GameSoul Top 5 – I Game of the Year di Icilio

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Posizione n°4: Rocket League

rocket league

Macchinine. Che giocano a calcio. Con dei palloni enormi. Un’idea talmente scema, semplice, assurda, in grado però di farmi ridere come un’idiota, urlare, gioire, maledire tutto e tutti, litigare con gli amici in chat, per tanti pomeriggi e tante notti estive, passate a sciogliermi per il caldo, e a slogarmi i polpastrelli col “giochetto del Plus” che non ti aspetti. Difficilmente gli avrei dato una chance a scatola chiusa, ma Rocket League, ennesima perla indie scoperta grazie al servizio di Sony (che insieme a quello di Microsoft propone ogni mese delle vere gemme) merita ogni centesimo. Il gameplay è asciutto, eppure così assuefacente: bisogna fare gol nella piccola porta avversaria, sfidando da 1 a 4 avversari, avvolti da un pubblico quanto mai superfluo, e da una gabbia invisibile, dei muri trasparenti da sfruttare come una vera e propria “arma”. Ho perso il conto dei gol di rimbalzo, le “botte di culo” che mi han permesso di segnare, mio malgrado, persino con una parata fortuita e anch’essa “sculata”, sulla linea, pericolosamente sfiorata tante, tantissime volte, anche in fase offensiva.

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I replay visti tra schiamazzi e sberleffi rivolti agli avversari, le urla propiziatorie prima, dopo e durante un tiro poderoso o un salto folle, spesso accompagnati da dei lisci degni di Mai Dire Gol dei tempi d’oro, le capriole, i tiri dello scorpione alla Roberto Carlos, ma in versione meccanica, le tonnellate di video tutorial visti, o le compilation di fenomeni, da invidiare con veemenza perché “Come diamine riescono a segnare di ruota anteriore destra da centrocampo, mentre io non becco la porta vuota neanche da dentro l’area?”. Lo ripeto, un’idea semplice, eppure così brillante, così ben realizzata, così esagerata da trasformarsi in un vero e proprio fenomeno milionario, con annessi tornei. Tornei, capite? Come Call of Duty. Ma con le macchinine, e i palloni. E i buffi cappelli con i quali personalizzare i veicoli, le bandierine, le decalcomanie, ottenute randomicamente partita dopo partita, gol dopo gol. Rocket League è fresco, semplice, divertente: ha osato con un’idea talmente assurda da risultare vincente, e chissà che non passi il messaggio che l’ordinario ha stufato, così come il prendersi troppo seriamente. Gli sviluppatori di 100ft Robot Golf promettono di aver compreso la lezione, e già immagino la Top 5 del 2016 con il sottoscritto che si ritroverà a lodare i ragazzi di No Goblin per i loro robottoni golfisti, un po’ come sta facendo ora con Psyonix e le calcio-macchinette.

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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