The Witcher 3: Hearts of Stone – Recensione

The Witcher 3: Hearts of Stone – Recensione

L’arrivo del capitolo conclusivo della saga di Geralt di Rivia è stato accolto molto bene: era il 19 maggio e tutti i videogiocatori votati al genere RPG sono arrivati alla conclusione che, finalmente, uno studio di sviluppo era in grado di mantenere le promesse fatte nei periodi precedenti, dopo una marea di trailer, informazioni e pubblicità. Non solo hype fine a se stesso, ma un’attesa tangibile che i ragazzi di CD Projekt RED hanno accolto e pesato, per poi dimostrare al mondo videoludico che la loro ultima creatura era ancora più bella di quanto si potesse immaginare.

Dopo svariati mesi abbiamo avuto modo di vivere ogni sfaccettatura dei DLC gratuiti offerti dal team polacco, perderci nelle avventure del Witcher di Kaer Morhen, vivere ogni situazione sentimentale al meglio delle nostre possibilità e, si spera, trovare Ciri, braccata dalla Caccia Selvaggia, ma adesso è il momento di tornare ad impugnare le nostre fidate lame per Hearts of Stone, la prima vera espansione per The Witcher 3: Wild Hunt. Forza Rutilia, in marcia.

The Witcher 3: Hearts of Stone

Piattaforma: Xbox One/PC/PS4

Genere: RPG

Sviluppatore: CDProjekt RED

Publisher: Bandai Namco

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Audio in Inglese/Polacco, Testi in Italiano

Versione testata: Xbox One

Il problema principale delle espansioni è il rapporto qualità/prezzo. Nonostante anche l’acquisto divideogame in versione fisica sia sottoposto a questo paragone, le edizioni in questione possono essere sempre rivendute, mentre i contenuti digitali non sono mai cedibili per parare il colpo di un acquisto sbagliato e recuperare qualche Euro. Non basta avere alle spalle un’opera magna osannata da critica e utenza, si tratta ditentare di capire se gli studi di sviluppo o i publisher siano in grado di continuare a stupire, senza mosse commerciali di basso livello, con macchinazioni atte a riempire (ancora) le proprie casse.

Tagliamo la testa al toro: Hearts of Stone è un contenuto che tutti coloro che hanno giocato a The Witcher 3dovrebbero giocare, un’estensione naturale che ripropone ciò che ha caratterizzato il gioco principale. Un’ambientazione curata sin nei minimi dettagli, personaggi carismatici, eventi che faranno sussultare più o meno tutti, una colonna sonora evocativa: tutto ritorna anche in questa espansione, ma con un tocco di stile in più, come avremo modo di raccontarvi.

Hearts of Stone è un contenuto che tutti coloro che hanno giocato a The Witcher 3 dovrebbero giocare, un’estensione naturale che ripropone ciò che ha caratterizzato il gioco principale.

La narrazione è un ancora una volta un elemento fondamentale dell’esperienza, ma non abbiamo intenzione di vuotare il sacco sullo sviluppo della storia in sé: oramai tutti conoscono quanto lo studio polacco tenga al gettare le basi di una trama per poi intrecciarla magistralmente per sorprendere, e spiazzare il giocatore. Ma vale la pena spiegarvi come Hearts of Stone ci presenta un Witcher nuovo, costretto suo malgrado in una situazione di svantaggio.

Siamo abituati a vedere il Lupo Bianco sotto ad un’aura di invincibilità, ad assistere alle gesta di un “uomo” che riesce nell’impossibile, ma quest’avventura getterà il nostro eroe a terra, nella polvere, in una lotta impari contro Olgierd von Everec nelle stesse terre dove Geralt ha trionfato più e più volte, arricchite per l’occasione con ulteriori zone a nord/ovest di Novigrad. L’antagonista in questione è un carismatico e potente avversarioapparentemente immortale e starà al giocatore scoprire come potergli far mangiare la stessa polvere che è toccata al Witcher, ma, come per il gioco principale, sarà possibile perdersi in tantissime quest secondarie che sviluppano tante piccole storie, tanto divertenti da giocare quanto mature da “vivere”.

Tra le feature di Hearts of Stone la principale è l’arrivo di un nuovo mercante, l’Incantatore, un individuo che permetterà al giocatore di fondere Rune e Glifi in modo da ottenere armi dalle caratteristiche uniche, ovviamente dietro compenso. Equipaggiare il protagonista di questi incantesimi non farà tanto la differenza con i singoli mostri che troveremo nella mappa, ma permetterà di avere un controllo della folla migliore e renderà gli scontri con i boss molto più vari e semplici da gestire.

Donare un po’ di tempo a questa pratica farà davvero la differenza in combattimento, donando al gameplay una sana dose di divertimento.

Tra le feature di Hearts of Stone la principale è l’arrivo di un nuovo mercante, l’Incantatore, un individuo che permetterà al giocatore di fondere Rune e Glifi in modo da ottenere armi dalle caratteristiche uniche

Gli avversari da affrontare, dal canto loro, vantano un’Intelligenza Artificiale migliorata e i boss sono una vera gioia per gli occhi, molto più “ispirati” rispetto a quelli affrontati in precedenza. Prendiamo gli Aracnomorfi ad esempio, esseri di dubbia entità grandi, veloci e con tante, troppe zampe: sarà facile all’inizio rimanere in balia dei loro attacchi, dalla distanza e in mischia, ma dopo breve tempo si potrà approfittare di un momento in cui tutto il gruppo avversario non farà altro che muoversi, senza compiere alcuna azione. Sarà una finestra di tempo molto breve che favorirà i giocatori più tattici e cauti, ma che punirà coloro che si avventano spade in mano con severità, anche alle basse difficoltà.

Che stiate giocando con il vostro Geralt o con quello creato apposta per l’espansione (l’avventura è stand-alone e potrà essere giocata anche senza aver completato la storia principale con un personaggio pre-impostato) sarà necessario adattarsi alla velocità d’azione di Heart of Stone, un’ambientazione in cui si è o prede o cacciatori, senza vie di mezzo.

Provate a separargli la testa dal collo a fil di spada…

L’arrivo di Hearts of Stone porta con sé anche una nuova colonna sonora di tutto rispetto, per usare un eufemismo.

L’azione durante i combattimenti, le cavalcate in aperta campagna, le scene d’intermezzo sono supportate da musiche e ballate d’altri tempi, composte e calibrate alla perfezione, proprio come in passato, e non troverete mai delle note fuori posto, tutto si amalgama in un crescendo di magnificenza che aumenta il valore della quindicina di ore necessarie al completamento del contenuto, quest secondarie comprese. Anche sotto questo aspetto i CD Projekt RED hanno dimostrato dedizione, rimanendo ai piani alti di una classifica che sempre più cerca di premiare gli audaci e condannare chi gioca con le tasche dei fedeli videogiocatori.

L’azione durante i combattimenti, le cavalcate in aperta campagna, le scene d’intermezzo sono supportate da musiche e ballate d’altri tempi, composte e calibrate alla perfezione

Quanto detto rende l’espansione perfetta? No, siamo di fronte ai soliti (piccoli) problemi: l’arrivo delle patch post-lancio ha sicuramente donato varietà all’esperienza, grazie a nuove animazioni, e fixato alcuni cali dei cali di framerate più problematici, soprattutto su console PlayStation 4, ma si sente ancora la necessità di ulteriori accorgimenti, anche di poco conto, che renderebbero l’esperienza assolutamente imprescindibile. 

Geralt potrà anche possedere il fascino che lo contraddistingue, ma, ad esempio, non si può dire altrettanto di tutti i personaggi delle nuove zone dell’espansione: alcuni testi e parti del doppiaggio sembrano aver perso un po’ di profondità e quel “grip emotivo” di Wild Hunt. Anche il gameplay, sebbene impreziosito da alcune novità, si rifà troppo spesso a situazioni già apprezzate nel gioco principale, sensazione prevalente nelle missioni di ricerca in primis, troppo simili tra loro.

Ma, in fin dei conti, si tratta di minuscoli puntini neri su un foglio bianco perla.

Il trailer di lancio ufficiale dell’espansione Hearts of Stone

In conclusione…

Hearts of Stone non è un semplice DLC, ma è una vera e propria estensione di The Witcher 3, prende l’essenza del gioco base e la amplia senza snaturarla e risultare pesante da affrontare.

Il prezzo del contenuto scaricabile non è da rapportare alla qualità dello stesso e ribadiamo quanto detto ad inizio articolo: la nuova avventura di questo Geralt di Rivia, marchiato e bistrattato, va scaricata assolutamente e giocata al più presto perchè regala nuove esperienze che ogni appassionato della saga ha sempre desiderato inconsciamente. I pochi, pochissimi nei che portano il team di sviluppo polacco ad un soffio dalla perfezione vengono obliterati dalle novità, dalla trama di pregevole fattura e dagli intrighi che questa comporta, senza sacrificare longevità e grado di sfida.

Questo è il nostro verdetto e no, non ci siamo dimenticati di un elemento fondamentale per i giocatori accaniti: è disponibile anche una nuova romance…

Voto: 9/10

Appassionato e divoratore sfegatato di videogame, scemo a tempo pieno, cacciatore di Cosplayer, cuoco mercenario e cercatore di risposte a domande esistenziali come: "A cosa servono gli slot uniti delle armi di Final Fantasy VII?", "Cosa diavolo sono le Junction?", "Freija che animale è?" e "Quina quant'è brutta?". Comunque non ho ancora capito quanto sia brutta Quina e se Freija sia un topo o uno shitzu.

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