Dead Space 3 – La Recensione

Dead Space 3 – La Recensione

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Giunti al terzo capitolo di una delle saghe horror più famose del momento, Visceral Games ci propone un Dead Space finalmente godibile in cooperativa e con un aspetto più action. Con il suo debutto nell’ottobre del 2008 il primo capitolo di Dead Space ha portato un’ondata di aria fresca nel mondo dei Survival Horror, con un titolo molto più cruento e brutale, dove il protagonista è armato fino ai denti con un arsenale iper-tecnologico, e nonostante questo, i nemici sono infinitamente più potenti e minacciosi di lui, e gli attacchi di cuore sono sempre in agguato. Dead Space 2 ha mantenuto lo stesso stile del primo gioco, ma puntando più sull’action e sulla tensione nervosa, piuttosto che sulla suspance. Vediamo come se l’è cavata Visceral in questo terzo capitolo.

Lo ameranno: i fan dell’horror, della fantascienza e dello splatter.

Lo odieranno: coloro che si aspettano un survival horror più simile al primo capitolo, o un titolo calmo e rilassante.

E’ simile a: Dead Space 2, Aliens, Doom 3, Gears of War (per certi versi).

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Titolo: Dead Space 3

Piattaforma: Xbox 360 / PS3 / PC

Sviluppatore: Visceral Games

Publisher: Electronic Arts

Giocatori: 1 – 2

Online: Presente

Lingua: Italiano

"Lo spazio..." dice la Guida Galattica per Autostoppisti "...è vasto, ma proprio vasto. Neanche ve lo immaginate quanto enormemente, smisuratamente, sbalorditivamente smisurato esso sia, ehm, eccetera"

“Lo spazio…” dice la Guida Galattica per Autostoppisti “…è vasto, ma proprio vasto. Neanche ve lo immaginate quanto enormemente, smisuratamente, sbalorditivamente smisurato esso sia, ehm, eccetera”

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Tutto è cominciato con il marchio – STORYBOARD:

Sin dal primo episodio della serie, il nostro ingegnere spaziale Isaac Clarke, si è trovato in una situazione a dir poco spinosa e angosciante. Il mondo è quello del futuro, il prezzo della vita è inesistente, e colonie umane popolano l’universo conosciuto. Isaac si trovava a bordo della nave da scavo USG Ishimura quando su un pianeta sconosciuto viene trovato il primo marchio: un artefatto di dimensioni ciclopiche che rilascia un’energia apparentemente inesauribile. A poco a poco si scopre che questa energia porta alla follia suicida l’umanità e sprigiona una forma aliena che si sviluppa all’interno dei cadaveri diventando una minaccia conosciuta come Necromorfi. Attorno al marchio si era da tempo formata un’intera religione, soprannominata Unitology, capitanata dal sacerdote Altman. Dopo aver combattuto la minaccia necromorfa per due episodi, Isaac sta tentando di rifarsi una vita su una colonia lunare, ma gli incubi del passato ancora lo inseguono. Le società spaziali hanno replicato il marchio per tentare di costruire delle fonti infinite di energia, ed ora gli unitologisti danno la caccia al nostro “eroe” per aver causato la distruzione di un marchio.

Un sorriso per la stampa...

Un sorriso per la stampa…

Presto la situazione precipita e dopo una fuga disperata dalla Luna scopriamo l’ubicazione del primo marchio originale, e, tanto per cambiare, dovremo pianificare la sua distruzione. Purtroppo questa volta non avremo a che fare con le continue visioni di Isaac a cui ci eravamo abituati nel secondo gioco, e che rendevano quasi protagonista la follia del nostro eroe, piuttosto che l’orrore dei necromorfi. In questo capitolo saremo troppo occupati a gestire situazioni avverse e frenetiche per pensare alla nostra pura sopravvivenza.

"Dai dai dai scrostati!" Le animazioni per scrollarsi di dosso i nemici sono più complesse e divertenti. Lo scheletrino farà una brutta fine.

“Dai dai dai scrostati!” Le animazioni per scrollarsi di dosso i nemici sono più complesse e divertenti. Lo scheletrino farà una brutta fine.

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Dalle stelle alle… stanze insanguinate e ai corridoi oscuri – GAMEPLAY:

Dead Space 3 ha mantenuto in questi anni la giocabilità e il coinvolgimento degli episodi precedenti, non senza però modifiche sostanziali al sistema di gioco. Nonostante il titolo rimanga uno sparatutto in terza persona over-the-shoulder in stile Gears of War, il mood è meno horror puro e più diretto all’azione frenetica e agli squartamenti senza sosta. Mentre nei primi due giochi avevamo a disposizione quattro tipi di armi da portare con noi alla volta, ora possiamo trasportarne solo due, ma in compenso il gioco ci offre un sistema (non poco confusionario) per personalizzarne ogni singolo componente. Potremo raccogliere durante l’avventura un sacco di componenti, circuiti, sostanze e materiali preziosi, anche facendoci aiutare da dei piccoli robot raccoglitori. Con questi elementii potremo costruire svariate combinazioni di armi, o migliorare o cambiare dei singoli pezzi del nostro tagliatore preferito e così via. Il sistema delle munizioni è migliorato nettamente, fornendoci ora dei semplici “pack munizioni”, compatibili con tutte le armi esistenti, feature stupenda per dimenticare le infinite perdite di tempo, negli episodi precedenti, dovute alla gestione del poco spazio a disposizione e all’obbligo di dover centellinare ogni singolo caricatore. 

Questa faccia da... ehm... questo simpaticone è l'attuale capo di Unitology...

Questa faccia da… ehm… questo simpaticone è l’attuale capo di Unitology…

Il sistema di combattimento è rimasto pressoché invariato, con attacchi corpo a corpo, armi da taglio, impatto, da fuoco automatico, da fuoco “a dispersione”, a lama da tagliatore, da spara chiodi e via dicendo. Troviamo sempre la classica stasi che rallenta nemici e piattaforme impazzite, la telecinesi per risolvere enigmi forse un po’ troppo frustranti o scontati, e una sezione di gioco quasi open-world (si fa per dire) con delle missioni secondarie che arricchiranno il nostro inventario e aumenteranno le ore di gioco. Infine, nel corso del nostro vagare, incontreremo una nuova minaccia: il freddo mortale. Come in Lost Planet dovremo gestire la temperatura corporea cercando fonti di calore o rifugi, per sfuggire alla morte. Quello che più pesa forse però è la mancanza di “quel qualcosa” che ci faccia venire la voglia di scoprire il proseguimento della storia. Il coinvolgimento è presente solo in parte, e le ondate incessanti di nemici possono portare presto alla noia e alla frustrazione.

Visceral Games ha aumentato la diversità di nemici che affronteremo. Questa specie di maniaci armati di ascia vi renderanno la vita difficile.

Visceral Games ha aumentato la diversità di nemici che affronteremo. Questi maniaci armati di ascia vi renderanno la vita difficile.

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Ogni sforzo sarà inutile, ogni speranza sarà vana – GRAPHIC & SOUND:

La primissima cosa che noteremo appena iniziato il gioco è la grafica: come sempre Visceral Games ci dona una qualità grafica sbalorditiva e una passione per i dettagli che non ha eguali. Gli effetti di luce sono iper realistici, gli ambienti sono come sempre opprimenti e pulsanti, mentre il reparto sonoro si adopera per tenere viva la suspance sempre presente. Gli effetti sonori e visivi del Rig sono identici agli episodi precedenti, mentre le armi, per via delle svariate combinazioni di creazione, producono suoni molto differenti e convincenti, per ogni tipo di puntale o generatore che avremo installato.

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Il comparto artistico del gioco è in definitiva la parte più convincente del titolo (e forse della serie), il quale ci mostra un mondo futuro sconcertante ma possibile, dove anche nei più remoti angoli dello spazio possiamo trovare morte e angoscia in grandi quantità.  Gli ambienti che ospitano la nostra avventura sono molto vari e differenziati. Tutta la prima parte del gioco infatti ci muoveremo tra vari relitti di navi naufraghe, ovviamente infestate di necromorfi (o in certi casi ad altre minacce forse più inquietanti), non disdegnando però location glaciali, dove il gelo letale regna sovrano.

Le sezioni di volo, appiedato o a bordo di un mezzo, sono veramente spettacolari.

Le sezioni di volo, appiedati o a bordo di un mezzo, sono veramente spettacolari.

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In compagnia è meglio. Mal comune mezzo gaudio? Anche no. – ONLINE & REPLAY:

L’intero titolo, come abbiamo preannunciato, è giocabile interamente con un compagno in co-op. Questa funzionalità è stata inserita saggiamente da Visceral per dare una nuova scossa al gameplay. La trama della modalità cooperativa è la stessa del single player ma contiene alcune sezioni dirette in maniera differente. Si passa da dialoghi e scene extra in cui John Carver (il nostro compare) subisce degli attacchi di follia a causa della vicinanza prolungata con il marchio, e agli enigmi risolvibili in maniera diversa, così come alcune sezioni appositamente studiate per questa modalità.

Vooooolare!

Vooooolare!

Il titolo dura normalmente una quindicina di ore, se ci dedicheremo anche alle missioni secondarie (alcune sezioni di gioco saranno opzionali e a nostra discrezione), e con la modalità co-op troveremo una variante interessante da provare, che differirà comunque abbastanza dalla storia in singolo. Come sempre, in due è meglio, e molti gamer saranno felici di questa possibilità che finalmente sta riprendendo piede nell’industria videoludica.

Pensavate che affrontare l'orrore con un compagno co-op rendesse tutto più facile? Hahahahahaha!!!

Pensavate che affrontare l’orrore con un compagno co-op rendesse tutto più facile? Hahahahahaha!!!

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La fine di un incubo, per chiudere in bellezza – IN CONCLUSIONE:

Dead Space 3 potrebbe essere l’ultimo capitolo della serie a cui giocheremo, anche se le indiscrezioni riguardanti la cancellazione di un possibile quarto episodio sembrano essere state smentite. Forse è più un nostro desiderio che una serie si concluda in bellezza senza diventare troppo monotona, ripetitiva e inconcludente? Questo terzo capitolo presenta tutte le caratteristiche per un buon action-horror, dalla grafica affascinante, e dai combattimenti intensi e terrificanti, eccezion fatta per gli scontri con i soldati umani di Unitology che rovinano forse un po’ il mood generale. Purtroppo i fan rischieranno di rimanere dell’idea che il miglior prodotto di Visceral nella serie rimanga il primo episodio, con la sua difficoltà elevata, i suoi infarti ad ogni angolo, la debolezza e paura di un Isaac Clarke ancora agli esordi. Dead Space 3 rimane comunque un titolo che merita di essere provato, grazie alle innovazioni apportate e alla trama che getta nuova luce sulla storia del marchio e dei suoi folli seguaci. Della serie Dead Space è stato pubblicato anche un film di animazione chiamato “Dead Space – La forza oscura” (o “Downfall” per gli anglosassoni), e vari romanzi come Martyr e Catalyst, quindi la carne al fuoco è tanta, dobbiamo solo prepararci lo stomaco e goderci questa avvincente storia ai confini dell’universo, dove le urla si perdono nel vuoto, e il sangue scorre a fiumi, mentre l’oscura luce del marchio copre ogni cosa.

Un team tanto improbabile quanto spassoso...

Un team tanto improbabile quanto spassoso…

Amante del retrogaming, ma adattato ai tempi moderni senza grosse fatiche, si destreggia tra una miriade di console, sperando in nuovi Survival Horror che gli diano ancora qualche emozione. Al momento in una stasi psichica dovuta all'arrivo della nextgen.

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