DriveClub – Recensione

DriveClub – Recensione

Presentato in pompa magna all’E3 del 2013 come uno dei titoli di lancio della allora imminente Playstation 4, Driveclub scomparve misteriosamente, vittima della sindrome da ritardo precoce che  affligge tutt’ora una moltitudine di giochi next-gen, per riapparire poi, a distanza di un anno, completamente cambiato e con una data di lancio definitiva.

Come per gli utenti Xbox One, orfani di un gioco di guida realmente next-gen fino all’avvento di Forza Horizon 2, i supporter della casa di Kyoto han dovuto attendere ben undici mesi per avere sotto le mani un prodotto ascrivibile alla categoria dei “Racing Games”.

Questa interminabile attesa, fatta di annunci e contro annunci è stata dunque ripagata da un prodotto all’altezza o ci troviamo davanti all’ennesimo gioco approssimativo vittima della sindrome da next-gen?

Scopriamolo insieme!

DriveClub

Piattaforma: Playstation 4

Genere: Racing Game

Sviluppatore: Evolution Studios

Publisher: Sony

Giocatori: 1

Online: 2 – 12

Lingua: Completamente in italiano

Versione Testata:Playstation 4

Evolution Studios lancia dunque il guanto di sfida a Forza Horizon 2 che, sul versante Xbox One, ha dimostrato come la console di casa Microsoft sia in grado di proporre racing game open world dotati in egual modo di quantità (auto, tracciati, modalità) e qualità!

Driveclub sfida il suo diretto antagonista per il titolo di miglior gioco di guida next-gen mettendosi in netta contrapposizione allo stesso: tracciati “old-school” vs mondo open world e poche (ma rodatissime) modalità di gioco in opposizione alla miriade di alternative proposte dal titolo Playground Games e credetemi… l’esito di questa disfida, nonostante i fattori appena elencati facciano pensare al contrario, non è così ovvio.

Gli undici mesi di ritardo, utilizzati dai ragazzi di Evolution Studios per riprogettare daccapo Driveclub, son serviti per realizzare un solidissimo arcade che, senza ombra di dubbio alcuna, monopolizzerà la vostra Playstation 4 per i mesi a venire. La qualità complessiva dell’esperienza di gioco infatti, seppure non esente da difetti, riesce nell’ardua impresa di creare assuefazione grazie a mai dome dinamiche competitive e di tenere incollati, per via del livello di sfida sempre più alto, i giocatori al pad.

Analizzando nel dettaglio l’offerta di gioco, la modalità Single Player risulta essere relegata al ruolo di (noiosa) palestra atta a far prendere dimestichezza con le dinamiche di gioco che verranno poi utilizzate e perfezionate nella modalità multiplayer, vero e proprio fulcro di questa wannabe-rivoluzione made in Evolution Studios. Dovremo dunque districarci tra le sfide più disparate, topoi ricorrenti del genere sin dalla notte dei tempi: superare una debita velocità massima, tenere una determinata velocità media, classificarci nelle prime tre posizioni, effettuare un punteggio minimo nelle fasi di derapata, gestire curve tenendo traiettorie quanto più perfette e così via; discreta varietà di situazioni, inversamente proporzionale però al livello di innovazione proposto dal gioco. L’ottenimento di uno o più risultati previsti dalla gara in questione porterà alla conquista di un certo numero di stelle che andranno a sbloccare veicoli sempre più performanti e un crescente numero di livree grazie alle quali personalizzare le auto del proprio club. Sì, perchè, arrivando al nocciolo della questione, in Driveclub ogni singolo sorpasso, ogni minuscola azione, ogni punto ottenuto andrà ad aumentare sì il blasone (ed il livello) personale ma anche la rilevanza del club a livello mondiale.

 

In Driveclub ogni singolo sorpasso, ogni minuscola azione, ogni punto ottenuto andrà ad aumentare sì il blasone (ed il livello) personale ma anche la rilevanza del club a livello mondiale

Mai infatti come in Driveclub l’elemento competitivo viene elevato alla sua ennesima potenza. Non il solo e semplice piazzamento in una gara contribuirà a decidere le sorti di un campionato o di un evento multiplayer: all’interno della stessa gara ci saranno micro-contest (derapata, precisione in curva, velocità media o assoluta) che daranno adito a intra-classifiche su scala globale per il miglior piazzamento in quel determinato circuito/evento e che porteranno, in caso di successo, un numero di punti utile all’evoluzione club/pilota sopraccitata.

Il focus, e principale differenza rispetto a Forza Horizon 2, di Driveclub è nella “Guida pulita”: mentre nel lavoro Playground Games sarà possibile tagliare il percorso in determinati punti per avvantaggiarsi sull’avversario di turno, nella produzione Evolution Studios anche la benché minima infrazione (che si parli di impatto con vetture, con il guardrail o, per l’appunto, di un taglio traiettoria) verrà sanzionata con il rallentamento della vettura per un periodo di tempo direttamente proporzionale alla gravità dell’evento ad essa correlato. A fronte di detta marziale severità, l’intelligenza (o presunta tale in certi momenti) artificiale del gioco potrà prodursi in speronamenti o sporadici tagli di traiettoria senza subire le medesime conseguenze, fermo restando che nostre infrazioni o eventuali fallimenti nell’ottenimento di obiettivi (come, ad esempio, realizzare un giro “pulito”) derivanti da comportamenti scorretti dell’IA, verranno comunque sanzionati come in precedenza, rendendo talvolta frustrante una esperienza di guida altrimenti incredibilmente appagante.

Tutto ciò rappresenta però la base di quello in cui Driveclub eccelle, senza se e senza ma: la componente multiplayer. Che si decida di correre una gara da soli (altamente sconsigliato per una debita progressione di livello) o in un club (formato da un minimo due persone ad un massimo di sei) affrontare la modalità multiplayer permetterà di godere appieno dell’enorme lavoro svolto dai ragazzi di Evolution Studios: potremo infatti partecipare a gare multiplayer secche, lanciare sfide agli altri club, raccogliere sfide lanciate dai nostri avversari o, cosa che rappresenterà il vero valore aggiunto di Driveclub, impegnarci ad eccellere nelle sfide lanciate dal team stesso al fine di raggiungere il top della classifica di club a livello globale. Vera innovazione di questo racing game rispetto ai suoi predecessori è che il livello di competizione, spostato su una scala universale, non sarà più limitato, come in precedenza, alla nostra friendlist ma ci metterà di fronte, virtualmente, alla totalità degli utenti Playstation 4 in possesso di Driveclub aumentando, e di molto, il fattore rigiocabilità del titolo.

Questo, che rappresenta il punto forte di Driveclub, rappresenta anche la maggiore incognita relativa alla effettiva longevità del titolo Evolution Studios: passata l’emozione iniziale e la fase di assestamento dovuta alla capillare diffusione del gioco nella community, quanto la stessa rimarrà incollata allo stesso? Il successo nel tempo, o il graduale deperimento dell’interesse nei mesi a venire, sarà esclusivamente causa dell’operato “post-vendita” del talentuoso team di sviluppo: staremo a vedere! Per ora, le premesse per una vita lunga e decorosa ci sono tutte!

Driveclub, primo racing game per Playstation 4, mette in mostra la forza bruta della console Sony donandoci un impatto grafico di primissimo livello che, ben più di una volta, ci farà rimanere a bocca aperta per la magnificenza degli sfondi e per il livello della modellazione poligonale delle vetture, mai così vicine alla perfezione.

A differenza di Forza Horizon 2 mancano all’appello, almeno per il momento, le condizioni meteo dinamiche, fiore all’occhiello della produzione Playground Games: i ragazzi di Evolution Studios hanno però promesso che le stesse verranno aggiunte in seguito grazie ad una patch dedicata. Rimane però da vedere se l’inserimento di questo ambito elemento avrà una mera valenza estetica o, parallelamente a quanto succede in FH2, anche un impatto sulla giocabilità: stando a quanto analizzato di Driveclub (ovvero un arcade innestato su di un impianto fisico di matrice simulativa) non mi risulta difficile desumere che l’inserimento del meteo variabile rappresenterà solo un escamotage grafico atto a mettere in mostra, ancor di più, le potenzialità della Playstation 4.

Driveclub si mostra, in tutta la bellezza dei suoi 1080p, a 30fps granitici, mai scalfiti nemmeno nelle situazioni di maggiore affollamento: è dunque tutto oro quello che luccica? Purtroppo no! Driveclub risulta infatti penalizzato da una scelta cromatica tendente al cupo che impedisce, complice l’utilizzo delle visuali interna/cofano/strada (tre su sei dunque) e di un sistema di illuminazione tendente a replicare in modo assolutamente innaturale ed eccessivo i riflessi su asfalto e vetture, una corretta interpretazione/intelligibilità dei circuiti di gioco: frequenti saranno infatti gli urti o le uscite fuori dal percorso a causa di una inappropriata gestione del campo visivo. Questo inconveniente può essere attenuato selezionando le visuali esterne ma, così facendo, buona parte del senso di velocità  andrà a farsi benedire (fenomeno dovuto anche al mancato supporto dei 60fps), con buona pace della dinamicità del gameplay

Dovendo effettuare un confronto grafico, mai dovuto come in questo inizio generazione, Driveclub esce sconfitto, anche se solo ai punti, nei confronti di Forza Horizon 2: dove il livello poligonale delle autovetture verte leggermente a favore del titolo Evolution Studios, l’esperienza complessiva di gioco risulta molto meno gradevole a causa della scriteriata scelta di un sistema di illuminazione assolutamente fuori luogo per questa tipologia di giochi.

Driveclub risulta penalizzato da una scelta cromatica tendente al cupo che impedisce, complice l’utilizzo di un sistema di illuminazione tendente a replicare in modo assolutamente innaturale ed eccessivo i riflessi su asfalto e vetture, una corretta interpretazione/intelligibilità dei circuiti di gioco.

Il comparto sonoro, sempre in linea con le situazioni di gioco, può essere attivato o disattivato dal menù contestuale, per permettere di godere sia dell’ottimo accompagnamento musicale scelto dai ragazzi di Evolution Studios, che della riproduzione del sound dei motori, elemento che rasenta la perfezione.

Menzione a parte merita la fisica di gioco: pur trovandoci di fronte ad un Racing Game di matrice arcade duro e puro, grande cura è stata riposta nella ricostruzione della fisica degli impatti. Mai incidenti sono stati così realistici e mai le conseguenze di un urto sono state così dettagliate e verosimili; meramente estetica invece l’incidenza dei danni alle vetture, comunque mai realmente rapportati all’entità dell’urto subito e, sia chiaro, ininfluenti sulla base prestazionale della vettura in oggetto.

In Conclusione

I ragazzi di Evolution Studios entrano a gamba tesa con il suo approccio arcade nel cosmo Playstation 4, inserendo nella lineup della console Sony un titolo che difficilmente verrà dimenticato grazie ad un livello di sfida graduale e ben tarato ed alla dipendenza che lo stesso saprà generare negli aficionados di questo genere.

Un sistema di guida immediato, coinvolgente e senza fronzoli ci catapulterà immediatamente nel mondo di gioco, tenendoci ore ed ore incollati al pad alla ricerca del record personale/di club utile ai fini della vittoria.

Nonostante le poche modalità di gioco la longevità è assicurata grazie all’enorme quantità di sfide presenti, già al dayone, sui server di gioco, server che garantiscono un’ottima stabilità ed una esperienza sempre appagante.

Driveclub tira fuori la potenza bruta della Playstation 4 girando a 1080p/30fps granitici, mai scalfiti da un singolo rallentamento: ciononostante l’impatto grafico del titolo è fiaccato da una scriteriata scelta inerente l’illuminazione e la rifrazione delle luci sull’asfalto, elemento che si traduce in una scarsissima visibilità in gran parte delle piste disponibili: molto spesso saremo costretti a far riferimento alla mappa inferiore o, molto più presumibilmente, a memorizzare i tracciati al fine di evitare sgradevoli fuori pista, nulla potendo però contro gli urti derivanti dalla scarsa visibilità.

Se nel multiplayer Driveclub eccelle, mostrandoci quanto di buono i ragazzi di Evolution Studios abbiano realizzato, il comparto single player viene svilito da una IA snervante e mai all’altezza che non lesinerà contatti e tagli di strada causandoci penalità e interruzioni delle serie di bonus risultante da una guida pulita.

Pur essendo un gioco validissimo, che non mancherà di coinvolgerci e divertirci per i mesi a venire, Driveclub perde, seppure ai punti, nei confronti di Forza Horizon 2, più completo e, in fin dei conti, più divertente del diretto rivale.

Driveclub rappresenta comunque un ottimo ingresso di Evolution Studios in questa next-gen che ancora tarda a sbocciare, un ottimo gioco, ben lontano però dalla perfezione.

Voto: 8/10

L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

Lost Password