Fire Emblem Warriors: Three Hopes – Recensione

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Un'originale avventura nel mondo di Three Houses

Fire Emblem Warriors: Three Hopes – Recensione
Fire Emblem Warriors: Three Hopes – Recensione
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Di nuovo tre case, tre destini e… un nuovo futuro. Fire Emblem Warriors: Three Hopes (disponibile, anche in versione Limited Edition sullo shop online di GameStop) è il nuovo titolo su licenza dei ragazzi di Omega Force, capaci negli anni di far evolvere brillantemente il genere musō (musou) in veri e propri sequel, prequel o realtà parallele (come vedremo in Three Hopes).

Per farvi capire di quali delizie videoludiche parliamo, potremo citarvi Hyrule Warriors: L’Era della Calamità o Persona 5 Strikers, che hanno saputo osare condendo un genere a volte un po’ sottovalutato con nuove meccaniche e storie ben scritte. È innegabile dunque come i musō siano stati in grado di evolvere, videoludicamente parlando, ed avvicinare una fetta di videogiocatori grazie a produzioni su licenza davvero niente male.

E Fire Emblem Warriors: Three Hopes è l’ennesima conferma di un lavoro ben confezionato, con i suoi limiti, certo, che tuttavia riesce a mettere in campo una parte di quella essenza da gioco di ruolo che tanto abbiamo amato su Fire Emblem: Three Houses (qui la nostra recensione e anch’esso facilmente recuperabile sullo shop di GameStop).

Stesso universo, volti amici, tanta azione e strategia: il nostro ritorno nel continente di Fódlan è stato più interessante del previsto.

Come già vi avevamo anticipato, la storia di Fire Emblem Warriors: Three Hopes è ambientata in una realtà alternativa rispetto a quella di Three Houses. Vestiremo i panni di Shez, di cui potremo scegliere il sesso e cambiare nome, un mercenario risoluto che ha subito una plateale sconfitta dal Flagello Cinereo (che in realtà non è altro che Byleth, il protagonista di Three Houses, ora nostra nemesi).

E mentre il nostro eroe cerca di fare mente locale sul futuro, inaspettatamente si troverà ad aiutare sul campo di guerra i tre futuri sovrani delle nazioni del Fódlan (Dimitri, Edelgard e Claude), attirando le simpatie delle tre potenti case dell’accademia ufficiali.

Tradotto in altri termini, dopo qualche missione del prologo, dovremo scegliere in quale casa arruolarci tra Leoni Blu, Aquile Nere e Cervi Dorati. La nostra decisione ci porterà a vivere dei risvolti inediti, racconti unici, con tanti bivi tutti da scoprire.

Insomma, per avere un quadro completo della storia, occorrerà finire la campagna ben tre volte: questo vuol dire una longevità davvero incredibile, forse maggiore di tutte le altre produzioni musō che abbiamo avuto modo di provare negli anni.

Anche perché ogni nostra decisione sarà fondamentale e potrebbe altresì portare anche alla morte di alcuni membri della squadra. Infatti, prima di cominciare l’avventura ci verrà chiesto se scegliere un approccio più classico rispetto ai musō. Questo vuol dire che le unità cadute andranno perse per sempre nel momento in cui saranno KO, non potranno essere più schierate né partecipare alle conversazioni di sostegno (che fanno accrescere l’affinità sul campo di battaglia). Un aspetto molto importante da valutare prima di scendere sul campo di battaglia, segno di come Fire Emblem Warriors: Three Hopes abbia quella vena di GdR strategico molto più marcata.

Nulla è lasciato al caso e fin dalle prime battute verremo sommersi da tonnellate di tutorial che ci guideranno nel mondo di Three Hopes, probabilmente un po’ troppe e che potrebbero far scoraggiare i giocatori meno pazienti.

La componente GdR di Three Hopes rende tutto molto più in sintonia con lo spirito di Fire Emblem

Le tante meccaniche però ci hanno fatto capire quanto il titolo sia stratificato: cambio classe con nuove abilità annesse, potenziamenti, avanzamenti di livello, e ancora più iconico la possibilità di impartire degli ordini sul campo.

Ma veniamo con ordine. Una volta che avremo deciso il nostro dream team, meglio se con classi differenti per aver maggiori vantaggi sui vari avversari, potremo appunto dare degli ordini alle nostre unità e gestire strategicamente la battaglia. Qualora dovessimo abbattere il boss di turno, optare per un “tutti all’attacco” potrebbe essere una buona scelta, ma ovviamente starà a noi valutare bene caso per caso. L’efficacia di un membro dell’unità varia in base alla tipologia di arma e della classe.

Non dimentichiamo che parliamo pur sempre di un titolo che fa della frenesia il suo grido di battaglia. Fire Emblem Warriors: Three Hopes ha un combat system fedele al suo genere, con tanto di combo di attacchi normali e potenti, difesa, schivata e avamposti da conquistare.

La battaglia dunque si risolve quando soddisferemo determinate condizioni di vittoria. La sconfitta però è sempre dietro l’angolo e anche la dipartita di unità fondamentali, come capi casa, comporta un evitabile game over. Condizioni che possono mutare nel corso di ogni battaglia, quindi ogni distrazione potrebbe essere fatale.

Rispetto ad altre produzioni simili, abbiamo avuto la sensazione di smarrire il nostro PG durante i combattimenti, a causa di una non sempre precisissima telecamera. Il framerate ci è sembrato abbastanza solido sui 30FPS, anche se tende a calare nelle situazioni più movimentante. È stato un po’ sacrificato qualcosa sull’impianto grafico per mantenere l’azione più fluida, ma tutto sommato il lavoro generale ci è sembrato soddisfacente.

Come dicevamo, l’aspetto GdR rende tutto molto più in sintonia con lo spirito di Fire Emblem, anche nell’esplorazione dell’accampamento. Si tratta del vero e proprio hub principale, il luogo in cui prepararsi prima della prossima battaglia, interagire con gli alleati e usare le strutture disponibili.

Potremo dunque acquistare nuove attrezzature, allenarci per incrementare il livello della classe e perfezionarla, acquistare e vendere merci all’emporio, cucinare pietanze che garantiscono vantaggi in battaglia a due alleati e migliorare i punti sostegno tra i membri dell’unità offrendo dei doni o completando attività collaterali insieme.

Un’esperienza unica in una realtà alternativa di Fire Emblem: Three Houses

Considerare tutti questi aspetti, così come far migliorare le statistiche a ogni membro dell’unità dietro un compenso in denaro, permette di arrivare alla missione molto più preparati. Spostandoci su una mappa di guerra a scacchiera, potremo accettare anche incarichi secondari, ovvero battaglie aggiuntive che ci daranno accesso a nuove risorse. Fondamentali anche le ispezioni sulla mappa di guerra per accumulare ulteriori componenti per ampliare determinate strutture dell’accampamento.

L’aspetto strategico così stratificato è dato anche dall’apprendimento delle mosse speciali e magie: ad esempio, se l’unità che stiamo controllando possiede un assistente (ovvero un membro del gruppo che combatterà spalla a spalla con il nostro PG aumentandone i vantaggi) e usa mosse speciali o magie, l’unità assistente potrà apprendere le stesse abilità.

Sempre a proposito di strategia, per le missioni principali di ciascun capitolo potremo optare per quella che riterremo più consona per l’obiettivo: alcune determinano il posizionamento delle unità mentre altre si attivano durante la battaglia. Conquistando le regioni si espanderà il ventaglio di strategie.

Tutto questo per darvi una piccolissima idea di come questo musō di Omega Force sia molto in linea con un vero e proprio titolo main di Fire Emblem.

La domanda da porsi, giunti a questo punto, è: a livello di sfida come siamo messi? Bisogna affermare che Fire Emblem Warriors: Three Hopes è veramente impegnativo alle difficoltà più elevate, soprattutto con un approccio più classico. La sensazione che si ha non è più quella che molti pensano di un musō, ovvero spingere qualche tasto in ripetizione per uscirne trionfanti, ma di un prodotto stratificato e impegnativo ove ogni singola decisione sbagliata metterà in discussione l’arrivo ai titoli di coda.

Fire Emblem Warriors: Three Hopes è un titolo enorme che offrirà tante ore di divertimento ai fan. Dal punto di vista del sonoro siamo rimasti colpiti positivamente: musiche tratte direttamente da Three Houses e a volte remixate per l’occasione per rendere le battaglie ancora più immersive.

Conclusioni

Creare un vero e proprio mash-up tra strategia e musō non è un impresa facile. Invece i ragazzi di Omega Force sono riusciti a farci vivere un’esperienza unica nella realtà alternativa di Fire Emblem: Three Houses.

Anche se la storia non stupisce per originalità, i fan che hanno passato ore e ore nel continente Fódlan potranno passarne altrettante su Fire Emblem Warriors: Three Hopes. Tornano i casati, vecchi amici e alleanze inaspettate, il tutto condito da quella dose strategica che rende questo titolo d’azione ancora più interessante.

Le tante meccaniche potrebbero spiazzare almeno agli inizi, ma siamo sicuri che appena scenderete nei vari campi di battaglia, sarete catturati dal fascino di questo titolo. Paradossalmente il sistema strategico ci ha colpito di più rispetto al combat system che a volte mostra un po’ il fianco in alcune fasi.

Se non aspettavate altro che tornare nel continente e farvi arruolare dalle tre iconiche casate, allora Fire Emblem Warriors: Three Hopes offrirà un buon pretesto per tornare a combattere.

Fire Emblem Warriors: Three Hopes è disponibile da GameStop

Good

  • Un convincente mix tra strategia e musō
  • Longevità e rigiocabilità elevatissime
  • Comparto sonoro degno di nota
  • La modalità classica spinge il giocatore a un approccio più strategico

Bad

  • Le tante meccaniche potrebbero scoraggiare qualche giocatore
  • Una maggiore pulizia visiva non avrebbe guastato
8

Imperdibile

Da quando ha viaggiato nel tempo a bordo della Time Machine DeLorean DMC-12 la sua vita è cambiata radicalmente. Amante dei viaggi del tempo, predilige le console dai tempi del NES.

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