Granblue Fantasy: Relink – Anteprima

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Un gioco dalle tre anime

Granblue Fantasy: Relink – Anteprima
Granblue Fantasy: Relink – Anteprima
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Nell’approcciarmi alla prova di Granblue Fantasy: Relink (già prenotabile da GameStop, a questo link) non ho potuto far finta di niente e ignorare come questo franchise dall’enorme potenziale, e già in grado di ottenere un successo globale, sia esploso principalmente grazie all’originale gacha game disponibile su dispositivi mobile e browser, il quale ormai ha praticamente una decina d’anni sulle spalle.

E quando si parla di gacha games, di solito vengono chiamate in causa un sacco di criticità legate a monetizzazioni aggressive o gameplay banalizzati, senza mai pensare a quello che è uno degli aspetti su cui dovremmo prestare maggiore attenzione, ovvero la preservazione del mondo di gioco e di tutto il lavoro che, inevitabilmente, rimane confinato in esperienze non alla portata di tutti e sempre a rischio di cancellazione – cosa che nel mondo mobile corrisponde alla perdita di qualsiasi contenuto.

Per questo ho apprezzato molto lo slancio con cui Cygames si è affacciata al gaming “tradizionale” nel tentativo di trapiantare universo, personaggi e storie sulle nostre console e PC, in formati molto più semplici da inquadrare e duraturi nel tempo. E Granblue Fantasy, dopo il suo primo approccio ai picchiaduro con il supporto di Arc System Works avvenuto nel 2020, ora guarda al mondo degli RPG d’azione con il suo nuovo e interessantissimo progetto realizzato internamente, dopo aver provato inizialmente a coinvolgere nientemeno che PlatinumGames ben 7 anni fa.

Granblue Fantasy: Relink si è mostrato finalmente in una forma praticamente completa sotto tutti gli aspetti, a partire dalla tecnica per arrivare a modalità e funzioni, permettendoci di capire in una lunga giornata di dicembre quale potesse essere a conti fatti il potenziale del titolo in uscita il prossimo 1 febbrario 2024.

Una storia nuova e misteriosa: cosa attende Gran, Lirya e gli altri eroi?

Gli onori di casa li ha fatti il Director del gioco, Yasuyuki Kaji, ex di PlatinumGames rimasto in Cygames dopo l’interruzione del rapporto con la software house giapponese. Kaji ha mostrato la sicurezza e la determinazione di chi ha lavorato a opere come Metal Gear Rising: Revengeance, Bayonetta 2 e NieR: Automata, pronto a mettere la propria esperienza al servizio di questa nuova e a suo modo ambiziosa produzione.

Molto saggiamente, la prova a cui ho preso parte è stata divisa in tre distinte sezioni, che mi hanno permesso di affrontare una corposa sezione di trama principale, per poi dedicarmi al multiplayer con i colleghi presenti e – infine – assistere a una prova di abilità del team di Cygames, impegnato in una battaglia da “endgame” dall’esito non necessariamente garantito.

Granblue Fantasy: Relink è un gioco composto da tre diverse anime

Verrebbe da dire che Granblue Fantasy: Relink è un gioco composto da tre diverse anime, che però collaborano insieme per dare forma a un pacchetto decisamente funzionale. Il prodotto finale punta ovviamente a instaurarsi nella categoria degli RPG d’azione caratterizzati da un’interessante narrativa, ma al tempo stesso è deciso a mantenersi attivo nella propria cerchia di utenza per mezzo di un comparto multiplayer fatto di tanti contenuti di difficoltà e varietà crescente, destinato ad aumentare nel corso del tempo.

In singolo si esploreranno tante aree differenti

Meglio affrontare le cose una alla volta però, partendo appunto dalla prova della modalità a giocatore singolo, che mi ha visto cominciare una nuova partita da zero (niente salvataggi a metà da caricare) e affrontare i primi tre capitoli del gioco, decisamente ricchi di situazioni e utili ad avviare con decisione le direttrici della storia.

Va segnalato fin da subito come la storia di Granblue Fantasy: Relink sia direttamente collegata a quella presente nel gacha game, cosa che da un lato farà felici gli appassionati della serie e dall’altro potrebbe stranire i neofiti. Si parte infatti da un contesto in cui i personaggi danno per scontato la propria provenienza e i rapporti in campo, costringendo il giocatore neofita a qualche piccolo sforzo per mettersi in pari.

Fortunatamente pare che l’idea del team sia di approcciare una storia abbastanza dirompente rispetto a quella originale, mettendo in campo nuove situazioni, nuove fazioni e nuovi personaggi, consentendo quindi di partire da un middle-ground comune senza lasciare necessariamente indietro nessuno. Certo, la conoscenza pregressa aiuta davvero tantissimo a godersi l’esperienza, ma si può sopperire provando ad affidarsi alle nostre esperienze con gli archetipi del fantasy d’animazione e dei topoi nipponici per riuscire a orientarsi senza troppi sforzi.

Numeroni grossi ed esplosioni: PERFETTO

Dopo aver scelto se impersonare il protagonista maschile (Gran) o quello femminile (Djeeta), veniamo catapultati piuttosto in fretta in una narrazione molto diretta, che mette in campo subito l’elemento centrale di tutti gli eventi che abbiamo potuto seguire (che evitiamo di spoilerare): il mondo è scosso, mostri e creature si comportano in modo anomalo, e le cause sono tutte da scoprire.

Il nostro gruppo di eroi si trova quindi inizialmente a indagare per venire incontro alle necessità di personaggi comprimari, ma in breve si troverà coinvolto in prima persona, compresa la eterea e delicata Lirya, a cui verrà dedicato decisamente molto spazio all’interno dell’avventura.

Ci troviamo di fronte al consueto “anime game”, magari con qualche cartuccia in più da sparare in merito a estetica e ambientazione

Tra cutscene animate di discreta qualità e dialoghi doppiati, lo svolgimento risulta piuttosto gradevole, sebbene comunque risulti estremamente “conciso”. Ci troviamo di fronte al consueto “anime game”, magari con qualche cartuccia in più da sparare in merito a estetica e ambientazione, ma è evidente come non si abbia tra le mani una grossa avventura openworld (o open map) quanto una più circoscritta sequenza di istanze e hub a cui fare riferimento nelle fasi intermedie.

L’estetica preziosa si traduce molto positivamente su PlayStation 5, che gestisce senza fallo framerate e caricamenti. Non fatichiamo a pensare che la versione PlayStation 4 possa essere un prodotto all’altezza, perché Granblue Fantasy: Relink è tutto fuorchè un gioco ambizioso graficamente. Di certo c’è curiosità nell’immaginare lo stile grafico pulito e caratteristico spinto ai limiti su PC.

Uno degli hub di gioco: ce ne saranno altri?

Questa struttura semplice è però estremamente congeniale per raggiungere l’obiettivo che si pone Granblue Fantasy: Relink, ovvero sfruttare la storia per veicolare il giocatore nelle fasi successive. Il team ha affermato che per completare la trama principale ci vorranno circa 20 ore e che, una volta visti i titoli di coda, c’è davvero tanto altro da vedere, raggiungendo potenzialmente le 200 ore complessive.

Mentre si affronta l’avventura infatti, si sbloccheranno anche missioni secondarie da affrontare liberamente, le quali possono portare a nuove ramificazioni ed eventi, permettendo di accedere anche a parti aggiuntive di storia, utili ad arricchire la narrativa. La cosa bella è che si possono ingaggiare sia accompagnati dalla CPU che totalmente in solitaria, andando a cercare i propri amici online in caso di difficoltà.

Il team ha affermato che per completare la trama principale ci vorranno circa 20 ore

Il completamento graduale di ogni elemento del gioco è tappa obbligata anche per tutti coloro che vorranno accedere alle modalità multigiocatore nelle sue sfide più intense, in quanto le missioni endgame sono legate al superamento di questa o quella quest secondaria. Nulla va trascurato!

Offline od online, le quest le gestiamo facilmente qui

A livello di gameplay abbiamo tra le mani una struttura di RPG d’azione abbastanza classica, che per “peso” dei personaggi ricorda un po’ lo stile di un Tales of Arise piuttosto che l’elasticità di una produzione (come lecitamente qualcuno potrebbe pensare) di PlatinumGames.

Il giocatore ha il controllo su un party composto da 4 personaggi selezionabili tra quelli a disposizione, ognuno dei quali dispone di una serie di abilità base legate ai tasti frontali e un set di skill dotate di proprio cooldown (niente SP, mana e simili) accessibili premendo un dorsale. È possibile quindi personalizzare il proprio set di abilità come più ci aggrada e memorizzare i vari tempi di ricarica per gestire al meglio le proprie rotazioni, senza contare la scelta di potenziamenti passivi applicabili grazie agli oggetti dedicati.

Sono presenti ovviamente attacchi leggeri e pesanti, così come le parate e le schivate, utilizzabili in modo molto tradizionale: eseguire le azioni difensive con il giusto tempismo dona invincibilità temporanea e maggiore responsività in battaglia, mentre collegare salti, attacchi e schivate in fase aerea permette di effettuare colpi di lancio ed estendere il numero di attacchi effettuabili in volo. Avrei gradito maggiori possibilità di “cancellare” le animazioni, ma il sospetto è che la rigidità percepita sia conseguenza di un bilanciamento necessario tra i tantissimi personaggi selezionabili.

Link Time attivo: dateci dentro!

Centrali nelle dinamiche di combattimento sono le meccaniche legate al “link”, ovvero alla capacità del giocatore (o di più giocatori nel caso del multiplayer) di sinergizzare le azioni dei singoli personaggi. Eseguendo infatti una serie di attacchi sugli stessi nemici si ottiene la possibilità di concatenare un “attacco link”, effettuabile seguendo il prompt a schermo.

Centrali nelle dinamiche di combattimento sono le meccaniche legate al “link”

Con il passare del tempo e con l’aumento degli attacchi link eseguiti si ottengono punti link che vanno a caricare una barra dedicata, che una volta riempita permette di scatenare il “Link Time”, ovvero uno stato in cui il tempo rallenta e anche il nemico più coriaceo diventa vulnerabile, incassando più danni e azzerando la capacità di reggere l’impatto dei colpi.

Sono presenti anche attacchi speciali dei singoli personaggi, chiamati Skybound Art, capaci di infliggere danni devastanti. Ma anche in questo caso la cooperazione è cruciale: aspettando che tutti i personaggi abbiamo la barra relativa carica, è possibile scatenare in sequenza le Skybound Art disponibili e ottenere un attacco extra speciale, di potenza crescente a seconda del numero di art attivate.

È in arrivo un colpo devastante!

Anche se tutte queste dinamiche di collaborazione e massimizzazione dei danni sono presenti già nella modalità a giocatore singolo, è evidente come la struttura del gameplay sia pensata principalmente con l’idea del multiplayer in mente. La cosa è diventata piuttosto plateale durante la prova dedicata, che mi ha permesso di testare la mia capacità di collaborazione con altri tre colleghi e nel frattempo apprezzare l’effettiva validità dei sistemi chiamati in causa, un po’ sacrificati in giocatore singolo.

Le prove presenti nella modalità multigiocatore si sono rivelate piuttosto varie, seppur confinate in aree di gioco decisamente piccole: se inizialmente si trattava di uccidere un tot di mostri o un boss, esattamente come nelle quest secondarie della trama, andando avanti ho testato quest di sopravvivenza o con condizioni speciali (come l’utilizzo di oggetti presenti nell’area di gioco o droppati dai nemici), che hanno nettamente migliorato la varietà.

Le prove presenti nella modalità multigiocatore si sono rivelate piuttosto varie, seppur confinate in aree di gioco decisamente piccole

Ogni missione possiede inoltre degli obiettivi da completare per ottenere una valutazione più alta al termine della stessa, cosa che consente di raccogliere drop migliori dai mostri. Più drop, più soldi, più materiali e via a creare/comprare nuove attrezzature. Pur non avendo potuto testare in dettaglio, la sensazione è che il gameplay loop del multiplayer possa essere del tutto riconducibile a titoli come Monster Hunter.

Piccola nota: Granblue Fantasy: Relink permetterà ai giocatori di PlayStation 5 e PlayStation 4 di giocare insieme, mentre chi acquisterà il gioco su Steam dovrà purtroppo fare affidamento solo alla community PC.

Finisce la missione, si recupera il loot

La parte migliore della prova multigiocatore (oltre all’essere stato parte del team più veloce a completare le tre quest consigliate – ma son dettagli) è consistita nella prova a rotazione di quasi tutti i personaggi presenti in Granblue Fantasy: Relink.

Il mio timore iniziale era che tutti potessero controllarsi un po’ allo stesso modo, offrendo maggiore diversificazione più che altro nell’uso delle abilità. E invece, sorpresa, cambia davvero tutto fin dalle basi: salti, movimenti, manovre evasive, tipologie di abilità… passare da un personaggio all’altro non è banale e richiede di staccare e ricollegare qualche sinapsi prima di poter essere di nuovo adeguatamente efficaci in battaglia.

Passare da un personaggio all’altro non è banale e richiede di staccare e ricollegare qualche sinapsi

Se dovessi indicare i personaggi con cui mi sono divertito di più, sicuramente Zeta sarebbe tra i primi nomi della lista: la giovane lanciera è dotata di un set di skill molto aggressivo, con attacchi follow-up in affondo sul nemico più vicino e un uso della magia soggetto a ulteriore ricarica. La sua mobilità mi ha quasi esaltato se consideriamo la relativa rigidità di altri personaggi – protagonista compreso.

Per il resto il roster è vario e si differenzia non solo per estetica, stazza e abilità, ma anche per approccio. Se solitamente le varie skill dei singoli personaggi sono equilibrate tra attacchi, buff e via dicendo, ho trovato invece chi ignora l’esistenza di skill che non siano semplicemente un attacco violento e sfoggiano ben 4 modi diversi di scatenare la propria spada. Esilarante e rischioso al tempo stesso.

Zeta è spettacolare! Ma anche Lancelot o Siegfried non scherzano.

Lo showcase dell’endgame ci ha invece permesso di dare un’occhio ad un livello ancora superiore di sinergia tra i giocatori, andando a considerare non solo la capacità di mettere in fila le Skybound Art o attivare il Link time, ma anche le effettive capacità di questo o quel personaggi di coprire i punti deboli dell’altro.

Non poteva esserci esempio migliore di una prova di abilità contro un fortissimo boss di livello 100, affrontato da due giocatori che hanno selezionato la potente ma fragile maga Io e il baldanzoso e coriaceo Vane, in grado di utilizzare skill di aggro e difesa di altissimo livello. Lo scontro era diviso in una prima fase in cui rimuovere i buff difensivi del mostro lanciandogli oggetti caduti ai nemici per poi, al momento giusto, lanciarsi in attacchi dirompenti.

Anche grazie a degli equipaggiamenti decisamente da fine gioco (si sprecavano i “+99” al fianco dei nomi), lo scontro è andato a buon fine, premiando la capacità di Vane di creare zone di invincibilità per consentire ad Io di caricare il proprio incantesimo più potente. E ovviamente grazie anche alle abilità dei singoli giocatori, che si sono destreggiati in situazioni degne di un bullet hell.

Lui protegge lei, lei casta l’apocalisse in terra!

Alla fine del tutto e dopo aver fatto depositare le mie impressioni, le sensazioni sono piuttosto chiare: Granblue Fantasy: Relink è un gioco che si avvicina al suo pubblico con una modalità a giocatore singolo abbastanza spettacolare nella messinscena e divertente nell’esecuzione, che però dà l’impressione di essere un po’ più semplice/facile di quanto si meriterebbe un’avventura così corposa.

Il grosso della ciccia, sia per una questione di meri contenuti che di possibilità di trarre il meglio dal sistema di combattimento, pare ritrovarsi invece nelle quest secondarie da affrontare in multiplayer e in particolare nell’avvicinamento all’endgame, che avviene attraverso un percorso di perfezionamento delle skill, miglioramento delle statistiche e ottenimento di oggetti sempre più forti proprio come nei più apprezzati titoli d’azione multiplayer.

Il timore più grande in quest’ottica è legato all’effettiva progressione post-game, che si spera non venga gravato da farming pesante e reiterazioni eccessive. Ottenere oggetti rari e build ideali deve essere un processo coinvolgente e non frustrante, quindi aspettiamo con grande interesse ulteriori dettagli in merito.

Nel complesso però le impressioni sono positive, al netto di una certa semplicità nei sistemi (per quanto visto finora) le vibes sono le stesse dei grandi titoli multiplayer che ci hanno regalato centinaia di ore di divertimento, come Monster Hunter o Phantasy Star Online. Visto in quest’ottica, il titolo Cygames potrebbe rivelarsi uno dei prodotti più interessanti dell’anno.

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