Devil’s Hunt – Anteprima gamescom 18

Angeli e Demoni

Devil’s Hunt – Anteprima gamescom 18
Devil’s Hunt – Anteprima gamescom 18
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Colonia – Quanto sono belli gli action ignoranti e un po’ tamarri e soprattutto quanto ci sono mancati. Dopo l’inaspettata rinascita di Devil May Cry 5, anche da una fonte inaspettata e meno altisonante arriva un titolo che poggia sulle stesse premesse: menare pugni e calci a demoni di varia forma e misura senza farsi tante domande.

Devil’s Hunt, sviluppato da Layopi Games e pubblicato da 1C Publishing, vuole cavalcare quella scia e proporre un action adventure in terza persona a base di combo e di poteri particolarmente irrealistici, il tutto al servizio della potenza e di far sentire il giocatore il vero, unico, cazzuto protagonista della storia. Una storia che che fin dal primo momento pesca a piene mani senza tanti problemi nell’immaginario di demoni e angeli, impersonando un bel figurino in abiti eleganti con poteri demoniaci e la possibilità di visitare l’inferno, nonché di avere un braccio demoniaco con cui fare a pezzi qualsiasi cosa si muova e respiri sul suo cammino. Desmond è un uomo diviso tra due fazioni, e le sue scelte plasmeranno il “destino dell’umanità”.

Piuttosto interessante è l’aver scoperto che la trama del gioco sia in realtà un vero e proprio adattamento di un romanzo fantasy polacco chiamato “Equilibrium” e il cui autore sta lavorando con il team di Layopi Games per trasformare la sua visione dalla penna al gamepad. Curioso, non trovate: Devil’s Hunt al suo cuore è comunque un titolo che deve molto ai tanti action adventure che sono apparsi negli anni.

Nella demo da me giocata durante la gamescom Desmond aveva a disposizione una serie di poteri legati ad altrettanti tasti: artigli devastanti, onde d’urto lanciate con le braccia che colpivano i nemici in più direzioni; oltre che i classici pugni normali e potenti che sono la base di qualsiasi combo che si rispetti. In questo senso Devil’s Hunt è divertente nella sua semplicità perché, pur ponendosi come un action, le interazioni mi sono sembrate limitate e limitanti, senza vere e proprie combo con cui assestare più colpi consecutivi e piuttosto una sequela di attacchi (speciali e non) da concatenare per ottenere il massimo danno ai nemici che ci circondano. Nemici che picchiano, a volte, mentre altre restano a guardare in modo un po’ masochista il nostro Desmond che li prende a calci e pugni fino a lasciarli inermi, dandoci la possibilità di effettuare una mossa finale con cui farli a pezzi in modo spettacolare.

Facendomi strada tra orde di demoni con le corna sono infine giunto alla fine dell’area, dove un gigantesco e nerboruto demone voleva essere palesemente preso a pugni. Purtroppo la demo è finita così, ma in qualche modo bizzarro e inspiegabile Devil’s Hunt mi ha lasciato la voglia di continuare a pestare demoni e creature infernali. Forse era la stanchezza o, magari, qualcosa di buono nel gioco di Layopi Games c’è, nonostante gli evidenti limiti.

Uno su tutti un level design piuttosto banale e scontato, almeno nell’area da me vista: una serie di corridoi e stradine intramezzati da aree più grandi dove, sorpresa, mi aspettavano una serie di nemici per essere presi a pugni con celere precisione. L’avanzamento all’area successiva era poi ostacolato da una serie di gigantesche catene che andavano distrutte con un simpatico QTE a base di pugni.

Devil’s Hunt è chiaramente un titolo con dei forti limiti in termini di budget, ma avere sezioni del genere dove il level design è praticamente assente, intramezzati da insipidi e decisamente inutili QTE in un titolo che uscirà nel 2019 è comunque straziante e fa storcere il naso circa la qualità complessiva che punta a raggiungere nel gioco completo.

Devil’s Hunt è un titolo bizzarro con delle premesse folli e un po’ già viste: angeli e demoni si sfidano senza esclusione di colpi e il nostro protagonista figo con la voce da maschione e i pettorali che stanno stretti nella camicia è pronto a dire la sua.

Rigorosamente a calci e pugni si intende, con un gameplay un po’ all’acqua di rose ma che in qualche modo tra attacchi speciali e mosse uniche si riprende e riesce quantomeno a divertire, nonostante un level design piuttosto brutto e poco convincente e un’intelligenza artificiale sicuramente rivedibile. Parliamo di un titolo dal budget ridotto e dal team sicuramente poco esperto ma, hey, devo pur lasciar giudicare ai miei occhi e al mio cuore (non demoniaco) quello che ho visto a Colonia.


Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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