This Is the Police 2 – Recensione

Il primo This Is the Police è stato un titolo entusiasmante: nonostante alcune lamentele rivolte alla sua lunghezza, il gioco ha raccontato una storia molto interessante e altrettanto tragica riguardante la corruzione all’interno della polizia della città fittizia di Freeburg. L’originale è ancora piuttosto seguito nonostante siano passati due anni ma Weappy Studio ha deciso di sviluppare This Is the Police 2, un sequel diretto che affronta temi simili ma espande la meccanica del gameplay. Per la maggior parte, il gioco è una gradita espansione della formula della serie: sebbene soffra di una certa ripetitività e le nuove sezioni di strategia in stile XCOM abbiano diversi problemi che balzano all’occhio, l’eccellente scrittura e l’intrigante narrativa tengono viva l’attenzione anche nelle parti più deboli.

Dopo un breve periodo di esclusività su PC, This Is the Police 2 è arrivato su PlayStation 4 con nuove meccaniche di gioco e offerte ampliate, nel tentativo di costruire le basi del successo dell’originale del 2016. Nonostante una o due di queste aggiunte possano aver colto di sorpresa la fanbase, questo sequel merita una medaglia al valore o deve essere gettato nella cella più buia e lontana? A seguito degli eventi di This Is the Police, l’ex capo della polizia Jack Boyd è in fuga dopo essere sfuggito alle grinfie della corruzione di Freeburg. Spostarsi e aprire un negozio nella città di Sharpwood si rivela comunque una cattiva idea, poiché la casa presa in affitto è l’obiettivo di un raid della polizia che di droghe nascoste sotto le assi del pavimento: l’accusa si rivela corretta e Jack è costretto a passare la notte in cella, dove riesce a convincere lo sceriffo Lily Reed del malinteso. Le assicura di essere lui stesso un poliziotto e, con un accordo, i due si alleano per cercare di risolvere i problemi criminali di Sharpwood. Bastano poche ore per essere sopraffatti da sensazioni non dissimili a quelle di un vero posto di lavoro: stress, fatica e senso di colpa vengono accompagnano i nostri sforzi di riportare l’ordine nella piccola città.

Molto simile all’originale, la trama di This Is the Police 2 è il punto nevralgico dell’esperienza. Alternando le sezioni di gameplay, i filmati stilizzati raccontano la storia degli sforzi di Jack per evitare chi gli sta dando la caccia, il rapporto che si viene a creare con lo sceriffo e le questioni emotive di cui soffre. A sua volta, Lily Reed è altrettanto fondamentale per portare avanti la narrativa. Come sceriffo, gestisce una realtà afflitta da sessismo e ufficiali assetati di potere che troppo spesso gestiscono la legge a proprio piacimento. Non tarderemo a sentirci dispiaciuti per lei, poiché le tensioni sul posto di lavoro fanno sentire il loro peso anche nell’ambito più privato e personale – vedremo persino Jack rifiutarle quel supporto emotivo di cui avrebbe volentieri bisogno.

È una situazione realistica, preoccupante e, soprattutto, avvincente. La discesa di Sharpwood nel caos è lo specchio e la testimonianza di qualcosa che anche nel mondo reale sta accadendo, motivo per cui la trama riesce a catturarci con tanta intensità. Questo gioco ci farà spesso sentire a disagio ma è tutto sempre al servizio della trama. La presentazione a fumetti in stile minimalista è ancora più raffinata di quanto non fosse nel primo gioco e aiuta il titolo a distinguersi visivamente da altri titoli gestionali o più in generale polizieschi.

La trama di This Is the Police 2 è il punto nevralgico dell’esperienza

Strutturalmente, This Is the Police 2 si presenta in modo molto simile al suo predecessore. Da una prospettiva isometrica che offre una visione completa della città, si accettano e gestiscono le chiamate di emergenza da parte di coloro che ne hanno bisogno, assegnando le forze a disposizione ai casi che si ritengono opportuni. Queste richieste di aiuto possono essere semplici, come un gatto bloccato su un albero, ma sfociare in situazioni più gravi e pericolose quali rapine in banca o incendi doloso, e dipende da noi a quale dare maggiore, minore o direttamente nessuna priorità. Su base giornaliera, dovrete quindi gestire l’unità di polizia di Sharpwood nel modo più efficiente possibile. Ciascun personaggio ha una valutazione a stelle e cinque abilità, che possono essere migliorate inviandolo in missione e catturando con successo un sospetto.

Naturalmente è facile solo a parole, poiché sarete chiamati ad affrontare più richieste contemporaneamente ed essere costretti a ignorare quelle per cui non rispettate ancora i requisiti oppure, e capiterà, altre alle quali non potete dare spazio perché meno gravi. Jack deve anche mandare i poliziotti a fare cose meno apprezzabili per ottenere le giuste connessioni e il denaro necessario a supportare i costi: in questo modo sarete costretti a bilanciare atti moralmente discutibili al lavoro di tutore della legge vero e proprio. Ogni poliziotto ha anche la sua personalità e potrebbe perdere rapidamente lealtà o energia se dovesse essere mal gestito: proprio qui troviamo l’altra metà fondamentale del gioco.

Anche i poliziotti sono persone, perciò ogni mattina ci sarà qualcuno a chiedervi il giorno libero per assistere a un funerale, aiutare il loro amico in una band, o anche soltanto poter leggere un libro. Ad altri semplicemente non piace lavorare due giorni di seguito. Non sono ancora chiare le modalità per cui molti di loro mantengano la propria posizione pur utilizzando scuse tanto terribili ma alla fine il coltello della parte del manico lo abbiamo noi e siamo liberi di accordare o negare i permessi – con tutte le conseguenze del caso.

Il gioco fa un buon lavoro nell’umanizzare questi ufficiali, il che mi ha spinto a dare il massimo per mantenerli in vita pur detestandoli quando si sono presentati al lavoro ubriachi, provocando un incidente d’auto che li ha gravemente feriti. Una volta equipaggiati a dovere e inviati a seguire determinate chiamate, ogni incontro viene determinato dalle nostre decisioni e può comportare un arresto o un insuccesso mortale, in base alla nostra lungimiranza. Questa parte di This Is the Police 2 è molto più profonda rispetto al gioco originale, pur non mancando di ripetitività dopo diverse ore ma soprattutto diventando frustrante quando le valutazioni si sono indebolite in modo massiccio da scenario a scenario. In quanto appassionata di gestionali mi sono comunque divertita molto nonostante la severità del gioco nel punire il giocatore incapace di gestire in maniera corretta l’intero sistema: forse non è l’esperienza più adatta ai neofiti o a chi vuole impegnarsi ma senza eccedere.

This Is the Police 2 ha di fatto una curva di difficoltà brutale, persino troppo. Ed è proprio questo a impedirmi di promuovere il gioco a una valutazione più alta: i picchi di difficoltà possono risolversi in un fallimento prima ancora di rendersene conto. Bisogna costantemente gestire in modo corretto la forza lavoro e accumulare denaro sufficiente per mantenere tranquilla la persona ci sta ricattando. Fallire missioni e ignorare alcune chiamate ha seriamente penalizzato il risultato alla fine di ogni giornata in termini di valuta di gioco, e se non doveste riuscire a ottenerne alcuna nell’arco di tre giorni sarà inevitabilmente game over. Alcuni giocatori accetteranno la sfida e non avranno problemi a gestire le cose ma come ho scritto, per i meno esperti è molto probabile perdere il controllo al punto in cui ci si ritrova a dover riavvolgere fino a due giorni prima per cercare di riassestare la situazione.

This Is the Police 2 è brutale, realistico e avvincente

Nel corso dell’esperienza appariranno altri tipi di scenari sulla mappa della città: un cambio di ritmo molto gradito e capace di garantire la giusta soddisfazione se si porta a termine, ad esempio, un’indagine mandando in carcere il colpevole. In generale, This Is the Police 2 porta il layout di Sharpwood a un livello più personale, spingendo a preoccuparsi di più per le sorti della città rispetto a Freeburg.

Fra questi però c’è un elemento, il più significativo in termini di novità, che nonostante gli evidenti sforzi non riesce a implementarsi al meglio: si tratta degli incarichi in stile XCOM, durante i quali assumeremo il controllo di alcuni poliziotti per risolvere casi particolari che richiedono la nostra completa attenzione. Come nuova aggiunta alla serie funziona bene ma non è esattamente qualcosa che i fan dell’originale chiedevano a gran voce. Si avanza a turni alterni, noi e il nemico, all’interno di una griglia isometrica che consente solo di muoversi e sparare ai sospetti quando si trovano nel raggio d’azione.

Gli obiettivi sono sempre molto semplici: elimina tutti i nemici o disinnesca la bomba nella stanza sul retro, mentre gli approcci per sbarazzarsi dei criminali sono molteplici. Assegnando benefici a determinati poliziotti possiamo scegliere di risparmiare la vita ai nemici e limitarci a metterli fuori combattimento, il che conferisce alle missioni molta più profondità; per contro, però, fallire un simile approccio non vedrà i criminali usarci lo stesso riguardo e il tutto si potrebbe concludere male per i nostri agenti. L’eventuale perdita potrebbe portare a una giornata molto più intensa e difficile da gestire, quindi occorre scegliere con cura il modo in cui completare queste missioni per non complicarci la vita.

Conclusioni

This Is the Police 2 è un sequel che accogliamo volentieri ma non possiamo evitare le riserve per una difficoltà eccessivamente punitiva a causa della quale alcuni dei vecchi appassionati potrebbero allontanarsi: le missioni tattiche aiutano sicuramente a variare il gameplay, ma tolgono al titolo quella natura rilassata tipica del gioco originale e che ci aspettavamo essere prominente anche qui.

I fan più incalliti troveranno senza dubbio quello che stanno cercando – una storia avvincente e la gestione del crimine in un eterno equilibrio fra legalità e compromesso – ma dovranno anche affrontare picchi di difficoltà allarmanti che possono seriamente ostacolare l’esperienza se gestiti in modo errato.

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