Aliens: Colonial Marines – La Recensione

Aliens: Colonial Marines – La Recensione

2013_aliens_colonial_marines_game-HDNel 2006 Gearbox Software, famosa per le sue splendide serie come Borderlands e Brothers in Arms, annunciò per la prima volta il suo coinvolgimento in un progetto chiamato Aliens: Colonial Marines, ambientato nel setting del secondo film ufficiale, Aliens (conosciuto in italia come Aliens: Scontro Finale). Proprio in quel periodo Rebellion e Sega stavano portando alla luce il loro ambizioso (ma alla fine insoddisfacente) progetto di Aliens vs Predator, il quale avrebbe dovuto essere il terzo glorioso episodio di una serie iniziata su PC molti anni fa da Sega e successivamente ripresa da Sierra Games. Mentre Aliens vs Predator si presenta a noi come un gioco a tre campagne distinte ma collegate dalla stessa trama, in cui possiamo vestire sia i panni di un marine, sia quelli di un Alien xenomorfo, sia quelli del Predator, Aliens: Colonial Marines di Gearbox si propone come uno sparatutto futuristico esclusivamente incentrato sugli space marines. Sarà riuscita Gearbox in questi sette anni a produrre un titolo degno del genio di James Cameron nel suo leggendario film del 1986? Andiamo a scoprirlo assieme.

Lo ameranno: coloro che hanno amato il secondo film e vogliono ad ogni costo rivivere le stesse emozioni e mettere piede personalmente sulla Sulaco e sul pianeta alieno LV-426, e squartare altri xenomorfi.

Lo odieranno: gli amanti degli sparatutto finemente lavorati, coloro che cercano una grafica di alto livello e una campagna lunga e dinamica.

E’ simile a: Aliens vs Predator, Dead Space, Halo, Doom 3.

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Titolo: Aliens: Colonial Marines
Piattaforma: Xbox 360
, PS3, PC, WiiU (26 marzo)
Sviluppatore:
Gearbox Software
Publisher:
Sega
Giocatori:
fino a 2 giocatori co-op locale, 4 giocatori co-op online
Online:
Presente
Lingua :
completamente in italiano

Mammina è arrabbiata. Ti avevo detto di non toccare le uova...

Mammina è arrabbiata. Ti avevo detto di non toccare le uova…

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Nello spazio nessuno può sentirti urlare – STORYBOARD:

Aliens: Colonial Marines ci mette nei panni del caporale Winter, mentre con la sua squadra giunge in soccorso della nave spaziale Sulaco, dove si erano imbarcati Ripley, Hicks, Newt e Bishop nel film Aliens, secondo episodio della storica quadrilogia cinematografica. I fan del film si troveranno immediatamente a proprio agio tra i “bip bip” del radar di prossimità, il mitra automatico degli space marines, e le armature grossolane indossate dagli attori di Cameron. Verremo subito affiancati da un compagno che ci aiuterà nella macellazione di ogni avversario che incontreremo, ma per fortuna la presenza degli altri marines non viene utilizzata per sezioni scriptate predefinite, bensì starà a noi quasi tutto il lavoro di forzare le porte o saldarle, attivazione di comandi e massacro dei nemici più ostici. 

Speriamo che almeno su Wii U il GamePad sia usato come radar...

Speriamo che almeno su Wii U il GamePad sia usato come radar…

I nemici che affronteremo sono i classici del film, incontreremo infatti presto delle strane uova, al cui interno giacciono i temuti “facehugger” (abbraccia-faccia), ovvero degli alieni-ragno nella loro prima fase del ciclo vitale, che attaccatisi alla faccia, appunto, di un ospite vivente, rilasciano al suo interno un embrione. Presto l’ospite indesiderato crescerà nello stomaco del malcapitato, evolvendo nel secondo stadio, ovvero il “chestbuster” (spacca-torace). Come il nome suggerisce, il piccolo alieno dentato spacca la cassa toracica uccidendo il portatore e inizia presto a crescere nella forma più conosciuta, ovvero il drone xenomorfo, alto circa 2 metri, e dotato di denti aguzzi come rasoi e una seconda bocca retrattile, perfetta per sfondare crani umani e toraci degli sprovveduti che incroceranno il suo cammino. Non pago di questo, il sangue alieno è corrosivo come acido e scioglie praticamente qualunque materiale incontri. Dovremo quindi guardarci bene dalle uova che si schiudono, dagli xenomorfi che entreranno di soppiatto nell’ambiente cogliendoci alle spalle, e come se ciò non bastasse, presto incontreremo i cari militari della compagnia Weyland-Yutani tanto temuti da Ripley, coloro che da sempre hanno voluto catturare, studiare e “addomesticare” gli xenomorfi per utilizzarli come arma biologica definitiva.

Un facehugger all'attacco. Tenete pronti i tasti perchè avrete pochi secondi per impedirgli di darvi il bacino della buonanotte.

Un facehugger all’attacco. Tenete pronti i tasti perchè avrete pochi secondi per impedirgli di darvi il bacino della buonanotte.

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Affrontiamo assieme l’invasione aliena – GAMEPLAY:

Appena metteremo mano ai controlli del gioco noteremo subito di essere di fronte ai comandi di un classico sparatutto, in stile Call of Duty, Halo e simili. La seconda cosa che salterà subito all’occhio (e all’orecchio) è la fedeltà con cui sono stati ricreati gli ambienti, le divise, le armi e i suoni, anche se come vedremo più avanti, non sarà sempre un lato positivo. Gli odiati xenomorfi sbucano da ogni dove, ma difficilmente li vedremo usare ingressi subdoli come condotti di aerazione o soffitti, bensì la maggior parte di loro giungerà alla carica frontale, mettendo il loro bel faccino direttamente di fronte alle nostre canne infuocate. Il gioco presenta una progressione di abilità e caratteristiche da assegnare al nostro marine e alle nostre armi molto completa ma allo stesso tempo inconcludente. Potremo infatti migliorare le capacità di combattimento del protagonista e scegliere tra vari tipi di armi (shotgun, mitragliatrice, pistola e lanciafiamme) con tanto di “armi uniche” come il fucile di Hicks, che costituiscono delle varianti delle armi base, ma potenziate ed esteticamente diverse.110287 Tutto ciò è disposto in ordine molto confusionario, e modificare la disposizione dell’equipaggiamento nei tasti di scelta rapida avverrà in tempo reale durante il gioco e risulterà spesso incomprensibile. Inoltre non servirà a molto studiare una giusta strategia per affrontare ogni situazione: tenete pronto un qualsiasi mitra per la distanza e lo shotgun per gli spazi stretti e non dovrete più preoccuparvi di nulla. Come se tutto ciò non bastasse, il famoso sensore di movimento è scomodissimo e spesso incomprensibile e finirà nel dimenticatoio dopo pochi minuti di gioco. Gli alieni esploderanno sotto i nostri colpi, spesso con un singolo proiettile di shotgun al “volto”, mentre i militari della compagnia assorbiranno un paio di caricatori prima di cadere, sintomo di un grave sbilanciamento dei settaggi riguardanti le armi e la distribuzione dei danni.

Tutto è molto fedele al film, sia esteticamente sia per quanto riguarda i suoni inquietanti...

Tutto è molto fedele al film, sia esteticamente sia per quanto riguarda i suoni inquietanti…

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Osservando l’orrore – GRAPHICS & SOUND:

In questo caso l’orrore assume un duplice significato. Da un lato il titolo che ci apprestiamo a giocare “dovrebbe” essere un titolo horror, mentre invece ci porta solo in alcuni sporadici casi a sobbalzare dalla sedia. La maggior parte del tempo ci sentiremo delle indistruttibili armi di distruzione e l’orrore vero e proprio sarà osservare la qualità grafica e sonora del gioco. Il titolo possiede tutte le caratteristiche di un gioco del 2006, ovvero la vecchiaia: meccaniche di gioco già viste e texture poco definite. I movimenti degli alieni e dei marines ci ricordano molto Duke Nukem Forever, macchinosi e stentati, tra spigoli sdentati e una giocabilità al limite del sopportabile. Gli appassionati del film noteranno subito i suoni delle armi perfettamente identici a quelli della pellicola originale, il che ci porta ad avere dei mitra che sparano raffiche con uno sgradevole effetto flanger, tipico delle proiezioni degli anni ’80, poco definito e “cartonoso”; insomma, classico ma inefficace e retrò. Gli effetti di luci e ombre non sono del tutto da buttare, ma non potremo fare altro che notare mille imperfezioni nell’ambiente che ci circonda, e ci chiederemo se sia valsa la pena aspettare sette anni per giocare a un titolo… di sette anni fa.

Gli effetti di luce sono la parte più curata del comparto grafico. Creano un pò di suspance, anche se non sono sufficienti a renderlo entusiasmante.

Gli effetti di luce sono la parte più curata del comparto grafico. Creano un pò di suspance, anche se non sono sufficienti a renderlo entusiasmante.

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Tutti insieme appassionatamente? – ONLINE & REPLAY:

La parte meno scadente del titolo è forse il settore multiplayer che si divide in due mondi ben distinti. Innanzitutto la campagna è godibile da due giocatori a schermo condiviso oppure online in quattro, il che rende il titolo un pò meno monotono, caratteristica che ultimamente sta ritornando finalmente in auge e che ci porterà a essere ancora più indistruttibili, essendo l’intelligenza artificiale dei compagni alquanto scarsa. Per quanto riguarda il multiplayer competitivo online invece, Gearbox ha tentato un approccio molto interessante che però è stato sviluppato grossolanamente: il sistema è simile a quello di Left 4 Dead, ovvero una squadra di marines che affronta un’orda di xenomorfi, e a turno impersoneremo un esemplare di entrambe le fazioni.607525-aliens-colonial-marines-windows-screenshot-multiplayer-customize Anche qui si potrà scegliere la tipologia di combattente, l’equipaggiamento e le abilità personali, come per esempio nel caso degli Aliens xenomorfi potremo scegliere il classico drone, lo spitter che sputa acido da lontano e lo stalker che sarà una via di mezzo tra il close-combat e il ranged. Insomma nulla di nuovo all’orizzonte, tranne che per la visuale durante l’utilizzo degli xenomorfi che sarà in terza persona, per rendere meno caotiche le scalate delle pareti, ed evitarci il classico mal di mare dei vari Aliens vs Predator precedenti. Anche qui i movimenti e gli ingaggi sono caotici e pieni di bug; gli xenomorfi si incastrano in ogni anfratto e si rifiutano di scalare alcuni tipi di pareti, rendendoli goffi e frustranti. Le modalità online saranno le classiche di ogni FPS-horror, ovvero deathmatch, invasione, fuga e via discorrendo.

Questa è la grafica a cui ci avevano preparato. Piacerebbe eh? E invece...

Questa è la grafica a cui ci avevano preparato. Piacerebbe eh? E invece…

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La carne al fuoco si è bruciata – IN CONCLUSIONE:

Abbiamo aspettato questo Aliens: Colonial Marines per sette lunghi anni, mentre Gearbox sfornava un trailer dietro l’altro, riempiendoci di speranze e di sano hype, per poi donarci un titolo mediocre con una grafica ormai datata e scombinata. Il titolo risulta frustrante da giocare anche dopo la prima mezz’ora di gioco, e potrà piacere solo ai neofiti o a chi si accontenta facilmente. Resta un titolo da giocare con gli amici mentre aspettiamo il prossimo Army of Two o simili, e se abbiamo esaurito la nostra libreria di titoli da provare. Di sicuro Aliens: Colonial Marines non vale la spesa di un nuovo arrivo, ma potrà fornirvi un pò di divertimento online, se avete la pazienza di aspettare tempi interminabili mentre il gioco cerca delle nuove partite disponibili. Ogni fan di Alien che si rispetti dovrà quindi sedersi e aspettare ancora molti anni nella speranza che qualche magnanima software house pubblichi un gioco di Alien che ci riporti alle vecchie glorie degli Aliens vs Predator da PC single-core, e perchè no, qualcosa di ancora più valido. La calma è la virtù dei forti, Fox Interactive, se esisti ancora, crediamo in te.

BRAT BRAT BRAT! Se non altro ogni suono ci riporterà alla memoria il film. Peccato.

BRAT BRAT BRAT! Se non altro ogni suono ci riporterà alla memoria il film. Peccato.

Amante del retrogaming, ma adattato ai tempi moderni senza grosse fatiche, si destreggia tra una miriade di console, sperando in nuovi Survival Horror che gli diano ancora qualche emozione. Al momento in una stasi psichica dovuta all'arrivo della nextgen.

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