Alaloth: Champions of the Four Kingdoms – Anteprima Gamescom 18

Sconfiggeremo Alaloth!

Alaloth: Champions of the Four Kingdoms – Anteprima Gamescom 18
Alaloth

Alaloth: Champions of four kingdoms

Colonia – Gamera Interactive, strano a dirlo, è uno studio italiano che ha attirato l’attenzione su di sé nella scena internazionale dei GDR su PC. Il motivo è solo uno: Alaloth: Champions of the Four Kingdoms, un titolo che sembra mischiare sapientemente lo stile classico dei giochi di ruolo isometrici con le moderne dinamiche degli RPG più gettonati, primi fra tutti i lavori di Obsidian con la loro indimenticabile serie Pillars of Eternity. I ragazzi di Gamera hanno sede a Padova, ma provengono da tutta l’Italia e anche dall’estero. Il loro progetto è stato accolto con così tanta positività da aver attirato anche Chris Avellone, un super veterano dell’industry che ha deciso di supportare il progetto di questi fuoriclasse italiani con il suo nome e ovviamente il suo indiscutibile talento.

È così che Alaloth: Champions of the Four Kingdoms ha iniziato a prendere forma, sotto innumerevoli influenze (Moonstone, Dark Souls, ma anche i lavori di Obsidian) e l’esperienza decennale che uno come Chris Avellone può apportare ad un progetto così promettente. Lui di CRPG se ne intende abbastanza, avendo lavorato su alcuni nomi che sanno di leggenda nel genere, come Icewind Dale e Planescape: Torment. Ho avuto modo di dare un’occhiata più ravvicinata ad Alaloth (senza poterlo giocare però) insieme ai ragazzi di Gamera Interactive alla gamescom di quest’anno, e posso già dirvi che il gioco non solo è in ottima forma, ma promette davvero molto bene per tutti gli amanti del genere.

Alaloth

Il mondo di Alaloth è decisamente grande e popolato. Il nostro protagonista potrà essere scelto fra ben quaranta famiglie nobili, dieci per ogni razza. Come ogni fantasy che si rispetti, avremo la possibilità di interpretare non solo un umano ma anche un elfo, un orco e un nano. A differenza delle impostazioni più classiche del genere, Alaloth cambia qualcosa, aggiungendo un tocco personale in quello che è considerato il classico “generic fantasy world”: gli orchi ad esempio non sono dei buzzurri conquistatori, ma hanno una vera e propria cultura della guerra, un po’ come gli spartani. Ovviamente la personalizzazione del protagonista ci permetterà di scegliere il suo stile di combattimento, il suo allineamento e persino la divinità adorata. Tutto questo contribuisce a creare un universo credibile, variegato e supportato da un lore profondo e interessante.

Quello che ho visto del mondo di Alaloth mi è piaciuto parecchio: oltre alla dimensione della mappa, che sembra molto generosa con i suoi quattro regni (più un quinto dove è imprigionato il demone Alaloth, che vuole ovviamente tornare nel mondo), è la realizzazione tecnica ad avermi affascinato moltissimo. Le strade, i boschi, gli edifici e le città più in generale sono rappresentate con un livello di dettaglio che è quasi impossibile attribuire a un team di “sole” quindici persone.

Gamera Interactive ha davvero creato qualcosa di stupefacente, ed è impossibile negarlo. Tornando al mondo di gioco, sarà possibile spostarci senza limitazioni di sorta in tutta la mappa, e la velocità di spostamento dipenderà dalla nostra cavalcatura e dal tipo di terreno che il nostro personaggio dovrà attraversare (strade più facili rispetto a colline, paludi o montagne). Durante il nostro viaggio nei quattro regni ci imbatteremo in alcune aree dove poter combattere in modo da ripulirle dalle forze del demone Alaloth, cercando di recuperare uno dei quattro frammenti necessari per creare una sorta di chiave per raggiungere il cattivone imprigionato e dare inizio allo scontro finale che metterà la parola fine al gioco. I frammenti verranno posizionati in maniera randomica all’inizio di ogni run, e questo varierà ulteriormente il gameplay delle nostre giocate.

Ovviamente sconfiggere Alaloth non significa terminare tutte le cose da fare nel mondo di gioco. Anzi, verrà sbloccata una modalità “Legacy” che ci permetterà di creare la nostra famiglia con tanto di motto e simbolo araldico. Questa versione ci aiuterà anche a esplorare al meglio le possibilità del gioco, perché il team di sviluppo ha creato Alaloth: Champions of the Four Kingdoms in modo che sia impossibile riuscire ad arrivare al level cap in breve tempo, spingendo quindi sulla creazione di diversi personaggi per provare tutti i diversi stili di combattimento. Nell’ultimo lavoro di Gamera Interactive non esistono punti esperienza, ma un sistema di progressione simile alle “milestone” di Dungeons & Dragons: ogni due aree “ripulite” dalle forze di Alaloth ci permetteranno di salire di livello, scegliere una specializzazione e proseguire nell’avanzamento del personaggio (la via delle armi sbloccherà tre diverse professioni, la via degli dei altre tre e così via).

Alaloth: Champions of the Four Kingdoms

Sono riuscito a vedere poco del combat system, che è la cosa sulla quale ho più dubbi in assoluto. Il combattimento è in tempo reale e quindi si basa moltissimo sulla nostra personale abilità con il controller e la gestione dei diversi cool down per le skills, le più potenti delle quali possono richiedere anche sessanta secondi per essere riutilizzate. Può sembrare poco, ma vi assicuro che in un gioco del genere un minuto è davvero un’eternità, e Alaloth potrebbe davvero diventare il Dark Souls dei CRPG come è stato più e più volte definito dalla stampa specializzata. Insomma, il lavoro di Gamera Interactive potrebbe essere davvero molto difficile e articolato, mettendo alla prova anche il più esperto dei giocatori.

 

Ci sono pochissime ombre su Alaloth: Champions of the Four Kingdoms. Il gioco appare davvero affascinante, con un mondo ricco di cose da fare, luoghi da esplorare e dettagli da scoprire. L’universo fantasy che Gamera Interactive ha creato è davvero notevole, così tanto stupefacente da essere di difficile attribuzione ad un team di sole quindici persone. I ragazzi italiani ci hanno convinto, quasi su tutti i fronti; rimangono pochi, pochissimi dubbi da dissipare con un hands-on magari nei prossimi mesi. Nel frattempo consigliamo a tutti gli appassionati del genere di tenere d’occhio Alaloth perché se Gamera continuerà su questa strada, potremo trovarci di fronte a un piccolo capolavoro, questa volta tutto nostrano.

Alaloth: Champions of the Four Kingdoms


Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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