Tomodachi Life – Recensione

Tomodachi Life – Recensione

All’annuncio dell’approdo in terra occidentale di Tomodachi Collection (ribattezzato da noi “Tomodachi Life“) in molti sono rimasti sorpresi e incuriositi da questo bizzarro titolo. Vuoi perché alla sola vista del Nintendo Direct dedicato qualcuno avrà esclamato: “datemi questa giapponesata!!” o magari per la sua semplice, e indescrivibile, essenza che rende qualsiasi spot o video privo della giusta visione d’insieme per permettere di inquadrare questo titolo in una categoria ben precisa, ma allo stesso tempo abbaglia con un fascino magnetico anche il giocatore più smaliziato. Fatto sta che oggi Tomodachi Life è installato sulla mia console, con tanti Mii stravaganti che vivono la loro vita tra relazioni scalmanate e abiti (spesso) fuori moda. Il tutto sotto la mia attenta supervisione, al pari di un dio onnipotente che si diletta con il proprio mondo (virtuale). Un moderno Tamagochi o un The Sims in salsa Nintendo se vogliamo, ma assolutamente distante da un Animal Crossing qualunque. Se volete saperne di più dovreste proseguire la lettura, perché un “gioco” così non l’avete davvero mai visto.


La prima cosa da fare sarà selezionare il vostro Mii personale, che vivrà nel condominio come un semplicissimo personaggio, ma si rivolgerà a voi con lo strano appellativo di “sosia”, abbattendo senza tanti patemi la quarta parete. Ne sarà anche entusiasta, come avrete modo di vedere. La premessa bizzarra alla base dell’esperienza inizia a fiorire, ma per vederla sbocciare del tutto dovremo popolare il nostro condominio con molti altri Mii. Che li otteniate online tramite codice QR o che li importiate dal Centro di Crezione Mii non importa, il gioco mette a disposizione molteplici soluzioni per permettervi di popolare l’isola secondo le vostre preferenze ed i vostri gusti. Dopo aver personalizzato nella voce e nell’aspetto i vostri abitanti, avrete modo di conoscere e sperimentare il funzionamento e le leggi che governano il mondo di Tomodachi Life. Ogni Mii andrà infatti accudito secondo le proprie esigenze, che sia mangiare un alimento in particolare o farsi un bagno caldo canticchiando allegramente, per cui dovrete tenere sempre d’occhio ogni singolo abitante in modo che sia a suo agio con gli altri e con se stesso. Uno degli abitanti ha disperato bisogno di un consiglio amoroso? Bene, suggeritegli come e dove dichiararsi e sperate che il suo cuore non venga infranto da qualche pretendente improvvisato. E in caso una coppietta di giovani sposi sia in attesa della cicogna, gioite con loro per la nascita di un piccolo Mii bebé.

Rendete felice un Mii e, paradossalmente, verrete ricompensati con denaro sonante (quanto vorrei che il mondo reale funzionasse in questo modo, ndr) per investirlo in oggetti e quant’altro, ma allo stesso tempo continuando a rendere felici gli abitanti dell’isola. Il cerchio della vita, ma senza Ivana Spagna al microfono. Ma non si vive di sola pecunia, ed è per questo che la nostra isola si arricchirà mano a mano, completando determinate azioni, con elementi che aggiungeranno spessore e possibilità per noi ed i nostri Mii. Si va dai negozi di prima necessità (alimentari, vestiti e arredamento) al luna park o al parco, in cui dilettarsi nell’assistere alle braciate organizzate dagli abitanti (con tanto di fumo da scacciare via soffiando nel microfono!). “Assistere” è forse la parola più adatta a descrivere Tomodachi Life, che chiede sì al giocatore di intervenire e di interagire, ma che lascia la maggior parte delle situazioni e delle possibilità in balia del caso per proporre eventi esilaranti e, soprattutto, inaspettati. Il mio sosia è infatti diventato amico nientemeno che di Satoru Iwata, con cui si diletta giocando col Wii U o gareggiando con gli aquiloni in spiaggia. Il mio intervento, in questo caso specifico, è stato nullo. Mi sono semplicemente limitato ad assistere agli effetti della decisione intrapresa dal Mii (e da me supportata). Questo caos calmo è ciò che rende Tomodachi Life un’esperienza sempre nuova e divertente, che stimola il giocatore a visitare la propria isola giorno dopo giorno, anche solo per poco tempo.

Il fine ultimo del “gioco” è quindi quello di rendere felici i nostri Mii. Dategli il loro cibo preferito, dei regali o giocate con loro e la loro barra della felicità salirà, a cui corrisponderà poi un aumento di livello una volta riempita completamente. Una volta salito di livello, il Mii di turno potrà ricevere un arredamento, un oggetto contestuale speciale o una canzone, piuttosto che una frase da dire a seconda degli stati d’animo. Potrete anche offrirgli qualche spicciolo, perché proprio come le persone reali, ogni Mii ha un costoso ed irrealizzabile desiderio. Come, vorreste sapere quale? Be’, scopritelo da soli, non vorrete che qualcuno ci venga ad accusare in pubblica piazza di “tentato spoiler”. Nel caso in cui non vogliate rendere felici i vostri Mii, ma piuttosto soddisfare il vostro sadico ego, potrete fare di tutto per rendere la loro esistenza un inferno. Non dategli da mangiare, sabotate le loro relazioni e vedrete che in poco tempo la vostra candida isola (a proposito, la mia si chiama Isola Anguria. Bel nome, no?)  si trasformerà in un vero e proprio manicomio. Svariate possibilità vi saranno offerte, il che rende Tomodachi Life quasi equiparabile ad un anti-stress interattivo, solo con meno farina e più divertimento.

A proposito di divertimento: come avrete visto dai video in giro per la rete e dal Nintendo Direct dedicato, il titolo si fa portatore di un umorismo stravagante e spesso privo di senso. Non certo una sorpresa, poiché gli sviluppatori sono nient’altro che quelli della serie Wario Ware. Ed infatti ogni singolo dialogo, minigioco, sogno o episodio del Notiziario Mii (un telegiornale che passa in rassegna l’avvenimento più interessante del giorno) è pregno di nonsense e di botta e risposta esilaranti tra i Mii, oltre che di eventi che quasi sfociano nell’umorismo un po’ macabro e nero. Ad esempio, come potete vedere in una delle immagini da me catturate, Arthur è stato arrestato da Reggie e Aonuma per aver mischiato la senape col curry. Inaudito! Questo è solo uno dei tanti esempi che mostrano l’energia e la simpatia che il titolo è in grado di trasmettere. Ogni volta che visiterete l’isola sarà una gioia, ve lo assicuro. Un gioia tutta da condividere, vista la possibilità (come accade in Animal Crossing: New Leaf) di catturare screenshots in qualsiasi momento per immortalare avvenimenti importanti o qualsiasi cosa colga la nostra attenzione, e di condividerla poi sui social network (sono supportati Twitter, Facebook e Tumblr).

L’aspetto che più di tutto il resto rende l’esperienza di Tomodachi Life stimolante e irresistibile è senza dubbio la possibilità di mettere in gioco se stessi ed i propri conoscenti. Vederli interagire con personaggi storici e famosi tramite dialoghi bizzarri aggiunge al mondo di gioco un nuovo livello di divertimento. In questo senso i legami di parentela possono essere gestiti senza problemi alla creazione del Mii, per scongiurare la possibilità di veder nascere relazioni di dubbia natura. Il Mii di mia sorella ha stretto amicizia con Juliet (da Romeo & Giulietta) e passa spesso il tempo libero con lei in spiaggia a guardare il mare. Sostituite Juliet con Lady Oscar, Carlo Conti, Jennifer Lopez, Snoop Dog o chi per essi. Le possibilità sono molteplici, ma il risultato è il medesimo: divertimento ai massimi livelli (e una buona dose di meraviglia).


Se sul fronte contenutistico il titolo si presenta sufficientemente vario e ricco di sfaccettature, ma lo stesso non lo si può dire per il comparto tecnico, estremamente minimalista e semplice. Non di certo un difetto questo, visto che il mondo di gioco risulta coerente con la semplicità stilistica dei Mii. Avremmo gradito però una maggiore attenzione ai dettagli, soprattutto nelle zone più caratteristiche dell’isola come la caffetteria e la spiaggia. Ma è sulla componente sonora che abbiamo intenzione di soffermarci: sì, perché ad ogni singolo Mii viene dato il dono della parola tramite un sintetizzatore vocale, che rende l’esperienza complessiva ancora più esilarante e personale. Sentire i Mii cantare o chiacchierare per lungo tempo con queste voci stridule e, a seconda delle impostazioni da noi selezionate, addirittura fastidiose, è l’ennesima prova di come Tomodachi Life sia un tassello unico nel panorama videoludico odierno.


In conclusione…

Di fronte ad un’esperienza del genere bisogna senza dubbio valutare, secondo i proprio gusti, quanto essa possa risultare appetibile sul lungo termine in mancanza di un obiettivo “standard”. Scongiurata questa problematica, il nuovo “simulatore di vita” di Nintendo riesce a catapultare il giocatore in una realtà fittizia fatta su misura di Mii, con molteplici possibilità date al giocatore in quanto a personalizzazione e gusto della propria isola. Tra cibi, vestiti, arredamenti ed attività collaterali, Tomodachi Life vi accompagnerà per ore ed ore, divertendovi e, ci auguriamo, riuscendo a donare alla vostra vita vera quella marcia in più fatta di leggerezza e tanto entusiasmo. Tomodachi Life è la più chiara dimostrazione di quanto amare se stessi ed il prossimo sia la più grande medicina a nostra disposizione, ed avere la possibilità di portarla sempre con sé sulla propria console è senza dubbio una grande cosa. Ed ora, se permettete, vado a controllare i miei Mii sull’Isola Anguria. Leonardo da Vinci organizzerà una grigliata, a quanto pare.

Voto: 8.5/10

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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