Doom 3: BFG Edition – La Recensione

Doom 3: BFG Edition – La Recensione

La sola parola “Doom” basta a far sussultare il cuore di molti PC Gamers riportandoli indietro di quasi 20 anni, agli arbori dell’età dell’oro videoludica, un periodo in cui bastavano poche centinaia di pixel ed un mouse per passare interi pomeriggi all’insegna del divertimento da soli o in compagnia di un novero di amici radunati sotto l’emblema degli “innovativi” lan-party!

Cercare di descrivere Doom ad un Pc Gamer equivale a raccontare la favola della buonanotte al proprio pargoletto: pur conoscendola a memoria non si stancherà mai di ascoltarla! Tagliamo dunque corto e passiamo in rassegna questo “esperimento” fatto da mamma Bethesda con una delle saghe più popolari di sempre: basterà dunque riproporre una versione graficamente aggiornata (e munita di supporto 3D e per l’audio 5.1 NdDix@n), unitamente all’inclusione dei due capostipiti Doom e Doom 2, a garantire un ulteriore successo commerciale? Scopriamolo insieme!

LO AMERANNO: Gli aficionados degli FPS “Old-School”

LO ODIERANNO: I “coddari”

E’ SIMILE A: Rise of The Triad, Duke Nukem 3D, Killzone

Titolo: Doom 3: BFG Edition

Piattaforma: PC, Playstation 3, Xbox 360

Sviluppatore: Id Software

Publisher: Bethesda

Giocatori: 1

Multiplayer: Multiplayer Competitivo Online  2-8 giocatori

Lingua: Italiano (Testi e Parlato)

Doom 3 è pieno di pericolosi (ed obesi…) nemici!!!

 

A Long highway to Hell… and back!

Sangue, sangue e ancora sangue… What else?

Doom 3 ci vede nei panni del solito space marine (che questa volta ha volto e voce NdDix@n) alle prese con le demoniache armate che, per un motivo o per un altro, cercheranno di far fuori qualsiasi essere vivente gli si pari davanti. Dopo essere stato spedito all’inferno per combatterle ed esser tornato sulla terra per fermare la susseguente invasione, il nostro alter ego virtuale si troverà imprigionato in una stazione spaziale sita su Marte (Doom 3 è ambientato nell’anno 2145 NdDix@n) dove, a causa di esperimenti inerenti portali dimensionali, ci troveremo a dover respingere, per l’ennesima volta, l’assalto da loro lanciato nei confronti del genere umano.

Uno script banale ed abusatissimo che funge comunque da  giustificazione per menar le mani e salvare dall’ennesima invasione i nostri simili: diamo ora dunque un’occhiata al gameplay, fulcro dell’esperienza offerta da questo Doom 3: BFG Edition!

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Gameplay

Doom 3 risulta, vista anche la particolare natura dei suoi predecessori, essere un FPS duro e puro ancorato però a delle dinamiche strettamente afferenti al genere dei “corridor games”: le sequenze di gioco sono infatti scriptatissime e, pur lasciandoci una certa libertà nell’approcciare i nemici, ci troveremo quasi sempre a correre da un checkpoint all’altro per assistere all’ennesima animazione che fungerà da perno per il dipanarsi della storia.

Quattro parole: SI SALVI CHI PUO’!

Come ogni FPS che si rispetti lo stick analogico sinistro è demandato al movimento del personaggio, quello destro alla gestione dello sguardo, il grilletto destro verrà adoperato per rovesciare quintalate di piombo sui vostri avversari e, dulcis in fundo, quello sinistro all’utilizzo della torcia, accessorio indispensabile (e dalla durata limitatissima NdDix@n) per una corretta esplorazione dei claustrofobici corridoi della stazione spaziale. Nonostante un impianto narrativo semplice ma comunque d’effetto (e dannatamente ben strutturato per far saltare dalla sedia i videogiocatori NdDix@n), Doom 3: BFG Edition risente pesantemente degli anni che si porta sul groppone: uscito nel 2006 su Pc e sulla prima Xbox, Doom 3: BFG si dimostra un prodotto si divertente ma assolutamente limitato rispetto a tutti gli shooter presenti oggi sul mercato! Quasi inesistente la differenziazione dell’effetto dei colpi inferti ai nemici: dimenticate in fretta le mutilazioni in puro Dead Space Style… qui sarà possibile infatti colpire si la testa (realizzando dei discreti headshot), non sortendo però effetti di sorta colpendo gambe, braccia, torso e così via…

La sensazione di ansia di cui tutti i corridoi sono permeati svolge egregiamente il suo lavoro, immergendo debitamente gli avventori in claustrofobici ed oscuri labirinti ma, così come per le strategie di attacco dei nemici (ripetitive a più non posso NdDix@n), svanito l’effetto sorpresa la noia diverrà padrona spingendoci ad andare avanti solo per scoprire i risvolti di una trama che, non mi stancherò mai di dirlo, pur se semplice risulta essere davvero ben orchestrata!

Doom 3: BFG edition contiene l’epansione “Resurrection of Evil”, uscita poco dopo il gioco originale e dei livelli inediti chiamati “The Lost Missions” che, alla fine della fiera, risultano essere una anonima rivisitazione di alcuni livelli originalmente inseriti in Doom 3 standard.

Graditissimo giunge invece l’inserimento, nel disco di gioco, dei primi due capitoli di questa saga che, pur se presenti nella loro “edizione originale” riescono a regalare ore ed ore di sanissimo divertimento vintage e dannatamente old-school!

Hai il molare superiore destro leggermente cariato… aspetta che ci penso io!!! BLAM!!!

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Graphic & Sounds

Il lifting cui Doom 3 è stato sottoposto in occasione della realizzazione di questa BFG Edition alterna luci ed ombre: se da una parte infatti le textures sono state completamente ridisegnate fornendo un look davvero next-gen al gioco edito da Bethesda, la stessa cosa non può esser detta dei modelli poligonali, lasciati inalterati rispetto agli originali e, dunque, vistosamente datati. Il risultato è un fritto misto che mancherà di soddisfare sia i palati più fini che quelli meno esigenti. L’implementazione del 3D stereoscopico, per quanto fatta discretamente bene, risulta essere un mero artificio estetico che poco (o nulla NdDix@n) aggiunge al gameplay o alla fruizione di questo gioco. Ennesimo errore fatto nella realizzazione di questa conversione è la mancata ottimizzazione del codice sorgente rispetto al “clock” delle attuali macchine da gioco: la potenza di calcolo delle attuali console casalinghe è di molto superiore alle loro equivalenti di 6 anni fa e tutto ciò risulta si in un frame rate altissimo che riesce, però, a dare seriamente fastidio dopo prolungate sessioni di gioco.

Per quel che riguarda il comparto audio invece non c’è nulla da eccepire: il supporto al 5.1 rende infatti ancora più coinvolgenti le dinamiche di gioco “corridor-based” acuendo, dove possibile, la claustrofobica sensazione di smarrimento nei buoi corridoi della stazione spaziale!

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Online & Replay

Nonostante il gioco sia uscito da poco i server sono praticamente semideserti. Le poche partite cui son riuscito a partecipare mantengono comunque inalterato lo spirito dei primi due Doom, multiplayer in cui l’immediatezza e il divertimento erano epistemiologici di questa esperienza di gioco. C’è da dire però che, a quasi 20 anni di distanza, questa modalità multiplayer “uno contro tutti”, soffre di evidenti limiti strutturali, dovuti all’ingresso nel panorama videoludico di molteplici alternative: se siete dei fan sfegatati di questa saga vi divertirete… altresì questa modalità potrà esser considerata come un piccolo scacciapensieri tra una partita e l’altra.

Il fattore rigiocabilità, vista anche la particolare natura “corridor based” di questo titolo, è praticamente pari a zero: difficilmente, a meno che non siate dei patiti di collezionabili e di gamerscore, tornerete a solcare le Marziane lande per più di una volta!

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In Conclusione

Doom 3: BFG Edition non è un gioco per tutti!

Dinamiche dannatamente old-school, unite ad una realizzazione tecnica molto altalenante, rendono infatti appetibile questo prodotto esclusivamente alla schiera dei nostalgici duri e puri desiderosi di fare un salto indietro nel tempo. L’unico incentivo all’acquisto di questo gioco, se non li aveste già acquistati digitalmente, è la presenza sul disco dei primi due capitoli, la cui godibilità è assicurata!

Doom 3: BFG Edition è una occasione persa da Id Software: se invece di liftare in modo blando le textures avessero ri-costruito il gioco con l’ID-TECH 5 (generosissimo motore grafico proprietario alla base di Rage NdDix@n) ci saremmo trovati davanti ad un prodotto che, pur con tutti i limiti di “anzianità”, sarebbe riuscito nell’arduo compito di ringiovanire un gioco oramai stantio.

 

L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

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