Popcorn Time: In Your Eyes – Recensione

Popcorn Time: In Your Eyes – Recensione

Fin dagli albori il cinema ha sempre proposto al proprio pubblico storie umane, spesso prive di iperboli o di episodi straordinari: relazioni personali tra due parti che in molti hanno provato a mettere su pellicola, tra emozioni e comportamenti che sono propri della vita di ognuno di noi. In molti sono anche caduti nella trappola dello stucchevole, del banale, ma non Joss Whedon, che prima di aver riunito i vendicatori nei due Avengers ha scritto una piccola ma interessante sceneggiatura, che ha visto la luce solo nel 2014, al Tribeca Film Festival, e disponibile in streaming legale su Netflix.

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Il film di cui stiamo parlando è In Your Eyes, una sorta di racconto fantascientifico che vuole raccontare attraverso lo straordinario una storia assolutamente ordinaria. Un aspetto molto caro a Whedon, autore tra le altre cose del ben noto Buffy L’ammazzavampiri, vero e proprio simbolo per molti ex-adolescenti. Attraverso la regia di Brin Hill ci viene raccontata la storia di Dylan (Michael Stahl-David), ex-detenuto del New Mexico in libertà vigilata, e di Rebecca (Zoe Kazan), una giovane ragazza del New Hampshire sposata con un facoltoso direttore di un ospedale. [adinserter block=”1″]

3000 kilometri di distanza, due vite estremamente differenti, unite però da un legame indissolubile: entrambi possono vedere attraverso gli occhi dell’altro, sentire e percepire a vicenda le emozioni provate. Una relazione metafisica, costruita passo dopo passo come una lunga telefonata che però permette ad entrambi di vedere la vita dell’altro senza filtri, di condividere il fardello di un dolore, di portare su di sé la gioia di un evento felice e di scoprirne l’intimità in un modo tutto nuovo. Qualcosa di estremamente simile è stato fatto con Lei (Her, nel titolo originale), dove venivano esplorate e raccontate le possibilità e l’amore verso un’intelligenza artificiale, che grazie alle sue limitazioni ha permesso al regista di esplorare determinati temi in modo decisamente poco convenzionale.

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Joss Whedon non cerca però quel tipo di straordinario, proponendo sprazzi di quotidianità e di situazioni che ci permettono di conoscere e relazionarci ai due protagonisti. La sceneggiatura in questo senso è assolutamente deliziosa, con un intelligente dosaggio di umorismo e di realismo, senza mai scadere nella banalità o nel romanticismo sfrenato, ma non per questo rinunciando a dei momenti di spessore pregni di una certa dolcezza. In Your Eyes, anche grazie alla sua struttura, è in un certo senso un costante (non sempre) dialogo tra i due personaggi, un continuo crescendo che scade però in un finale fin troppo sopra le righe. Tutta la costruzione dei personaggi e del loro rapporto scade infatti in un’eccessiva ricerca di drammaticità, decisamente troppo straordinaria e che potrebbe lasciare interdetti in molti. Nonostante tutto, la storia raccontata da Joss Whedon resta estremamente riuscita, con il duo Zoe Kazan e Michael Stahl-David che fin dalla prima battuta mostra una sinergia ed un carisma assolutamente ipnotico: e pensare che i due personaggi non si incontrano mai! Meno entusiasmante è invece la regia di Brin Hill, che pur lavorando entro certi schemi dà al film un taglio troppo legato alla televisione, con inquadrature e una fotografia che non riesce a mettere in risalto ciò che avviene su schermo, limitandosi ad accompagnare e a dare voce alla sceneggiatura, senza arricchirla di particolari.

Al di là delle imperfezioni, In Your Eyes è un film unico, particolare e con alcune idee interessanti. La visione è consigliata, anche se il genere non fa per voi: la storia di Rebecca e Dylan va ben oltre le apparenze, ed è prima di tutto un racconto sulle relazioni umane, e solo dopo sui buoni sentimenti che possono nascere guardando negli occhi di qualcuno o, come in questo caso, guardando attraverso di essi.


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Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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