Cocktail e games: la ricetta vincente del MOBA

Cocktail e games: la ricetta vincente del MOBA

MOBA Torino, intervistiamo il fondatore del primo eSport bar italiano.

Siamo nel bel mezzo di un interessante fenomeno: la nostra amata industria dei videogiochi sta cambiando, e percorre la strada diretta ad una nuova evoluzione. Parole come Twitch, Cloud gaming, VR e interazione sociale sono alla base della cultura videoludica moderna, con giocatori sempre più esperti e partecipi nella sua crescita. La scena italiana ha abituato noi gamers a ‘vivere da reclusi’, relegandoci in fiere annuali o in quei pochissimi circoli che accettano il videogioco come mezzo d’intrattenimento, al pari di una partita di calcio o dello sport in generale.

Nei tempi più recenti stiamo finalmente assistendo ad un lento ma incoraggiante cambiamento, quando il gaming ha rotto la definizione di semplice trastullo nella quale era relegato ed ha iniziato a prendere i suoi spazi, ora non più solo virtuali, forte di un popolo di circa 30 milioni di giocatori ed un giro di affari di quasi 900 milioni di euro (solo in Italia!). Uno dei locali più rappresentativi di questo nuovo movimento è il MOBA di Torino, primo eSport bar italiano interamente dedicato ai gamers e alla cultura videoludica.

MOBA è diventato un punto di incontro per videogiocatori, in grado di fornire ottime connessioni per i match più concitati, hardware aggiornato e schermi per seguire le più grandi competizioni a livello internazionale. Tutto senza dimenticare il comfort e l’alto livello dei cocktails che portano i nomi di personaggi come Joker, Venom, Thresh e Zed. MOBA vuole essere un’esperienza completa per il giocatore, offrendo inoltre uno store con hardware, gadgets e vestiario ricercato ed a tema con il mondo del cinema, dei fumetti e, ovviamente, dei videogiochi.

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Il prossimo maggio MOBA compierà un anno di attività. Dall’apertura, il locale si è rivelato una scommessa vincente, una realtà nata in un ‘territorio ostile’ come quello nostrano, dove la cultura del videogioco come qualcosa di più di semplice intrattenimento per ragazzi ha faticato ad affermarsi. Ne sa qualcosa Tito Latella, fondatore di MOBA Torino, che ha accettato di scambiare quattro chiacchiere con noi.

È passato quasi un anno dall’apertura del MOBA, il primo eSports bar in Italia. Ti aspettavi questo successo?

Ancora c’è molta strada da fare, il successo è un’altra cosa e il tempo farà da giudice! 😉

La situazione videoludica italiana sta cambiando, probabilmente anche grazie a voi. Come vedi questo cambiamento?

La scena italiana è in netta ascesa. Tuttavia ciò che noi vediamo in altri stati è ancora totalmente da sviluppare in territorio nostrano. Siamo in una fase embrionale e noi, come altre realtà italiane, vogliamo fare in modo che la scena nazionale possa crescere esponenzialmente fino a raggiungere situazioni consolidate come in Germania, Inghilterra e Nord Europa.

Il MOBA è diventato un centro di riferimento per tutti i giocatori di Torino (e non solo!). Quale è il vostro punto di forza?

Il MOBA è più di un semplice eSports Bar. Non si tratta di far vendita, affittare le postazioni o spingere il servizio di bar. Noi vogliamo essere il punto di riferimento e la casa di ogni gamer. Le persone che vengono da noi troveranno sempre un mondo nel quale sentirsi totalmente a proprio agio, che spazia dai videogiochi alle serie TV, dal cinema ai fumetti.

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Quale è il tipo di giocatore che frequenta di più il MOBA?

Da noi arrivano giocatori di tutte le età. Però, se dovessi fare una stima della nostra clientela, direi che in maggioranza si tratta di studenti universitari.

Il vostro cocktail bar è famoso per l’unicità dei drinks proposti, puoi parlarcene?

Per noi è fondamentale avere un’interazione con i nostri clienti, e la nostra linea di drink ne è la dimostrazione. Offriamo un servizio di qualità usando una prima linea e lavorando con le più importanti marche di alcolici e superalcolici. I nostri cocktails prendono le sembianze di vari personaggi provenienti da universi quali: Marvel, League of Legends, Game of Thrones e altri ancora. Venendo al MOBA non troverai un normalissimo bar o cocktail bar.

Anche lo staff del MOBA è composto da videogiocatori?

Il nostro Bartender gioca a League of Legends e Hearthstone; ogni persona che lavora da noi e per noi deve essere un gamer al 100%. Come ho detto in precedenza il MOBA è un habitat, perciò è fondamentale avvicinare nuove persone facendo conoscere loro questo mondo, ma soprattutto puntare sui videogiocatori in cerca di un luogo dove poter condividere le proprie passioni.

Ci sono progetti per altri MOBA in Italia?

Non sappiamo ancora cosa riserverà il futuro, mi piacerebbe sapere quante persone vorrebbero vederci in giro per l’Italia e spero che un giorno il loro desiderio possa diventare realtà!

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Lo sviluppo di MOBA, una scommessa ed una sfida portata avanti da Tito ed il suo staff, ha dimostrato con successo che il nostro paese è pronto per una nuova realtà, dove il gaming rompe gli schemi e va oltre il salotto di casa, diventando punto di incontro e nuovo mezzo di aggregazione sociale. Tuttavia la nostra strada è ancora in salita, e speriamo che l’esempio di MOBA spinga altre forze a puntare sul mercato dei videogiochi, che è in grado di fatturare globalmente oltre 100 miliardi l’anno e può competere (e superare) tutti gli altri business di entertainment. L’Italia ha l’incredibile l’opportunità di entrare in questo settore e puntare sul talento, la creatività e la competenza di molti giovani che ne sono appassionati da anni.

Ringraziamo Tito per la disponibilità, e siamo fiduciosi nell’immaginare un futuro non troppo distante dove anche in territorio italiano molte altre realtà dedicate al gaming come punto di incontro sociale possano svilupparsi e crescere, esattamente come il MOBA.


Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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