Popcorn Time Christmas: Lo Hobbit – La Battaglia delle Cinque Armate

Popcorn Time Christmas: Lo Hobbit – La Battaglia delle Cinque Armate

Le strade nebbiose e ghiacciate riflettono improvvisamente il bagliore delle luminarie natalizie, Dicembre arriva puntuale a raffreddare le membra e riscaldare gli animi, di neve se ne vede ben poca ma… al cinema fioccano titoloni!
Correva l’anno 2012 quando il primo capitolo della trilogia Jacksoniana dedicata a Lo Hobbit approdava nelle sale nostrane, poichè,  dopo aver prosciugato i botteghini con Lord of the Rings,  Sir Peter non avrebbe potuto trascurare il magnifico romanzo che faceva da prequel agli eventi narrati con Il Signore degli Anelli. Il successo dell’ Operazione Hobbit  è stato planetario, pur tuttavia non raggiungendo i vertici della precedente trilogia, anzi destando perplessità negli spettatori spiazzati dal trovarsi di fronte un’opera di circa sette ore tratta da un libro di non più di 300 pagine (se stampata con caratteri con caratteri grandi). Ma tant’è…ho divorato le versioni cartacee di J.R.R. Tolkien anni fa, di conseguenza vedere e giudicare con attenzione la controparte cinematografica è stato ed è per me un preciso dovere morale… Ed eccomi qua alle prese con l’ultimo capitolo della saga dedicata alle avventure di un giovane, intrepido Bilbo Baggins nonché del caotico manipolo di nani che lo accompagna.
Per la regia di Peter Jackson, accogliamo con un caloroso applauso Lo Hobbit – La Battaglia delle Cinque Armate.

L’intreccio narrativo riprende in medias res gettandoci immediatamente nella mischia: Smaug ha lasciato il proprio rifugio sotto la montagna ed ha tutte le intenzioni di rendere la vita molto difficile (o la morte molto facile) ai nostri minuti eroi. La battaglia per salvare Pontelagolungo sarà serrata, e lo scenario successivo – se possibile – ancora peggiore del precedente… Già, perché quando si tratta di montagne d’oro e diversi pretendenti è sempre difficile accordarsi con una birra e una stretta di mano.
Immaginate questo film, parlando in termini di giocatore di ruolo, come un dado dalle venti facce (1d20) che – rotolando per 144 minuti – le alterna offrendo al pubblico un prodotto importante e potente ma non privo di debolezze ed ombre.
Dall’equazione finale escludiamo subito i fan sfegatati della saga cinematografica delle  due precedenti incarnazioni. Fedeli TolkienJacksoniani, amerete questa pellicola esattamente quanto le altre.
Mi rivolgo ad un pubblico più eterogeneo e vario che realisticamente sarà quelle che capiterà in sala a vedere il film.  Per cominciare individuerete immediatamente il punto di forza del film: l’atmosfera.
Con il termine “atmosfera” vado ad abbracciare l’intero comparto audiovisivo, quello che si dispiegherà dinanzi ai vostri occhi è uno spettacolo limato fin nei dettagli, fragoroso, colorato ed immersivo come pochi altri. Spettacolare, per l’appunto.
L’esigenza di condire il film con massicce dosi di action è data anche dalla durata “importante” dello stesso, quindi non temete, se è lo stupore che cercate caricate armi e bagagli e dirigetevi tranquilli verso la sala più vicina.
Ma, potrebbe esserci un’audience (nella quale mi riconosco) con priorità differenti, abituata ad un approccio al Fantasy più tranquillo, statico e sognante. Chi si è perso tra le pagine dei libri farà fatica a riconoscere le atmosfere minuziosamente illustrate dalla penna di Tolkien nel frastuono generale, e troverà poche tracce della profondità dei messaggi e delle  metafore contenuta nei testi originali.
Non disdegno un po’ di movimento in un’opera simile, diciamo solo che l’altra faccia della medaglia dovrebbe essere ugualmente rappresentata. Mi piacerebbe vedere una versione della saga diretta da del Toro, per fare un esempio, qualcosa di ugualmente commerciale e commerciabile ma un minimo più “denso”, caratterizzato psicologicamente e non solo visivamente.
Detto questo l’invito è il solito: prima guardare, poi giudicare… potreste rimanere stupiti o delusi, l’importante è sempre e comunque dare una chance al Cinema, perché è e resterà sempre un’arte meravigliosa, nelle vittorie come nelle sconfitte.

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A noi ricorda…

 LEGO – Lo Hobbit: i blocchetti di plastica più amati della storia si animano ancora una volta sui nostri monitor per inscenare l’epopea di Bilbo e compagni nel periglioso cammino verso il tesoro di Smaug. Se amate i titoli LEGO nonché l’universo Tolkieniano questa perla videoludica diventa una scelta obbligata… Buon divertimento!

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Non mi resta che farvi i più sinceri auguri di buon Natale e darvi appuntamento alla prossima… Mi raccomando, stay tuned!

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"Write drunk; edit sober." E. Hemingway

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