Tom Clancy’s The Division 2 – Anteprima | Nuova città, stesso gameplay

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Oltre al panorama cambia qualcosa?

Tom Clancy’s The Division 2
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In Tom Clancy's The Division 2 Washington D.C. è sull'orlo del collasso. La società civile è minacciata da anarchia e instabilità e le voci di un possibile colpo di stato nella Capitale non fanno altro che aggiungere caos al caos. Tutti gli agenti attivi della divisione devono contribuire alla difesa della città, prima che sia troppo tardi. Sei un membro della divisione, un gruppo di agenti civili d'élite che rappresenta l'ultima linea di difesa della società civile.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:

Dovendo scegliere se essere più votato all’azione o cedere il passo al rigore e all’intransigenza dei numeri, il primo The Division seppe inventarsi e conquistarsi un equilibrio quasi perfetto, figlio di una gestazione certamente complicata, nonché di un processo tutt’altro che indolore, a suo modo abbastanza efficace da garantire la formazione di una nutrita compagine di fedelissimi che, giornalmente, occupavano gioiosamente i server di Ubisoft.

Non fu un successo esorbitante, incontrovertibile, immediato. Perdendo miseramente la corsa sui cento metri, evidenziando sin dal day one fin troppi problemi di bilanciamento, il campione del publisher francese seppe rifarsi sulla lunga distanza, scoprendo un’andatura degna di un runner keniota, acquisita grazie ad un certosino lavoro di rimaneggiamento, un autentico dietro che quinte che garantì un endgame coinvolgente a tutti i partecipanti stregati da un PvP per molti versi originale ed inedito.

Nonostante la recente politica di Ubisoft punti con fermezza al supporto prolungato ed accorto dei titoli distribuiti sul mercato (ne è un’ottima dimostrazione la longevità di titoli come For Honor e Tom Clancy’s Rainbow Six Siege), comprendiamo e approviamo le ragioni che hanno spinto i piani alti a varare un “reboot” (che reboot non è, beninteso) che assumesse le fattezze di un sequel con il duplice obiettivo di convincere sin da subito e di attirare l’attenzione dei neofiti a caccia di uno shooter multiplayer dal retrogusto piuttosto particolare.

Non c’è più New York, come ben sappiamo, ma un’assolata Washington D.C., cambio dovuto, da una parte, per consentire una maggior libertà ai game designer, grazie ad una planimetria della città meno rigorosa rispetto a quella della Grande Mela, dall’altra per introdurre e suggerire il salto temporale di qualche mese che intercorre tra i due capitoli.

Tom Clancy's The Division 2

La beta privata, che abbiamo potuto testare in prima persona lo scorso weekend, ci ha confermato quanto in molti avevano già intuito sin dal primissimo trailer con cui il gioco si è fondamentalmente presentato al mondo. Al di là della confezione, non è cambiato praticamente nulla.

Nei panni di un Agente creato in pochi passaggi, utilizzando un editor poco accorto ai dettagli, ci siamo ritrovati senza troppi preamboli nell’occhio del ciclone, alle prese con un gran numero di nemici da abbattere facendo affidamento su coperture di ogni genere, armi di diverso tipo, gadget tecnologici che, a patto di rispettare i tempi di cooldown, rappresentano risorse a cui affidarsi per ribaltare le sorti dello scontro.

Per molti versi, insomma, si ha la sensazione di avere a che fare con un lontano parente del primo Mass Effect

La magia di Tom Clancy’s The Division 2, che prima fu del prequel, si manifesta non appena ci si accorge della perfetta (e invisibile) commistione di elementi ruolistici al gunplay, un gunplay, tra l’altro, impreziosito dall’ottimo feeling restituito da ogni colpo esploso, da una buona gestione degli hitbox, da una lodevole fluidità dei comandi. Non bastano barre di salute e danni inferti ben visibili ad ogni proiettile andato a segno per fare del gioco un action-RPG a tutti gli effetti. L’aderenza ai canoni del genere si palesa durante la ricarica del proprio fucile, momenti in cui, fondamentalmente, si è quasi del tutto inermi, in attesa delle “mosse” degli avversari; nei tempi di cooldown dei propri “poteri speciali”, siano questi granate particolarmente potenti o torrette automatiche; in un equipaggiamento che rende progressivamente più efficace la resistenza alle offensive nemiche.

Per molti versi, insomma, si ha la sensazione di avere a che fare con un lontano parente del primo Mass Effect, anch’esso segretamente vincolato da statistiche e regole, prim’ancora che dalla pura abilità del videogiocatore di turno.

A differenza del capolavoro di Bioware, tuttavia, Tom Clancy’s The Division 2 vanta un level design che, già da questa piccola prova, ci è parso all’altezza della situazione, puntualmente in grado di proporre arene sufficientemente intricate da consentire, ai combattenti coinvolti, la messa in scacco delle forze avversarie con la giusta tattica.

Tom Clancy's The Division 2

Da soli, o coinvolgendo altri utenti pescati dalla rete, la strategia da seguire è principalmente la stessa: fiancheggiare il nemico, così da rendere inutile il barricarsi dietro ad ogni riparo. Nonostante i soldati controllati dall’I.A., da questo punto di vista, non opponessero chissà quale resistenza, uscendo spesso e volentieri dal proprio nascondiglio, in più di un’occasione ci siamo scoperti circondati, praticamente destinati a morte certa. È insomma fondamentale muoversi con tempismo, eliminando immediatamente l’avanguardia, preoccupandosi di conquistare con decisione i punti strategici.

Se al chiuso ogni scontro a fuoco perde un pizzico di dinamismo, costretti come si è in corridoi o sale poco ampie, per le strade di Washington D.C., soprattutto spostandosi in gruppo, si può orchestrare una battaglia corale davvero coinvolgente, che incentiva l’utilizzo dei gadget in proprio possesso, oltre al gioco di squadra, se previsto nella partita in corso ovviamente.

Non mancano alcune sbavature, come le pessime animazioni dei personaggi mossi dalla CPU

Anche da soli, del resto, Tom Clancy’s The Division 2 è estremamente affascinante, grazie ai numerosi punti d’interesse che si tramutano in altri sconti a fuoco, quando non in luoghi da esplorare a caccia di loot con cui arricchire il proprio equipaggiamento o da rivendere nei negozi sparsi per la mappa.

Non mancano, naturalmente, alcune sbavature, come le pessime animazioni dei personaggi mossi dalla CPU, innaturali e spesso talmente poco fluide da rendere difficile il mandare a segno due colpi di fila. Anche i server hanno palesato (comprensibilmente, essendo una beta) qualche problema nel gestire alla perfezione il traffico, pur contenuto. In un paio di occasioni ci è stato difficile entrare in partita e in un’occasione siamo stati rimbalzati alla schermata principale, proprio nel corso di un acceso scontro con uno dei boss.


Manca poco più di un mese all’esordio di Tom Clancy’s The Division 2. Difficilmente il titolo ci sorprenderà con feature inedite o, in generale, con un gameplay che si discosterà in qualche modo da quello ostentato dal predecessore. Sarà insomma un more of the same che avrà il dovere di essere soddisfacente sin dal day one. Non è molto e, a dirla tutta, non chiediamo altro dalla produzione di Ubisoft.

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