeggiare online.

Personalizzate il vostro mech come meglio credete!!!

Il Mech di turno potrà essere dunque decorato con livree sempre nuove, colorazioni avveniristiche, cingoli al posto degli arti umanoidi, doppio allestimento di armi per singolo braccio (mitra – cannone – lanciamissili – e chi ne ha più ne metta… NdDix@n) e fin qui tutto bene: le dolenti note inizieranno a far sentire il loro suono allorchè  il tutto si andrà a scontrare con un sistema di controllo infido e poco reattivo e, cosa ben più grave, con un netcode “ottimizzato” in modo penoso, per colpa del quale ci troveremo costretti ad attendere fino a 5 -6 minuti per il raggiungimento del numero minimo necessario per iniziare il game e, dulcis in fundo, continue desincronizzazioni a partita iniziata. Tutto ciò, ovviamente, sul fronte Playstation 3 dove, ahinoi, memori dell’esperienza di Dead Island, certi fenomeni non sono sporadiche eccezioni ma una frustrante e snervante norma.

Entrati in una sessione online ci ritroveremo di fronte ad una esperienza di gioco ben più soddisfacente di quella offine: la gestione dei team, delle missioni e la variabilità conferita alle stesse dalla presenza di giocatori umani invece delle controparti digitali dotate di AS (Artificial Stupidity NdDix@n) rendono comunque onore al cambiamento di rotta fatto dalla From Software. Da notarsi anche una discreta presenza di comunità italiane che permetteranno anche ai non anglofoni di gustare in tutta la sua interezza, compatibilmente alla stabilità della connessione, l’esperienza online offerta da Armored Core V.

Dammi 3 parole: Sole, Cuore, am... ah no... "FIRE AT WILL"

 

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GRAPHIC & SOUND

Graficamente questo titolo, in linea con le due precedenti incarnazioni, di next-gen ha solo il nome.

I modelli poligonali dei mech raggiungono a malapena la sufficienza, voto che però si rialza considerando le infinite possibilità di editing, colorazione e personalizzazione degli stessi. Gli stage che ci troveremo, di volta in volta, a percorrere pur presentando, da un lato, un buon coefficiente di interattività (ponti che crollano, segnali stradali e linee elettriche distruttibili) dall’altro rasentano la mediocrità scadendo in una ripetitività disarmante e in uno schematismo di progettazione assurdo. Il frame rate, nonostante il motore grafico non debba muovere quintali di poligoni, tentenna pesantemente in presenza di svariati mech a schermo mai inficiando la giocabilità ma risultando, comunque, fastidiosissimo a vedersi.

Il comparto sonoro svolge il suo compito senza infamia o lode. Una serie di effetti sonori di buona fattura, relativi al movimento dei mech e all’esplosione del pingue armamentario a loro disposizione, si scontra però con un comparto musicale assolutamente scialbo e senza mordente, ennesima dimostrazione dell’approssimazione con cui “From Software” si è dedicata, in modo a mio dire inspiegabile, a questo titolo.

Una accurata pianificazione è la chiave di successo per le missioni multiplayer!

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ONLINE & REPLAY

La modalità Online, elemento cardine di Armored Core V,contribuisce a diversificare ed a variare (ma neanche tanto NdDix@n) il gameplay rispetto a quanto (poco) visto grazie al comparto offline.

La parola d’ordine del multiplayer è CONDIVISIONE: tutti gli oggetti sbloccati da un giocatore verranno immediatamente messi a disposizione di ogni singolo elemento del team, anche in occasione di future partite all’esterno della squadra di appartenenza rendendo, di fatto, inutile la progressione atta a sbloccare (ed acquistare) singolarmente i vari potenziamenti a disposizione per moddare il proprio mech. L’unica modalità presente è squadra contro squadra: i giocatori dovranno dunque conquistare una zona occupata da altri mech e farla loro, con buona pace della varietà.

Una adeguata pianificazione strategica permetterà comunque di partecipare a sessioni multiplayer soddisfacenti, giocabilità minata però da problemi di LAG (presentissimi sulla versione Ps3) e da un meccanismo di gioco folle atto a NON penalizzare l’utente che dovesse disconnettersi per evitare di perdere una partita. Aggiungiamoci una frequenza di disconnessione dai server di proporzioni bibliche e la frittata è fatta: il comparto che avrebbe dovuto fare la differenza, la modalità per cui Armored Core V è stato progettato fa acqua da tutte le parti… Giocabilità R.I.P.

AMEN!

 

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IN CONCLUSIONE

Piange il cuore a dover bocciare in modo così netto l’ultimo capitolo di un franchise cui sono visceralmente legato.

Ciononostante non posso esimermi dall’esaminare come tutti, nessuno escluso, gli aspetti di innovazione (o presunta tale NdDix@n) proposti dalla From Software si siano rivelati, per ragioni a volte anche non dipendenti dalla software house stessa (instabilità del SEN unita però ad una ottimizzazione del netcode praticamente assente) dei boomerang taglienti ed affilati. 

Grafica e sonoro assolutamente non all’altezza della corrente generazione (alternate però a sequenze cinematiche realizzate benissimo), longevità della campagna offline praticamente inesistente e varietà delle missioni uguale a zero relegano Armored Core V nella mediocrità più assoluta. Compratelo solo se siete dei patiti dei mech e se avete qualche amico con cui condividere questa esperienza… altrimenti  statene ben alla larga.

L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

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