Theatrhythm Final Fantasy: Curtain Call – Recensione

Theatrhythm Final Fantasy: Curtain Call – Recensione

Musica ed accompagnamento sonoro sono da sempre due degli elementi cardine di un prodotto videoludico completo e di qualità, e grazie ai quali anche un videogioco mediocre (alle volte) può restare impresso nella mente del giocatore. Sotto la scorza di un prodotto mediocre si possono nascondere infatti melodie e suoni pregiati, giochi musicali composti da persone di talento e dalle influenze culturali più disparate. La musica, in un videogioco, è tutto. Quando si prende in esame una saga longeva ed importante come quella di Final Fantasy poi, la musica diventa un elemento immediatamente riconoscibile, grazie alla quale ancora oggi moltissimi appassionati rievocano vecchi ricordi. Square Enix è conscia di questa posizione privilegiata, ed ha sviluppato qualche anno fa per 3DS uno spin-off bizzarro: Theatrhythm Final Fantasy, un ibrido tra rhythm game e GDR che ha saputo convincere sia il pubblico che la critica nonostante le poche melodie disponibili. Oggi siamo invece di fronte ad un’edizione riveduta ed espansa, che si fregia del sottotitolo Curtain Call. Sarà l’edizione definitiva?

———-

Prima di iniziare la nostra avventura a base di musica e di compulsivi tocchi del touch screen, il gioco ci mette di fronte ad una striminzita selezione di personaggi, presi dai 13 capitoli principali più alcuni spin-off, per organizzare il nostro party. Una volta selezionate le nostre quattro preferenze, potremo personalizzare le loro abilità col passare del tempo e dei livelli proprio come uno dei nostri amati J-RPG. Al di là di questa scelta focale il titolo, nonostante i nuovi contenuti ed alcuni accorgimenti di gameplay, si presenta (alla base) perfettamente identico al suo predecessore, con un gameplay che fa uso del touchscreen (ma è possibile utilizzare anche i tasti fisici) e richiede di toccare, tenere premuto o simulare una delle quattro direzioni quando le icone colorate, che scorrono a tempo di musica, raggiungono degli specifici anelli.

Abbiamo le icone rosse, che richiedono un semplice tocco; le verdi, che richiedono di tenere premuto per un determinato periodo prima di rilasciare; infine le gialle, le più complesse, che richiedono di far scivolare il pennino nella direzione indicata. Un tipo di gameplay che già ha mostrato le sue potenzialità, ma che si rivela rifinito e migliorato per permettere al giocatore di godere di un’esperienza decisamente più soddisfacente. Sono stati infatti introdotti degli anelli luminosi per facilitare l’individuazione dei trigger più importanti, come quelli che permettono di effettuare colpi critici o che aumentano la velocità dei nostri personaggi.

Ogni canzone si basa infatti su una diversa tipologia di gameplay, ognuna delle quali richiede un approccio differente: abbiamo i BMS, delle vere e proprie battaglie, con i vostri eroi a destra e il nemico a sinistra; gli FMS, in cui il leader del party camminerà in un livello bidimensionale ispirato alla canzone di sottofondo; e gli EMS, vere e proprie composizioni video “giocate”. Una volta completata una canzone si riceverà un punteggio in una scala da F a SSS, basata sui critici e sul numero di note consecutive che si sono totalizzate. Il tutto al semplice scopo di guadagnare punti “rhythmia” per sbloccare nuove canzoni e nuove modalità nel menù principale. Un sistema nel complesso semplicistico e ripetitivo, ma che richiede pratica e una buona dose di masochismo per essere padroneggiato ai livelli di difficoltà più elevati. Tutti gli altri non disperino, il sistema sviluppato da Square Enix si pone verso il giocatore in modo estremamente versatile, permettendo margini di errore e “di tocco” che non possono che far piacere, visto il tipo di touch screen utilizzato dal 3DS (resistivo e non capacitivo come tutti gli smartphone/tablet degli ultimi anni).

———-
Una volta assimilate le basi ed essere entrati nel meccanismo, tra grinding dei nostri personaggi preferiti e il costante miglioramento dei propri risultati, bisognerà fare i conti con la straordinaria mole di contenuti presente in questo sequel. Privatosi totalmente di una modalità storia del predecessore, il titolo permette in poco tempo di cimentarsi in molteplici brani tratte da i più disparati Final Fantasy: si passa per i capitoli principali come il IV, VII e si arriva addirittura al Mystic Quest, Tactics e al Crisis Core. La selezione in tal senso ha dello straordinario, e riesce a raggiungere agilmente il picco dei 200 brani. I nostalgici e gli appassionati troveranno pane per i loro denti, non solo per i differenti livelli di difficoltà, ma anche per una selezione di brani che, al di là della mera quantità, si fregia di alcune delle composizioni più caratteristiche della storia del brand. Il quadro generale, finora, dovrebbe risultare abbastanza chiaro a chi non ha mai avuto il piacere o l’occasione di provare Theatrhythm, ma dove sono le vere novità a livello contenutistico?

Tolta di mezzo la modalità storia e il Chaos Shrine, dove cimentarsi in sfide di incredibile difficoltà, era chiara la necessità di inserire delle modalità che potessero garantire al giocatore ore ed ore di svago. Ed infatti sono state ben due modalità inediteQuest Medley e Versus. La prima si sviluppa in puro stile J-RPG, con un dungeon composto da diversi brani di difficoltà crescente e da un boss di fine livello. Per affrontare questi dungeon bisognerà avere una certa esperienza ed un party di un determinato livello, altrimenti non avrete vita facile. Essi sono infatti suddivisi per lunghezza (corti, medi e lunghi) ed ognuno indica il livello consigliato prima di iniziare. In quelli più avanzati sarà bene pianificare ogni passaggio con cura e minuzia, poiché tra passaggi segreti e vie alternative non potrete mai sapere a cosa andate in contro.

Un gioco nel gioco che aggiunge una longevità spaventosa al titolo grazie alle molteplici quest disponibili, e che consacra una volta e per tutte questo titolo come perfetto ibrido tra gioco di ruolo alla giapponese e rhythm game. Da questa modalità in particolare è possibile constatare il lavoro di bilanciamento svolto dagli sviluppatori, grazie ai feedback raccolti dal precedente episodio. Raggiungere l’agognato rango SSS non è più impossibile e proibitivo, ed anzi vi ritroverete spesso ad ottenere punteggi elevati a dispetto di qualche errore di troppo. La gratificazione aumenta, e la frustrazione di ricevere una A nonostante una catena di 150 note (probabilmente) svanita.

Per quanto riguarda la modalità Versus, ovvero la possibilità di sfidare la CPU o altri giocatori (sia in locale che online) a colpi di note e di Supermosse EX. Il funzionamento è molto semplice: chi totalizza più punti vince. Ad aggiungere pepe ad un funzionamento così semplice ci pensano però le Supermosse EX, utilizzabili dopo aver riempito l’apposita barra a colpi di critical. Una volta attivata, la roulotte posta sul secondo schermo ruoterà e selezionerà casualmente un effetto: si va dalle note rotanti alla velocità raddoppiata, passando per effetti particolarmente fastidiosi come quello del “solo Perfect” che considererà errori tutte le note prese al di sotto del Critical. Il sistema funziona, e le supermosse garantiscono un avvicendarsi di emozioni necessarie a tenere vivo l’interesse, perché no, anche dopo mesi. Sfidare un amico in locale potrebbe rivelarsi una delle esperienze più esilaranti e distruttive che abbiate mai provato, quasi al pari di quelle che abbiamo imparato ad amare alle prese con un Mario Kart a caso.

Sebbene la serie di Square Enix si sia sempre fregiata di una certa avanguardia tecnologica, questa serie in particolare fa del minimalismo il suo punto di forza. Lo stile chibi adottato per i personaggi ed i mondi riesce ad uniformare, senza snaturare, tutti i differenti stili artistici che hanno caratterizzato i diversi capitoli di Final Fantasy in questi anni.

Il 3D, nonostante la natura bidimensionale del titolo, aggiunge profondità agli sfondi e fa risaltare i personaggi, ma risulta più un impedimento che altro, vista l’attenzione che bisogna porre agli elementi che scorrono su schermo. Il comparto sonoro, neanche a dirlo, è un capolavoro dal primo all’ultimo brano. 

In conclusione…

Il sequel/espansione di Theatrhythm Final Fantasy si pone rispetto al predecessore come un netto miglioramento, con una serie di accorgimenti di design, di modalità ed una selezione di brani davvero generosa che non possono lasciare indifferenti i fan di questa storica saga e, magari, di questo spin-off in particolare. Chiudono il cerchio una serie di collezionabili ed extra, che fanno da collante per l’intero pacchetto e rendono Theatrhythm Final Fantasy: Curtain Call un’esperienza videoludica completa e sfaccettata sotto tutti i punti di vista. Chi non digerisce i rhythm game è però avvisato: non sarà probabilmente questo il titolo che vi farà cambiare idea. Chi ha apprezzato ed amato il precedente capitolo non potrà, di contro, fare a meno di acquistarlo e di veder correre, ancora una volta, i propri personaggi preferiti (in versione chibi) a tempo di alcune delle straordinarie musiche che abbiamo amato ed ameremo ancora negli anni a venire.

Voto: 9/10

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

Lost Password