The Legend of Zelda: Twilight Princess HD – Recensione

Alla luce del Crepuscolo

The Legend of Zelda: Twilight Princess HD – Recensione
The Legend of Zelda: Twilight Princess HD – Recensione

Nel passato di Nintendo sono molte le serie che hanno raggiunto la gloria negli anni: qualcuna più recentemente, mentre altre ci sono state fin dagli albori, quando quello di Nintendo non era ancora un Olimpo, ma una montagna qualunque, costruita tassello dopo tassello dall’estro creativo di Shigeru Miyamoto e molti altri. The Legend of Zelda appartiene a quel passato, alla ricerca di un genere inesplorato, che non fosse un gioco di ruolo (all’epoca un vero e proprio must) in senso stretto, ma un’esperienza legata all’esplorazione, alla scoperta ed all’avventura.

Evidentemente la voglia di scoprire e di esplorare mondi fantasy è ancora ben salda nei giocatori, perché con più di due decadi alle spalle, The Legend of Zelda resta una delle saghe più amate della “Grande N”, di quelle che l’Olimpo l’hanno costruito, capolavoro dopo capolavoro. Ed infatti l’uscita di una versione HD di The Legend of Zelda Twilight Princess appare come una celebrazione, un decennale importante che ha visto l’uscita di uno dei capitoli più controversi, lontano dalla ricerca creativa di The Wind Waker, e più vicino ad Ocarina of Time, forse troppo. Mentre ci giostriamo tra passato e presente, scoprite con noi The Legend of Zelda Twilight Princess HD!

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Se da un lato Twilight Princess viene sempre considerato “controverso”, è anche vero che questa è una storia postuma, perché di fatto il titolo di Eiji Aonuma venne accolto all’E3 2004 con un boato, una pletora di consensi e di fan urlanti che dopo le atmosfere fanciullesche di The Wind Waker avevano desiderato a gran voce il ritorno ad un racconto epico, maturo nello stile e nel mondo presentato al giocatore. Twilight Princess è senza dubbio questo: uno dei capitoli di The Legend of Zelda più oscuri mai visti, e forse anche l’ultimo ad aver percorso una strada “facile” e meno rischiosa.

L’avventura di Link tra il Mondo della Luce ed il Mondo del Crepuscolo sarà anche dark, ma è anche la più derivativa: la sensazione di trovarsi di fronte ad una reinterpretazione di Ocarina of Time è sempre dietro l’angolo, ed è per questo stesso motivo che il titolo viene considerato controverso. Nonostante il brillante game design ed un racconto tra due mondi epico e avvincente, quella di Twilight Princess viene spesso vista come una mancata sperimentazione, una mancata evoluzione di una serie che in un modo o nell’altro ha sempre saputo reinventarsi. Cosa rappresenta quindi, questa ri-edizione in alta definizione? Una chance, anche minima, di far (ri)scoprire il titolo a nuovi giocatori, o agli stessi che lo giocarono all’epoca, a cavallo tra nostalgia ed una maggiore obiettività offerta dal tempo ormai passato.

Twilight Princess, 10 anni dopo, è forse anche meglio di come lo ricordavamo

Twilight Princess, 10 anni dopo, è forse anche meglio di come lo ricordavamo. La partenza dal Villaggio Tauro, fino all’arrivo del Crepuscolo. Sì, dai primi istanti Twilight Princess conquista con la sua atmosfera, eterea e vibrante di un mondo che non esiste, ma che è lì sotto i nostri occhi. Dalla Piana di Hyrule, alla Città Eterea, le ambientazioni e i dungeon di questo capitolo sono alcuni dei migliori esempi di game design che la serie abbia mai proposto, con una sfida sempre all’altezza, ma mai avvilente e soprattutto adatta alle nuove leve che vorrebbero provare l’esperienza offerta da un The Legend of Zelda.

I personaggi, così fuori dal tempo da sembrare macchiette, sono alcuni dei più iconici: Zant, Ganondorf, Zelda e soprattutto Midna, una spalla su cui ruota intorno tutta l’avventura, misteriosa, col suo umorismo un po’ nero e dei dialoghi che non sono semplicemente contenitori di consigli e suggerimenti. Twilight Princess sarà anche derivativo, e forse poco coraggioso, ma anche 10 anni dopo rappresenta perfettamente un percorso creativo che ha portato, e porterà la serie avanti negli anni. The Legend of Zelda Twilight Princess è la quintessenza della saga Nintendo. Ma facciamo un passo indietro, per chi non ha mai vissuto le epiche avventure di Link e Midna nelle sterminate pianure di Hyrule: il regno è in pericolo, soggiogato dalle forze oscure di Zant, misteriosa figura che per una ragione tutt’altro che nobile cercherà in tutti i modi di unire il regno del Crepuscolo con quello della Luce, soggiogando le anime dei suoi abitanti e costringendoli ad un’esistenza di agonia e terrore. Qui, come da tradizione, entra in gioco il nostro eroe, prescelto dalle Dee (e dalla misteriosa Midna) per riportare le terre al loro stato originale, alla luce che i suoi abitanti davano per scontata e che ora bramano calorosamente.

L’incipit, per quanto banale e standard nelle sue intenzioni, regala all’avventura un taglio piuttosto particolare: come da tradizione per The Legend of Zelda saremo chiamati infatti ad avventurarci in svariati dungeon per assolvere a determinati obiettivi, in primis quello di riportare al loro stato originale i 3 spiriti della Luce. La progressione, rispetto ad un A link between Worlds ad esempio, è estremamente lineare, ed è scandita dalla necessità di superare determinati dungeon per ottenere il prossimo oggetto utile a continuare la “scalata” verso la sconfitta di Zant. L’unica differenza sta nelle sezioni con Link Lupo, ambientate nel Crepuscolo, che vedono il giocatore alle prese con le creature oscure (affrontabili solo con l’aiuto di Midna) e la raccolta delle gocce di luce, di cui parleremo tra poco. The Legend of Zelda Twilight Princess si presenta quindi come un’esperienza zeldosa, piuttosto canonica, ma non per questo priva di alcuni guizzi piuttosto interessanti.

Questa riedizione in HD prova, con uno sforzo minimo, a correggere il tiro sotto alcuni aspetti spesso criticati nell’originale. Parliamo ad esempio delle gocce di luce, necessarie nella forma di Link Lupo per riportare alcuni luoghi alla loro luce originaria, allontanando il Crepuscolo. La loro raccolta, spesso tediosa, è passata dalle 16 alle 12 gocce, velocizzando il processo e alleggerendo l’esperienza. Discorso analogo per una lanterna magica, aggiunta nelle fasi più avanzate di gioco, che agevola e migliora la caccia alle anime degli spettri, necessarie per la side-quest dell’armatura magica.

C’è spazio anche per qualche aggiunta, come i timbri da usare su Miiverse, un portarupie più capiente (fino a 9.999 rupie!) ed il supporto agli amiibo: al di là delle piccole modifiche delle altre statuette, quello senza dubbio più interessante è l’amiibo di Link Lupo, che permette di affrontare una variante della Caverna della Prova (il dungeon secondario a livelli) solo con Link Lupo, aggiungendo una sfida in più per sbloccare il sopracitato portarupie “infinito”.

Questa riedizione in HD prova, con uno sforzo minimo, a correggere il tiro sotto alcuni aspetti spesso criticati nell’originale

Ad aggiungersi alla già notevole offerta c’è l’Hero Mode, la modalità eroe già presente in Skyward Sword: danni doppi, niente cuori sparsi per il mondo di gioco, e quest’ultimo “specchiato”, per disorientare e rendere l’avventura nuova, in un certo senso. Queste aggiunte, per quanto efficaci a dare un nuovo senso all’avventura anche per chi l’ha già giocata molteplici volte, non migliorano né arricchiscono davvero l’esperienza. Sono a nostro avviso un contentino, e come tali non possono fare la differenza in un titolo che, sostanzialmente, non tradisce se stesso e rimane sempre legato a quanto visto su Gamecube prima e su Wii dopo. Il salto lo fa piuttosto il gamepad di Wii U (sebbene sia possibile giocare con un controller classic pro), utilizzato con sapienza e probabilmente l’unica vera ragion d’essere di questa riedizione. Il secondo schermo, nonostante sia utilizzabile anche a TV spenta, affianca e arricchisce l’esperienza in modo significativo: da quest’ultimo è infatti possibile selezionare gli oggetti chiave, assegnarli comodamente ai tasti desiderati tramite touchscreen o consultare la mappa senza dover passare per i menù.

Anche l’interfaccia ne ha giovato, con una maggiore pulizia dovuta al passaggio dai 480p ai 1080p e ad un ripensamento generale che permette, tra le altre cose, di utilizzare i comandi di Midna (dialogo, e trasformazione in Link Lupo) in modo più agevole, semplicemente premendo un tasto. Quello di Twilight Princess HD è, piuttosto chiaramente, un ripensamento superficiale e un po’ pigro, ma nonostante tutto ben riuscito ed offre un prodotto sicuramente migliore rispetto all’originale.

Che è un po’ lo stesso discorso che faremo sulla componente grafica, sicuramente la più interessante quando si parla di riedizioni in alta definizione. Bene, scordatevi pure il remake di Wind Waker, qui siamo qualche gradino sotto. Manca infatti un vero e proprio ritocco della componente tecnologica, ed oltre al passaggio dai 480p ai 1080p, alle texture filtrate in alta definizione e ad una migliore illuminazione (ora dinamica), Twilight Princess non è poi così diverso da come lo ricordavate. Certo, la maggiore risoluzione fa la sua figura, e i suggestivi scorci, per quanto arretrati graficamente, fanno ancora il loro lavoro. Certo è che forse per questo decimo anniversario si poteva fare qualcosa in più. 

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Un semplice e chiaro schema delle funzionalità legate agli amiibo supportati. Se di Link Lupo abbiamo già parlato, quello di Ganondorf merita un approfondimento: il suo amiibo vi farà infatti perdere il doppio dei cuori ad ogni danno. Una bella sfida eh?

Conclusioni

Twilight Princess non è sicuramente un capolavoro, ma dopo 10 anni resta una delle esperienze zeldose più affascinanti ed epiche di sempre. Pecca di autocitazionismo, seguendo a più riprese il percorso tracciato da Ocarina of Time, ma comunque se ne distacca, trovando una sua identità, pur percorrendo binari meno rischiosi rispetto ad altri capitoli della serie.Nella sua veste in HD, The Legend of Zelda Twilight Princess dà sicuramente il meglio di sé: una rinnovata veste grafica, alcuni ritocchi al gameplay ed un semplice e funzionale utilizzo del gamepad Wii U, vero e proprio protagonista di questa edizione. L’avventura tra Luce e Crepuscolo di Link si gioca meglio su Wii U, rispetto a Gamecube e Wii, ma la sua anima resta fortemente legata a ciò che era in passato. Un capolavoro per molti, per altri “semplicemente” un buon The Legend of Zelda, per altri ancora un’avventura che anche dopo 10 anni riesce ancora ad emozionare, a stupire e, soprattutto, a divertire.
8.5

Imperdibile

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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