Pentiment – Recensione

Danze macabre

Pentiment – Recensione
Pentiment
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Proprio durante il suo annuncio, Pentiment è stato definito come “un inaspettato gioco di ruolo di Obsidian”, storico team che è da sempre conosciuto per le sue storie complesse, e per aver contribuito a plasmare ciò che oggi definiamo come gdr occidentale. La lista di titoli sarebbe davvero troppo lunga, ma ci piace ricordarli come gli sviluppatori di Star Wars Knights of the Old Republic II, Fallout New Vegas e Pillars of Eternity. Titoli che in qualche modo, dal passato fino ad oggi, hanno determinato i contorni di un genere e raccontato storie rimaste indelebili nella memoria degli appassionati.

Spontaneo, dunque, chiedersi perché Pentiment sia stato considerato inaspettato, quasi fosse una bizzarra creatura nata dalla passione, e follia, del suo creatore. Ecco, forse questa è una descrizione calzante per capire i presupposti dietro lo sviluppo di Pentiment, nato da un piccolo team di 13 persone in seno ad Obsidian Entertainment, guidato da Josh Sawyer. Chi è esattamente il buon Josh? Solo il director e l’autore dietro Fallout: New Vegas e Pillars of Eternity, carica ottenuta dopo aver militato per anni in Interplay e lavorando a stretto contatto con Chris Avellone su Baldur’s Gate e l’originale Fallout.

Un autore di un certo spessore, deciso a creare con un team talentuoso un titolo ambientato nel passato, nell’Europa del 16° secolo, nella piccola città di Tassing, in Baviera. Soprattutto, un videogioco di ruolo che fosse privo di meccaniche di combattimento, o di interazioni complesse con il mondo di gioco. Pentiment in questo senso è asciutto, ed è focalizzato sui dialoghi e l’esplorazione della città di Tassing e dell’abbazia di Kiersau.

Pentiment recensione

Il nostro biglietto d’ingresso nel mondo di Pentiment risponde al nome di Andreas Maler, un’artista a suo modo tormentato. Il suo lavoro effettivo prevede di illustrare i manoscritti dell’abbazia di Kiersau, un compito che però trova limitante. Il caro Andreas ha altre ambizioni, e nel tempo libero lavora costantemente a ciò che definisce “il suo capolavoro”. Tramite i suoi occhi, entriamo piano piano in contatto con la comunità dell’abbazia e della città di Tassing. Fin dall’inizio risulta lampante la cura per i dettagli riposta nella riproduzione e creazione dei personaggi con cui avremo a che fare. Ognuno di loro ha una storia, una caratterizzazione che riesce ad essere percepita in ogni linea di dialogo. Un piccolo microcosmo del 1500, che potremo plasmare attraverso le scelte che compiremo durante il susseguirsi delle vicende.

Pentiment è davvero appassionante

Per farlo, ci serviremo del nostro Andreas Maler. Nostro, perché nel corso delle vicende avremo modo di plasmare il suo background narrativo, il suo approccio e la sua “voce”. Potremo, ad esempio, determinare cosa abbia approfondito nel suo percorso educativo, dalla Medicina alla Teologia, passando per le pericolose Arti Occulte. Oppure, scegliere il luogo del suo apprendistato, come la Basilea o l’Italia. Non capita spesso di poter scegliere un background italiano, nei videogiochi, tantomeno in uno ambientato nel 1500. Proprio per questo abbiamo dato al nostro Andreas delle origini italiane, insieme ad una passione per l’Occultismo, il Diritto bavarese, e un approccio da “furfante” ed oratore, per riuscire ad infinocchiare gli interlocutori, ma anche rispondere a tono in caso di necessità.

Pentiment permette di dare una voce unica ad Andreas, e di compiere scelte che riflettano le caratteristiche da noi selezionate. In molte situazioni saranno disponibili dialoghi aggiuntivi che riflettono quelle scelte, dandoci nuovi strumenti in determinati dialoghi o, semplicemente, contestualizzando alcune informazioni ricevute proprio grazie al nostro background. Ma Andreas non è l’unico ad avere una voce propria, unica.

Vista la mancanza di doppiaggio e la sola presenza di testi a schermo (tutti in italiano), Obsidian ha dato ad ogni personaggio un font differente, a seconda del modo in cui Andreas percepisce il loro stato sociale. Un contadino avrà un font semplice, mentre lo stampatore “parlerà” riflettendo il suono e i caratteri tipici della stampa tipografica.

Pentiment recensione

In un gioco fatto di soli dialoghi, ogni scelta conta, soprattutto quando sei impegnato a risolvere un omicidio, avvenuto ai danni di un barone, proprio tra le stesse mura dove abita il Signore: l’Abbazia di Kiersau. Alla base di Pentiment c’è proprio questo omicidio, che porterà Andreas a girare tutta Tassing in cerca di prove e sospettati, per fare giustizia ma anche scagionare l’accusato, l’anziano monaco Piero, una figura quasi paterna per il nostro protagonista.

un micro-universo fatto di relazioni credibili e appassionanti, che possono essere influenzate grazie all’impronta unica del nostro Andreas

La narrazione di Pentiment è estremamente convincente, con una cura per la scrittura e la caratterizzazione dei personaggi di grande spessore. L’unico appunto da segnalare, è un po’ il solito problema dei titoli con strutture narrative così complesse. A volte, ad esempio, c’è un po’ di contrasto tra le scelte dei dialoghi e le reazioni postume dei personaggi. Immaginate di star accusando qualcuno di omicidio, e che questo vi risponda con “Che Dio vi benedica” a conversazione finita. Be’, capirete anche voi che spezza un po’ l’immersione. In Pentiment, comunque, succede molto raramente. Considerata la quantità di testi presente, è decisamente un difetto su cui si può sorvolare.

Nell’arco delle 20 ore richieste per completarlo, attraverseremo Tassing in lungo e in largo, parlando con i suoi abitanti e approfondendo la rete di relazioni che li collega. Conflitti, intrighi e misteri da svelare fanno da sfondo ad un micro-universo fatto di relazioni credibili e appassionanti, che possono essere influenzate grazie all’impronta unica del nostro Andreas.

Pentiment recensione

Pentiment è davvero appassionante, e riesce a raccontare alla perfezione il contesto storico del periodo. Siamo in una comunità cattolica, in un clima di forte agitazione da parte dei contadini. Ma siamo anche immersi nell’epoca in cui la stampa muoveva i primi passi, così come Lutero con la sua riforma della Chiesa. Tutti elementi inseriti con grande cura all’interno della narrazione, dando corpo a vicende e personaggi sì fittizi, ma ancorati alla realtà nelle loro motivazioni e logiche.

Ogni personaggio e ambiente è tratteggiato in uno splendido 2D

Apprezzatissimo il diario, sempre consultabile, che oltre a mostrare una mappa, ha a disposizione un glossario (consultabile anche durante i dialoghi) per i termini e concetti culturalmente utili, oltre che la lista dei personaggi (e del loro background) finora incontrati. Non vi basterà un’unica run per vedere tutto, probabilmente nemmeno due, e sinceramente va bene così. Pentiment impone delle scelte, e nel farlo dà vita ad una narrazione personale e unica, pur con un suo inizio e una fine già stabiliti.

Conclusioni

Un’esperienza come quella di Pentiment potrebbe apparire noiosa, e spingere qualcuno a dire “ma se volevo leggere un libro non accendevo la console”. L’errore sarebbe non comprendere che Pentiment è eccezionale proprio perché con quelle parole ci gioca, vestendosi da racconto interattivo e dando al giocatore gli strumenti per imprimere sé stesso. Un vero e proprio gioco di ruolo, anche se privo di combattimenti.

Pentiment è un thriller storico davvero appassionante, ma è anche uno studio di una città europea del 16° secolo. Del suo contesto storico e degli abitanti che ne erano immersi. Ed è interessante, divertente, sorprendente. Perché tra quelle linee di testo Obsidian è riuscita a raccontare davvero qualcosa, che riesce ad andare anche oltre lo schermo.

Lo fa, tra le altre cose, con un gusto estetico estremamente originale e unico, ispirato ai Manoscritti Miniati di quel periodo. Ogni personaggio e ambiente è tratteggiato in uno splendido 2D, che prende vita come le pagine di un antico tomo. In quei volti, tra le pareti dell’Abbazia e i campi di Tassing, si respira un’originalità che solo poche opere riescono ad offrire nel mercato odierno.

Sono bastate solo 13 persone e un’idea, ad Obsidian Entertainment, per fare centro. A voi, basterà acquistarlo o scaricarlo dal Game Pass, per supportare un’opera unica e bella.

È facilissimo abbonarsi al Game Pass da GameStop!

Good

  • Scrittura matura e di qualità
  • La struttura narrativa è ottima, con piccoli "minigiochi" a migliorare il ritmo
  • Artisticamente meraviglioso ed originale
  • Colonna sonora di grande atmosfera (quando c'è)
  • Tante possibilità per giocare di ruolo e plasmare la storia

Bad

  • Qualche incoerenza in alcuni dialoghi
  • Alcune interazioni non sono chiarissime
9.3

Superbo

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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