Popcorn Time: Best of 2013

Popcorn Time: Best of 2013

Un anno di Cinema – con tutte le sfaccettature del caso – non si racconta in poche righe… ma ci proverò. O meglio, frugherò nella memoria più o meno recente per trovare dieci titoli che possano guadagnarsi il blasone di “migliori” tra la miriade di pellicole approdate nelle sale italiane durante il 2013. Quella di seguito non è una classifica, ma un elenco (ordine casuale) di film che hanno saputo conquistare la mia attenzione pur facendo parte della grande distribuzione, quindi senza sconfinare nel settoriale o nell’underground, ma rimanendo con gli occhi puntati al grande schermo. Buona lettura!

 In Trance:  tendo ad apprezzare ogni film di Boyle ancora prima del suo debutto, forse perché – ad oggi – non mi ha mai deluso (o non del tutto). Stiamo parlando di un regista capace di trasformazioni stilistiche incredibili, nonché del “papà” di cult assoluti come Piccoli Omicidi tra Amici o Trainspotting. Anche questa volta il livello è alto, Boyle mischia le carte e ci costruisce un castello perfetto raccontandoci una particolarissima storia d’amore/odio/inganno. Nel caso ve lo foste perso, rimediate al più presto!

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 Venere in Pelliccia: Roman Polanski, un nome che potrebbe bastare per giustificare a priori la visione del film. Nel caso invece non bastasse, sappiate che – trascurando questa pellicola – vi perdereste un’opera interessante, variegata, a suo modo complessa (non complicata), non certo al livello dei capolavori assoluti del maestro, ma di sicuro varie spanne sopra la (scandalosa) media attuale.

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 Spring Breakers: chi conosce Harmony Korine sa perfettamente come – dietro ad una veste apparentemente frivola e “leggera” – il giovane regista a stelle e strisce riesca in realtà a nascondere discorsi a dir poco profondi, artistici, assolutamente autoriali. E’ anche il caso dell’ultima fatica di Korine, Spring Breakers, vero e proprio affresco caricatissimo, sovraesposto e “arcade” del nulla che da sempre avvolge la vita umana soffocandone – prima o dopo – la speranza. Nel cast un James Franco da Oscar multiplo.

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streghe Le Streghe di Salem:  per la “fortunata” serie I Grandi Sottovalutati, sono orgoglioso di presentarvi  il miglior horror dell’anno. In realtà qui si abbattono i limiti di genere ed è riduttivo il bollo “horror”, perché il film di Rob Zombie è questo e molto altro, è un girotondo di macabre suggestioni e scorci da incubo, immagini patinate, da videoclip, eppure profondamente angoscianti, ai limiti del delirio. Grande, ma davvero grande prova registica, se amate il Cinema dell’orrore – poi – la visione diventa obbligatoria.

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 Don Jon:  coraggioso esordio registico per Joseph  Gordon-Levitt, che – spalleggiato da Scarlett Johansson e Julianne Moore – inscena una commedia dal retrogusto decisamente aspro che ci illustra una storia d’amore in bilico tra pornografia e illusione/disillusione. Non era facile girare un film “elegante” con basi simili, ma Gordon-Levitt c’è riuscito, e bene. Consigliato!

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 Pacific Rim: continua la sfilata di grandi nomi della regia (e non solo), è il turno di Guillermo del Toro, director che ha “fantasia” come parola d’ordine a contraddistinguere ogni sua produzione; basti pensare a Il Labirinto del Fauno o Mimic, vere e proprie perle di originalità ed intrattenimento di alta, altissima qualità. Con Pacific Rim del Toro rielabora il monster movie alla Godzilla e sforna l’ennesima battaglia Terra – Robottoni Cattivi… MA… c’è un ma, perché lo fa nel suo particolarissimo stile e con lo spessore che abbiamo imparato ad aspettarci dal regista messicano. Assolutamente da vedere.

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 Dans la Maison: ecco, questo è uno tra quei film realmente capaci di farci sperare nella rinascita del buon Cinema (forse non è ancora morto, ma non sembra stare granché bene). Regia di Francois Ozon, che dirige un dramma “letterario” intriso di citazioni e tributi più o meno velati al glorioso passato cui si ispira. Un ragazzo particolare, una famiglia medio borghese e la strana relazione che va ad unirli, lentamente ma senza indugi, con un legame non proprio sano. Anche in questo caso la visione è ultra consigliata.

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 La Madre:  Mama è il titolo originale di questo horror/thriller soprannaturale. Una fiaba gotica, atmosfere cupe (il nero regna sovrano) e suggestioni proprie della miglior tradizione iberica, il che significa un sodalizio perfetto tra orrore e tematiche invece pure, come – in questo caso – l’amore materno… o “semplicemente” l’amore.
Non un horror canonico, dunque, ma una pregevole e spettacolare variazione sul tema!

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 Mood Indigo – La Schiuma dei Giorni: Gondry, altro nome che dovrebbe bastare a chiunque come garanzia di ricercatezza e qualità. Qualche esempio… possono bastare L’Arte del Sogno e Se mi lasci ti cancello? Io spero di sì! Anche in questo caso l’intero impianto della pellicola è sorretto dalle robuste radici del surrealismo, la narrazione rimane delicata, mai noiosa o “fine a sé stessa”, cast selezionato con intelligenza ed ennesima ottima prova attoriale di Audrey Tautou.

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 Sinister: a chiudere questa breve sfilata di merito chiamerò un horror che – a sorpresa – mi ha lasciato piacevolmente soddisfatto all’uscita dalla sala. Narrazione, stile ed atmosfere della più classica tradizione americana, uno scrittore in crisi (notevole performance di Ethan Hawke) si trasferisce con la famiglia nella casa sbagliata… ma non assisterete al solito climax di morti truculente e dialoghi insignificanti, e qui sta la novità. Il film è molto cupo, a tratti angosciante, sa inquietare con maestria e senza scadere in banalità che ormai – abituati al peggio – diamo quasi per scontate. Se amate il genere non potete farvelo scappare!

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 Anche per oggi è tutto, vi lascio con una piccola anticipazione: ieri sera ho assistito all’anteprima assoluta di Snowpiercer, che uscirà ufficialmente il 27 febbraio, e devo ammetterlo, le buone premesse sono state confermate… seguirà una recensione approfondita! Alla prossima, e stay tuned!                                                     PT è anche su Facebook

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