Next Gen: stiamo andando nella direzione giusta? – L’angolo del Neko #3

Next Gen: stiamo andando nella direzione giusta? – L’angolo del Neko #3

Tablet, cellulari e un App per tutto, anche per i videogames. Quale sarà il destino delle console (e dei relativi software) in un mercato sempre più competitivo?

Negli ultimi anni, abbiamo iniziato ad equiparare gli smartphone e i tablet alle console, consideradoli come un nuovo modo di intendere i videogame. Perdonatemi se sorrido, pensando che molta gente non abbia preso in considerazione l’acquisto di una PS Vita o di un 3DS per giocare in mobilità, visto che “tanto ho un telefono ultra performante (o un qualsiasi tablet) e quindi me ne frego delle console portatili!”, scusatemi tanto se considero Angry Birds un ottimo passatempo ma non lo considero un videogioco e scusatemi se odio il multiplayer ad ogni costo, visto che vorrei tanto giocare in santa pace nella beata solitudine dei miei pensieri.

Tralasciando le mie personali considerazioni sulla “gioia” di ritrovarmi 10 messaggi appena mi connetto a Steam, oppure su Xbox Live per giocare insieme ai miei amici virtuali, inizio sinceramente a pensare di non avere in alcun modo la necessità di ritrovarmi davanti ad uno schermo, impugnando anche un tablet, mentre chatto felicemente con un amico. Nel corso della recente Games Week, ho avuto modo di potermi confrontare (anche se stiamo parlando di una piacevole quotidianità per il sottoscritto) con PR, Product manager, Account manager, etc, e l’impressione che ho avuto è che l’industry tema i tablet ma che l’integrazione sarebbe la via da perseguire, per sbloccare “l’achievement” sopravvivenza.

Diciamocelo senza troppi giri di parole: qualche pazzo pensava che i tablet e gli smartphone (guai a chiamarli cellulari) avrebbero soppiantato le home console, ma dopo anni di download su App Store (e più recentemente su Google Play), sto ancora cercando quella killer application che, stando a sentire le male lingue, mi avrebbero dovuto convincere a mollare le console, indipendentemente dalla loro natura. Se da una parte, un titolo come Infinity Blade di Epic, può garantire uno standard qualitativo elevato, la limitatezza del gameplay mi ha spinto in più occasioni ad un veloce ragequit dalle mie sessioni di gioco. Scusatemi, c’è davvero qualcuno la fuori che è ancora convinto di questa cosa? E mi sembra anche strano che molti tra questi visionari siano anche i peggiori fanboy disposti a cambiare telefono o tablet per mezzo processore in più, oltre al: “Eeeh, ma vuoi mettere la risoluzione appena appena più alta?!”. Vi prego, vi prego… per me è una storia trita e ritrita che non ha nulla di diverso da quanto ho potuto vedere anni fa per la questione ATI VS Nvidia, con milioni di caratteri sprecati sul web ai suoi albori, per non parlare della banda sprecata per simili amenità.

Internet serious business. In passato, certi flame tra i fanboy ATI e Nvidia ti facevano sembrare un incontro di MMA, tenero come i canti di Natale del coro delle Suore Orsoline. Oggi, i flame sul web si sprecano (soprattutto) per i tablet e gli smartphone, non soltanto per le schede grafiche e le console.

Sicuramente, i tablet ruberanno (anzi, l’hanno già fatto) una fetta di mercato a Sony e Nintendo, magari Angry Birds è stato finora l’unica App a diventare un videogame pacchettizzato ma siamo ancora ben lontani da poter pensare che un videogiocatore possa pensare di giocare per ore ed ore con un’app, perché un videogioco è un’altra cosa. Possiamo considerare Wii U, come una console Next Gen? Gli haters diranno di no, ma saranno gli stessi che guardavano la Wii con occhi sospettosi, quasi deridendo la grande N, pensando che i giapponesi fossero impazziti a voler basare una console sul motion sensing. Negli anni successivi, mentre la Wii arranca nel passaggio del testimone alla sua nuova sorellina, le unità vendute hanno dato pienamente ragione a Nintendo e  tutti i piccoli fanboy si sono dovuti ricredere quando Microsoft e Sony sono state costrette ad inseguire il trend del motion sensing, oltre all’apertura al mercato casual. Ad oggi, cosa sappiamo di Wii U? Tutto e niente, perché se da un lato Nintendo continuerà a proseguire con la sua line-up family friendly, ci troveremo davanti a delle piacevoli sorprese ben più adulte e violente. E meno male, anche se ad oggi, considero ancora il Gamecube come la miglior console della grande N (anche se l’N64 è stato cruciale per il sottoscritto) e la Wii mi ha purtroppo stancato abbastanza presto, salvo per alcuni shoot’em’up giapponesi che non hanno mai valicato il suolo della terra del Sol Levante in una versione localizzata con il nostro idioma.

Wii U. Non si parla d’altro, ma quale sarà il destino della nuova console di casa Nintendo?

Nintendo ha capito ancora una volta, prima degli altri la direzione da seguire. Il marketing della grande N ha fatto il resto e continuerà a sostenere la sua nuova console per i prossimi anni, come abbiamo già potuto vedere con la vecchia Wii. Wii U arriverà nei negozi proprio in uno dei momenti migliori per i tablet e gli smartphone e Nintendo sarà in grado di riprendere un fetta di mercato importante, proprio quella a cui mi stavo riferendo nella lunga introduzione a questo articolo. C’è soltanto un piccolo problema per Nintendo, ovvero la crisi economica che non rende certamente felice il nostro contesto socio-economico. Detto in parole povere, la gente ha 300€ da spendere per la versione basic di Wii U? E per l’iPad? Non a caso ho citato l’onnipresente tablet di Apple per creare un parallelo (almeno per il sottoscritto) piuttosto ovvioNintendo e Apple sono due facce della stessa medaglia, almeno parlando di marketing. Se Apple ha lentamente mutato il modo di fare pubblicità, indipendentemente dal settore (chi non ha avuto un travaso di bile, vedendo lo spot di un noto istituto di credito, tagliato e confezionato proprio come se fosse lo spot di un device Apple?), Nintendo ha fatto la stessa cosa con la componente family del gaming e si appresta ad introdurre anche una struttura social importante grazie a Wii U, potenziando la debolezza della componente online della sua precedente home console.

Un altro parallelo tra le due aziende è quello riguardante le fanbase. Se Apple presenta un nuovo aggeggio, i fan più accaniti (o stupidi, ma questi sono punti di vista) si gettano sul nuovo prodotto e lo stesso concetto (seppur con le dovute differenze), vale per l’affezionatissima fanbase della grande N. C’è però una differenza sostanziale: Apple sta lentamente diventando vittima del suo marketing, mentre l’effetto boomerang contro Nintendo l’abbiamo potuto osservare con il lancio del 3DS, venduto al day one con un prezzo decisamente, troppo alto e almeno in un primo momento, schivato dal suo zoccolo duro che attendeva l’uscita di un restyling, indipendentemente dalla dimensione. Tradotto: non lamentatevi se Apple butterà fuori una riedizione del suo ultimo device nel giro di pochi mesi, e non fatelo nemmeno con Nintendo perché almeno sul fronte delle console portatili, abbiamo visto la stesso identico modus operandi, anche se in maniera decisamente meno aggressiva.

Michael Patcher, è un famoso paracu… ehm, analista dell’industry ed è forse il peggior detrattore della Wii U in circolazione. Lavora presso Wedbush Securities ed “ha più odio in corpo” di Truce Baldazzi.

Nel caso di Wii U, ritornando invece alla domanda lasciata in sospeso qualche riga fa, la risposta è sì, Wii U è da considerarsi come la prima console Next Gen. Magari non a livello hardware (escludendo dunque per un secondo il GamePad) ma anche questa volta Nintendo cambierà il nostro modo di giocare, in maniera più o meno diretta, integrando il peggio (a mio modo di vedere) della generazione che sta per concludersi, allineandosi alla vendita dei DLC. Ogni volta in cui mi fermo a pensare che il prossimo Super Mario, avrà dei contenuti scaricabili sono sempre vittima di un leggero travaso di bile. L’ultimo baluardo, resistito fino ad oggi (pardon, fino all’estate 2012) alla vendita dei contenuti aggiuntivi, si è allineato al trend. Ma che un’industria ben radicata come Nintendo non fosse un ente di beneficenza l’avevamo capito già qualche decennio fa, quando la parola marketing sembrava piccola ed innocente all’interno di un mercato che stava per diventare industry. Considerando che sono stati avvistati i primi brevetti della nuova Xbox (e che è dunque lecito aspettarsi un lancio per il Natale 2013), quali saranno invece le mosse di Sony, nell’avvicinamento alla Next Gen? A mio modo di vedere, Sony dovrebbe per il momento restare in disparte. “Good thing comes to those who wait” e quindi il restare a guardare quanto faranno i competitor è a mio modesto modo di vedere, la scelta migliore. Nel frattempo, il settore di ricerca e sviluppo di Sony lavorerà nell’ombra, valutando le risposte del mercato ai suoi competitor, tentando di avvantaggiarsi il più possibile a livello hardware, magari pensando ad una console totalmente orientata al mercato hardcore. Il fuoco casual potrebbe spegnersi presto e stando a quanto rivelato da Sony negli ultimi mesi, l’hardware della PlayStation 3 sarebbe stato sfruttato al 60/70%, lasciandomi dunque pensare che l’ultima tranche del ciclo vitale della PlayStation 3 possa offrirci ancora molto.

Mentre i fanboy Sony e Microsoft si perdevano in chiacchiere su quale fosse la miglior console disponibile sulla piazza, Nintendo piazzava 97.1 milioni di unità sul mercato…

Quale sarà il destino delle nostre amate console? Le premesse, lascerebbero pensare ad un ciclico ripetersi della storia videoludica. Nintendo è anche questa volta l’apripista di turno, poi arriverà Microsoft e infine, giungerà Sony, sperando che questa volta il dev kit della sua nuova console, non faccia storcere troppo il naso agli sviluppatori. Insomma, un “PS4 has no games“, sarebbe davvero uno schiaffo morale insopportabile per i giocatori al lancio della nuova console Sony. Ne sapremo sicuramente di più il prossimo anno e nel frattempo, prepariamoci ad accogliere anche in Italia Wii U, attendendo con ansia le reazioni di Microsoft e Sony.

Quot capita tot sententiae – E voi cosa ne pensate?

[hr]

Disclaimer: Vi ricordiamo di non prendere sul serio le divagazioni videoludiche contenute negli articoli della rubrica “L’angolo del Neko” perché potrebbero essere frutto degli stati alterati del redattore, dovuti agli stressanti ritmi della vita da blogger! All opinions are my own.

 

Lost Password