Diablo III: Ultimate Evil Edition – Hands On

Diablo III: Ultimate Evil Edition – Hands On

Dopo l’arrivo di sua maestà demoniaca Diablo su console old-gen, PS3 e Xbox 360, l’alfiere della distruzione si prepara a sbarcare anche su Xbox One e PlayStation 4 con la Ultimate Evil Edition, una versione che comprenderà sia il gioco base Diablo III che l’espansione Reaper of Souls, insieme a tutte le patch e le migliorie rilasciate negli ultimi tempi.

Una settimana fa siamo riusciti a mettere le grinfie su una demo di circa 20 minuti, in modo da poter testare i progressi fatti dal team di sviluppo in ambito next-gen

Sei persone sedute su un divano in attesa. La PS4 si accende e… “lasciate ogni speranza, voi che sperate di sopravvivere“.

Diablo III Text 1

Dopo aver scelto una delle cinque classi principali, presenti nel gioco base, o il nuovo Crociato introdotto nell’espansione, si inizia senza indugio la sessione direttamente a livello 60, con equipaggiamenti e statistiche che non ci fanno mancare nulla, sia essa potenza fisica, magica o la possibilità di evocare enormi creature pronte a supportarci sul campo di battaglia. Nonostante il livello di esperienza decisamente alto (raggiungibile dopo molto tempo passato con il pad in mano), in qualsiasi momento o situazione tutti i nemici si adoperano per renderci la vita impossibile: dal classico scheletro barcollante alla creatura alla quale non si riesce a dare un nome, il sistema di gioco ci incalza e ci sfida, come se volesse a tutti i costi la nostra disfatta. È proprio questo uno degli aspetti principali di Diablo III, ed in particolare dell’espansione, ovvero riuscire a dare al giocatore una sfida costante che possa scontrarsi violentemente con gli alti livelli raggiunti.

Quello che sicuramente ci ha impressionato di più è la velocità nella creazione della partita in multiplayer locale e la semplicità dell’interfaccia correlata: non sono presenti split-screen, lo schermo rimane “pulito”, con un HUD che non infastidisce minimamente, e il caricamento del profilo giocatore è immediato, così come l’entrata in partita una volta scelto il personaggio. Tutto sembra essere pensato ed ottimizzato per buttare il videogiocatore nell’azione, senza creare noie o grattacapi come il caricamento e la sincronizzazione.

Anche la telecamera e l’inquadratura, aspetti fondamentali di questo titolo, si comportano egregiamente: nonostante non si possa ruotare la telecamera a proprio piacimento, essa riesce a seguire tutto il gruppo e ad adattarsi alle varie situazioni, ingrandendo la visuale della location tanto quanto basta per visualizzare su schermo un eventuale giocatore rimasto indietro e ai bordi dello schermo. Ogni giocatore potrà giocare questo Diablo senza sentire la pressione di un party alleato troppo impegnato a correre e a sventagliare le proprie lame lasciandolo indietro, anche perché in casi estremi il sistema interverrà, ancora una volta, aiutando il rookie di turno con una feature che si potrebbe definire “una lama a doppio taglio”: l’inseguimento automatico del gruppo.

Giusto per fare chiarezza, la lama a doppio taglio permette di colpire il nemico di diritto e di rovescio, la mancata attenzione verso questo aspetto potrebbe ferire il possessore nei movimenti di ritorno, soprattutto dopo l’utilizzo a buon fine. Così è l’inseguimento automatico del proprio gruppo: è utile, per esempio, nel caso si vogliano scorrere gli oggetti dell’inventario con le frecce direzionali senza dover correre utilizzando gli stick analogici, ma si ritorce contro chi abusa di questo automatismo, magari troppo preso dai pensieri, in quanto il proprio PG non combatterà in automatico, rischiando di venire bersagliato da un mare di odio da parte di un nemico appena comparso, se non adeguatamente protetto degli alleati.

Si può quindi dire, nonostante la demo un po’ troppo breve, che la conversione da mouse a controller di Diablo III pare finalmente aver raggiunto quello stadio finale tanto desiderato dai fan della serie passati dalla versione PC a quella console: inchiodata a 60 fps, con una grafica di tutto rispetto, nonostante si parli di 1080p su PS4 e di circa 900p su Xbox One… ma gli stick analogici dei nuovi pad, così come le infrastrutture online della next-gen sostituiranno ben presto tutti i ricordi di sessioni passate a suon di “click selvaggi” e le nottate passate a sgridare/maledire/far comunella con i propri alleati?

È presto per dirlo, ma con una versione così ben bilanciata e curata, unita alla possibilità di creare sessioni multiplayer locali al limite della follia, è sicuro che la Ultimate Evil Edition ha le sue buone carte da giocare in questa guerra tra console e PC che imperversa da anni.

Non vi resta che attendere il 19 agosto, giorno in cui potrete provare di persona tutti e cinque gli atti dell’ultimo capitolo riguardante il demone targato Blizzard più nefasto di tutti i tempi…

Appassionato e divoratore sfegatato di videogame, scemo a tempo pieno, cacciatore di Cosplayer, cuoco mercenario e cercatore di risposte a domande esistenziali come: "A cosa servono gli slot uniti delle armi di Final Fantasy VII?", "Cosa diavolo sono le Junction?", "Freija che animale è?" e "Quina quant'è brutta?". Comunque non ho ancora capito quanto sia brutta Quina e se Freija sia un topo o uno shitzu.

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