Top Spin 2K25, ha talento ma non si applica – Recensione

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Top Spin 2K25, ha talento ma non si applica – Recensione
Top Spin 2K25, ha talento ma non si applica – Recensione
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Simulazione o arcade? Magari una via di mezzo? È questo il grande dilemma, il crocevia che tutti gli sviluppatori di titoli sportivi si trovano a imboccare nella progettazione dei propri titoli. Con Top Spin 2K25 (disponibile da GameStop, a questo link) la direzione intrapresa è la medesima che negli anni ha caratterizzato questo storico franchise, ovvero la ricerca del massimo realismo, a costo di presentare una curva di apprendimento abbastanza ripida.

E di anni ne sono passati parecchi, in particolare considerando come il precedente episodio, Top Spin 4, risalga al 2011 e sia approdato su console ormai “storiche” come PlayStation 3, Xbox 360 e Nintendo Wii. Eppure, già al tempo, la formula concepita da 2K Czech risultava complessa, elaborata, impegnativa e appagante, convincendo gli appassionati del genere di avere tra le mani il titolo perfetto per trasportare l’esperienza del tennis nel mondo digitale.

Il ritorno della serie, a 13 anni dall’ultimo episodio, è stato quindi accolto con grande entusiasmo da parte di tutti gli appassionati, speranzosi di trovarsi di fronte a una produzione capace di costruire ed espandere su quanto di buono visto due generazioni fa. Considerando poi come negli anni il marchio 2K sia diventato sempre più centrale nel mondo sportivo, l’ottimismo era d’obbligo.

Con l’uscita del gioco e il contatto diretto da parte del pubblico, è arrivato il momento di capire di che pasta sia fatta questa nuova edizione, che sembra volersi in qualche modo allineare al canovaccio su cui vengono imbastiti i titoli di NBA, WWE e via dicendo. La formula sarà quella vincente?

Benvenuti a Top Spin 2K25

Partiamo subito con ciò che Top Spin 2K25 sa fare al meglio, ovvero il gameplay. Mettendo a frutto l’esperienza originale, il team di Hangar 13 (che nel 2017 ha inglobato 2K Czech) ha messo insieme una sorta di “versione definitiva” di quanto visto in Top Spin 4, abbinando le meccaniche preesistenti ai nuovi sistemi di animazione per creare una fusione praticamente perfetta tra passato e presente, appagante ed entusiasmante.

In cosa si traduce questo per il giocatore? Nella pratica, in parecchia pratica: Top Spin 2K25 non è un gioco semplice, per niente, e per essere apprezzato prima e padroneggiato poi, richiede necessariamente di passare attraverso una lunga fase di apprendimento.

Il leggendario John McEnroe ci seguirà passo passo nel metabolizzare tutte le sfumature dei sistemi di gioco

Per fortuna esiste la Top Spin Academy, in cui il leggendario John McEnroe ci seguirà passo passo nel metabolizzare tutte le sfumature dei sistemi di gioco. E la formula scelta è quasi sorprendente, andando ad affrontare aspetti quasi anche troppo basilari come il posizionamento dei giocatori prima e dopo ogni colpo.

Solo dopo un lungo allenamento potremo consapevolmente tuffarci sui campi dei più importanti tornei del mondo nei panni di una delle oltre 24 star del circuito ATP tra leggende del passato e campioni contemporanei. Oppure creare un nostro personalissimo avatar e affrontare le sfide della modalità MyCareer.

La varietà non manca, piuttosto è la quantità a saltare all’occhio.

L’inizio è un po’ traumatico, ma non ci si deve spaventare, perché le nostre alleate migliori saranno pazienza e costanza, utili a fare nostri tutti i colpi a disposizione. Ovviamente c’è tutto: colpi piatti per gestire la maggior parte delle situazioni, Top Spin per alzare il pallone, tagliati per rallentare il gioco, pallonetti per scavalcare l’avversario sotto rete e smorzate in grado di spiazzare chi sta troppo a fondo campo, tutti da indirizzare impostando la direzione in fase di impostazione del colpo.

Le principali variazioni sul tema sono da ritrovarsi in due dinamiche, la prima legata al tempismo e la seconda alla potenza. Giocando con le impostazioni (e seguendo il tutorial) sarà impossibile non notare al momento del tiro una barra al di sopra dei giocatori al cui interno un indicatore si muoverà orizzontalmente per raggiungere una zona “verde”, per poi tornare indietro.

Si tratta dell’indicazione del tempismo, valida per tutti i tiri e indipendente dall’attività del giocatore. Questo è il modo di Top Spin 2K25 di insegnare ai suoi giocatori quale sia il momento giusto di colpire, rappresentato dal momento in cui l’indicatore arriva nella zona verde. Centrarla alla perfezione consentirà di eseguire colpi al massimo della precisione possibile, mancarla di poco porterà a colpi comunque “buoni”, anche se non irresistibili, mentre fallire il tempismo restituirà colpi molto deboli o che potrebbero terminare fuori come sulla rete.

Il resto lo fa la nostra voglia di caricare o meno i colpi: toccando il tasto rapidamente si eseguiranno colpi “mirati”, molto difficili da sbagliare seppur non troppo aggressivi, mentre tenendo premuto per caricare il colpo fino al massimo permette di eseguire attacchi letali ma ad alto rischio “fallo”. La via di mezzo è caricare il giusto per trovare il giusto equilibrio, senza strafare.

Ma dove andremo a sfoggiare i nostri colpi migliori? Beh, diciamo che qualcosina in più si poteva fare da questo punto di vista, considerando che a disposizione del giocatore singolo esiste praticamente solo la modalità MyCareer, in cui creare il nostro talentuoso atleta e fargli scalare la classifica ATP di torneo in torneo.

Sia chiaro, non si tratta di un’opzione da buttare, grazie a una discreta varietà di situazioni e l’introduzione di un “tatticismo” nella pianificazione del proprio calendario eventi per via della resistenza e della possibilità di incorrere negli infortuni, ma sicuramente avrebbe giovato avere qualche alternativa oltre all’esibizione.

Questo legame così stretto tra l’online e modalità storicamente offline un po’ stempera l’entusiasmo

Questo perché per quanto possa essere divertente dare vita al proprio avatar, personalizzandone ogni aspetto dalle abilità all’estetica, non è facile immaginare un engagement a lungo termine che non sia vincolato al portare online il proprio personaggio e sfidare il mondo. Questo legame così stretto tra l’online e modalità storicamente offline un po’ stempera l’entusiasmo per un’esperienza alla fine molto “metodica”.

Interessante come siano intrecciati tra loro diversi elementi, dall’assunzione di allenatori con specifiche abilità (e sfide) allo sviluppo del personaggio, legato anche a delle passive cumulabili fino ad ottenere effetti “da set”, come negli RPG, dedicando attenzione anche alla possibilità di avere degli sponsor. Fa un po’ sorridere però che i progressi ottenuti non si traducano in un potenziale “economico” (ingame) soddisfacente e quindi si debba investire parecchia valuta per ottenere equipaggiamento anche basilare, ma tant’è.

Qualche soddisfazione si raccoglie, ma non si impressiona il pubblico con quell’outfit!

Quello che stranisce è il contrasto piuttosto stridente tra struttura dal tipico gioco 2K, ricercata nel suo design e condita di licenze (tra giocatori, tornei, brand e accompagnamento musicale) e l’effettiva qualità della messinscena. A livello tecnico infatti non si grida al miracolo, anzi, e sebbene l’impatto durante la partita sia davvero buono basta andare a punto per assistere a cambi di camera che tradiscono la relativa semplicità dei modelli e dell’illuminazione, che vengono messi a dura prova nel close-up sul pubblico. Anche alcuni dei campioni più celebri non escono benissimo da uno sguardo più attento, disinnescando un po’ l’emozione di rivederli in azione.

Anche le celebrazioni nei tornei, che dovrebbero rappresentare un momento di festa da ricordare, patiscono la mancanza di varietà: stesso trofeo, stessa persona a consegnarlo, stesse inquadrature, stesse celebrazioni. È l’istantanea perfetta per descrivere Top Spin 2K25, un gioco dal grande potenziale, costruito su una base molto solida, ma che sembra più che altro una sorta di “episodio pilota” che deve essere rivalutato in tanti aspetti e rielaborato a dovere. È emblematico soprattutto il confronto con Top Spin 4, decisamente più carismatico e ricco di personalità nonostante i 13 anni e le due generazioni di console alle spalle.

A livello di gameplay siamo messi davvero alla grande e in breve ci si rende conto di quanto sia fluido e responsivo il sistema

Ed è un peccato perché a livello di gameplay siamo messi davvero alla grande. A parte una lunga fase iniziale in cui bisogna fare propria la necessità di giocare con il miglior tempismo possibile (altrimenti i colpi diventano letteralmente inutili), in breve ci si rende conto di quanto sia fluido e responsivo il sistema, il quale è talmente naturale da rendere irrilevante (se non fastidioso) l’indicatore del tempismo citato in precedenza, permettendo inoltre di caricare i colpi con anticipo senza inchiodare i giocatori sulla loro posizione.

Quando poi si lascia un attimo da parte il proprio avatar e si prende il controllo di uno dei campioni a disposizione, le dinamiche che inizialmente ci sembravano discutibili a causa delle limitate skill del nostro giocatore si esprimono al loro meglio, dando grandi soddisfazioni. In particolare nelle partite in doppio le potenzialità del gameplay sono portate al limite, rendendo davvero entusiasmante ogni lungolinea affilato o il dritto che di potenza taglia tra i due avversari.

Il gioco rimane super divertente

Per il resto Top Spin 2K25 offre un pacchetto piuttosto “convenzionale”, invitandoci a giocare online per scalare le classifiche usando il proprio giocatore creato (World Tour) o uno dei professionisti su licenza (2KTour) e nel tempo soddisfare i requisiti delle missioni legate all’inevitabile pass.

Anche qui non si può certo celebrare l’ostinatezza con cui 2K Games produce titoli Premium, con tanto di edizioni estremamente costose, al cui interno troviamo però contenuti piuttosto ridotti e una progressione di gioco che letteralmente si aggrappa all’inevitabile sequela di oggetti in-game da sbloccare pur di giustificare l’impegno del giocatore.

In questo specifico campo, che vede diversi competitor lottare per il ruolo di re dei simulatori tennistici, non è semplice presentarsi con un pacchetto completo sotto ogni punto di vista, come dimostrano i “soli” 24 atleti su licenza (tra cui non ci sono Sinner e Djokovic, ma quantomeno Federer, Berrettini e Alcaraz), ma al tempo stesso non è una giustificazione per fare il minimo indispensabile.

Conclusioni

Top Spin 2K25, nonostante tutto, è il miglior gioco di tennis su cui potreste mettere le mani oggi. Al netto dei suoi limiti di contenuti, sia per quel che riguarda il numero effettivo di atleti e di modalità, è innegabile che il gameplay sia una spanna sopra la concorrenza e sia in grado di dare grandi soddisfazioni.

Questa release va però considerata come un episodio zero, come un nuovo inizio, e in quanto tale soffre di troppe incertezze per essere indicata come realmente riuscita al 100%. Di certo un amante della disciplina può essere disposto a chiudere un occhio sui problemi se dall’altra parte può impugnare la racchetta di Andre Agassi o Steffi Graf per fare un doppio con il proprio avatar e mettere in riga i nuovi talenti.

Quindi bene ma non benissimo questo Top Spin 2K25, imperfetto ma capace di farci guardare al futuro con ottimismo. Ora la domanda è: la simulazione tennistica di Hangar 13 diventerà una release annuale o si prenderà, ancora una volta, il suo tempo prima di offrirci un nuovo e più completo capitolo?

Puoi acquistare Top Spin 2K25 per PlayStation e Xbox da GameStop

Good

  • Simulativo e realistico, ma non frustrante
  • Il tennis più divertente sul mercato
  • Ottimo tutorial

Bad

  • Appena sufficiente tecnicamente
  • Davvero poche modalità
  • Il pass non può e non deve essere l'unico stimolo a giocare
7

Niente male

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