Granblue Fantasy: Relink – Recensione

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Una piccola grande avventura

Granblue Fantasy: Relink – Recensione
Granblue Fantasy: Relink – Recensione
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Chi ha già avuto occasione di seguire la nostra copertura di Granblue Fantasy: Relink (acquistabile da GameStop, a questo link) si sarà già fatto un’idea di quello che è il mio personale pensiero in merito al gioco e alle sue potenzialità dopo la prima prova in anteprima. Per tutti gli altri (che comunque invito a leggere il precedente articolo, ricco di temi che non verranno qui trattati per evitare ridondanza), il concetto è molto semplice: il titolo realizzato da Cygames si presenta con una grande attrattiva per il pubblico amante delle esperienze dei titoli multiplayer PvE in stile Monster Hunter o Phantasy Star Online (quello storico), proponendo tanti personaggi selezionabili e un numero di sfide piuttosto consistente, da affrontare da soli o impegnati nel multiplayer online.

Ciò che bisognava capire in fase di recensione era quanto e su che scala questo potenziale fosse stato espresso, in particolare considerando che per dare forma a questo gioco ci sono voluti diversi anni (l’annuncio è del 2016) nei quali sono evidentemente incorsi cambi di direzione per quel che concerne sviluppo e design. Sebbene buona parte di quanto mostrato nei primissimi trailer gameplay sia stata preservata nel gioco finale anche dopo il termine della collaborazione con PlatinumGames, non sapremo mai se effettivamente le ambizioni in fase di produzione iniziale fossero diverse, magari più vicine al concetto di classico RPG d’azione ricco di contenuti piuttosto che a un titolo action spezzato tra open map e istanze.

L’anello di continuità di questo progetto dallo sviluppo travagliato è da ritrovarsi in Yasuyuki Kaji, ex PlatinumGames con esperienza in Bayonetta 2, Metal Gear Rising e NieR: Automata entrato nel team di Cygames assumendo il ruoto di director del progetto, assicurando così una certa continuità di visione e garantendo al tempo stesso una buona capacità di traghettare il team nel completamento del titolo.

Non per niente la presenza di Kaji è stata sottolineata con un certo orgoglio nelle varie fasi di avvicinamento alla release sia dal team di sviluppo che di quello dedicato alla comunicazione, un po’ a voler certificare la qualità degli elementi action e la bontà generale del progetto Relink. Dopo tutto nonostante lo strepitoso track record di successi in ambito mobile, Cygames deve ancora dimostrare di poter realmente dire la sua in ambito console e Granblue Fantasy: Relink è l’occasione ideale di consolidare la propria posizione dopo il buon esordio di Granblue Fantasy: Versus (e del suo aggiornamento Rising) in collaborazione con Arc System Works.

Ci attende un mondo a tratti davvero spettacolare da visitare

Ammetto di aver approcciato la versione finale del gioco con un certo entusiasmo, avendo lasciato metabolizzare le impressioni di inizio dicembre senza neanche toccare la demo pubblicata due/tre settimane fa. Non amo frammentare troppo le esperienze e affrontare nuovamente il titolo senza progredire oltre quanto già visto rischiava di appesantirlo ai miei occhi, quindi ho preferito attendere e godermi a dovere l’effetto “scoperta”.

A conferma delle impressioni iniziali, ho trovato in Granblue Fantasy: Relink un gioco piuttosto classico nel suo approccio, capace di trasportare con successo in formato di gioco d’azione le atmosfere e il character design che hanno contribuito a rendere l’originale titolo mobile un fenomeno mondiale. Fin da subito però è stato chiaro che non avremmo visto slanci tecnici o di design clamorosi, trovandoci tra le mani invece un classico gioco la cui progressione è costruita sull’alternanza di specifiche aree di gioco relativamente contenute per dimensioni, appoggiandosi costantemente a un hub centrale dove spendere il proprio tempo per personalizzare il proprio cast, interagire con gli NPC locali e portare avanti la storia generale.

Questo non vuol dire necessariamente che ci si trovi davanti a un titolo privo di mordente, perché il team ha costruito una storia piuttosto intrigante (sebbene un po’ contenuta come ampiezza) che va a sfruttare ogni stage creato in modo abbastanza naturale e senza perdersi in inutili compitini creati solo per rimpolpare una sequenza di eventi ben povera di contenuto. È una scelta che ha portato a rendere la trama principale piuttosto corta rispetto agli standard (20 ore circa, variabili in eccesso o in difetto a seconda di come si affrontino post game e missioni collaterali) ma che al tempo stesso suona rispettosa del giocatore.

In Granblue Fantasy: Relink, infatti, ogni capitolo e ogni stage sono estremamente rilevanti per la progressione e non si avrà mai l’impressione di trovarsi tra le mani un gioco che perde tempo per sembrare più grande di quello che è – ogni riferimento al sedicesimo capitolo di un importante franchise è decisamente voluto. E questo “focus”, questa attenzione a non andare oltre il necessario, ha permesso al team di esprimersi in modo a tratti entusiasmante anche a livello visivo, proponendo un’estetica con picchi strepitosi, sebbene fondata su una tecnica non necessariamente sorprendente.

Andando a guardare i trailer lontani ormai diversi anni, è davvero molto curioso (ri)scoprire come il titolo finale non discosti troppo da quanto mostrato 6-7 anni fa, tanto che le animazioni dei personaggi e alcuni elementi dell’HUD risultano quasi sovrapponibili. La cosa non mi stupisce perché è evidente come il primo apporto di PlatinumGames abbia permesso a Cygames di creare una base molto solida per quel che concerne il gameplay, rendendo superfluo e rischioso andare a mettere mano per cambiare chissà che cosa. Fortuna è che la direzione artistica di partenza era già piuttosto solida e convincente, arrivando ad oggi in forma più che soddisfacente così da contribuire a dare corpo all’insieme di gameplay e grafica.

Si entra nell’azione presto, e non si molla mai l’acceleratore

Come spesso avviene per i titoli dell’amata software house maestra nei giochi d’azione, si è andati a costruire una base estremamente solida di un gameplay per un massimo di 4 giocatori, scegliendo poi di non andare a spingere sulla “follia” delle combo e delle possibilità per favorire invece la specializzazione dei giocatori su uno dei tanti (attualmente 19) personaggi disponibili. Tutto per offrire un numero di combinazioni e possibilità decisamente ampio per quando si andrà ad affrontare l’endgame, incentrato principalmente sul gioco multiplayer.

In Granblue Fantasy: Relink ogni capitolo è estremamente rilevante per la progressione e non si avrà mai l’impressione di trovarsi tra le mani un gioco che perde tempo

La trama principale risulta infatti una sorta di corposo e piacevolissimo “tutorial”, in cui si susseguono sfide intriganti e scontri con i boss estremamente spettacolari. A conti fatti a voler considerare la densità delle boss battle in funzione delle ore di gioco necessarie ad arrivare quantomeno ai titoli di coda (post game escluso quindi) siamo su livelli altissimi, sia per quantità che per diversificazione delle sfide proposte.

Granblue Fantasy: Relink sceglie infatti l’approccio “misto” alle boss battle, costruendole su una base di gioco d’azione classico e inserendoci poi elementi da MMORPG legati al posizionamento e all’ottimizzazione dei ruoli. Non è atipico infatti affrontare fasi della battaglia con il lock tipico dei giochi action per poi, quando il nemico si scatena, togliere il lock e muovere la telecamera in modo da inquadrare l’area dall’alto ed evitare i vari attacchi. Se a questo aggiungiamo alcune sfide “colossali” in più fasi (niente spoiler), missioni di difesa o ad orde e la presenza di vari momenti da DPS check, direi che lo spirito da multiplayer online è piuttosto evidente.

Aiuto, dove si scappa?

Ho apprezzato molto la consapevolezza che il team ha mostrato nel dare forma alla progressione del gioco: seguendo la trama principale e affrontando in singolo le missioni dedicate al multi fino al “completamento” dei contenuti post-game (non dell’endgame, sia chiaro), si vanno ad affrontare tutte le dinamiche presenti sia a livello di gameplay che di personalizzazione delle build ed è possibile costruire un party di personaggi sufficientemente preparato senza perdere tempo extra. Anzi, perfino gli elementi di “contorno” sono tutti utili a dare corpo sia alla narrativa che a contribuire allo sviluppo dei personaggi, come nel caso particolare degli Episodi del Destino che svelano storie complementari per ogni personaggio e offrono grossi bonus alle statistiche. Nulla è lasciato al caso.

Trovando una via di mezzo tra un MMORPG e Monster Hunter, le risorse dedicate sia allo sviluppo degli skill tree che alla realizzazione degli equipaggiamenti non vengono elargite con eccessiva generosità, ma non sono neanche così poche da costringere al farming. Per questo è consigliabile identificare il prima possibile il proprio personaggio preferito, scegliendo tra uno dei 6 disponibili di base o gli altri sbloccabili, per dedicargli tutte le attenzioni necessarie a padroneggiarlo e a costruire una build adeguata, portando avanti in modo meno intensivo i 3-4 personaggi che verranno controllati dalla CPU e lasciando gli altri a quando si vorrà cambiare un po’ lo stile di gioco e sviluppare altri character.

Perfino gli elementi di “contorno” sono tutti utili a dare corpo sia alla narrativa che a contribuire allo sviluppo dei personaggi. Nulla è lasciato al caso.

Alternare un paio di personaggi per tutta l’esperienza single player non è tedioso principalmente per due motivi: il primo è la sopracitata densità di sfide e varietà delle stesse, che porta a perfezionare le proprie azioni nel tempo e adattarle alle diverse situazioni (proprio come Monster Hunter verrebbe da dire), e in seconda battuta è il graduale unlock dello skill tree parallelamente all’accesso ai differenti livelli di difficoltà, introducendo quindi una sorta di “saggio” tetto ai progressi e mantenendo il senso di scoperta di nuove skill (passive o attive ) ad ogni passaggio.

Intrigante anche la scelta di non sommergere il giocatore di loot per quel che concerne armi (invero non tantissime) ed equipaggiamento tradizionale (che, sorpresa: non esiste), lasciando che la build dei personaggi sia costruita piuttosto sull’evoluzione delle armi stesse per rarità e livello, nonché sull’ottenimento degli utilissimi sigilli, oggetti equipaggiabili che offrono bonus di vario tipo (attacco, difesa, cura, critico, etc.) e che possono a loro volta essere potenziati e migliorati. Considerando poi come sia possibile equipaggiarne in quantità consistente, diventano centrali nello sviluppo dell’endgame.

Una simpatica build fatta tutta di sigilli

Granblue Fantasy: Relink rappresenta quindi una sorta di unicum nel campo degli RPG d’azione, proponendo di base una struttura molto semplice che però, con il passare delle ore, chiama in causa delle complessità degni dei più accaniti nerd videoludici. Si comincia con l’idea di un action anche relativamente basilare, privo di combo elaborate e tendente al button mashing per avere la meglio di buona parte dei nemici, guardando allo skill tree con una certa curiosità in merito a cosa ci attenda.

Peccato che per la quasi totalità della crescita del personaggio ci siano ben poche diramazioni, avendo quindi l’opportunità di sbloccare ogni abilità e potenziamento disponibile. A volte capita anche che dei nodi di passaggio obbligato costringano ad attivare skill ignorate in precedenza, rendendo triviali o temporanee scelte fatte in precedenza. Detto onestamente, l’elemento “tattico” nella gestione dello skill tree sta più che altro nella distribuzione dei punti dedicati tra l’attacco, la difesa e le abilità delle armi (una per “grado”, rappresentato dalle classiche stelle).

Potenzia i personaggi, potenzia le armi, potenzia i sigilli… potenzia tutto!

Se però proviamo a dare per scontato che disponendo di un cast già di per sé molto variegato per tipologie, possiamo guardare allo skill tree come parte di un processo di “completamento” delle abilità di base del personaggio, lasciando che l’interpretazione delle build rimanga legata all’utilizzo dei sigilli, i quali possono davvero fare una differenza sensibile.

Questi oggetti vengono trovati in combattimento con il consueto grado di randomicità che ci si può attendere dal genere per tipologia e valore, e possono essere equipaggiati a piacimento, senza limitazioni: volete puntare solo alla forza bruta e aumentare l’attacco e il ratio dei colpi critici per far scoppiare in nemici a ogni colpo? O volete rendere il vostro personaggio in grado di sopravvivere a ogni avversità aumentando la resistenza agli status negativi e aggiungendo “vampirismo” a ogni colpo? E magari poi volete potenziare ognuna di questa abilità a limite, giusto? Beh, si può fare ed è molto gustoso… sebbene si passi dal farming.

C’è ancora tanta strada da fare prima di arrivare all’end-game

Qui entra il gioco la vera natura di Granblue Fantasy: Relink, ovvero quella di gioco cooperativo in stile Monster Hunter in cui affrontare mostri potentissimi e superare intense prove di abilità, affinando le proprie skiil e portando al limite il proprio equipaggiamento in missioni decisamente più concise e meno tediose rispetto al titolo Capcom. E almeno inizialmente tutto sembra davvero molto divertente, quasi esilarante, in particolare per i numerosi sistemi che si intrecciano nello sviluppo.

Ci sono i punti esperienza, che fanno aumentare le statistiche base di vita e attacco, ci sono le armi che si aggiungono a queste statistiche e dal canto loro aggiungono effetti e abilità passive, poi ci sono i sigilli, da trovare, potenziare e “creare” nel negozio con la trasmutazione, che utilizza coupon ottenuti “distruggendo” il materiale che non ci serve più, per non parlare dei punti dedicati allo skill tree, ottenibili grazie alle missioni.

Potenziare le armi non passa solo dal semplice “sblocco” del livello massimo (utilizzando drop dei nemici) e da conseguente potenziamento (drop delle missioni), ma anche dall’incastonare le pietreforgia (drop rari delle missioni che aggiungono e potenziano le abilità dei sigilli) e dal consumo delle munizioni miraggio (drop raro che aumenta direttamente i valori base dell’arma). Sembra tutto molto confuso ma, ve lo assicuro, funziona come un orologio grazie alla graduale introduzione di ogni nuova meccanica, che sembra presentarsi sempre al momento giusto.

Un plauso gigantesco va fatto alla gestione delle risorse mancanti: come in ogni gioco di questo tipo che si rispetti, capiterà di non avere questo o quel materiale e non essere certi di dove si potrebbe trovare. Per risolvere la cosa è sufficiente inserire l’oggetto tra i preferiti per poter filtrare solo le missioni che permettono di ottenerlo. MAGARI Monster Hunter fosse così!

* proof of a hero plays in the background *

C’è da chiedersi però se Granblue Fantasy: Relink sia un titolo adatto per coloro che non sono alla ricerca di un “hunting game”, quanto piuttosto puntano a un bell’RPG d’azione. Purtroppo da questo punto di vista emergono dei limiti evidenti, in quanto la narrativa è strettamente legata al pregresso di ciò che è avvenuto nel gacha game per dispositivi mobile (ma era lo stesso difetto di Granblue Fantasy Versus: Rising) e si dipana in modo davvero rapidissimo. I titoli di coda li ho visti arrivare dopo 16 ore in cui ho non solo affrontato la trama principale, ma anche ogni singola missione della bacheca (in stile Monster Hunter, appunto) e le varie missioni secondarie assegnate dagli NPC. Senza quello, saremmo su una lunghezza ancora più ristretta e ben distante dalle attese per il genere RPG.

Guardando al gioco invece principalmente per la sua componente action, per i suoi personaggi intriganti e le spettacolari boss battle, non si può che ritenersi soddisfatti.

Guardando al gioco invece principalmente per la sua componente action, per i suoi personaggi intriganti e le spettacolari boss battle, non si può che ritenersi soddisfatti, in particolare all’idea di aggiungere tutta la componente di miglioramento personale e del personaggio. I controlli sono reattivi come ci si attende da un simile prodotto e in attesa di trovare compagni online gli NPC della squadra si comportano anche bene (salvo delle difficoltà nel concatenare le Arti Celesti in certe situazioni) e ci si gode la breve ma intesa storia principale senza sentire mai il peso della ripetitività. E il tutto si muove egregiamente grazie a un comparto tecnico che fa il suo dovere a livello di qualità video e fluidità, senza sconvolgere visivamente per via della natura cross-platform del progetto (in uscita anche su PlayStation 4).

Purtroppo però è abbastanza evidente come quasi la totalità dei contenuti complementari alla storia principale, così come quelli di post-game ed end-game, siano rielaborazioni di cose già fatte e già viste, aggiungendo qualcosa di nuovo nel momento in cui saliamo alla difficoltà massima. Sarà cruciale quindi il supporto post lancio, per garantire contenuti sempre nuovi ai giocatori che probabilmente bruceranno le tappe in fretta, sperando che il “gameplay loop” non consista semplicemente nel portare ogni personaggio al massimo ripetendo ogni volta le medesime missioni. Anche se è da immaginare che molti vedranno come obiettivo finale il completamento in solo delle missioni consigliate per il multiplayer… mi aspetto di tutto!

Di certo la componente online offre sempre nuove occasioni per sperimentare o semplicemente godersi i propri progressi, permettendo di giocare con i propri amici con grande semplicità (basta un invito e via, siamo nella stessa istanza) e ingaggiare missioni proporzionali al “grado navigatore” sbloccato dai singoli partecipanti. Dispiace (ma è inevitabile) che manchi un’opzione per giocare la trama principale in compagnia, ma le oltre 100 missioni disponibili sono comunque abbastanza per chiunque, al netto di un po’ di ripetitività. È molto figo provare i personaggi a noi non congeniali in situazioni conosciute o dilettarsi nel “carriare” chi ha iniziato da poco e farli salire di livello, affrontando quest difficili che donano molta esperienza: viene la nostalgia di Phantasy Star Online!

A rimescolare le carte in tavola e a toglierci un po’ di arroganza entra in gioco l’ottimo sistema di “missione rapida”, che dietro la ricompensa di medaglie utili a sbloccare materiali e oggetti importanti (compreso l’ultimo ticket per sbloccare i personaggi) ci catapulta in missioni locali o online in modo totalmente randomico, scalando le abilità del nostro personaggio/gruppo a seconda della sfida proposta. Portare un personaggio di livello 85 contro nemici di livello 20 e finire al tappeto è bizzarro, ma è un ottimo modo di ricordare che non bisogna mai abbassare la guardia.

Conclusioni

Granblue Fantasy: Relink ha confermato praticamente in toto aspettative e sensazioni, presentandosi come una piccola perla del genere action co-op, sostenuta e alimentata dalle bellezze e dal successo del franchise di origine. Da questo punto di vista il titolo di Cygames è compatto, conciso e funzionale, costruito su una progressione strepitosamente riuscita e assuefacente per buona parte del tempo.

A tratti l’impressione è di avere tra le mani un prodotto che potrebbe dare davvero molto di più, e che si ritrova invece confinato in un contesto più ridotto del previsto. Il che non deve essere necessariamente considerato un male da chi è alla ricerca di un prodotto studiato per il multiplayer online che non si perde in troppi fronzoli e sa benissimo quello che vuole fare. Tecnicamente funzionale, esteticamente molto grazioso e ricco della giusta atmosfera, Granblue Fantasy: Relink rischia di conquistare molti giocatori grazie all’ottimo design della prima metà dell’esperienza, rischiando di perdere i giocatori meno accaniti una volta che la narrativa si conclude.

Nel complesso, però, se l’approccio al gioco è consapevole in merito alla sua reale natura di titolo co-op, è davvero difficile non venirne fuori soddisfatti e volerne sempre di più, sperando in un supporto post lancio generoso e soddisfacente. Allo stato attuale comunque un prodotto molto consigliato per i fan del genere, con qualche riserva per chi è alla ricerca di un classico e massiccio RPG d’azione. Anche se tentare questa nuova esperienza non nuoce di certo!

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Good

  • Ottima partenza, prima metà studiata in modo certosino
  • Divertente e complesso in egual misura
  • Rispettoso del tempo del giocatore
  • Artisticamente riuscitissimo

Bad

  • La componente RPG è meno sviluppata di quanto desiderabile
  • Nella seconda metà tende alla ripetizione
8

Imperdibile

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