WRATH: Aeon of Ruin – Recensione

Il boomer shooter che stavate aspettando

WRATH: Aeon of Ruin – Recensione
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Data di Uscita:Genere:Sviluppatore:, Editore:, Versione Testata:

Ne è valsa la pena aspettare a lungo la release definitiva di WRATH: Aeon of Ruin. Dopo diverse vicissitudini in fase di sviluppo e quattro anni di Early Access, la co-produzione di 3D Realms, quelli di Duke Nukem per intenderci, ha finalmente debuttato su PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox e PC, piattaforma su cui lo abbiamo testato per una quindicina di ore, tanto ci è servito per giungere ai titoli di coda.

Per chi non lo avesse mai sentito nominare, parliamo in tutto e per tutto di un boomer shooter, neologismo con cui si definiscono tutti gli FPS contemporanei, ma realizzati con un’estetica e meccaniche ludiche che rimandano direttamente agli sparatutto degli Anni ’90. Per intenderci, i modelli di riferimento di titoli del genere, che nell’ultimo periodo hanno trovato terreno fertile tra i videogiocatori più attempati e nostalgici, sono Quake, DOOM, Duke Nukem, per l’appunto.

Avviato il software, dunque, vi ritroverete di fronte ad un titolo che utilizza consapevolmente una grafica che sfoggia un ridotto numero di poligoni, linee d’orizzonte limitate, scenari spesso claustrofobici. Inoltre, il gioco fa di una certa legnosità di fondo del sistema di controllo un suo tratto distintivo, caratteristica che scalderà immediatamente i cuori di chi è cresciuto a pane e FPS durante gli Anni ’90.

WRATH: Aeon of Ruin è tutto questo, ma anche qualcosa di più, dal momento che ci troviamo di fronte ad uno dei migliori esponenti di questo sottogenere, nonché un titolo che potrebbe fare al caso di un pubblico ben più ampio rispetto ai soli inguaribili romantici.

L’avventura si compone come una sorta di viaggio dantesco, un itinerario in una dozzina di ambientazioni popolate da mostruosità varie, ricche di dungeon, non prive di scorci ora raccapriccianti, ora inquietanti. Non si sfocia mai nell’horror puro, né vengono mai ripresi certi panorami infernali classici di DOOM. Tuttavia, affronterete un viaggio impegnativo, costellato di innumerevoli scontri a fuoco, in scenari spesso avvolti nelle tenebre.

Come anticipato, serve un minimo di rodaggio per prendere dimestichezze con un sistema di controllo fluido per quanto riguarda i movimenti del corpo e del busto dell’avatar, ma lievemente legnoso quando c’è da aprire il fuoco e, soprattutto, saltare.

WRATH: Aeon of Ruin fonda buona parte del suo fascino in ambientazioni piuttosto ampie, intricate, generose di sezioni celate. Serve fare pratica in fretta, non solo per barcamenarsi tra una piattaforma e l’altra, ma anche per sfruttare nel migliore dei modi lo scatto, sia a terra che aereo, garantito dall’attacco caricato della spada, la prima arma di cui entrerete in possesso. Recuperare tutti i collezionabili di ogni scenario è una sfida nella sfida, la chiave con cui carpire e apprezzare appieno lo spirito della produzione.

WRATH: Aeon of Ruin propone un livello di difficoltà generalmente alto

Non che le fasi di puro combattimento siano da meno, tutt’altro. Come vuole la tradizione dei boomer shooter manca ovviamente il feedback degli FPS più moderni ad ogni colpo esploso, ma sparare è assolutamente divertente e gustoso anche nella co-produzione 3D Realms. Le nove armi di cui entrerete in possesso piuttosto in fretta, ognuna dotata di un fuoco secondario, offrono una varietà sufficiente per affrontare qualsiasi situazione. Dalla pistola dall’ottima precisione, al mitragliatore in grado di fornire ottimo fuoco di soppressione, senza dimenticare il più classico degli shotgun e il lancia granate, pur in una rilettura vagamente fantasy, nel pieno rispetto delle ambientazioni nel quale l’avventura si sviluppa, tutti gli amanti degli FPS imbracceranno tutte le bocche di fuoco a cui sono stati abituati negli anni.

Semmai, primo difetto del gioco, ad una tale varietà non ne corrisponde una altrettanto vivace quando si guarda a nemici e boss. I primi tendono a ripetersi già dopo le prime ore di gioco. I secondi non spiccano mai per la qualità delle sfide che propongono. Il che è un vero peccato, visto che WRATH: Aeon of Ruin propone un livello di difficoltà generalmente alto.

Nonostante la presenza di tre selettori di sfida differenti, tra facile, medio e difficile, nonostante si possa attivare il salvataggio istantaneo infinito, invece di essere vincolati al ritrovamento di specifici teschi e santuari per creare pratici checkpoint, per raggiungere i titoli di coda dovrete comunque sudare sette camicie. La maggior parte delle volte, difatti, vi ritroverete in pesantissima inferiorità numerica, con nemici che tenteranno di colpirvi dalle zone più remote della mappa.

Il gioco non è mai frustrante, ogni game over è utile per capire come migliorarsi e quale sia la strategia migliore per superare indenni l’ostacolo di turno, ma preparatevi a dover riaffrontare la stessa sezione diverse volte. A questo proposito, l’apertura degli sviluppatori in termini di opzioni messe a disposizione del videogiocatore potrebbe rendere WRATH: Aeon of Ruin appetibile per un pubblico più ampio rispetto ai soliti amanti dei boomer shooter. A livello facile, con salvataggi infiniti, chiunque potrà completare il gioco. Al contrario, chi cerca una vera sfida e nessuna scorciatoia, avrà pane per i suoi denti.

Conclusioni

WRATH: Aeon of Ruin è un ottimo esempio di boomer shooter. Classico nell’impostazione, volutamente elementare esteticamente, diretto nel gunplay, a suo modo piuttosto difficile, nonostante la grande apertura ad un ampio pubblico grazie a numerose opzioni con cui personalizzare la partita.

La produzione di 3D Realms sorprende e diverte alla grande con un una dozzina di ambientazioni tutte da esplorare, sia a caccia di segreti, sia per affrontare uno dopo l’altro adrenalinici scontri a fuoco da cui uscirne vincitori solo grazie all’esperienza accumulata e all’intensivo uso dell’arsenale in dotazione.

WRATH: Aeon of Ruin è in grado di regalare quindici ore divertenti ed emozionanti, quanto più siate a caccia di un prodotto impegnativo. Solo il bestiario limitato e le boss fight poco esaltanti lo allontanano dall’eccellenza assoluta.

Indicatissimo ai nostalgici degli Anni ’90 o chi cerca un FPS che vi butta al centro dell’azione senza fronzoli, né cinematiche.

 

Good

  • Ottimo level design
  • Arsenale sufficientemente ampio
  • Diverse opzioni con cui personalizzare la propria partita

Bad

  • Bestiario poco vario
  • Boss fight poco esaltanti
8

Imperdibile

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