System Shock Remake usa l’IA per creare Shodan e scoppia la polemica

IAception

System Shock

Forse non tutti i giocatori moderni ricorderanno l’importanza di un titolo come System Shock, ma c’è una bella fetta di gamer con qualche anno in più spalle che ha ben presente come questo titolo abbia aperto la strada al genere delle immersive sim come Bioshock (che potete acquistare con questo link), vero e proprio erede spirituale.

Ed è quindi normale che ogni scelta compiuta dallo studio Nightdive nella realizzazione del remake di questo titolo seminale venga analizzata e dissezionata dai fan. Ma in questa occasione non c’è molto da andare nel dettaglio, perché il pomo della discordia è di proporzioni colossali: l’utilizzo dell’IA nella realizzazione di alcuni asset del gioco.

Nello specifico il team ha provato a chiedere a Midjourney di immaginare come potesse essere il corpo fisico di Shodan , la temibile IA che rappresenta il villain del gioco e che per anni è stata icona di un certo tipo di cyber-immaginario.

Non sono ovviamente mancate le reazioni, anche feroci, mirate ad accusare la produzione di voler risparmiare sui soldi di un eventuale artista. Inevitabili anche le minacce di boicottaggio, con alcuni utenti che avrebbero già deciso di annullare i preordini del remake di System Shock, in uscita il 30 maggio su PC.

Dalla sua Nightdive afferma che la scelta è in linea con quello che può essere il tema del gioco: chiedere ad una IA (reale) di immaginare la forma fisica di una IA (fittizia) può effettivamente essere considerato sufficientemente “meta“. E il team non è arretrato, riproponendo nuovamente l’immagine per portare avanti una “discussione” nel merito.

Per quanto il web sia universalmente concorde nell’indicare l’IA come uno strumento potenzialmente lesivo del lavoro di numerosi artisti, è davvero necessaria una posizione così netta nei confronti di una singola mossa comunicativa, assolutamente in linea con il concept di System Shock?

Le critiche più “concrete” e meno facilone chiamano in causa la divergenza tra un’IA come quella di Midjourney, che si limita a rielaborare un database di opere create dagli artisti, e quella narrata nel gioco, indipendente, autonoma e strutturata per pensare come un umano – oltre ad essere inesistente e creata per una storia di finzione, ovviamente.

Il dilemma dei pro e contro IA rimarrà sempre, almeno fino a quando non verrà stesa una regolamentazione adeguata a tutela delle proprietà intellettuali e delle opere degli autori. Nel mentre sembra che le posizioni a favore o contro non vivano di mezze misure, anche e soprattutto nei videogiochi.

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