Call Of Duty Warzone: Pacific – Speciale

Abbiamo provato la nuova mappa di Warzone

Call Of Duty Warzone: Pacific – Speciale

Con l’uscita di Call Of Duty: Vanguard, Activision è tornata a solcare i campi di battaglia più noti e probabilmente più apprezzati dai fan, ossia quelli della Seconda Guerra Mondiale. Chi ha seguito il gioco però, sa bene che nel corso degli ultimi anni il franchise del noto sparatutto si è diversificato, aggiungendo al classico multiplayer online anche la modalità battle royale, divenuta un successo planetario tale da essere successivamente scorporata dal titolo principale e proposta come esperienza free-to-play a sé stante. Call Of Duty Warzone ha quindi polarizzato le attenzioni ed accontentato chi tanto cercava un’alternativa ai vari Fortnite, PUBG o Apex Legends, venendo continuamente supportato, aggiornato e rinnovato anno dopo anno.

La nuova mappa, uscita per l’occasione insieme a Vanguard, oltre a cambiare nome (si chiama infatti Caldera), cambia i connotati dell’esperienza in-game, allineando tutti i miglioramenti ottenuti su Modern Warfare, Cold War e Vanguard sotto un’unica sincronizzata progressione.

Il colpo d’occhio iniziale è davvero notevole: i colori e la ricca vegetazione di questa assolata isola del Pacifico sono davvero un toccasana visivo, ben lontano dalle fatiscenti strutture artificiali che ci hanno accompagnato durante i due anni di Verdansk. Come ogni battle royale che si rispetti, anche in Warzone Pacific gli spazi aperti sono esagerati e intervallati da pochi ma riconoscibili punti di interesse, che ovviamente durante i match si popolano di giocatori alla ricerca frenetica dei migliori equipaggiamenti.

Tra questi, citiamo Picco, una struttura metallica di matrice nazista sita sulle rocce di un gigantesco vulcano dormiente, dove si gode di un’ottima visuale dall’alto di tutta l’isola ed i cecchini più navigati possono approfittarne per eliminare qualche combattente distratto, per poi fuggire attraverso la funivia. Oppure le Rovine, un sito archeologico abbandonato e quasi interamente fagocitato dalla lussureggiante quanto invadente flora di Caldera, dove gli scontri ravvicinati sono all’ordine del giorno, in particolar modo agli sgoccioli della partita. Caldera Capital City è invece uno dei posti più gettonati della mappa, grazie alla varietà degli edifici che nascondono loot molto interessante.

Nonostante Warzone Pacific abbia moltissimi punti in comune con il suo predecessore, gli sviluppatori hanno apportato alcune novità.

Niente di invasivo che rischiasse di rovinare quella formula perfetta tanto amata dai fan, ma qualcosa che in un certo senso ampliasse le possibilità di un gameplay comunque canonico e rinfrescasse l’esperienza generale per stuzzicare l’interesse di chi si affaccia per la prima volta a questa modalità.

Ad esempio in Vanguard Royale i giocatori possono pilotare mezzi aerei differenti dall’elicottero: parliamo quindi di veri e propri aeroplani bimotore della Seconda Guerra Mondiale, in grado di coprire grandi distanze in breve tempo e scaricare massicce dosi di piombo sui malcapitati rimasti a terra. Di contro, sono presenti cannoni AA per contrastare i bombardamenti dal cielo, dando vita ad adrenaliniche battaglie verticali.

Caldera rappresenta un solido inizio per la nuova stagione di Warzone

Purtroppo molte delle modalità di gioco metteranno a disposizione dei giocatori esclusivamente equipaggiamenti di Call Of Duty: Vanguard, escludendo tutto ciò che è presente nei due giochi precedenti. I loadout di Cold War e Modern Warfare sono (per il momento?) relegati ad un utilizzo occasionale ed è un peccato, considerando quanto tempo ci si è impiegato per potenziare al massimo determinate armi, salvo poi non poterle sfruttare pienamente.

Anche tecnicamente il titolo è tutt’altro che sorprendente e ancora una volta manca di un aggiornamento dedicato per le console di ultima generazione, che più di ogni altra piattaforma si ritrovano sacrificate rispetto ad altre. Graficamente non si eccepisce quel distacco tra le versioni Xbox One ed Xbox Serie X/S oppure tra PlayStation 4 e PlayStation 5: nonostante le piattaforme più recenti siano sul mercato da più di un anno, Activision non reputa ancora doveroso sviluppare una versione di Warzone dedicata alla next-gen.

Al di là di qualche raro bug e disconnessione improvvisa, il gioco funziona benissimo e durante le nostre prova non abbiamo riscontrato la presenza di cheater. Che sia o meno merito del filtro anti-cheat Ricochet tanto sbandierato dal publisher, non possiamo saperlo, ma senza dubbio rappresenta un ulteriore ostacolo per chiunque voglia partecipare alle partite e vincere in maniera scorretta e quindi un grande vantaggio per tutti i giocatori degni dell’appellativo.

Siamo solo agli albori, ma questa Caldera rappresenta un solido inizio per la nuova stagione di Warzone, compagine sempre più ricca di contenuti del brand marchiato Call Of Duty: a questo punto, non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserva il futuro.


 

Amante dei tatuaggi e del buon vino, crede fermamente nella vita extraterrestre. Ha una passione viscerale per i videogames maturata nel tempo, che lo ha portato a scrivere per molte riviste italiane e siti web specializzati nel settore.

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